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Autore: LetShizueGo    16/08/2011    0 recensioni
"Regnava il caos nella sala da pranzo, ed io non sapevo cosa fare, dove andare, vedevo solo lui lì, che aveva bisogno del mio aiuto, tutti avevano bisogno del mio aiuto.
Ma io non li avrei aiutati."

FF su The Vampire Diaries. L'ambientazione è mia, si parla di tre anni dopo la seconda stagione all'incirca, perchè questo permette di slacciarsi abbastanza dalla serie così da non creare spoiler e tantomeno vincolare la mia storia alla terza stagione, ormai imminente.
Punto di vista: Caroline Forbes.
Genere: Dark, Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Caroline Forbes, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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2. Come back Home

«Casa è quel posto dove vai quando non hai altro luogo in cui andare.»


-Ehm.. Ciao... Ty..ler-
Guardavo dritta di fronte a me senza vedere nulla, ascoltavo distrattamente la lezione senza sentirla, ero lì ma ero assente. La sorpresa era stata troppo forte per poterla assimilare.
Tyler Lockwood, il Tyler mio amico, era lì, seduto a pochi decimetri di distanza da me, e mi fissava come se niente fosse, quel suo sorriso soddisfatto da stronzetto sul viso.
Non era affatto cambiato, nè nell’aspetto, nè nel suo modo di fare.
Ero nervosa, tesa, il mio sguardo che tentava a tutti i costi di evitare di posarsi su quella figura, si fissava ovunque, ma non su lui... la penna fra le mie dita girava vorticosamente invece di prendere appunti, di tanto in tanto sentivo lo scricchiolio della plastica che minacciava di cedere sotto la pressione isterica delle mie dita.
La testa sembrava scoppiarmi, troppe domande mi stavo ponendo contemporaneamente... “Perchè è qui? Cosa vuole da me? Come ha fatto a trovarmi?”
Quella sua voce mi aveva riportato alla mente quel giorno a casa di Elena, quando gli avevo voltato le spalle nel momento del bisogno, proprio come aveva fatto lui con me molto tempo prima, e proprio perchè ci ero passata sapevo come ci si sentiva: Feriti.
Quanto era grande la sua ferita?
Eppure stava lì a fissarmi con quel sorriso soddisfatto, come se si divertisse nel vedermi nervosa in sua presenza. Non lasciava trasparire nulla se non la sua soddisfazione ed io, che volevo sapere cosa stesse pensando in quel momento, non facevo altro che impazzire cercando di capire cosa nascondesse dietro la soddisfazione.
La lezione finì e Tyler fu il primo ad alzarsi, andando verso il professore e iniziò a parlare con lui di burocrazia post trasferimento ed io ne approfittai per sgattaiolare via.
Corsi fuori dall’ aula troppo velocemente per farmi notare, mista al grumo di studenti, affollati verso l’uscita. Dovevo trovare Melanie, avevo bisogno di lei in quel momento. Mi voltai indietro ma di Tyler nessuna traccia.
-Dove vai così di fretta Care?-
Sobbalzai quando me lo ritrovai davanti con i suoi occhi scuri che mi guardavano soddisfatti e divertiti, profondi quanto l’Oceano e proprio come l’oceano nascondevano i loro segreti. Feci un mezzo passo indietro trattenendo il respiro. Mi aveva fatto prendere un colpo dannazione!
Non mi diede il tempo di rispondere, a mala pena riuscii a vedere il suo sorriso che partiva da un solo angolo della bocca, sempre quell’espressione soddisfatta sul volto. Mi afferrò per un polso e mi trascinò velocemente in un’aula vuota senza dire una parola. Chiuse la porta velocemente a chiave e si mise di schiena su di essa, così da bloccarmi lì.
-Fammi uscire- dissi atona e imperativa, avvicinandomi a lui con passo lento, i tacchi a spillo sul pavimento e il nostro respiro erano l’unico rumore che potevamo avvertire in quella stanza. I miei occhi blu erano fissi nei suoi, sostenevano il suo sguardo con dignità e severità ma sul suo viso il volto soddisfatto era sparito, rimpiazzato da una serietà senza emozione.
-No- rispose lui, continuando a scrutare nei miei occhi blu, come faceva una volta, ed una volta riusciva a leggerci tutto ma ora ero diventata più esperta nel nascondere le mie emozioni... quando non ero troppo agitata, ma poi riaprì la bocca per parlare, aggiungendo alla sua frase monosillabica: -A meno che tu non voglia schiodarmi di qui, ma non te lo consiglio Care-
-Che cosa vuoi Tyler?!- esclamai irritandomi. Era venuto qui, si era intromesso nella mia vita come se nulla fosse, e mi chiudeva in un’aula minacciandomi? Non era più nella posizione per farlo.
-Spostati o giuro che ti dissanguo io!- gli presi un polso e cercai di smuoverlo, e di solito ci riuscivo, ma mi resi conto che era irremovibile, non riuscivo a spostarlo se non di pochi centimetri.
-Luna piena eh?- gli chiesi osservandolo di sbieco. Ormai non tenevo più il conto delle lune visto che non nè pericolo di licantropia nè un licantropo da aiutare.
-Fuochino Care, dieci punti... ed è inutile che minacci, so che non lo faresti mai- disse lui sicuro di sè, sarcastico, un sarcasmo che faceva male, perchè quello era il Tyler che io avevo conosciuto troppo tempo prima, e dopo aver visto il vero Tyler, rivedere il suo scudo per proteggersi mi faceva salire a mille i sensi di colpa, ancora di più di quanto già non li avessi prima.
Poi il suo viso cambiò, rimase serio ma nei suoi occhi si leggeva una tristezza da romanzo, quasi irreale se non l’avessi vista. La sua mano si alzò e spostò una mia ciocca di capelli dietro l’orecchio, tutto con una lentezza esasperante, ed il mio cuore stava scoppiando per la colpa, sentire quella mano calda che mi accarezzava il viso era una lama straziante, un paletto nello stomaco.
Il mio cellulare squillò infrangendo il pesante silenzio dell’aula. Lo presi senza esitare, una scusa per evitare i suoi occhi, il suo tocco caldo.
-E’ Melanie, mi sta aspettando Tyler, devo andare- dissi frettolosamente dopo aver letto il messaggio, mettendo apposto il cellulare, sperando che mi facesse passare.
Ma non lo fece.
Mi prese per le spalle e mi mise spalle alla porta, bloccandomi col suo peso per non farmi uscire. I suoi occhi brillavano,  erano fissi nei miei, li penetravano come raggi X. Iniziai a respirare irregolarmente, non capendo neanche io bene il perchè.
-Caroline, abbiamo bisogno di te a Mystic Falls.. sta succedendo l’Inferno!- sussurrò con un filo di voce, lo sguardo nuovamente triste. Questo fu un colpo basso, chiedermi di tornare? Con quale faccia? Sapeva che mai e poi mai avrei rimesso piede lì, avevo fatto tanto per tenermi lontana dai guai e lui mi ci voleva ricatapultare dentro.
Scossi la testa eloquente.
Non mi sarei mai messa in prima fila, per poi scappare, di nuovo.
Lui si allontanò, nello sguardo un barlume di rabbia, ma aprì la porta per poi mettere una mano sulla maniglia e spalancarla.
-Mi hai già voltato le spalle una volta Caroline, e questo lo sai bene, ma io sono andato oltre, ti ho perdonata. Ma tu lo stai rifacendo. Ho sbagliato a pensare che potesse esserci ancora tra noi quella che chiamavamo amicizia-
Quelle parole erano dure eppure erano vere ed io riuscivo a sentirne tutta la sofferenza della verità.
Abbassai lo sguardo verso il pavimento in silenzio, senza una parola, guardavo le linee delle mattonelle studiandone ogni particolare, ogni piccolo graffio che si poteva trovare, quando poi vidi una goccia d’acqua i piedi di Tyler. Alzai il volto di scatto e lo vidi. Aveva il capo chino come lo avevo io poco prima, ed una goccia cadde dal suo mento per infrangersi sul pavimento, facendo compagnia all’altra.
Tyler stava piangendo silenziosamente.
Allora capii che mai e poi mai avrei voluto vederlo così, triste, rabbioso, me lo diceva lo stomaco completamente chiuso. Scattai istintivamente e lo abbracciai per qualche secondo per poi sciogliere l’abbraccio.
-Spiegami tutto- dissi sospirando rassegnata all’idea che avrei dovuto affrontare tutti quanti quelli a cui avevo voltato le spalle.

Tornare a Mystic Falls mi fece un certo effetto, non saprei ben descrivere il vortice di emozioni che mi investì: paura, felicità, consuetudine, nostalgia, colpa, eppure, nonostante molte di quelle sensazioni potrebbero classificarsi come negative, io stavo bene, era sempre così quando si ritornava a casa? Per un attimo dimenticai di sentirmi troppo in colpa per vedere i miei amici, mi sembrò di ritornare al liceo, quando tutto era normale ed io ero sempre la solita Care.
Sentii la porta di casa aprirsi, così scesi giù dal letto e andai al piano di sotto giusto in tempo per vedere mia madre che richiudeva la porta d’ingresso.
Non avevo mai avuto un buon rapporto con mia madre, non finchè non cambiò. Quando aveva scoperto la verità era riuscita ad andare oltre le apparenze ed i pregiudizi, vedendo in me quella figlia che lei aveva sempre trascurato, fino a non accorgersi del cambiamento. Lì avevo conosciuto una madre diversa, che si interessava ai problemi di sua figlia, che voleva conoscere quella vita che lei aveva sempre combattuto, forse era solo curiosità, per lei forse ero uno strano animale raro, però a me stava bene così, almeno si stava interessando a me.
Lei si volto e mi vide, lì in piedi a darle il “ben tornata a casa” con un mezzo sorriso, un po’ in imbarazzo per la situazione, in fondo avevo abbandonato anche lei, nonostante fosse l’unica che sentivo, una volta a semestre... per le tasse universitarie, ma comunque la sentivo no?
-Caroline! Che ci fai qui? Il semestre è appena iniziato- disse lei abbracciandomi calorosamente, la presa stretta da armi mancare il fiato.
-Storia lunga, hai qualcosa per me? Aspetto notizie di Mel- dissi io sciogliendo di forza quell’abbraccio e sorridendole per poi vedere i suoi occhi che mi scrutavano attentamente, come un medico studia una cavia da laboratorio per vedere se è idonea per l’esperimento.
-Mamma?- alzai un sopracciglio muovendo la testa per incontrare i miei occhi con i suoi, era come se fosse persa in un mondo tutto suo, di cui non facevo parte.
-Non sei cambiata di un poro-affermò sempre sovrappensiero, come se quella fosse una grande scoperta! I vampiri non cambiano, che si aspettava, di vedermi con le rughe? Poi scosse la testa riprendendosi e mi fece segno di seguirla in cucina dove ci sedemmo entrambe vicino al tavolo dove pranzavamo.
-Ah sì, ha detto Tyler che devi raggiungerlo dai Salvatore appena possibile- disse lei dopo un po’ di silenzio, come se si fosse ricordata solo in quel momento che prima le avevo posto una domanda a cui non aveva risposto ancora.
-Ok, allora vado- dissi sospirando tristemente, sapevo che quello era il momento del confronto e non mi piaceva, non mi piaceva per nulla, sentivo la tensione e i sensi di colpa crescere sempre più, la voglia di fuggire via da quel luogo direttamente proporzionale alle fitte che sentivo allo stomaco. Eppure ogni volta che l’idea di andarmene mi balenava nella testa ecco il ricordo di Tyler e delle sue poche lacrime silenziose, e mi sentivo male, sentivo lo stomaco contrarsi selvaggiamente, nel petto il semplice vuoto del nulla e il realizzare che non potevo pensare a Tyler in quel modo bussava alla porta ed entrava, così che io sospiravo e mi rassegnavo all’imminente. Sarebbe passato, doveva.
Furono questi i pensieri e le sensazioni che mi accompagnarono per tutto il viaggio verso la pensione Salvatore, oltre il sentire la mancanza di Melanie, con lei accanto sarebbe stato tutto diverso, almeno un po’. Lei mi avrebbe appoggiato, perchè lei era stata colpevole quanto me.
Non mi aveva mai parlato della sua vita nei dettagli, mi disse solo che abbandonò la sua famiglia nel momento del bisogno e che non se l’era mai perdonato, ma non ci pensava, perchè era da stupidi pensare di poter tornare indietro e sistemare i suoi errori. Quindi se n’era fatta una ragione e adesso stava lontana dai guai a kilometri.
Invece per me i guai si erano presentati in aula, portati da un licantropo lunatico. I guai mi avevano decisamente cercato, ed allora è impossibile sfuggirgli.
Quando fui davanti la porta presi un respiro profondo e bussai, aspettando che qualcuno mi aprisse. Non aspettai molto perchè Elena si presentò sulla porta e quando mi vide rimase colpita, sorpresa. A quanto pare Tyler non aveva avvertito e questo non mi piaceva.
-Ciao Elena- la salutai con un sorriso appena accennato che non mascherava le fitte allo stomaco e il disagio, ma lei parve non accorgersene, invece uscì fuori e mi cinse il collo con le sue braccia, aveva il respiro irregolare quasi stesse piangendo. Mi sorprese la sua reazione, mi sorprese il suo “Finalmente sei tornata”, mi sorprese persino il sorriso che Damon mi rivolse quando lo vidi poggiato allo stipite della porta. Perchè non ce l’avevano con me? Perchè mi accoglievano sorridendo? Era assurdo, completamente assurdo!
-Dai entra- disse Damon facendo un cenno con la testa, così lo seguii dentro, Elena al mio fianco. Potevo vedere il profilo di Tyler seduto in salotto ancora prima di arrivare, sentivo delle voci, ma non ero in grado di concentrarmi in quel momento, tanto la situazione era assurda.
Mi fermai di scatto a metà del corridoio e feci voltare Damon, Elena si fermò con me ed entrambi mi guardarono interrogativi e spaesati.
-Perchè siete tutti così felici di vedermi?- chiesi sussurrando per non farmi sentire da altri diversi da loro due. Per me una cosa così era impensabile, non dopo quello che era successo.
-Perchè ci siamo chiesti per troppo tempo se stavi bene o eri morta, ma se vuoi posso cambiare ed accusarti di essere scappata- disse Elena con un sorriso ampio, diventando ironica sull’ultima frase, ed io sorrisi con lei, rassicurata, le strinsi la mano prima di entrare in salotto.
Lì, seduti su un divano di pelle nera, c’erano Tyler, Bonnie, Jeremy ed Elijah che parlottavano sommessamente, erano i borbottii che avevo sentito poco prima in corridoio. Non feci in tempo ad entrare che un profondo dolore alla testa mi colpì, insopportabile, sembrava che la testa mi stesse esplodendo, sentivo ogni singolo capillare spaccarsi a ripetizione. Portai le mani alla testa, urlai dal dolore, piegandomi sulle ginocchia. Non riuscivo a pensare, sentivo solo scoppi su scoppi e dolore, dolore infinito e bruciante.
-Bonnie smettila!- sentii urlare Tyler, poi il dolore cessò, rimasero solo i riverberi, alzandomi vidi Damon che aveva inchiodato Bonnie al muro, come se fosse un nemico mortale.
-Elena, digli di lasciarmi!- urlò lei, Damon che le faceva male per evitare che si concentrasse e riprendesse. Rimasi lì ferma, quasi barcollante, osservando la scena inebetita. A quanto pare non tutti erano felici di vedermi.
-No Bonnie, non finchè fai del male a Caroline- sentenziò Elena venendomi incontro. Venne incontro anche Tyer mimando con le labbra un “stai bene?” a cui risposi affermativamente annuendo. Mi avvicinai verso Bonnie solo di pochi passi, rimanendo distante.
Lei mi guardava in cagnesco, come se fossi stata un suo nemico, e il perchè non tardò a farsi sentire.
-Ho quasi rischiato di lasciarci la pelle per riparare ai casini di questa bionda!- urlò verso Elena e Damon rafforzò la presa.
-Pensavo aveste chiuso questo capitolo-
Mi voltai alle parole di Elijah, composto come sempre, perfettamente calmo, come se nulla fosse.
-Direi che o la smette o farò quello che non ha fatto mio fratello, sono stufo di queste litigate da bambine, qui abbiamo un problema- continuò rivolgendosi a Damon. Io voltai lo sguardo verso Elena che fece una smorfia, Damon invece lasciò andare Bonnie, che uscì di casa senza dire una parola.
-Mi dispiace- dissi io con un filo di voce, mi sentivo in colpa in quel momento.
-Tranquilla, fa così da un anno buono, sta diventando insopportabile- disse Jeremy scocciato. Ed io che ero rimasta al fatto che stessero insieme!
Ma infondo mi ero persa molte cose lì, Tyler mi aveva accennato qualcosa, tipo il fatto che erano riusciti a trovare gli Antichi e “liberarli”, che Klaus era in stasi e aveva fatto perdere le sue tracce e che Stefan non era ancora tornato.
Tyler intanto si era avvicinato e mi fece sedere, guardandolo vidi il suo viso teso, nervoso. Poi ricordai quello che era successo due giorni prima e realizzai che oggi era Il giorno, quella notte ci sarebbe stata la luna piena nel suo apice e lui si sarebbe trasformato. Certo che avevo una fortuna sfacciata per queste cose!
-Che problema c’è?- chiesi dopo un po’ senza rivolgermi a nessuno in particolare, la voce sottile e bassa, ancora scossa per quello che era successo poco prima. Non che non me lo aspettassi, ma non volevo creare tutto quel trambusto, anche se Bonnie era peggiorata a detta di Jeremy.
-Non si è capito bene, qui è stato tutto troppo tranquillo fino a poco tempo fa, poi di colpo la città è popolata di vampiri, ne arrivano ad ondate, di conseguenza gli attacchi sono aumentati- disse Jeremy guardandomi serio, i gomiti poggiati sulle ginocchia e la testa sulle mani chiuse a pugno.
-Una specie di adunata dell’esercito?- chiesi ancora alzando un sopracciglio.
-Esattamente- fu Elijah stavolta a parlare, si alzò ed iniziò a camminare avanti e indietro davanti al divano su cui eravamo seduti.
-Non so ancora chi li ha radunati, ma certamente so stanno preparando per qualcosa- continuò senza fermarsi, senza guardarci. Poi si fermò di colpo, senza il minimo rumore, e guardò me e Tyler.
-Dovete scoprire il perchè sono qui- sentenziò lapidario. Io sbarrai gli occhi, mi rivolsi a Tyler, aspettandomi di vedere la mia stessa sorpresa nei suoi occhi, ma lui annuì deciso, come se già sapesse cosa doveva fare.
-Io?- chiesi spostando la mia attenzione sui presenti. Fu di nuovo Damon a rispondere: -Io sono stato pessimo, sono nella lista nera ormai- chiarì con quel suo solito sorrisetto, anche se nei suoi occhi faceva capolino la rabbia scaturita dal fallimento. Tyler non mi diede il tempo di fare altre domande che si rivolse a me.
-Sai, potrebbe fargli comodo un lupo, loro sono tipo martiri, non s ne fregano nulla di vivere o dei loro compagni, almeno da quel poco che sappiamo, ed io riesco a mantenere il controllo, almeno per un po’- mi disse sorridendo contento e soddisfatto.
Non mi piaceva troppo questa idea, per di più la storia del lupo cercato dai vampiri mi sembrava troppo irreale per essere vera, ma non ebbi il tempo di ribattere che la porta suonò e Damon andò ad aprire.
-Carolinee!-
La voce di Melanie inondò l’intero salotto con il suo entusiasmo mentre arrivava nella stanza sedendosi sul divano senza tanti complimenti, trovando uno spazio fra me e Tyler, posando lo sguardo curioso su quest’ultimo.
-Tu sei la matricola figa nuova giusto?- chiese, ma senza aspettare la sua risposta si voltò verso di me dicendo: - E tu lo conoscevi e non mi hai detto niente!-
Parlava di Tyler come se non ci fosse, stava per continuare quando il suo sguardo si posò su un punto dietro le mie spalle, i suoi occhi lentamente si allargarono fino a spalancarsi del tutto, forse per la sorpresa, ed io non capivo perchè. Rimase così senza muoversi, un calco di gesso che non cambia di una ruga. Mi voltai, guardando nella direzione che i suoi occhi seguivano e vidi Elijah fermo, immobile. Nei suoi occhi era dipinta la stessa sorpresa che si poteva leggere negli occhi di Mel.


NdA: Bene, altro capitolo andato. Diciamo che con questo si dovrebbe concludere “l’introduzione” della storia. Lo so, non ho il dono della sintesi ma spero che continuiate lo stesso a seguire questa storia, se ancora non vi siete annoiati v.v
Per il resto che dire, i ringraziamenti a Lonely Juliet che è stata la prima a recensire, sperando che in futuro potrò ringraziare molti altri :3
Per il resto spero che anche questo capitolo sia stato di vostro gradimento

-Shizue

   
 
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