EREDE
DELLA LUCE, EREDE DELL’OSCURITA’
di Sakya
tradotta da furycat
Rinuncia:
non mi appartiene, e non produce nulla di proficuo...per me. Ho sentito delle
voci che J.K.Rowling stia facendo molto bene, ma lei
scrive l’originale, forse è per quello...Oh! Dimenticavo,
tutto (a parte l’idea fuorviata che ha dato origine a questa fic) appartiene a lei.
Capitolo
02
Harry
si svegliò, tentando di ricordare dove si trovasse e come vi era arrivato. Nulla
gli venne in mente. Solo si sentiva…bene. Un sorriso apparve sul suo viso,
mentre si tendeva nel letto, sentendosi del tutto comodo e rilassato, come non
si sentiva da molto tempo. Cosa era accaduto la notte
scorsa?
Poteva
ricordare la partita, gli scherzi nella doccia, la sala, gli Slytherin che entravano
come un esercito…oh! Merlino…Tutto ritornò alla
memoria. Fudge, Auror, i reporter, la strana
cerimonia…Guardò al suo dito e quasi cadde fuori del letto. Anche
senza i suoi occhiali, poteva vedere il nastro d’argento e d’oro.
I
suoi occhiali…aveva bisogno dei suoi occhiali.
Harry
tentò di ricordare dove erano. Tentò ai lati del letto, ma non trovò nulla.
Improvvisamente, qualcuno mise, dolcemente, gli occhiali sul suo viso e si
sedette di fronte a Harry, sul letto.
“Grazie,” disse Harry.
“Non
era nulla, Harry.”
“Draco
Malfoy!”
L’unica
cosa che non permise a Harry di saltare dal letto e prendere la porta, era il
fatto che solo un sottile lenzuolo stava coprendo il suo corpo molto nudo.
“Dove sono i miei vestiti?”
“Sono
qui. Sono nuovi; spero che li indosserai. Li ho preparati per battaglia di oggi,” disse Draco, dandogli una grande scatola.
Harry
guardò alla scatola, tentando di cercare un qualche senso in tutto ciò che
stava succedendo. Finalmente si rassegnò.
“Che battaglia? Come sono arrivato qui?
E, perché, stiamo portando anelli simili?”
“Siamo
venuti qui dopo aver lasciato il banchetto della Pax Coglinatio; la festa era la causa del perché stiamo
portando anelli simili ed a causa della battaglia contro Voldemort, che è
l’unica persona che non sarà felice di tutto questo.”
“Non
hai risposto alla mia domanda, e neppure io, sono felice, Malfoy.”
“Ok, ti risponderò, Harry. Vedi, in tempo di guerra, e solo
in tali situazioni, i maghi possono invocare una vecchia legge, chiamata Pax Coglinatio.
E’ qualcosa come l’ultima risorsa. Dato che ci sono così pochi maghi, nessuno
trarrebbe profitto dalla morte di centinaia di noi in una guerra. Quindi, per evitare lo spargimento di sangue,
un’obbligazione è decisa tra gli eredi d’ambo i lati. Tutti i crimini commessi
nella guerra sono perdonati ed i due eserciti avversari, possono unirsi per
assicurare la pace.”
“Sembra
una cosa buona, davvero.”
“E’
buona, ed è anche il motivo per cui noi siamo
sposati.”
Harry
battè le palpebre, e poi di nuovo, due volte.
“E’
perché noi siamo cosa?”
“Sposati.”
Harry
guardò dalla sua mano a quella di Draco. Sposati. Strinse le coperte contro di
se.
“Ed io sono nudo perché…”
“Perché
noi abbiamo consumato l’obbligazione dopo aver lasciato la festa per la nostra
stanza da letto.”
La
nostra camera…
Gli
occhi di Harry si spalancarono, quando iniziò a capire ciò che stava dicendo
Draco. Erano sposati e avevano passato insieme la
notte su quel letto, nudi su quel letto, completando l’obbligazione…e lui non
ricordava nulla. Oh! Merlino, era stato drogato!
Quello non era sposarsi. Non si erano sposati. Draco l’aveva
stuprato, ecco cos’era. Matrimonio! Gli avrebbe mostrato una seria
obbligazione col suo pugno!
Era
pronto a staccare la testa a Draco, quando la porta si aprì e Fudge entrò nella
stanza con quattro altri
ufficiali del ministero. Tutti sfoggiavano sorrisi sul viso.
“Signori
Malfoy. Tutti sono pronti per la battaglia, e siamo venuti a chiedervi di
congiungerci.”
Harry
poteva avvertire la faccia diventare rossa dalla vergogna. Stavano tutti guardandolo,
rendendolo molto consapevole di esser nudo. Poteva vedere Dolores Umbridge tra le persone del ministero che sorridevano
malignamente a lui, godendo il fatto che fosse incomodo ad esser di fronte a
così molti estranei con null’altro che un sottile lenzuolo per coprirsi.
“E
come, precisamente, ha deciso di poter esser così informale con me e mio marito,
al punto di entrare nella nostra camera da letto,
senza bussare?” Fudge impallidì notevolmente, ed i quattro ufficiali dietro,
persero istantaneamente i loro sorrisi.
“Sig. Malfoy, sono sicuro che anche lei sia d’accordo che
l’urgenza della situazione…” Fudge cominciò, balbettando, ma Draco non gli
permise di continuare.
“L’urgenza
della situazione, non scusa la mancanza di buone maniere, e la sua intrusione
nella nostra intimità; e, inoltre, credo che noi abbiamo ancora alcune ore,
prima della battaglia. Sono sicuro che poteva
risparmiare alcuni minuti per bussare ed aspettare l’invito ad entrare.”
“Sig. Malfoy, le giuro non avevo
intenzione di…”
“Lei,
signore, può scusarsi nella sala; credo che mio marito sia già stato attraverso
abbastanza. FUORI!”
Draco
costrinse gli intrusi fuori della stanza, lasciando dietro di se un Harry stupito.
Ok,
questo era…diverso,
pensò Harry. Oh Merlino, ha detto mio marito…perché accadono queste cose? E sempre a me? Non può accadere a qualcun altro, per una
volta? Come ho fatto a diventare un marito? Aspetta,
combatteremo? Voldemort?
Finalmente da solo, e nuovamente in
grado di vedere, Harry saltò fuori del letto. Non aveva passato tutta la sua vita a
prepararsi così che poteva perdersi la battaglia. Si affrettò al bagno per una
rapida doccia e diventare pronto; una volta fuori dalla
doccia, notò che c’era un problema: i vestiti che portava la sera prima, erano
spariti.
Bene, il letto è fatto, così si può dedurre che gli elfi domestici ne siano
la causa. Non voglio portare qualsiasi cosa che mi possa
ricordare di Draco; non c’è modo che io indossi qualcosa che possa ricondurre
al Grosso e Sorprendente, furetto dai piedi neri. Non posso credere che mi
abbia drogato per portarmi a letto. Dovrei esser più arrabbiato con lui? Penso
che dovrei…forse, se potessi ricordare quello che è successo, lo sarei…ora non
ho tempo per questo. Ora, ucciderò Voldemort, più tardi mi arrabbierò con
Draco. Si, suona come un buon piano. Ora, occupiamoci dei miei abiti…
Harry
si sedette sul letto. Sapeva di non esser troppo aderente, ma non riusciva ad
essere più logico su questa situazione totalmente assurda. Doveva esser un
sogno o qualcosa del genere. Come poteva esser possibile che in meno di—Cosa…12
ore?—si fosse sposato, grazie al Ministero della Magia, a nessun altro che
Draco Malfoy, il cui padre era in qualche modo libero, e, apparentemente,
abbigliato per una battaglia per cui lui si stava
preparando dai sei anni passati?
Non
aveva senso!
La
scatola che gli aveva dato Draco, era posata sul
letto. Sopra c’era scritto il suo nome. Draco aveva detto
che era qualcosa per lui, da portare oggi, in battaglia. Non c’era nulla di
male a dargli un’occhiata, e decise di aprire la scatola.
Era
un’attrezzatura da battaglia. Aveva parti di cuoio forte nei luoghi corretti, e
poteva sentire l’incantesimo di protezione che lo circondava. Posò l’abito sul
letto, per osservarlo meglio. Era perfetto.
L’abito
da indossare sotto, era di cotone—una scelta saggia—cotone
bianco, morbido e forte. C’erano spessi calzini di cotone
bianco; pantaloni di cuoio nero, come sempre di cuoio nero erano gli stivali;
una camicia di cotone con bottoni, sempre bianca, ed una redingote a doppio
petto, lunga fino ai ginocchi, tutto in cuoio nero, con un leone ed un serpente
incisi sul cuore. Harry, ricordò di aver visto lo stesso simbolo sulle
vesti di Malfoy, anche se il disegno dell’attrezzatura, era diverso.
C’erano
anche alcuni articoli addizionali, nella scatola: una fondina per bacchette, da
legare al braccio; una piccola borsa piena di fiale di pozioni ed un orologio
da polso elaborato…con la faccia di Draco su di lui. Ricordò a Harry l’orologio
al Cunicolo. Lo porse senza pensarci.
Quando era pronto, rimase in piedi di fronte
allo specchio sul muro. L’effetto stava stupendo. Sembrava una miscela tra un
gentiluomo del 19° secolo ed un guerriero di un racconto di fantascienza.
Assicurando la bacchetta alla fondina, avanzò nell’atrio per scoprire
precisamente di quale battaglia tutti stavano parlando.
Harry
non aveva mai visto la scuola così piena; l’attimo in cui Harry uscì dalla
stanza, due Auror si misero ai suoi lati. Harry sorrise,
riconoscendo Tonks e Harold, un altro membro dell’Ordine della Fenice.
“Che cosa significa?”
“Siamo
la tua scorta personale, Harry. Sei appena stato promosso da Salvatore del
Mondo Magico a Salvatore e Re del Mondo Magico…Bene, co-reggente.”
“Oh
Merlino. Voglio saperne di più?”
“Oh,
si.” Disse Tonks, con un grande sorriso. “E’ molto
importante; vedi, la notte scorsa, quando Fudge così brillantemente ti ha
nominato ‘il nostro erede’,
intendendo il lato della luce, chiaramente…”
“Chiaramente,” disse Harry, sentendosi sempre più a disagio.
“In
parole povere, ti ha dichiarato il prossimo nella linea per la dominazione del
Mondo Magico su una base molto più ferma che
un’elezione del ministero…ma, lui, ancora non lo sa, e noi non intendiamo
dirglielo. Abbiamo fatto una votazione ieri, e abbiamo deciso di salvare questo
pezzo di notizie per un’occasione importante…come il discorso della vittoria…o
Natale, qualunque venga prima…” Tonks sospirò, e
sembrava un bambino che aspetta un unicorno a lungo promesso.
Harry
lottò contro la spinta a ridere; c’erano troppe, molte persone nel viavai degli
atri, perché potesse incominciare a richiamare attenzione.
“Bene,
non penso che dovrà preoccuparsi ancora per molto, no?” Si guardò attorno,
aspettandosi di vedere facce sorridenti, e si preoccupò
quando intercettò uno scambio d’occhiate tra i suoi amici. “O forse no…ok, cosa c’è di cui non
sono a conoscenza?”
“Hmm, vedi Harry, la notte scorsa, quando chiese se chiunque
avesse qualsiasi cosa da dire e Malfoy annunciò che
Draco era l’erede di Voldemort…”
“Perché non fu arrestato? E perché Lucius è
libero?”
“E’
tutto a causa della legge invocata da Fudge. E’ una tregua; la madre di tutte
le tregue, a voler esser esatti. Lui presentò Draco,
ed il marmocchio…voglio dire, il giovane accettò le sue responsabilità sotto
quella legge…come avevi fatto tu, e Fudge…bene, lui vi sposò.”
“E’
quello che temevo,” disse Harry, non realmente
sorpreso. Era già giunto alla stessa conclusione la notte prima; in realtà,
l’unico sconvolgimento, era sentirlo affermare da qualcun altro, ad alta voce.
“Bene,
si, e da quando i due eredi hanno accettato le loro responsabilità e si sono
sposati…e consumato il matrimonio,” aggiunse lei, in
un tono molto più basso, ma Harry la sentì lo stesso. Malfoy rimpiangerà
amaramente tutto questo, una volta che riesco a mettergli le mani addosso; ma
Tonks afferrò nuovamente la sua attenzione quando
continuò. “Gli eredi sono ora i governatori legali di tutti i maghi. Fudge,
diede via il suo lavoro, quando vi ha sposati…ma non
dirglielo…stiamo considerando di vendere all’asta quel diritto, e deve esser
fatto in un giorno speciale!” Finì lei, col più brillante sorriso che Harry
aveva mai visto sul suo viso, quando giunsero alle porte della sala.
Come entrò nella sala, fu salutato dalla
vista più incredibile che potesse pensare: le tavole non erano più divise in
case. Infatti, erano divise in una per primo anno,
secondo anno, terzo e quarto anno. Quarto anno che guardavano molto acidi, alla vista delle altre tre tavole, ed esponendo
una serie di emozioni che andavano da timore reverenziale a timore, con alcuni
cipigli in mezzo per buona misura. Comunque, le altre tre tavole erano un’anche
più grande sorpresa. Tutti i membri del
DA (dal quinto anno in su) era vestito in attrezzature simili alla sua,
ed alcuni di loro davvero stavano parlando con gli anni superiori da Slytherin,
che ancora stavano portando la stessa uniforme di ieri. Il resto dei più vecchi
studenti, era seduto in gruppi mescolati dove case ed anni non sembravano fare
alcuna differenza.
C’era
un buon numero d’Auror che sedeva insieme agli studenti, e Harry poteva
sentirli dare consigli agli studenti su incantesimi e attacchi adatti alle battaglie…non
gli piaceva molto il pensiero degli studenti che combattono.
I membri del DA potevano difendersi—aveva passato gli
ultimi due anni ad assicurarsi di quello—ma gli altri…Harold si accorse della
sua espressione.
“Non
si preoccupi, Harry. Rimarranno dentro come ultima linea di difesa, che
speriamo di non dover usare,” disse Harold al suo
orecchio.
Harry
accennò col capo e si avviò verso la tavola dove si trovavano i suoi amici quando Tonks lo fermò per un braccio e gli indicò,
silenziosamente, che doveva recarsi al tavolo alto, dove si trovavano tutti gli
insegnanti, seduti con un Fudge molto ciarliero, il sig. Malfoy e signora e
Draco. Lasciò Tonks, per dirigersi da loro, ma divenendo sempre più preoccupato
al vedere come ognuno si alzasse per salutarlo.
“Hmm…Tonks, perché il sig. Malfoy è fuori d’Azkaban?”
“Draco
ha insistito che fosse parte dell’accordo. Accettava la responsabilità se Fudge
accordasse a suo padre un pieno perdono. Insieme a
qualsiasi mangiamorte che decidesse di congiungere il nostro lato.”
“Oh,
Merlino. E’ finalmente impazzito, vero?”
“In
realtà, no. Anche Dumbledore accettò questo, quando
scoprimmo tutta la storia. Chiunque venga al nostro lato, è uno
meno eretto al lato del Lord Oscuro.”
Si, saranno al nostro
lato, così da poterci colpire da più vicino. Almeno, non falliranno i loro
colpi. Fu il pensiero
di Harry, quando finalmente arrivarono a destinazione.
Sembrava
che ci fosse voluto un’eternità, ad arrivare alla tavola, con l’intera sala che
li guardava, e Harry quasi si sentì felice di avere
Tonks, in piedi, accanto a una sedia vuota posta a fianco di Draco. Dicendo
buona mattina, si sedette, dando il segnale agli altri di imitarli. Fudge
sembrava sorpreso, e così ogni altro ufficiale del Ministero che sedeva alle
altre tavole. Harry poteva affermare, senza timore di sbagliarsi, che si alzò
solo perché ogni altro l’aveva fatto.
“Buona
mattina,” disse Draco, sorridendo ed inchinandosi su
Harry per bisbigliare nel suo orecchio. “Rilassati, Harry, e quasi fatto, ora.”
Harry
strinse gli occhi. “Divertente. Ricordo che hai detto la stessa cosa, la notte
scorsa, ma sta ancora continuando.”
“Non
preoccuparti.” Il sorriso di Draco, divenne anche più brillante, se possibile.
“Ti prometto che quello che accadrà, ti piacerà.”
Non mi sembra sia così
arrabbiato come mi aspettavo. Forse, non avremo un inizio grezzo come temevo; sembra stia accettando la situazione.
Draco
volse lo sguardo all’ingresso della sala, osservando
l’ingresso di un mago che, frettolosamente, si avvicinò al tavolo alto.
S’inclinò di nuovo verso Harry, attirandone l’attenzione sul nuovo venuto, e
bisbigliò al suo orecchio. Draco aveva notato che Harry era rimasto colpito
dalla sua vicinanza, e come ogni buon Slytherin,
decise di usare ogni più piccolo vantaggio per conquistare completamente suo
marito.
“Sembra
che ci siamo. Pronto per finire, una volta per tutte il regno
del terrore?”
Harry
guardò il mago avvicinarsi con alcune carte nella sua mano. Avvicinatosi al
tavolo alto, ignorando Fudge che si era alzato e aveva steso la mano per
ricevere le carte, camminò direttamente verso Draco, bisbigliando al suo
orecchio e consegnandogli le carte. Harry avvertì una stretta al petto.
Perché
sta parlandogli a bassa voce? Perché Draco permette a
quest’uomo di parlargli a bassa voce? Deve sorridere così? Porca miseria, solo
stamattina stavamo dividendo il letto. Non gli importa
di…oh, Merlino, sono geloso? Questo è pazzesco. E’ il furetto dai piedi neri!
E’…oh, Merlino, questo è completamente sbagliato…Cosa
mi sta succedendo?
Harry
rivolse la sua attenzione al cibo di fronte a lui, tentando il suo meglio per
ignorare Draco. Finalmente, osservò Dumbledore, che sedeva accanto a lui, con
il solito scintillio negli occhi.
“Buon
giorno, signore.”
“Buon
giorno, Harry. Come stai?”
“Un
po’ sperduto, signore. Cosa sta succedendo? Voglio
dire, conosco una parte di questa Pax, ma ancora non capisco, e che cos’è questa battaglia?”
“Bene,
per quanto riguarda ‘questa Pax’, ho paura, dovrà aspettare un
poco. Le notizie degli avvenimenti della notte scorsa sono, apparentemente, già
arrivati agli orecchi di Voldemort, che sta marciando verso di noi mentre stiamo parlando. Secondo le informazioni che
abbiamo acquisito, i suoi ultimi seguaci rimasti, stanno raggruppandosi nella
Foresta Proibita, insieme a Dementor ed alcuni
giganti. Sa perfettamente che la sua più buona opportunità,
è colpire mentre l’obbligazione è nuova; se vi permetterà di fortificarla,
perderà l’opportunità di conquistare il Mondo Magico per sempre.”
Harry
guardò, rapidamente, per la stanza. Una battaglia contro maghi fisicamente
addestrati, Dementors e giganti, reclamerà molte vite, anche con i recenti rinforzi.
Pensò alle possibili scelte e non vide nessun altro modo.
“Questa obbligazione, come facciamo a renderla più forte?”
Chiese Harry, che già immaginava la probabile risposta.
“Devi
accettare il fatto che siamo insieme, Harry,” fu la
risposta di Draco.
“Uh?”
“L’obbligazione
funziona con l’accettazione dell’unione. Più noi l’accettiamo,
più forte diventa. Abbiamo già detto che non
fuggiremo dalle nostre responsabilità, la notte scorsa. Questo vuol dire che siamo consapevoli che le vite di tutti in questa
sala, e nel resto della comunità magica, è una nostra responsabilità; e che
faremo qualunque cosa per proteggerli ed assicurare la pace. Questo assicura
una vera alleanza da entrambi i nostri lati; la forza dell’obbligazione
dipenderà, non dal nostro senso del dovere, ma dalla nostra
buona volontà per essere collegato. Quindi, Harry, sei
disposto a fortificare la nostra obbligazione?” Chiese Malfoy, porgendo la mano
a Harry, sfidandolo a prenderla.
“Così,
io accetto la tua mano e tu sei il nuovo re dei maghi? Che miglioramento sarebbe questo?” Disse Harry, ricordando le parole di Tonks.
“Io
non sarò il re, Harry. Noi, saremo.
Funzionerà solo se noi due saremo insieme,” fu la
risposta di Malfoy. Non spostò la mano.
Harry
guardò Dumbledore. “E’ la verità, Harry,” affermò il
vecchio mago alla domanda che Harry non aveva formulato.
“Bene,
Malfoy,” rispose Harry, accettando la mano di Draco,
poteva giurare di aver sentito Draco rilasciare il respiro. “Rendiamo quest’obbligazione
forte come possibile.”
“Non
te ne pentirai, Harry. Lo prometto,” disse Draco,
sorridendogli.
Troppo tardi, pensò Harry, ma, come avveniva, poteva sentire una voce nella sua testa che affermava che non si era mai opposto al fatto di esser collegato a Draco, in primo luogo.