08/04/2006
1 recensionicapitolo 2
Appena tornata a casa si diede da fare per preparare il pranzo, quel pigrone di Ryo non si era nemmeno alzato, avrebbe fatto qualcosa di leggero, un brunch, come dicono gli inglesi; e proprio inglese gli era parso il nuovo concorrente. A dir la verità non le aveva detto nulla di preciso, era abile con le parole quel Richard Smith: inizialmente Kaori aveva cercato di indagare sul suo conto, ma con una parlantina degna di un venditore era riuscito a rigirare il discorso sommergendola di domande impertinenti e battute accorte; solo una volta lasciati si era accorta che di lui conosceva a malapena il nome. Pensava fosse inglese o più probabilmente americano, ma era abile con le lingue e nascondeva bene il suo accento, come nascondeva la sua identità, Kaori non si sentiva ancora una brava investigatrice ma non era così ingenua da credere che Richard Smith fosse il suo vero nome, quel tizio l'aveva proprio scombussolata. Non poteva fare a meno di pensare alle ultime parole che le aveva detto _Ciao. Ti terrò d'occhio."Cosa avrà in mente?" Era ancora assorta nelle più disparate supposizioni quando nella stanza entrò Ryo:
_Cos'è quest'odore?
Kaori aveva bruciato l'omelette ma era sovrapensiero e non se ne era accorta.
_Sei buona solo a far disastri!
_Scusa ero sovrapensiero…
Ryo rimase allibito dalla risposta di Kaori, era strano, di solito a una simile frase avrebbe risposto con una poco gentile o se era di cattivo umore con una martellata da 100t, cosa aveva quel giorno? E cos'era quel tono trasognato?
Di fronte alla faccia di Ryo Kaori si riprese e gli disse
_Beh, che hai da guardare! Ti sembra questa l'ora di alzarti pelandrone che non sei altro! La prossima volta te la do io la sveglia! E per quanto mi riguarda visto la tua condotta non dovresti lamentarti nemmeno di un piatto di omelette bruciate…
Ma intanto aveva già messo la padella nel lavandino e ne stava preparando un'altra. Era ritornata la solita Kaori e Ryo sorrise dentro di sè con sollievo e piacere.
_D'accordo, d'accordo-disse guardando la tavola-c'è solo questo da mangiare?
_Si, finchè non troveremo lavoro, e se non fai qualcosa fra poco saremo ridotti a pane e acqua.
_E perché deve essere sempre colpa mia?
_Perché sei tu che passi tutto il giorno a dormire e a sperperare il denaro nei locali.
_Beh, un uomo avrà pur diritto a divertirsi, e poi trattare coi clienti è compito tuo!
_Già, è vero, ma se tu non fossi così esclusivo non dovremmo arrivare al digiuno! Io non posso fare miracoli! Non puoi solo lavorare per belle ragazze! Se ti convincessi a lavorare anche per gli uomini…
_Ma sei impazzita! Vuoi che rinneghi la mia etica! Sai che su questo non si discute!
_Chiamala etica! Ah, siamo alle solite, sei incorreggibile…ora mangia, io vado alla ricerca di un miracolo.
E detto questo, prese la giacca e uscì.