Eccomi
tornata con un nuovo capitolo.
Ringrazio
per i commenti kiba91, 1992 e dicembre.
Dicembre
= Scusa per i numerosi errori, ma ti assicuro che è colpa della fretta. D’ora
in poi prometto che starò più attenta. Spero che tu mi avverta nel caso trovassi
altri errori della frettolosa che sono.
1992=
Sai che mi hai dato uno spunto per i prox capitoli, grazie mille. Nel caso
avessi altri suggerimenti invia pure un’ e-mail a francyam@hotmail.it , thanks.
Kiba92= Cavolo che bel nik che hai, sono contenta che stimoli la tua curiosità. Scusa anche a te per gli errori.
Capitolo
n° 2.
Stava
ormai correndo da una buona mezz’ora, il varco era parecchio distante dai
possedimenti della maestra Genkai, nei quali avevano appena cenato.
Per
un demone come lui di certo correre al massimo per mezz’ora era una cosa da
niente, poteva continuare a correre ancora per parecchio tempo, ma non aveva
per niente voglia di sprecare energie, quindi rallentò poco per volta la sua corsa
fino a fermarsi del tutto.
Forse
è stata una cosa scortese staccarsi con forza da Yukina e allontanarsi,
lasciandola lì da sola, ma sentiva che ancora un istante e non avrebbe
resistito al desiderio di abbracciarla e rivelargli la sua vera identità.
Chiuse
gli occhi come a cercare di sfuggire all’immagine tridimensionale che si era
creata davanti ai suoi occhi raffigurante la dama. Sapeva che ormai non era più
possibile allontanarla dal suo cuore, dai suoi pensieri, ma poteva e doveva,
riuscire a riporre il suo ricordo nel cassetto più nascosto della sua anima.
Si,
doveva farlo per la sua fama di demone: che cosa ne sarebbe stata se si venisse
a scoprire la sua debolezza, sua sorella e che le voleva anche molto bene…
Sentimenti: che schifo!!!!!
Decise
di dar retta alla sua testa, sarebbe andato da Mokuro, ma non subito, voleva
rilassarsi in quel luogo così tranquillo che non assomigliava per niente alla
sua anima tormentata.
Non
sapeva esattamente il luogo nel quale riposava ora, ma era convinto che esso
sarebbe diventato il suo posto “segreto”, dove trascorrere il tempo in pace,
sfuggendo agli interrogatori di Kurama…
Hi
– Quel baka di kitsune, sa sempre come mettermi spalle al muro – tsk –
Assunse
poi un’espressione rilassata e si soffermò a guardare quel punto, cosa aveva
intorno a se.
Sopra
di se il cielo, era ancora sul blu scuro e
alcune stelle erano ancora visibili. Ma guardando verso est assumeva
striature davvero fantastiche, dl rosa all’arancione, dal giallo al rosso: che
meraviglia!
Era
steso su un manto erboso molto morbido e fresco, di un verde brillante
chiazzato qua e là di una moltitudine di fiori, tutti diversi e colorati.
Esso
era contornato di alberi, faggi, abeti, qualche quercia e dei bellissimi
ciliegi in fiore.
Rimase
incantato da uno di essi, certamente il più grande e anziano…era come se lo
chiamasse…
Pian
piano tornò in posizione eretta e cominciò ad avvicinarsi alla pianta, solleva
la sua mano strette dalle fasce, la destra, fino a toccarne la corteccia. Era
ruvida ma…calda…come un essere vivente sembrava quasi che respirasse, voleva
trasmettere un messaggio, parlargli.
Ina
quel momento una lucciola si posò sul suo naso, guardandolo incuriosita.
Hi
– Ma va!! Sono diventato matto, colpa di questi dannati ningen!-
L’animaletto
fuggì spaventato nel folto degli alberi.
E
così si rimise in viaggio verso il varco, tra qualche minuto sarebbe tornato di
nuovo a “casa”.
Davanti
alla porte che lo separava dal Makai arresto il suo cammino, rivolgendo un
ultimo sguardo in direzione di quel posto magico appena scoperto… Sarebbe
tornato, ne era certo, ma non lo avrebbe fatto fino al momento in cui sarebbe
riuscito a tornare il freddo demone di un tempo.
Hi
– Arrivederci baka e anche a te Yukina spero che tu possa essere felice anche
senza tuo fratello…Ma che cavolo dico-
Con
questo ultimo pensiero rivolto a sua sorella mise un piede nel portele seguito
immediatamente dall’altro e sparì dalla vista proprio quando il sole stava
annunciando il nuovo giorno.
Era
da parecchio tempo che non ci faceva ritorno, dalla fine del torneo organizzato
da quel testone di Yusuke Urameshi, quel ragazzo foglio di demone e di
un’umana: prima sarebbe inorridito all’idea, ora la trova una cosa quasi
“normale”.
Raizen,
suo padre, gli ha trasmesso anche la forza, la testardaggine e come unico
divertimento, la voglia di combattere.
Anche
lui aveva provato qualcosa del genere scontrandosi con lui qualche tempo fa,
anche se aveva perso ha provato un senso di appagamento totale…che strano
ragazzo.
Ciao. Al prox capitolo.