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Anche
tu mi hai lasciato-
Ore
7.00 di un afoso 20 agosto Londinese.
Erano
ore che si trovava
distesa sopra il divano color ocra, avvinghiata a uno dei grandi
cuscini. Lì,
tra quel sofà che l’aveva vista addormentarsi di
botto, si rigirava incurante
del tempo che passava, erano passate ore, infinite ore... forse giorni.
Pian
piano, i suoi occhi
incominciarono ad aprirsi. La luce che penetrava dalla grande finestra
della
sala era troppo forte.
Un
cerchio alla testa le
ostruiva i pensieri.
Troppo
dolore. Troppo.
Tastò
piano lo spazio
che la circondava, muovendo appena la mano indolenzita per la posizione
assunta
durante il sonno.
Constatò
di trovarsi nel
suo salone: riconosceva il suo divano, i cuscini e il tavolino davanti
alla tv,
sentiva l’odore delle rose nel vaso sopra il tavolo.
Hermione
era a casa ma
non si ricordava niente altro.
La
stanza era avvolta
dalla luce della mattina, la tv era stranamente rimasta accesa con un
volume
notevolmente alto per quell’ora.
Chi
aveva lasciato la tv
accesa? si chiese.
Quello
era stata una
delle cause della sua sveglia indesiderata, insieme alla luce; Lei
amava
dormire nel buio più totale.
Quella
mattina molte
furono le cose strane che capitarono.
***
Dopo
cinque anni dalla
fine della seconda guerra magica, aveva intrapreso la carriera di Auror
presso
il Ministero della Magia di Londra. Harry Potter, il suo caro amico
Harry, era
il suo capo. Ron l’amore della sua vita, l’aveva
lasciata per un'altra ed ora
viveva in Francia. L’unico uomo che ora le stava vicino,
oltre a Harry, era
Draco. Sì, Draco Malfoy era diventato un amico della
mezzosangue Hermione
Granger.
Dopo
la guerra aveva
aiutato L’ordine della Fenice a scovare tutti i mangiamorte
fedeli a Voldemort,
e dopo alcuni anni era entrato a far parte del gruppo di auror del
Ministero.
***
Si
era ritrovava nel
divano ancora vestita, se quelli potevano chiamarsi vestiti.
Indossava
una maglia
grigia a costine senza reggiseno, non lo indossava mai quando stava in
casa, mentre
sotto aveva un paio di shorts neri.
Ok
culottes, talmente ristretti
che s’intravedeva tutto. Questi avevano disegnato il muso di
un maialino nella
parte anteriore e la codina rosa in quella posteriore. Erano
notevolmente
ridicoli per una donna di spicco com’era lei,
com’era stata lei.
Per
fortuna,
pensò Hermione nessuno
l’avrebbe vista in
quello stato.
Sbuffo,
purtroppo nessuno la vedeva più
come una
donna.
La
sua natura stava pian
piano scomparendo, come la sua autostima.
Notevolmente
sotto i
tacchi.
La
tv continuava ad
annunciare le notizie principali. Sky news 24, canale babbano che
seguiva
spessissimo, annunciava in successione tutte le notizie principali:
La
crisi del governo
Inglese, una nuova legge sul codice della strada, Il principe William e
la
moglie Kate aspettavano finalmente il tanto agognato erede maschio e la
squadra
di calcio per cui tifava Draco, aveva sonoramente perso in una strana
coppa
chiamata Champions ligue.
Quando
il suo sguardo fu
catturato da quattro bottiglie di whisky incendiario invecchiato, il
migliore,
rimase scioccata.
Le
guardò attentamente
erano posate sopra il tavolino, vicino al sofà ed erano
completamente vuote. Poco
distante da queste vi erano anche due bicchieri.
Era
stato lì, ma ora dov’era?.
Soprattutto,
perché non si ricordava nulla della sera
prima?
Aveva
bevuto ?
la
risposta era semplicemente :Sì.
Aveva
bevuto e visto il
cerchio alla testa e il vuoto di memoria non si era risparmiata.
Si
alzò di scatto e
quasi il suo stomaco non resse al movimento.
(inizio
Flashback)
Era
mercoledì sera,
Draco, sarebbe arrivato tra poche ore. Harry, era in vacanza con Ginny
e i
bambini in Grecia, e visto che sia lei sia Draco erano rimasti in
città, decise
di organizzare una serata relax davanti alla TV.
Avrebbero
guardato un bel
film se quella non
fosse stata la prima
giornata di coppa e il suo collega e amico amava quello sport babbano.
Draco
amava il Calcio, quindi l’avrebbe accontento. Anche se,
benché si sforzasse di
capire, non trovo alcun motivo plausibile sul perché gli
uomini si appassionassero
a tale assurdità.
Si
era documentata, era
pur sempre Hermione Granger l’ex so -tutto –io di
Hogwarts, ma non capiva come
22 uomini che rincorrevano una palla, tutti sudati sotto
un’afa opprimente in
estate e la pioggia battente in inverno, potessero appassionare milioni
di
persone.
Non
l’avrebbe mai
capito ma non se ne curò, almeno non quella sera.
Decise
che avrebbe
passato una bella serata in compagnia del suo
amico, chiacchierando tra un
boccone e l’altro, dimenticando per una sera tutta la
malinconia e la tristezza
che oramai da diversi mesi l’accompagnavano. Lui sapeva come
fare, quando c’era
lui la tristezza passava.
Draco
riusciva nell’intento,
ormai raro, di farla ridere e anche quando parlavano di cose serie,
sapeva come
prenderla. Era l’unico che ci riusciva.
Prima
dell’arrivo
dell’ex Sepeverde, la giovane Auror decise di riordinare un
po’, quella casa
sembrava un bazar.
Prese
la bacchetta e in
un batti baleno e un semplice incantesimo, che altro non era che il
famoso Gratta
e Netta, tutto si riposizionò lindo e pulito. Quindi
Hermione si mise comoda, e
visto l’afa opprimente rimase in maglietta e shorts. Prese
poi una burrobirra
dal frigorifero in cucina e si sedette nel divano attendendo
l’arrivo di Draco.
Solo
allora il suo sguardo
si posò sulla miriade di lettere che si stavano
accatastando, da non so quante
settimane, sulla credenza.
Prese
coraggio e
incominciò a scartarle una ad una...
Complimenti
lei ha vinto una macchina… lesse.
-Bla
questa è spazzatura
babbana-, disse mentre ne inceneriva alcune dove si complimentavano per
la
vincita di qualche elettrodomestico.
Scartò
ancora alcuni
inviti per serate di gala cui non avrebbe mai partecipato, erano mesi
che non
aveva l’umore adatto.
Soprattutto
quando le chiedevano di lui.
Sospirò,
prima di scacciare
quel nome dalla mente con uno scossone del capo, continuando ad aprire
le
lettere e leggere delle cartoline.
Quella
più simpatica era
di quella matta di Luna, la sua amica, che scriveva dal Brasile.
Si
era recata lì con il
suo fidanzato, un naturalista alla ricerca di nuovi animali fantastici .
Sorrise.
Se
non le avesse trovate, sicuro se le sarebbe
inventate.
L’ultima
lettera che
aprii aveva una busta color rosa cipria molto elegante,
con rifiniture in oro. Quello era
sicuramente un invito.
L’
aprii piano e il
cuore si fermò nel petto per alcuni secondi, minuti, ore.
La
vista le si appannò.
Non
credevo ai suoi
occhi, era impossibile.
Perché?
Perché farle anche questo. Non bastava tutto
il male che le aveva procurato, l’umiliazione di quei mesi.
No,
anche questo doveva fargli?
Non
riusciva a crederci.
Le lacrime scorrevano lente sul viso, calde, amare .
Buttò
giù tutta la
burrobirra che era rimasta nella bottiglia. Tutto in un solo e rapido
sorso poi
rilesse il biglietto.
Ronald
Bilius Weasley
&
Gabrielle
Delacour
Sono
lieti di invitarvi al loro matrimonio che si svolgerà.
Il
29 settembre a Parigi
h.10.00
È
gradita la conferma.
Stronzo!
Come osava?
Come
si permetteva di umiliarla ancora.
Buttò
giù altre due
bottiglie di burrobirra, molte altre, poi il gusto cambiò
sentendo pizzicare la
gola.
Intorno
a se’ sentiva
una voce, un dolce sottofondo, anche se non riuscì
a focalizzare l’ombra
della persona che aveva di fronte. Tolse la bottiglia dalle mani e si
stese sul
divano.
Sentì
una mano
accarezzarle la fronte, i polpastrelli di una mano fredda sfiorare
piano il suo
viso.
Lunghe
e sinuose dita percorrevano
ogni lembo della sua pelle, sentiva i brividi mentre queste passavano
dalle
tempie alle gote con movimenti circolari. Si lasciò
accarezzare poi pronunciò
il suo nome e tutto cambiò.
-Ron,
amore sei tornato-
disse.
Poi
tu il buio più
totale Hermione non ricordava più nulla.
L’unica
cosa che
ricordava era che le lunghe dita smisero di accarezzarle il viso.
(fine
flash back)
Si
alzò dal divano
decisa a fare due passi, nonostante la testa martellasse forte, sempre
più
forte.
Doveva
andare in bagno
al più presto, la nausea salì
all’improvvisò e corse fino al bagno.
La
prossima volta avrebbe dovuto bere di meno.
Bere
non è mai una soluzione per nascondere i
problemi, per scacciarli.
Infatti,
dopo che bevi e
ti sbronzi, vomiti e alla fine ti rimane solo un feroce mal di testa
mentre i
tuoi problemi sono sempre lì, che ti guardano.
Si
lavò il viso sotto il
flusso continuo dell’acqua fresca decidendo di farsi un bel
caffè nero e amaro,
prima di una bella doccia.
Cosi
s’ incamminò verso
la cucina. L’aroma del caffè aveva invaso la
stanza, l’osservò salire lento.
Quando
fu pronto versò
il liquido nero in una tazza rosso -oro, la sua tazza Grifondoro,
sedendosi nello
sgabello davanti alla penisola della cucina.
Solamente
in quel
momento, con la coda dell’occhio, notò varie copie
della Gazzetta del Profeta.
Era abbonata da anni ma da alcune settimane, non aveva avuto il tempo
di
sfogliare il quotidiano.
Si
era isolata, constatò
tristemente ed era sempre di Ron la colpa. Così, presa da
una sorta di rivalsa,
prese il giornale e focalizzò la sua attenzione sulla
notizia in prima pagina,
mentre butto giù un lungo sorso di caffè amaro.
Quasi
soffocò quando
lesse il primo articolo, che ricopriva per intero la prima pagina.
Draco
Lucius Malfoy e Astoria Greengrass
Rompono
il fidanzamento che li lega da ben 20 anni.
Segue
a pag.2,3.4.10,12.
Mentre
una grande foto
dei due faceva capolino, dal giornale.
Hermione
era ghiacciata
dalla notizia, non aveva mai fatto caso ad Astoria. Ogni volta
che si
recava a casa di Draco, lei non c’era mai. Aveva creduto che
quello strano
contratto matrimoniale, stipulato anni prima dai Malfoy, fosse una
leggenda.
Non credeva che, dopo tutti quegli anni e soprattutto dopo la guerra,
Draco acconsentiva
ancora a quegli ideali strampalati.
Sfogliò
bramosa di
notizie la rivista. La curiosità la pervase tanto che non
sentiva neanche la
testa pulsare.
Hermione
era curiosa di
sapere tutto, Avrebbe potuto chiamare Draco per sapere le
cose in
modo dettagliato.
Evitò,
sentendo una
strana sensazione attanagliare il suo stomaco. Infondo, aveva il
giornale tra
le mani e leggere era la sua passione fossero tomi o giornali
scandalistici, sempre
di lettura si trattava.
*
Il
rampollo dell’antica casata dei Malfoy, ha annunciato in una
lettera alla
Gazzetta del Profeta, la rottura del patto matrimoniale che alcuni anni
fa suo
padre, Lucius Malfoy e l’avvocato Greengrass avevano
stipulato.
Il
patto consisteva nello sposare la giovane e
bellissima strega
Astoria Greengrass, ora medimago al san Mungo nel reparto
maternità.
La
strega non ha voluto rilasciare dichiarazioni...
*
Patto
matrimoniale? Perché non ne sapevo niente.
Ero
convinta di essere sua amica.
Sì
sentì quasi offesa.
Poi
la domanda arrivò
chiara nella sua mente :
Perché
l’aveva lasciata?
Ricordò
di averli visti
insieme alcune volte a delle feste, quando anche lei andava. Erano
sicuramente
belli da vedere: lui con i suoi capelli biondi, il viso pallido e lo
sguardo
fiero.
Nonostante tutto, sorrise.
Anche
lei era bella,
alta, magra. Aveva i capelli neri come la notte e la pelle candida come
la
neve.
Erano
belli da vedere,
ma forse... le apparenze ingannano.
Certo
che ingannano, si
rispose, basta
vedere Ron.
Chi
l’avrebbe mai detto,
guardando il suo viso, che si sarebbe dimostrato il più
grande stronzo sulla
faccia della terra.
Nessuno!
Continuò a leggere, oramai era
avida di notizie .
*
Il giovane Draco Malfoy, non
ha voluto lasciar
dichiarazioni riguardo le dimissioni da auror del ministero della magia.
Il
mago, era entrato a far parte della squadra di Harry Potter…
La
tazza gli scivolò
dalle mani, quando lesse quella frase.
Che
stava succedendo?
Era forse uno scherzo?
Era
dentro a uno di
quegli strampalati programmi babbani che piacevano tanto a suo padre.
Rilesse
il tutto più
volte e dovette ammettere che vi era scritto veramente quello:
Draco
Malfoy aveva lasciato
il suo posto come Auror al Ministero della Magia, non dando alcuna
spiegazioni
al giornale.
Perché
avrebbe dovuto
darle, infondo.
A
lei. A lei sì che doveva dare spiegazioni.
Fece
la prima cosa che
le passo in mente prese il telefono, compose il numero del suo
cellulare e lo
chiamò.
Quello
era stato un suo
regalo alcuni anni prima, la tecnologia babbana aveva catturato anche
il più
rigoroso dei purosangue.
-l’utente
da lei
chiamato non è al momento raggiungibile, la preghiamo di
riprovare più tardi-.
-Stronzo
aveva staccato
il telefono-.
Andò
a sentire la
segreteria telefonica del telefono di casa , magari l’aveva
chiamata. Niente,
oltre Ginny che l’aveva chiamata per farle sentire la piccola
Lily che
piangeva; Sua madre che la rimproverava perché non si era
fatta viva; Di lui,
non vi era traccia.
Non
si scoraggiò, corse
in bagno a lavarsi. Mise un paio di jeans chiari, una maglia senza
maniche un
paio di flat ai piedi e si materializzo a villa Malfoy.
Suonò attendendo di
essere accolta nella villa.
Come
spesso accadeva ad
accoglierla nel maniero, che una sera di tanto tempo prima aveva
creduto diventasse
la sua tomba, le aprì un piccolo elfo domestico che si
chiamava Tibly.
-Ciao
Tibly ti ricordi
di me, sono la collega del signorino Draco-
-Certo
signorina
Hermione. Certo che Tibly si ricorda di lei-.
-Prego.
Le chiamo la
signora, sarà contenta di vederla-.
-Tibly,
il signorino
Draco non c’è?- chiese Hermione.
-No.
Il signorino, no. È
andato via-.
-Via!
Andato via. Dove?
Tibly-.
-Non
so. Tibly non sa
queste cose. Aspetti, chiamo la signora Narcissa. Rimanga qui. Io vado
a
chiamare la signora-.
E
l’elfo sparì oltre la
porta e dopo pochi secondi arrivò insieme alla donna.
-Hermione
cara-, disse
la strega. Narcissa aveva oramai una certa età, anche se
portava con classe
ogni ruga. Aveva sofferto quella donna, aveva lottato, aveva combattuto
in
silenzio. Era stata succube del marito, obbligata a tacere per amore
del
figlio. Devastata dalla pazzia della sorella, ma era ancora
lì, davanti ad
Hermione Granger una mezzosangue accettata da Narcissa Black come amica
del
figlio Draco.
Sì,
la guerra aveva
cambiato molte cose, aveva cambiato molti cuori.
-Buongiorno
lady Narcissa,
mi scuso se sono venuta a casa vostra a quest’ora- disse
Hermione in imbarazzo.
- Non
riesco a trovare
Draco-, aggiunse, mordendosi il labro.
-Hai
voglia di fare una
passeggiata nel parco?- Domandò Narcissa.
Passeggiarono
nel
sentiero che dal piccolo giardino davanti al cancello
d’ingresso portava alle
serre private del retro. Narcissa amava le piante come Draco che
diceva: che
erano belle da osservare e utili per le pozioni.
Non
avrebbe mai messo le
sue dita lunghe e candide nella terra nera. No, un Malfoy non si
sporcherebbe mai
le mani in quel modo. Le amava a suo modo, da osservatore, come un
critico
osserva le opere d’arte. Lui ammirava le piante, non faceva
il giardiniere, non
faceva il pittore.
-Draco
ha deciso di
lasciare il suo lavoro come Auror, ha dato le dimissioni alcuni giorni
fa-.
Disse lady Narcissa.
-Potter,
ha cercato di
convincerlo a rimanere, ma non aveva più lo stimolo-.
-Stimolo?
Io non mi sono
accorta di nulla- rispose mesta.
-Immaginavo
Hermione, la
notizia è uscita alcuni giorni fa, prima
dell’annullamento. Sentiva che la
stava guardando.
-Non
sapevo neanche
quello-, disse vergognandosi. Non conosceva il suo amico. Lui, sapeva
ogni suo
segreto ma non le aveva confidato nulla.
Era
troppo impegnato a
sentire le sue pene, le lamentele sul mondo, sugli uomini, su Ron.
Camminarono
ancora un
poco, prima che si trovare una scusa abbastanza plausibile per andare
via da
maniero, rifugiandosi ancora una volta nella sua casa.
Sola.
Era rimasta sola.
Ora,
non aveva neanche
più la sua ancora, la spalla su cui piangere. Anche lui si
era stancato di lei.