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Autore: MartaJonas    11/08/2011    4 recensioni
Studi di registrazione,concerti, storie d'amore e party: è così che procede la vita di Joe Jonas che deve realizzare il suo primo album da solista.
Alex, una diciannovenne Texana, amante della musica ma con la paura del palcoscenico, è stata assunta dalla universal music come paroliere e musicista. Il primo artista con cui la ragazza avrà a che fare è proprio la pop-star Joe Jonas.
I due ragazzi si ritroveranno a collaborare.Cosa succederà tra quelle due giovani promesse della musica?
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Joe Jonas
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Chapter  8
 
Incoherence
 
 
-Non mi hai accompagnato al party di Vanity Fair, però stasera mi accompagni alla priemier di Sucker Punch, vero?- domandò Joseph ad Alex cercando compagnia.
-No Joseph – rispose con tranquillità lei. Gli rifilò un due di picche, un’altra volta.
-Dai, per favore. Non ho voglia di andarci da solo. – la pregò il corvino.
-Porta Winston – gli suggerì, e il cane che era dormiente nel suo angolino alzò le orecchie e rivolse lo sguardo ai due musicisti.
-Winston è di ottima compagnia, ma non credo che lo facciano entrare; e poi volevo un altro tipo di compagnia. – rispose Joe guardandola.
-Joe non ne ho voglia; non ho un vestito da mettere; odio i paparazzi, non riesco ad esibirmi davanti a due persone, pensa sfilare su un tappeto rosso circondato da persone che mi fanno foto. Poi, proprio io? Non sono un bel vedere Joe, faresti più bella figura con una bella ragazza, o all’occorrenza, una escort!- motivò la sua scelta Alexandra.
-Non pago escort e mai lo farò. E poi, tu sei una bella ragazza, Alex. – rispose il ragazzo
A quell’ ultima frase la giovane perse un battito, lo pensava davvero?
“Perfetto Joe, ti sei fregato da solo” pensò lui.
-Sai, sei bravo a mentire! – rise per sdrammatizzare lei.
-Io non mento mai, sappilo!- rispose il ragazzo. –dai cosa posso fare per convincerti?
-Nulla, non c’è speranza – disse lei.
-Non c’è speranza ma soltanto convinzione Alex. Basta sperare e inizia a credere. – rispose lui entrando in sala di registrazione.
Joe si infilò le cuffie e si avvicinò al microfono.
-Sinceramente non so perché sono entrato qui dentro. – disse al microfono facendo ridere Alex. – ma tanto che ci stiamo cantiamo qualcosa. A cappella? sì a cappella. – domandò e si rispose da solo. – Facciamo un bel Medley, ma sì dai. Signore e signori …  - si schiarì la voce – dedico questo medley alla qui presente Alexandra James che vorrei come accompagnatrice questa sera alla premier di Sucker Punch . Eeeeeeeeh! –imitò lo strepitio del pubblico facendo morire dal ridere la ragazza.
 
I need to try to get to where you are 
Could it be, your not that far.

You're the voice I hear inside my head, the reason that I'm singing 
I need to find you 
I gotta find you 
You're the missing piece I need, the song inside of me 
I need to find you 
I gotta find you.

 
Aveva proprio una voce melodiosa, ad Alex piaceva. Joe lanciava occhiate sfuggenti alla ragazza che non smetteva di fissarlo.

If time was still 
The sun would never find us 
We could light up 
The sky tonight 
I can see the world through your eyes 
Leave it all behind 

If it's you and me forever 
If its you and me right now 
That'd be alright 
Be alright 

We'll chase the stars to lose our shadow 
Peter Pan and Wendy turned out fine 
So won't you fly with me 

Il ragazzo accompagnava il tutto con gesti e mosse buffe. Era troppo divertente da guardare. Alex si stava divertendo come non mai.  
 
When you look me in the eyes,
And tell me that you love me.
Everything’s alright,
When you’re right here by my side.
When you look me in the eyes,
I catch a glimpse of heaven.
I find my paradise,
When you look me in the eyes.

 
Cantò scrutando la ragazza. Per poi finire il medley con love Slayer.
 
Love slayer, love slayer
I came to do my dance
I came to touch the town
I came to lift my hands
I came to shut this thing down
I came to do my dance
I came to touch the town
I came to lift my hands
I came to shut this thing down
Love slayer, causing nothing
But trouble babe and I want more of it
Love slayer, causing nothing
But trouble babe and I think I love it

Oh yeah!

 
-Baby, mi accompagni stasera?- chiese di nuovo il ragazzo.
-Ok. – fu l’unica risposta della ragazza che sospirò.
-Davvero? – chiese lui.
-Sì Joseph, ma solo perché sei tu, e mi hai dedicato il Medley! – disse la ragazza.
-Davvero davvero? – uscì dalla sala di registrazione: sembrava un bambino che aveva appena ricevuto un pacchetto di caramelle gommose.
-Sì! – disse lei annuendo evitando  il suo sguardo.
-Grazie, grazie grazie! – esclamò il giovane precipitandosi ad abbracciare con entusiasmo la ragazza sconvolta da quell’atteggiamento. –grazie! – ripeté ancora lasciando un sonoro bacio sulla guancia ad Alex che riuscì a sentire la barba ispida del giovane sul suo viso, e le labbra morbide e inumidite sulla sua gota.
Per un attimo si soffermò a pensare a come potessero essere le sue labbra sulle sue, si tolse subito quell’idea dalla mente e sorrise a quel fantastico ragazzo.
 

 
-Sei in ritardo Joseph! – lo rimproverò scherzando Alex che salì in macchina di Joe che quella sera l’aveva passata a prendere per dirigersi insieme alla premier.
-Me lo dicono tutti – ammise il suo difetto girando la chiave della sua macchina.
-Te lo dicono tutti perché tu sei un ritardatario! Comunque stando ai patti che abbiamo fatto: io entro sulla porta sul retro del locale, tu passi dal tappeto rosso e ci vediamo alla porta da dove entri tu, ok? – ripeté per l’ennesima volta in quella giornata la ragazza.
-Sì Alex, non preoccuparti, stai calma. È una premier, non è nulla di speciale. Ci vediamo il film e ci mangiamo qualcosa al bouffe, va bene? E purché tu lo sappia, sei uno schianto con quel vestito. – la informò Joe tranquillizzandola. Alex indossava un vestito rosso senza spalline, che dalla vita in giù prendeva una piega particolare, “perfetta” l’avrebbe definita Joseph.
-Grazie- disse imbarazzata – anche tu stai benissimo Joe. – concluse in fretta. Il ragazzo quella sera aveva optato per dei jeans neri con sfumature grigie; una giacca di cotone a maniche lunghe sempre nera, una camicia blu e una sciarpa di cotone avvolta intorno al collo dello stesso colore.
-Grazie – le sorrise e le rivolse uno sguardo.
-Ci ho impiegato un quarto d’ora a fare tutto, perché sono tornata tardi dallo studio; dovrei avere un premio per questo tempo record! – scherzò la ragazza.
-Io ci ho messo il quadruplo di tempo … sì ti meriti un premio: sfilare con me sul tappeto rosso!  - cercò di convincerla lui.
-Neanche per sogno, altrimenti questa sarà la prima e ultima volta che ti farò un favore! – lo minacciò. – Ora che ci penso mi merito anche un altro premio:  questi tacchi li sto odiando con tutta me stessa – disse riferendosi alle sue scarpe rigorosamente rosse con tacco 12.
-Oddio sì, ho provato dei tacchi, e non so come fate a portarli. – rise il ragazzo.
-Tu che metti i tacchi? – disse interdetta lei.
-Non dirmi che non hai mai visto il mio video di Single Ladies! Quando ti riaccompagno passiamo a casa e te lo devo far vedere!- le promise il giovane.
-Va bene- rise lei immaginandoselo già traballante su dei trampoli.
In poco tempo arrivarono al cinema dove si sarebbe tenuta la premier di Sucker Punch, Joe si fermò per le foto sul tappeto rosso  per poi entrare dall’ ingresso principale; mentre Alex entrò da una porta secondaria e aspettò il ragazzo all’accesso principale.
In pochi minuti i due ragazzi si ritrovarono. Non c’era molto affollamento lì nell’atrio, visto che stava quasi per iniziare il film ed erano tutti già nella sala.
Joe scambiò un occhiata con Alex. Lui le pose la mano e lei l’afferrò; con un solo gesto Joe prese sottobraccio la ragazza e si incamminarono verso la sala dove a minuti avrebbero trasmesso il film.
-Sembri un’attrice in voga – gli sussurrò lui all’orecchio.
-E tu sembri una nuova promessa della musica, ma in verità è già da un po’ che hai fatto capofitto in questo ambito. –gli sorrise lei, sussurrando quelle parole.
I ragazzi entrarono nella sala e si sedettero ai posti a loro riservati. Dopo qualche discorso da parte di attori e regista il film incominciò. Solo quando si spensero le luci sia Joe che Alex si accorsero che le loro mani erano ancora attaccate. I loro sguardi si incrociarono per un attimo, entrambi arrossirono e Joe lasciò la mano della ragazza. Durante il film ogni tanto la ragazza sorprendeva Joe a fissarla, e lui riusciva a fare l’ indifferente sfoggiando un sorriso. Era buio fatta eccezione della luce del film, ma nonostante questo era perfettamente delineato il sorriso si Joe.
Verso la fine del film Alexandra sentì qualcosa di caldo sul suo ginocchio sinistro: era mano di Joe. Senza rifletterci a lungo poggiò il palmo della sua mano sul dorso di quella del cantante, che le strinse le dita tra le sue e le sorrise amabilmente.
Il film finì, e tutti andarono al bouffe per spizzicare qualcosa. Joe si fermò a parlare con quasi tutti i presenti, compresa Vanessa Hudgens, attrice del film. Joseph presentò a tutti Alex come sua amica che lo stava aiutando con il suo imminente progetto da solista. Fu una bella serata che passò molto velocemente.
Era uno degli ultimi giorni di marzo, ma per quel bel tempo che c’era e l’altra temperatura sembrava di essere a luglio. Era estremamente caldo. Joe ci era abituato, ma Alex doveva ancora prendere la mano con le alte temperature, costanti in tutti l’anno o quasi,di Los Angeles.
Erano le due di notte quando decisero di andarsene; come promesso Joe portò Alex a casa sua per farle vedere quel famoso video di Single Ladies.
-Amaca dolce amaca – disse Joe mettendosi a sedere su di essa.
-L’amaca … pure io! – disse la ragazza estasiata da quella vista, senza dare particolarmente peso alla grammatica della frase appena detta.
-Vieni –la incoraggiò lui facendole segno di sedersi tu quel telo ondeggiante vicino a lui.
Alex non se lo fece ripetere due volte e si sedette vicino al ragazzo che istintivamente le mise un braccio intorno alle spalle.
-Sento un caldo tremendo- si lamentò lei                                                    
-Tu ti lamenti? Io che sono in camicia e giacca? – disse il giovane.
-Starai morendo lì sotto – dedusse la ragazza.
-Hai indovinato – disse alzandosi – vado a prendere l’ i-Pad così ti faccio vedere il video.
Alex rimase ad osservare il giardino. Non era grandissimo ma era tenuto molto bene; ricordò che nella casa in cui viveva con i genitori in Texas ce n’era uno enorme compreso di alberi da frutto, palme e piscina, da non dimenticare l’altalena, su cui aveva passato l’infanzia.
Guardò in cielo e notò una enorme luna argentata circondata da stelle ben visibili. Amava guardare il cielo stellato. Quando era piccola le piaceva pensare che la sua mamma e il suo papà erano finiti lassù, su una stella. Due stelle vicine, che non si staccavano mai; e che vegliavano per tutto il girono su di lei e su suo fratello. Era stata dura accettare una perdita del genere a un’età così delicata. Per non palare dei suoi anni da adolescente, in cui non sapeva a chi rivolgersi se non suo fratello. Le prime cotte, le delusioni d’amore, le vere amicizie, le false amicizie, il liceo, la passione per la musica le dovette affrontare da sola. A volte le sembrava che in quel mondo non ci fosse nessuno disposto ad amarla per quello che era.
Aveva promesso a sua madre che al suo primo saggio di canto le avrebbe dedicato la canzone e la mamma le aveva promesso di essere in prima fila pronta a sostenerla. Aveva solo dieci anni quando i genitori furono coinvolti in quell’incidente stradale, proprio un mese prima del primo saggio della piccola Alex. La piccola provò ad esibirsi davanti a quel pubblico riservato, ma una volta sotto al suo occhio di bue tremò, pianse, lasciò cadere il microfono a terra e si rifugiò dietro le quinte a piangere. Da quel giorno in poi cantò solo davanti alla sua maestra di canto che le seppe dare consigli da madre in quelle ore di lezione.
Alex rifletté sul fatto che Joe ci stava mettendo troppo e proprio mentre si stava per alzare sentì dell’acqua completamente gelata arrivarle sulla schiena.
Si girò sconcertata e vide Joseph con ancora in mano il tubo dell’acqua usato di solito per annaffiare le piante.
-Non avevi caldo? – chiese il giovane con un sorriso di chi la sa lunga.
-Joseph Adam Jonas, ti conviene cominciare a correre! – disse Alex togliendosi al volo le scarpe.
Alex corse dietro al ragazzo che aveva ancora il tubo in mano e ogni tanto si girava per bagnarla ancora. Con uno scatto gli saltò alle spalle facendolo cadere.
I due ragazzi si ritrovarono l’uno sopra all’altra a litigare per un tubo che continuava a schizzare acqua dappertutto.
Dopo un po’ di lotta Alex se ne impossessò e innaffiò per bene il cantante, che dopo una lunga lotta si era arreso.
-Ma come Joseph, non avevi caldo anche tu? – scherzò lei sussurrandogli  quelle parole nell’ orecchio.
Lei si trovava ancora sopra il ragazzo che era disteso a terra. Erano entrambi zuppi, con il tubo dell’acqua che continuava a zampillare a un metro di distanza.
Joe sentì il respiro della ragazza sulle sue labbra, si perse nei suoi occhi, e decise di rischiare il tutto per tutto. Con una sola mossa fece aderire le spalle della ragazza al suolo e mente lui si posizionò sopra di lei, e la baciò. Non un bacio sulla guancia, ma sulle labbra, un vero bacio.
Alex avvertì una strana sensazione all’altezza dello stomaco. Sentì la barba di Joe pungere il suo mento; le sue labbra carnose e umide sulle sue; sentì la sua lingua in leggero contatto con la sua che poco a poco prendeva più confidenza. Era un bacio dolce, forse il più bello che avesse mai dato.
Joe non sapeva come l’avrebbe presa, ma per il momento stava rispondendo a quel bacio rubato, ed era un buon segno. Quelle sue labbra sottili e rosee che ricambiavano quel gesto erano qualcosa di estremamente stupendo. Quel bacio non aveva nulla di spinto, era solo un bacio, nessuno dei due avrebbe voluto trasformarlo in qualcosa di più in quel momento. Per questo era estremamente dolce, stava seguendo il suono dei loro respiri.
Joe staccò le sue labbra da quelle della ragazza. Rimasero a fissarsi per un po’, e entrambi annegarono negli occhi dell’altro.
Joe, che si era tolto giacca e sciarpa ed era rimasto solo in camicia, si spostò da sopra alla ragazza e le sedette affianco. Alex ancora senza una precisa ida di cosa fosse accaduto un momento prima si alzò a sedere di fianco a Joseph.
“Ora che faccio? Dovrei dire qualcosa?” si chiese il ragazzo in piena difficoltà. Era sceso il silenzio tra i due ragazzi.
Joe fece la prima cosa che gli venne in mente. Si Alzò, prese l’ i-Pad che aveva lasciato sul tavolo in giardino, avviò il video e lo pose alla ragazza che si mise a guardare.
Alex rise per tutta la durata di quel video-clip intervallando qualche risata con un “Oh My Gosh”.
Joe la osservava ridere, e ogni dieci secondi si domandava perché  fosse così bello quel sorriso sul suo viso.
-Delle mie fan, dovevano decidere in cosa farmi esibire nell’attesa dell’uscita dell’album: e hanno optato per Single Ladies – spiegò Joe alla fine del video.
-Che perfide!  Perfetta esibizione comunque. – rise di nuovo lei
-Ma smettila!- disse cercando di farla smettere di ridere.
-Ok dai, dopo di questo mi puoi anche riaccompagnare a casa, anche se ti bagnerò tutta la tua adorata macchina – sentenziò la ragazza.
-Andiamo allora – disse alzandosi il giovane, seguito da Alex. 
Quando entrarono in macchina tornò il silenzio per un po’.
Nel momento in cui Alex si rese più o meno conto di cosa le era successo pochi minuti prima, si continuava a porre una domanda a cui non riusciva a rispondere: “Cosa stava a significare quel bacio?”.
“Dovrei chiederglielo? Dovrei riprendere l’argomento? Cioè mi ha baciato, non è una notizia mondiale, ma non è neanche tanto un cosa a cui non dare peso.” Pensò Alex guardando fuori dal finestrino.
“Ok ho fatto una cretinata e ho rovinato tutto. Perché non parla? Perché non dice niente? Facevo meglio a starmi fermo con quell’acqua, ho rovinato anche l’amicizia che avevo con lei. C.zzo, perché sono così stupido?” si rimproverò Joe
“Ma forse è meglio se faccio finta di niente, è lui che mi ha baciato, lui deve dire qualcosa non io.” Si convinse Alex.
“Ok Joe, dalle un po’ di tempo. Falla riflettere. Poi le parli. Magari ti dice no a priori se le sbatti la verità in faccia. Quindi ora comportati facendo finta di nulla, e trattala come l’hai sempre trattata” si ripeteva Joe nel tentativo di fare qualcosa di sensato.
-Allora buonanotte – disse la ragazza arrivata a casa.
-Buonanotte Alex, ci vediamo domani – disse con finta disinvoltura Joe.
Né Joe né Alex sapeva se avrebbe dovuto dare la buonanotte con un bacio sulla guancia, o sulle labbra o un semplice sorriso.
Entrambi troppo imbarazzati optarono per l’ ultima opzione.
-A domani. – disse Alex aprendo lo sportello della macchina e uscendo fuori.
-Ciao – disse Joe andando via con la macchina.
-“Alex, vuoi essere ma mia ragazza?” È tanto difficile da dire Joseph? No, non è difficile, allora perché non l’hai detto deficiente? – il cantante si insultò da solo riprendendo la strada di casa.
Alex quella notte non dormì neanche un ora; si ripeteva quella domanda milioni di volte, e si chiedeva perché non l’avesse salutata neanche con un bacio sulla guancia se pochi minuti prima la stava baciando disteso sopra di lei. Era incoerente quel ragazzo, lo aveva detto lei. Non sapeva cosa pensare, e l’idea che lei si fosse innamorata di quel cantante la terrorizzava. Non aveva ricevuto mai nulla in cambio dall’amore. 





Note d'autore: 
Ecco qui un altro capitolo per voi, sono davvero felice per le rencenzioni del capitolo scorso e ringrazio chi ha inserito questa FF tra le preferite e le seguite, grazie davvero! Fatemi sapere che pensate di questo capitolo! :)
  
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