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Autore: deliradubbiosa    19/08/2011    1 recensioni
Alcuni miei sogni :D
Genere: Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sono una bambina, per ora, coi capelli rossi ricci ricci, una nuvola voluminosa. Sono a un banchetto nuziale, in una stanza stretta e lunga dell’’hotel Royal’, che combatto per mangiare una fetta di melone seguendo il Galateo. Tutto ciò che è successo prima (un casino con gli abiti da cerimonia mio e dei miei, dall’aspetto campagnolo, che presentavano tutti lo stesso taglietto e che abbiamo dovuto cambiare) non ha importanza. Mi trovo seduta all’estremo della tavolata che dà le spalle all’entrata, che a sua volta dà su un cortiletto di pietra bianca, simile a quello di una chiesa, sopraelevato come del resto il ristorante e con due scalinate ai lati.
A un tratto la musica si ferma e il cantante cade con un tonfo dietro di me.
E’ Freddie Mercury. E’ morto.
Un attimo, e una cameriera vestita di nero con grambiule e cuffietta bianca l’ha già messo in una bara, ancora aperta, dietro di me, di traverso.
Finché mio padre mi fissa (sono tornata diciassettenne), non ho il coraggio di avvicinarmi più di tanto. Penso alla vita dissoluta dell’uomo dietro di me e recito una preghiera per lui. Poi penso: “Addio, Freddie. Ti ho voluto bene”. Neanche fossi stata la sua amante o qualcosa di simile.
Finalmente mia madre trascina fuori mio padre (noto che l’uscio della stanza è buio e ha forma a edicola, come una cappella funeraria, e sento i mormorii della gente commossa sul cortile), così posso avvicinarmi alla bara. Le labbra di Freddie, ancora vestito per il palco nel suo celebre completo giallo e deposto nella stessa posizione in cui è caduto, mi tentano, ma mi figuro la scena di me e i miei al termine di una visita ginecologica (da notare che, anche se credo di poter contrarre l’AIDS di Freddie per via salivare, rimango consapevole nell’immaginare la scena che prenderlo non è così semplice), con la dottoressa che ci comunica che ho contratto il virus e i miei che mi guardano sconvolti, increduli e preoccupati, e io che non so dare spiegazioni – questa immagine è tutto ciò che riesce a trattenermi. Volto il viso non di Freddie, ma di di Farrokh Bulsara, e mi accontento di baciargli la guancia, già solcata da un fitto reticolato di profonde rughe.

   
 
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