Fanfic su artisti musicali > The GazettE
Ricorda la storia  |      
Autore: Naoki_Hannya    18/08/2011    5 recensioni
Quello sguardo che sfugge al mio, mi fa male e so che fa dannatamente soffrire anche te il non potermi più guardare in faccia; una volta ricordo di non averti mai incrociato senza avere anche solo un minimo scambio di sguardi o uno sfioramento tra noi due. Se le nostre presenze erano vicine l’una all’altra, doveva per forza esserci un contatto, anche se agli altri magari sfuggiva, noi due sapevamo come comunicare.
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Reita, Ruki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Note prima di leggere: Bene, l’ho scritta a lavoro, quindi chiedo venia se è una schifezza, ho fatto del mio meglio tra una telefonata e un cliente. Chiedo anche venia se il nuovo capitolo di Mask and Lace non arriva vi chiedo solo ancora un pochino di pazienza, appena torna un po’ di stabilità e calma mi ci dedico con tutta me.

Vi lascio dunque a questa Shottina Reituki ^_^ buona lettura.

@@@

 

Ho distrutto tutto in un attimo, quell’attimo in cui ho deciso di seguire il mio cuore invece della mia razionalità. Ho sbagliato e ora ne pago le conseguenze, ma quello che mi fa soffrire di più è che le sto facendo pagare anche a te.

Perché ti ho trascinato in questo schifo Taka? Perché sono stato così sciocco da non voler sapere che sarebbe finita così? Lo sapevo, eppure ho voluto zittire quella voce nella mia testa e rischiare tutto, rischiare la tua felicità che è stata sempre al centro della mia vita.

Quello sguardo che sfugge al mio, mi fa male e so che fa dannatamente soffrire anche te il non potermi più guardare in faccia; una volta ricordo di non averti mai incrociato senza avere anche solo un minimo scambio di sguardi o uno sfioramento tra noi due. Se le nostre presenze erano vicine l’una all’altra, doveva per forza esserci un contatto, anche se agli altri magari sfuggiva, noi due sapevamo come comunicare.

Ora invece è tutto così squallido, triste. Non riesci a guardarmi e ti vedo sempre più malinconico perché ho commesso un errore, lo stupido sbaglio di coinvolgerti nei miei sentimenti. Ho sempre saputo che c’era qualcosa di più di una semplice amicizia tra noi due. Quel sentimento che man mano diventava sempre più forte, più intenso, più morboso; è arrivata poi la gelosia, perfino nei confronti di Kouyou, nostro amico dai tempi del liceo; era una cosa stupida lo sapevo, ma solo a vederti sfiorarlo, mi si legava un nodo allo stomaco. Dovevo zittire tutto e continuare a tenere i miei sentimenti dentro di me, come tu facevi con i tuoi e invece no, Akira Suzuki deve sempre fare il coglione e rovinare tutto. Lo sapevo che mi bastava poco per farti ammettere quello che provavi per me e ad un certo punto della mia vita, quella situazione di falsità, di recita, ha iniziato ad andarmi stretta e non mi piaceva più vederti seduto al mio fianco, nella mia macchina e non poterti baciare mentre ti allacciavo la cintura di sicurezza; sentirti dietro di me in sella alla mia moto e non poterti stringere ai miei fianchi così tanto da farci male.

Quella dannata sera dovevo restarmene a casa, magari giocare alla play e invece quando mi hai detto che dovevi vederti di nuovo con Shou non so cosa mi sia scattato nella testa, ti ho detto di annullare l’uscita perché dovevo parlarti di qualcosa di importante. Non ho avuto nemmeno i tempo di darmi dell’idiota e rimettermi le idee al loro giusto posto, ho semplicemente preso la mia giacca di pelle, il mio casco e mi sono fiondato a casa tua, entrando a tradimento nella tua vita, sconvolgendola e distruggendo egoisticamente il nostro rapporto e tutto quello che era importante per me, il tuo sorriso.

Il tuo sguardo, mentre ripercorro con la mente il momento che ha cambiato tutto, si incrocia con il mio ma solo per un secondo, e lascia dentro di me una sorta di fuoco che mi brucia lo stomaco e il cuore, fa male non poterlo trattenere ancora un po’ con me, quelle iridi mi mancano da morire, c’è qualcosa di sbagliato in tutto questo, non riesco a coglierne la forma esatta ma so che c’è qualcosa di terribilmente distorto. Mi sento confuso e perfino il mio respiro mi sembra lontano da me e dal mio controllo.

Non ho nemmeno dovuto faticare o dibattermi, lottare. Mi è bastato aspettare la tua figura davanti a me oltre la soglia di casa tua e catturare le tue labbra sulle mie. Ovviamente non hai opposto resistenza e ti sei lasciato andare alle mie attenzioni. Potevo anche ricredermi e metterla sul piano fisico, attrazione carnale sfociata in sesso, ma l’amicizia, il vero affetto non dovrebbe mai essere mischiato con l’amore, magari con il sesso si ma il cuore ne dovrebbe rimanere chiuso fuori.

Cosa diamine mi ha detto la testa quella sera? Perché ti ho sussurrato che ti amavo anche se sapevo che sarebbe finita così? Ora non si torna indietro e di noi restano solo briciole, piccoli frammenti così fragili che non riesco nemmeno a raccoglierli da terra per cercare di ricostruire qualcosa, di recuperare quel poco che basterebbe per pulirmi la coscienza e vedere anche solo un accenno di sorriso rivolto a me. mi basterebbe così poco …

Invece ti ho perso, per sempre. Non scherzeremo veramente più insieme Chibi? Non sentirò più la tua dolce e cristallina risata in risposta ad una mia battuta stupida che in realtà non fa ridere? Non mi chiederai più un consiglio anche se non ne hai bisogno solo per farmi sentire importante? Non me ne capacito ancora, suono distrattamente il mio basso e tu non sei lì con l’aria ammiratrice che mi guarda e ascolta le note che ne escono stanche, e il bello è che non ho rovinato solo noi due ma anche l’atmosfera e l’armonia che c’era nel gruppo, anche se tu ti sforzi perché questo non accada e la tensione non si noti, non è più lo stesso da quando ci siamo allontanati. Inevitabilmente, con la nostra rottura, tutto è cambiato e io mi sento logoro, stanco, marcio. Un buco nero si è formato nel mio petto e con i giorni si è ingrandito sempre di più inghiottendomi. Non c’è più il Reita di una volta, non scherzo più come prima e questo perché i sensi di colpa mi stanno divorando e perché non ho più il mio Chibi al mio fianco.

Prima c’eri sempre, mi bastava voltarmi sia nei momenti belli che in quelli brutti e ti vedevo lì, che sia per ridere con me  che per porgermi la tua spalla; tu mi hai sempre detto che ero io che sostenevo sempre te da quando eravamo ragazzini, che ero stato io con Kou a salvarti, invece era il contrario, perché ho sempre saputo che Akira senza Takanori, non era niente ed ora ne ho avuto la conferma.

Sono un guscio vuoto che esegue meccanicamente i suoi doveri, vivo la mia vita senza un briciolo di stimolo o di felicità; rivoglio solo in dietro la mia vita, il mio cucciolo.

Yutaka mi passa di fianco passandomi una mano sulle spalle con la sua solita aria preoccupata, mi scruta da sopra la sua spalla ma come ogni volta non trova nulla nel mio sguardo fisso sul mio basso.

Lui ha cercato di consolarmi, di dirmi che non è colpa mia e che comunque ormai è successo e non posso fare nulla per tornare indietro, “ devi accettare ciò che non puoi cambiare mi ha detto una sera. Io in risposta ho sbuffato un sorriso amaro. Yuu al contrario mi ha addossato tutta la colpa, anche lui mi tiene il muso e mi parla a malapena e di certo non lo biasimo perché come mi ha rinfacciato più di una volta, ho rovinato tutto e se i GazettE coleranno a picco, sarà solo colpa mia.

Kouyou dal canto suo non sa da che parte schierarsi, non se la sente di darmi addosso, forse gli faccio pena e non vuole infierire, comunque sia rimane imparziale  ed io glie ne sono grato, almeno ho qualcuno con cui sfogarmi e su cui contare anche se cerco sempre di non metterlo in mezzo a quello che è successo.

All’improvviso mi alzo dalla mia postazione, sento un silenzio surreale intorno a me e so che sono osservato da tutti, sento i loro sguardi preoccupati seguire la mia figura che si fa sempre più vicina a quella di Takanori. Lui mi guarda per un attimo con la coda degli occhi per poi spostare di nuovo la sua attenzione al nostro Stylist di fiducia, stanno sorridendo e almeno questo un po’, mi fa gioire. L’ansia mi sale attraverso ogni fibra del mio essere a soffocarmi i polmoni, non sento più il mio respiro, mi sembra come se qualcuno me lo stia strappando dal petto.

Non potrai ignorarmi a vita Taka, dovrai confrontarti con me prima o poi, dovrai affrontarmi! Non accetto più questa situazione, non sopporto più la tua indifferenza. Tu hai in mano l’arma peggiore di tutte, hai in mano il mio cuore e lo stai trafiggendo ogni volta che mi volti le spalle e sai che è il gesto che mi fa soffrire di più, sei crudele. Ho sbagliato lo so, ma urlami in faccia le mie colpe, colpiscimi con pugni e calci non mi difenderò però, per tutti i Kami esistenti, non farmi questo. Non vivere come se non esistessi, come se non fossi mai stato una colonna portante nella tua vita.

Cammino con andamento deciso, ma ad ogni passo perdo il mio coraggio, tiro un profondo respiro che mi riempie i polmoni poco prima di arrivare di fronte a lui, la sua testa si alza in un modo così familiare per riuscire ad incrociare il mio sguardo che sento le budella attorcigliarsi nel mio stomaco. Le sue iridi lasciate al naturale mi donano un senso di agitazione mai provato in vita mia. Quasi mi fa paura, le vedo tristi e dure al tempo stesso, mi sembra spaventato e si mette infatti subito sulle difensive incrociando le braccia sul suo petto.

“ puoi lasciarci un attimo da soli per favore? “ rivolgo per un attimo la mia attenzione al nostro Stylist che in risposta si allontana in silenzio; seguo la sua figura fino a che non è abbastanza lontano da non sentire le nostre parole.

“ devo parlarti … “

“ che vuoi? “ la sua voce è dura e ferma, mi colpisce come un pugno sullo stomaco e non so nemmeno cosa rispondere, cosa voglio? Che torni tutto come prima? Che faccia finta di nulla?

“ stai mangiando? “ la cosa più stupida che potessi dire.

La sua risposta uno sbuffo, poi alza gli occhi al cielo e si gira per andarsene.

D’istinto lo trattengo per il polso e lo volto verso di me.

“ mi fai male, lasciami! “ un ringhio pieno di rabbia ma in fondo a quegli occhi non vedo la furia che detta attraverso la sua voce, a tradire i suoi sentimenti quello sguardo estremamente triste e perso.

“ non possiamo continuare così Taka, urlami in faccia tutto quello che vuoi, prendimi a pugni ma fai qualcosa! “ da quando mi ha visto a letto con un altro non c’è mai stata una reazione, ricordo solo il suo sguardo shockato che mi fissava, il suo sorriso amaro e la sua figura che si allontanava. Non mi ha più rivolto la parola.

“ non c’è niente da dire ne da fare, hai scelto tu per entrambi. Hai rovinato tutto e ora è tardi per le parole. Queste sono le ultime che sentirai pronunciarmi in tua direzione... “ una lacrima si affaccia all’angolo dei suoi occhi ma con una magia, sparisce quasi subito dopo e il suo sguardo si indurisce, come la smorfia che si dipinge sulle sue labbra, la sua voce diviene dura come non mai.

“ … per te non sarò più Chibiko, non sarà Taka. Sarò semplicemente Ruki, il vocalist della band in cui suoniamo insieme. “

Mi lascia solo con queste sue parole dure, crudeli. Non ho nemmeno le parole per controbattere, non so cosa dire e resto così imbambolato a vedere la sua schiena che si allontana da me.

“ e tutto quello che abbiamo vissuto insieme? Buttiamo via tutti quegli anni … Ruki? “ urlo quasi in sua direzione, un silenzio surreale ci investe, sembra come se tutto si fosse zittito in attesa che la scena principale di un film finisca.

Lo vedo voltarsi e guardarmi da sopra la sua spalla, un odioso quanto falso sorriso gli si dipinge sulle labbra tirate, “ dimenticali, dimentica tutto come hai dimenticato il mio cuore quella sera … “

Ho la nausea, mi gira la testa e mi sento perso. Cosa sono ora? Ora che ho avuto quello che chiedevo? Un confronto con lui, questo volevo e l’ho ottenuto allontanandolo ancora di più da me, sentendomi dire quello che con un po’ di pietà lui aveva cercato di non rivolgermi direttamente per non darmi il colpo di grazia. Ora Akira, cosa sei senza il tuo punto fermo? Cosa sei senza Takanori Matsumoto a guardarti, parlarti, sorriderti? Nulla.

Una mano mi scuote violentemente e tutto mi sembra confuso, mi sento riaffiorare da qualcosa di viscido e oscuro, di tenebroso che mi aveva inghiottito. Apro gli occhi di scatto e trovo il volto preoccupato di Taka che mi fissa, le iridi sbarrate in mi direzione, quegli occhi puntati nei miei.

“ Aki! Hai avuto un incubo … ma cosa ti ci vuole per svegliarti? È un secolo che ti chiamo! “ sorride poi carezzandomi il braccio.

“ merda! Era un fottuto incubo … “ ho ancora un residuo di nausea a sconvolgermi le viscere ma sono felice e soffio una risata dandomi dello sciocco chissà poi per cosa. Mi passo una mano fra i capelli.

“ che hai sognato Aki? Era tanto brutto? “ i suoi occhi si fanno grandi in attesa di una mia risposta.

“ si Chibi era abbastanza brutto ma ora non voglio parlarne, in fondo era solo uno stupido sogno … “ sorrido in sua direzione come non ho forse mai fatto e lo afferro per un braccio per attirarlo a me. lo stringo così forte che ho paura di fargli male.

“ non ti sarai mica sognato che morivo? “ la sua risata cristallina mi risuona così familiare eppure è come se mi fosse mancata. Forse è vero che il tempo, quando sogni si ferma e a me è realmente mancato tutto di lui anche se avrò dormito si e no per mezz’ora.

“ mi stai stritolando Aki! Mi soffochi! “ le sue lamentele con quella vocetta che gli viene fuori in questi casi mi dona una gioia immensa. Un colpo in testa mi distrae dal mio Chibi, alzo la testa e trovo il volto del Riida che mi fissa.

“ non si dorme in studio! Via a lavoro! “ termina la frase con una risata che mi fa sentire a casa mia, tutto è tornato come prima anche se non è mai cambiato nulla in realtà e a me viene stupidamente da piangere.

Mi precipito in bagno solo per nascondere agli altri questo mio momento di debolezza che passerà con una bella rinfrescata, devo solo dimenticare questo sogno ma a volte, i sogni ti lasciano una traccia dentro, un qualcosa che ti costringe a pensare e a riflettere su di essi per tutta la giornata. Che questa volta sia stata una punizione di Yutaka perché mi sono addormentato in studio? Sorrido al mio riflesso mentre mi tuffo col viso nel piccolo specchio di acqua raccolta nelle mie mani. Quando rialzo il volto, riflessa non trovo solo la mia figura ma anche quella di Takanori che mi guarda attraverso lo specchio appeso alla parete di fronte a noi, è dietro di me appena spostato alla mia destra, mi volto col viso gocciolante e lo guardo senza dire nulla.

“ che hai? Sono preoccupato Aki ti ho visto per un attimo … “

“ sul punto di piangere? “ finisco io la frase al posto suo, non posso nascondere nulla a questo ragazzo, inutile che ci provi; annuisce semplicemente continuando a guardarmi.

Lo attiro di nuovo a me e lo abbraccio ancora una volta. Ora ho bisogno di sentire un contatto con lui. Quando alza teneramente il suo viso verso il mio facendo incontrare le nostre iridi, ho l’impulso di baciarlo ma non lo faccio. Non ti rivelerò mai che l’emozione quando siamo solo noi due è inspiegabilmente sconvolgente, che quando ti abbraccio, quando ti sfioro, quando i tuoi occhi mi cercano e poi finalmente mi trovano, ci leggo dentro felicità e sollievo, il mio cuore scoppia. Non cercherò di dirti che c’è qualcosa di più oltre all’affetto che un ragazzo può provare per un suo caro amico, o perfino un fratello. Ti terrò solo stretto a me per un po’ perché va bene così, perché so che ci sarai sempre come anche io per te, perché mi vuoi bene, forse anche di più come è per me nei tuoi confronti e non lo rovineremo, non rovineremo nulla di noi due.

Saremo sempre una presenza costante e sicura l’un per l’altro e va bene così.

“ va bene così … “ do voce ai miei pensieri.

“ cosa Aki? “ le tue braccia si stringono ai miei fianchi e una farfalla variopinta e dispettosa vola via dal mio stomaco e si va a posare sul mio cuore o almeno la sensazione è quella.

“ tutto Chibiko, va bene così tutto …. Ti voglio bene … “

“ anche io Aki, ceniamo insieme oggi?”

“ mh … “ annuisco, “ quando finiamo qui andiamo a cena insieme a Kouyou? “

“ bella idea, dai andiamo di la altrimenti il riida si arrabbia “

 La tua mano che si allaccia dolcemente al mio polso per guidarmi di nuovo all’interno dello studio, è come un dolce nodo di quel filo rosso che lega i nostri cuori, le nostre vite, i nostri destini. I nostri battiti cardiaci sono in sincronia se venissero ascoltati insieme? Sono sicuro di si.

Io per te sarò sempre Aki, tu per me sarai sempre Chibi, e va bene così finché siamo noi due.

FINE.
@@@

Eccoci qui, non so bene come mi sia uscita fuori, in pratica non sono stata influenzata o ispirata da nulla, è semplicemente venuta ^_^ spero di non avervi deluse m(_ _)m e un grazie grande a chiunque l’abbia letta e magari anche apprezzata! Alla prossima :3

 

   
 
Leggi le 5 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > The GazettE / Vai alla pagina dell'autore: Naoki_Hannya