NOT just two teenagers.
Uno di quei posti che mai avrei potuto odiare,
di nuovo, ora è di nuovo buio nella luce fioca di marzo.
La neve rende tutto più assurdo, quasi irreale.
Stringo la mano a mia madre che dopo settimane
sembra essersi sciolta.
La bara viene calata giù e le parole del
reverendo sembrano lontane anni luce.
Asciugo una lacrima, una delle tante che sta
bagnando il mio volto.
La sua essenza è sparita.
Vorrei sbattere la testa da qualche parte,
qualcosa di forte, semplicemente per non pensare alla mia vita futura.
Mikey è morto.
Gerard è lontano e freddo.
Mia madre ha trovato la cocaina per terra la
sera dell'incidente, ora vado in terapia. E anche in una nuova scuola, quella
cattolica.
Sposto lo sguardo, non ce la faccio a guardare
ancora quella squallida buca con dentro il
mio migliore amico. Sposto lo sguardo e incontro quello di Gerard, lucido e
vuoto. Vorrei abbracciarlo, baciarlo e dirgli che ne usciremo insieme. Ma non
posso, lui non me lo permette.
Ma io non smetterò mai di provarci.
Lascio la mano di mia madre, le sussurro
qualcosa e a passo incerto mi dirigo verso Donna che nel suo abito nero sta
piangendo sulla spalla del figlio. Dietro di loro c'è Donald, il signor Way.
Non lo vedo da anni. I capelli sono brizzolati e la pelle è cadente dove prima
c'erano delle guance.
Do le mie condoglianze e chiedo a Gerard di
venire mentre chiedo a me stesso se i suoi siano a conoscenza di.. Di quello
che c'è. Si, c'è ancora. Lo leggo
negli occhi di Gerard che cercano qualche scusa per non allontanarsi con me. Lo
leggo nei sui gesti che attenti cercano di non sfiorarmi mentre camminiamo tra
i cipressi innevati.
La bara di Mikey è affianco a quella di Elena,
la nonna.
Avverto una fitta allo stomaco e chiedo a
Gerard di sederci.
Le panchine sono state ripulite dalla neve forse quella mattina stessa da
quell’uomo strambo che si occupa di questo piccolo cimitero.
La lapide di Mikey, anche se lontana e coperta da alberi e altre lapidi, mi urla di guardarla. Ricaccio indietro le
lacrime quando un’altra fitta mi colpisce lo stomaco facendomi piegare in due.
Gerard mi cinge le spalle chiedendomi come sto, noto un topo più morbido e non
posso fare a meno di sorridere.
-Credo
di stare bene, si.- lo ringrazio per l’interessamento e so che i miei occhi
sono pieni di domande ben visibili a lui, solo a lui. Ma so che ancora non è
tempo di risposte, voglio dare tempo a Gerard, voglio che superi la morte di
Mikey e voglio superarla anche io. Mikey era come un fratello per me, il
fratello che non ho mai avuto. L’amico con cui scherzare e leggere fumetti. Il
tipo con cui strimpellare tutta la notte la musichetta di Harry Potter.
Il Mikey su cui contare sempre e comunque.
-Mi manca Mikey.- la voce di
Gerard è quasi un sussurro.
-Manca
anche a me.- dico senza un minimo di ovvietà nel tono.
-Come
fai Frank? Come fai a sostenere
questo.. dolore. Mi pento solo di aver passato poco tempo con mio fratello ma
tu.. è con te che è diventato quello che… era.-
-E’.- lo interrompo correggendo quel tempo verbale mi ha fatta
salire le lacrime.
Gerard si volta verso di me e posso chiaramente vedere le occhiaie su quella
splendida pelle diafana che sembra ancora più preziosa e delicata con quella
luce invernale.
Si riconoscono chiaramente dei segni di Mikey sul volto di Gerard. Non avevo
mai fatto caso alle loro somiglianze, li ho sempre visti molto diversi e invece
ecco lì quel mento e quella punta del naso leggermente appiattita, quel labbro
superiore tagliato nella stessa maniera. Si, i fratelli Way si somigliavano. Ogni volta che faccio un pensiero
al passato vorrei tirarmi una martellata sui piedi ma.. è inevitabile.
Mikey ora è pelle e organi in decomposizione che presto diventeranno polvere e
poi PUFF niente Mikey.
Questi macabri pensieri mi fanno salire l’acido alle stelle. Sto per vomitare
ma le fredde mani di Gerard mi riportano con i piedi per terra anche se anche il
macabro si nasconde proprio fra questi cespugli.
Siamo in silenzio da un po’. Ha le labbra secche, per il freddo suppongo e
vorrei baciarle.
La mani di Gerard sulla mia guancia sembra diventare, piano piano, fuoco. Mi
salgono le lacrime agli occhi, ultimamente lo fanno sempre, e lascio cadere la
mia testa sulla sua spalla e qualche lacrima scende libera senza il mio
permesso. Lascio che Gerard mi stringa e mi godo questa sensazione di
protezione che mi mancava. Mi posa un bacio sulla fronte e alzo gli occhi che
vengono attirati dai suoi come calamite ed una scarica elettrica mi passa tutto
il corpo, come quella prima volta davanti ad una tazza di caffè ed un video dei
Muse a casa mia.
Sorrido debolmente e gli accarezzo il viso, una strana sensazione mi attanaglia
lo stomaco. Sembra tanto un addio, un addio da film romantico. Solo che questo
film di romantico ora non ha proprio nulla. Glielo leggo negli occhi che è un
addio e i miei, di occhi, non possono fare a meno di bagnarsi di nuovo, di
bagnarmi il viso e di bagnare le nostre
labbra unite in un bacio che sa di dolore, di frustramento e di, appunto,
addio. Non riesco a staccarmi da quelle labbra rosse dal bacio e quegli occhi
dalle varie tonalità che mi fanno impazzire.
Preso dalla furia lo bacio di nuovo, sta volta con più passione, non voglio..
non voglio dimenticare il suo sapore e so già che non lo dimenticherò mai.
-Non
puoi..- interrompo quel silenzio riempito solo dai nostri respiri accelerati,
fronte contro fronte. La sua mano sulla mia guancia. La mia mano sulla sua
nuca. A Gerard corre via una lacrima. Non mi risponde. –Gerard, non.. non
puoi!- la mia voce, ridotta ad un sussurro, è una predica.
-Non..
non sarà per sempre.- una voce rotta dal pianto che mi fa tremare.
-Io
sarò qui per sempre ma...- non riesco a finire.
-Ma
cosa Frankie..- sussurra tremando. Frankie..
-Ma
ho paura.- non tratteniamo più le lacrime.
-Di..
di cosa?- Gerard sembra ferito.
-Te
lo leggo negli occhi Gerard. Non.. non tornerai, è di questo che ho paura. Ho
paura di non averti più con me.- Sputo fuori uno dei pensieri più egoista. –Perché?-
-Io.. ho bisogno di.. tempo.-
-Ma..
ma cosa Gerard, cosa è successo?- tolta questa domanda mi sento molto più.. più
niente riflettendoci. Se prima c’era voglia di chiedere ora c’è paura di avere
risposta. Gerard mi guarda un po’ spaesato, forse in cerca di una risposta. Ma
no, non può aver tagliato i ponti così come si taglia il gambo troppo lungo di
una rosa.
-Io..
ero e sono.. confuso. Sono distrutto e deluso, sono tutto Frank, capiscimi. Te
ne prego.- le lacrime gli rigano il viso.
-Deluso
Gerard? Deluso da cosa?- la mia voce non è alta ma in confronto ai nostri
sussurri sembra un urlo disperato.
-Da..
Da me, ho permesso che accadessero troppe cose brutte, troppe tragedie. Ho
permesso al tuo cuore di innamorarsi di me e ora lo sto facendo soffrire perché
sono malato. Sono malato Frank, sono pazzo, sono un pazzo furioso! Vorrei
prendere questa panchina e buttarla sulla testa di Alicia, quella bastarda.-
ora si, la sua voce è alta. Alicia.. Alicia era al volante. Alicia è viva.
Mikey no. Alicia era ubriaca fradicia. Mikey.. anche.
-Non..
non è colpa tua! Nulla di quello che hai detto è colpa tua Gerard. Permettimi
di aiutarti.-
-No.-
scuote la testa e si alza dalla panchina. Non lo capisco..
-Perché?-
mi alzo anche io afferrandogli un polso per non lasciarlo scappare.
-Hai
tanti perché oggi Frank.- un sorriso amaro. –Perché non me lo merito Frank. Non
merito te, non meritavo Mikey e non merito niente in questa merda di vita.-
piange, piange lacrime pesanti che gli arrossano gli occhi.
-Non
è vero.- sussurro accarezzandogli il viso.
Lui mi abbraccia, mi stringe al suo petto e
poi.. mi lascia. Mi lascia lì e io seguo le sue orme nella neve allontanarsi da
me. Lo vedo svoltare a destra. Intravedo la madre fra i cipressi che lo prende
sottobraccio. Poi vedo Gerard voltarsi verso di me. E come una magia i nostri
occhi si incontrano incuranti dei rami che ostacolano la vista. Gli faccia un
saluto con la mano.
Addio Gerard.
Salve a tutti, ecco questo famoso sequel di Can we be more than that?
-Storia che credo si sia evoluta molto nel corso dei capitoli, forse
sono cresciuta io o forse bhò son diventata più decente a
scrivere-
Questo primo capitolo non è proprio un capitolo e scuso la cortezza ma
bhò volevo mettere in chiaro alcune cose prima.
Frank in una nuova scuola, Gerard freddo e distaccato e Mikey.. morto.
Spero che seguirete anche questo sequel.
Ringrazio tutti quelli che lo leggeranno!
Tere, vedi che finalmente l’ho scritto? LOL
Perché si, scrivere questo capitolo cortissimo è stato peggio di un
parto.
Xoxo Ann