Anime & Manga > Lady Oscar
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Autore: m00nlight    11/08/2011    12 recensioni
Il mio tormento, puntuale, torna a farmi visita.
Quel sorriso sprezzante del pericolo, quella sfrontatezza stampata in volto.
Chiudo gli occhi e mi è di fronte.
Gli angoli della bocca curvati verso l'alto.
Si prende gioco di me.
Mi guarda e sorride, perché sa già che riuscirà a sfuggirmi.
"Dimmi chi sei".
Genere: Avventura, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Disclaimer: i personaggi di Lady Oscar non mi appartengono. I relativi diritti sono di proprietà di Riyoko Ikeda. 


Notte di agosto.
Silenzio nei corridoi del Palazzo addormentato.
E quiete tra le fronde degli alberi.
I grilli sussurrano una dolce ninna nanna al vento.
Luna crescente. Pallida e timida luce.
Nell'aria il dolce profumo delle viti lussureggianti e colme di frutti.
Sullo sfondo, Parigi assopita. 
Sembra irreale la pace che avvolge il paesaggio e si ha come l'impressione che nulla possa riuscire a turbarla.
 
Stringo la presa intorno al bicchiere mezzo vuoto e butto la testa indietro, poggiandomi al tronco del grande albero sulla collina.
Ancora un paio di sorsi di vino.
Spingo lo sguardo lontano, oltre la boscaglia.
Da questo punto posso vedere tutto ciò che accade a Palazzo Jarjayes. 
Si gode di una visuale perfetta, soprattutto in una notte serena come questa.
Una collinetta ricoperta dalla vegetazione, ad ovest della tenuta. 
Da un pò di anni, il mio rifugio nelle notti insonni.
La verità è che amo questo posto perchè mi illude di avere il controllo su questa parte di mondo. 
Perchè da qui nessuno può vedermi. 
Perchè da qui mi sento potente, a metà fra il cielo e la mia condizione di servo.
Poggio le labbra al vetro e mi inebrio dell'essenza penetrante del Bourdeaux.
Ed attendo. Attendo che sia il momento.
 
Ad un tratto, zoccoli di cavalli irrompono nella tranquillità della notte.
E' la ronda di Girodelle. 
Come ogni notte, da un pò di tempo oramai, raggiungono Palazzo Jarjayes per scortare Oscar fino in città.
Sono a guardia dei quartieri ricchi di Parigi, da quando una nuova minaccia si aggira per i vicoli bui.
si fa chiamare il Cavaliere Nero. 
Nero, come l'oscurità dentro cui si muove.
Dicono sia la nuova speranza del popolo francese, che arranca sotto il potere di un governo che opprime.
Ne parlano i poveri nelle bettole e per le strade, ne parlano i nobili nei loro salotti.
Dopo Sua Maestà, egli è l'uomo più popolare di Francia.
Per quanto rappresenti il crimine, in ogni dove il suo nome si accompagna a nuove prospettive per il futuro per tutti, ricchi o poveri. 
Nel bene o nel male, il Cavaliere Nero è diventato sinonimo di quella rivoluzione che si avverte nell'aria sudicia della capitale.
 
La pallida luce di una candela illumina il piano basso e il portone si apre.
Il drappello di uomini si ferma poco prima delle scale d'ingresso. 
Girodelle smonta da cavallo e si dirige al portone, dove Oscar è già pronta ad attenderlo.
Vedo Oscar montare il suo Cesar e prendere il comando.
I cavalli percorrono veloci il lungo viale alberato.
Li seguo con lo sguardo sulla strada, mentre di dirigono alla volta di Parigi.
 
Butto giù tutto d'un fiato l'ultimo sorso di vino.
 
L'attesa è finita, anche stanotte.
Raccolgo bicchiere e bottiglia e mi avvio sulla strada del ritorno.
Percorro lentamente il tratto che mi separa da palazzo Jarjayes, senza fretta.
Seguo il sentiero stretto e tortuoso fino alla mia meta, facendomi strada fra i rami e le radici che insidiano il cammino.
 
La porta delle stalle è socchiusa, così entro silenzioso.
Conosco questo posto come le mie tasche, per questo non mi è difficile muovermi sicuro nel buio. 
Mi accosto piano al mio cavallo, che sembra essersi già accorto di me, e preparo la sella.
 
Il terzo asse a partire dalla parete di fondo, coperto dalla paglia. 
Quello più scuro degli altri, per via del legno ormai quasi marcio.
Una leggera pressione sugli angoli e si solleva rivelando un piccolo deposito segreto.
Dentro, un sacco di juta annodato stretto da un cordino.
Lo prendo e, facendo attenzione, mi allontano verso la boscaglia, tenendo il cavallo per le briglie e nascondendo il mio tesoro sotto la giacca.
 
Al sicuro, nascosto fra gli alberi, lego il cavallo ad un ramo. 
Tiro fuori il sacco e ne allento il laccio.
Seta nera, all'interno.
Nascondo i miei occhi dietro la maschera.
Sul fianco, la mia spada, un dono di Oscar. 
E' l'inizio di una nuova notte per il Cavaliere.
Avvolto nel mantello della notte, monto il mio destriero e mi dirigo verso nord, verso Parigi.

To be continued...
  
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