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Autore: mikilily    19/08/2011    3 recensioni
Sono giorni che penso di scrivere qualcosa su Draco e Hermione. Ma non volevo stravolgere molto la storia cosi ho pensato di stravolgere solo l’ultimo capitolo del 7° libro.
Sono passati piu di 5 anni dalla fine della grande guerra Magica.
Hermione è un Auror come Draco Malfoy, tutti e due fanno parte della squadra speciale che ha per capo Harry Potter. Ma dopo che hermy riceve u invito, succedono tantissime cose. entrambi abbandonano il loro lavoro per poi rincontrarsi nell'unico posto in cui non avrebbero mai pensato di rincontrarsi.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'AMAMI PER SEMPRE. '
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-     Anche tu mi hai lasciato-

 

Ore 7.00 di un afoso 20 agosto Londinese.

 

Erano ore che si trovava distesa sopra il divano color ocra, avvinghiata a uno dei grandi cuscini. Lì, tra quel sofà che l’aveva vista addormentarsi di botto, si rigirava incurante del tempo che passava, erano passate ore, infinite ore... forse giorni.

Pian piano, i suoi occhi incominciarono ad aprirsi. La luce che penetrava dalla grande finestra della sala era troppo forte.

Un cerchio alla testa le ostruiva i pensieri.

Troppo dolore. Troppo.

Tastò piano lo spazio che la circondava, muovendo appena la mano indolenzita per la posizione assunta durante il sonno.

Constatò di trovarsi nel suo salone: riconosceva il suo divano, i cuscini e il tavolino davanti alla tv, sentiva l’odore delle rose nel vaso sopra il tavolo.

Hermione era a casa ma non si ricordava niente altro.

La stanza era avvolta dalla luce della mattina, la tv era stranamente rimasta accesa con un volume notevolmente alto per quell’ora.

Chi aveva lasciato la tv accesa? si chiese.

Quello era stata una delle cause della sua sveglia indesiderata, insieme alla luce; Lei amava dormire nel buio più totale.

Quella mattina molte furono le cose strane che capitarono.

***

Dopo cinque anni dalla fine della seconda guerra magica, aveva intrapreso la carriera di Auror presso il Ministero della Magia di Londra. Harry Potter, il suo caro amico Harry, era il suo capo. Ron l’amore della sua vita, l’aveva lasciata per un'altra ed ora viveva in Francia. L’unico uomo che ora le stava vicino, oltre a Harry, era Draco. Sì, Draco Malfoy era diventato un amico della mezzosangue Hermione Granger.

Dopo la guerra aveva aiutato L’ordine della Fenice a scovare tutti i mangiamorte fedeli a Voldemort, e dopo alcuni anni era entrato a far parte del gruppo di auror del Ministero.

 

***

Si era ritrovava nel divano ancora vestita, se quelli potevano chiamarsi vestiti.

Indossava una maglia grigia a costine senza reggiseno, non lo indossava mai quando stava in casa, mentre sotto aveva un paio di shorts neri.

Ok culottes, talmente ristretti che s’intravedeva tutto. Questi avevano disegnato il muso di un maialino nella parte anteriore e la codina rosa in quella posteriore. Erano notevolmente ridicoli per una donna di spicco com’era lei, com’era stata lei.

Per fortuna, pensò Hermione nessuno l’avrebbe vista in quello stato.

Sbuffo, purtroppo nessuno la vedeva più come una donna.

La sua natura stava pian piano scomparendo, come la sua autostima.

Notevolmente sotto i tacchi.

La tv continuava ad annunciare le notizie principali. Sky news 24, canale babbano che seguiva spessissimo, annunciava in successione tutte le notizie principali:

La crisi del governo Inglese, una nuova legge sul codice della strada, Il principe William e la moglie Kate aspettavano finalmente il tanto agognato erede maschio e la squadra di calcio per cui tifava Draco, aveva sonoramente perso in una strana coppa chiamata Champions ligue.

Quando il suo sguardo fu catturato da quattro bottiglie di whisky incendiario invecchiato, il migliore, rimase scioccata.

Le guardò attentamente erano posate sopra il tavolino, vicino al sofà ed erano completamente vuote. Poco distante da queste vi erano anche due bicchieri.

Era stato lì, ma ora dov’era?.

Soprattutto, perché non si ricordava nulla della sera prima?

Aveva bevuto ? la risposta era semplicemente :Sì.

Aveva bevuto e visto il cerchio alla testa e il vuoto di memoria non si era risparmiata.

Si alzò di scatto e quasi il suo stomaco non resse al movimento.

 

(inizio Flashback)

Era mercoledì sera, Draco, sarebbe arrivato tra poche ore. Harry, era in vacanza con Ginny e i bambini in Grecia, e visto che sia lei sia Draco erano rimasti in città, decise di organizzare una serata relax davanti alla TV.

Avrebbero guardato un bel film se  quella non fosse stata la prima giornata di coppa e il suo collega e amico amava quello sport babbano. Draco amava il Calcio, quindi l’avrebbe accontento. Anche se, benché si sforzasse di capire, non trovo alcun motivo plausibile sul perché gli uomini si appassionassero a tale assurdità.

Si era documentata, era pur sempre Hermione Granger l’ex so -tutto –io di Hogwarts, ma non capiva come 22 uomini che rincorrevano una palla, tutti sudati sotto un’afa opprimente in estate e la pioggia battente in inverno, potessero appassionare milioni di persone.

 Non l’avrebbe mai capito ma non se ne curò, almeno non quella sera.

Decise che avrebbe passato una bella serata in compagnia del suo amico, chiacchierando tra un boccone e l’altro, dimenticando per una sera tutta la malinconia e la tristezza che oramai da diversi mesi l’accompagnavano. Lui sapeva come fare, quando c’era lui la tristezza passava.

Draco riusciva nell’intento, ormai raro, di farla ridere e anche quando parlavano di cose serie, sapeva come prenderla. Era l’unico che ci riusciva.

Prima dell’arrivo dell’ex Sepeverde, la giovane Auror decise di riordinare un po’, quella casa sembrava un bazar.

Prese la bacchetta e in un batti baleno e un semplice incantesimo, che altro non era che il famoso Gratta e Netta, tutto si riposizionò lindo e pulito. Quindi Hermione si mise comoda, e visto l’afa opprimente rimase in maglietta e shorts. Prese poi una burrobirra dal frigorifero in cucina e si sedette nel divano attendendo l’arrivo di Draco.

Solo allora il suo sguardo si posò sulla miriade di lettere che si stavano accatastando, da non so quante settimane, sulla credenza.

Prese coraggio e incominciò a scartarle una ad una...

Complimenti lei ha vinto una macchina… lesse.

-Bla questa è spazzatura babbana-, disse mentre ne inceneriva alcune dove si complimentavano per la vincita di qualche elettrodomestico.

Scartò ancora alcuni inviti per serate di gala cui non avrebbe mai partecipato, erano mesi che non aveva l’umore adatto.

Soprattutto quando le chiedevano di lui.

Sospirò, prima di scacciare quel nome dalla mente con uno scossone del capo, continuando ad aprire le lettere e leggere delle cartoline.

Quella più simpatica era di quella matta di Luna, la sua amica, che scriveva dal Brasile.

Si era recata lì con il suo fidanzato, un naturalista alla ricerca di nuovi animali fantastici .

Sorrise.

Se non le avesse trovate, sicuro se le sarebbe inventate.

L’ultima lettera che aprii aveva una busta color rosa cipria molto  elegante, con rifiniture in oro. Quello era sicuramente un invito.

L’ aprii piano e il cuore si fermò nel petto per alcuni secondi, minuti, ore.

La vista le si appannò.

Non credevo ai suoi occhi, era impossibile.

Perché? Perché farle anche questo. Non bastava tutto il male che le aveva procurato, l’umiliazione di quei mesi.

No, anche questo doveva fargli?

Non riusciva a crederci. Le lacrime scorrevano lente sul viso, calde, amare .

Buttò giù tutta la burrobirra che era rimasta nella bottiglia. Tutto in un solo e rapido sorso poi rilesse il biglietto.

 

Ronald Bilius  Weasley

&

Gabrielle Delacour

Sono lieti di invitarvi al loro matrimonio che si svolgerà.

Il 29 settembre a Parigi

h.10.00

È gradita la conferma.

 

Stronzo! Come osava?

Come si permetteva di umiliarla ancora.

Buttò giù altre due bottiglie di burrobirra, molte altre, poi il gusto cambiò sentendo pizzicare la gola.

Intorno a se’ sentiva una voce, un dolce sottofondo, anche se non riuscì a focalizzare l’ombra della persona che aveva di fronte. Tolse la bottiglia dalle mani e si stese sul divano.

Sentì una mano accarezzarle la fronte, i polpastrelli di una mano fredda sfiorare piano il suo viso.

Lunghe e sinuose dita percorrevano ogni lembo della sua pelle, sentiva i brividi mentre queste passavano dalle tempie alle gote con movimenti circolari. Si lasciò accarezzare poi pronunciò il suo nome e tutto cambiò.

-Ron, amore sei tornato- disse.

Poi tu il buio più totale Hermione non ricordava più nulla.

L’unica cosa che ricordava era che le lunghe dita smisero di accarezzarle il viso.

(fine flash back)

Si alzò dal divano decisa a fare due passi, nonostante la testa martellasse forte, sempre più forte.

Doveva andare in bagno al più presto, la nausea salì all’improvvisò e corse fino al bagno.

 La prossima volta avrebbe dovuto bere di meno.

Bere non è mai una soluzione per nascondere i problemi, per scacciarli.

Infatti, dopo che bevi e ti sbronzi, vomiti e alla fine ti rimane solo un feroce mal di testa mentre i tuoi problemi sono sempre lì, che ti guardano.

Si lavò il viso sotto il flusso continuo dell’acqua fresca decidendo di farsi un bel caffè nero e amaro, prima di una bella doccia.

Cosi s’ incamminò verso la cucina. L’aroma del caffè aveva invaso la stanza, l’osservò salire lento.

Quando fu pronto versò il liquido nero in una tazza rosso -oro, la sua tazza Grifondoro, sedendosi nello sgabello davanti alla penisola della cucina.

Solamente in quel momento, con la coda dell’occhio, notò varie copie della Gazzetta del Profeta. Era abbonata da anni ma da alcune settimane, non aveva avuto il tempo di sfogliare il quotidiano.

Si era isolata, constatò tristemente ed era sempre di Ron la colpa. Così, presa da una sorta di rivalsa, prese il giornale e focalizzò la sua attenzione sulla notizia in prima pagina, mentre butto giù un lungo sorso di caffè amaro.

Quasi soffocò quando lesse il primo articolo, che ricopriva per intero la prima pagina.

 

Draco Lucius Malfoy e Astoria Greengrass

Rompono il fidanzamento che li lega da ben 20 anni.

 

Segue a pag.2,3.4.10,12.

 

Mentre una grande foto dei due faceva capolino, dal giornale.

Hermione era ghiacciata dalla notizia, non aveva mai fatto caso ad Astoria. Ogni volta che si recava a casa di Draco, lei non c’era mai. Aveva creduto che quello strano contratto matrimoniale, stipulato anni prima dai Malfoy, fosse una leggenda. Non credeva che, dopo tutti quegli anni e soprattutto dopo la guerra, Draco acconsentiva ancora a quegli ideali strampalati.

Sfogliò bramosa di notizie la rivista. La curiosità la pervase tanto che non sentiva neanche la testa pulsare.

Hermione era curiosa di sapere tutto, Avrebbe potuto chiamare Draco per sapere le cose  in modo dettagliato.

Evitò, sentendo una strana sensazione attanagliare il suo stomaco. Infondo, aveva il giornale tra le mani e leggere era la sua passione fossero tomi o giornali scandalistici, sempre di lettura si trattava.

*

 

Il rampollo dell’antica casata dei Malfoy, ha annunciato in una lettera alla Gazzetta del Profeta, la rottura del patto matrimoniale che alcuni anni fa suo padre, Lucius Malfoy e l’avvocato Greengrass avevano stipulato.

 

Il patto consisteva nello sposare la giovane  e bellissima strega Astoria Greengrass, ora medimago al san Mungo nel reparto maternità.

La strega non ha voluto rilasciare dichiarazioni...

*

 

Patto matrimoniale? Perché non ne sapevo niente.

Ero convinta di essere sua amica.

Sì sentì quasi offesa.

Poi la domanda arrivò chiara nella sua mente :

Perché l’aveva lasciata?

Ricordò di averli visti insieme alcune volte a delle feste, quando anche lei andava. Erano sicuramente belli da vedere: lui con i suoi capelli biondi, il viso pallido e lo sguardo fiero.

 Nonostante tutto, sorrise.

Anche lei era bella, alta, magra. Aveva i capelli neri come la notte e la pelle candida come la neve.

Erano belli da vedere, ma forse... le apparenze ingannano.

Certo che ingannano, si rispose, basta vedere Ron.

Chi l’avrebbe mai detto, guardando il suo viso, che si sarebbe dimostrato il più grande stronzo sulla faccia della terra.

Nessuno!

Continuò  a leggere, oramai era avida di notizie .

*

 Il giovane Draco Malfoy, non ha voluto lasciar dichiarazioni riguardo le dimissioni da auror del ministero della magia.

Il mago, era entrato a far parte della squadra di Harry Potter…

 

La tazza gli scivolò dalle mani, quando lesse quella frase.

Che stava succedendo? Era forse uno scherzo?

Era dentro a uno di quegli strampalati programmi babbani che piacevano tanto a suo padre.

Rilesse il tutto più volte e dovette ammettere che vi era scritto veramente quello:

Draco Malfoy aveva lasciato il suo posto come Auror al Ministero della Magia, non dando alcuna spiegazioni al giornale.

Perché avrebbe dovuto darle, infondo.

A lei. A lei sì che doveva dare spiegazioni.

Fece la prima cosa che le passo in mente prese il telefono, compose il numero del suo cellulare e lo chiamò.

Quello era stato un suo regalo alcuni anni prima, la tecnologia babbana aveva catturato anche il più rigoroso dei purosangue.

-l’utente da lei chiamato non è al momento raggiungibile, la preghiamo di riprovare più tardi-.  

-Stronzo aveva staccato il telefono-.

Andò a sentire la segreteria telefonica del telefono di casa , magari l’aveva chiamata. Niente, oltre Ginny che l’aveva chiamata per farle sentire la piccola Lily che piangeva; Sua madre che la rimproverava perché non si era fatta viva;  Di lui, non vi era traccia.

Non si scoraggiò, corse in bagno a lavarsi. Mise un paio di jeans chiari, una maglia senza maniche un paio di flat ai piedi e si materializzo a villa Malfoy. Suonò attendendo di essere accolta nella villa.

Come spesso accadeva ad accoglierla nel maniero, che una sera di tanto tempo prima aveva creduto diventasse la sua tomba, le aprì un piccolo elfo domestico che si chiamava Tibly.

-Ciao Tibly ti ricordi di me, sono la collega del signorino Draco-

-Certo signorina Hermione. Certo che Tibly si ricorda di lei-.

-Prego. Le chiamo la signora, sarà contenta di vederla-.

-Tibly, il signorino Draco non c’è?- chiese Hermione.

-No. Il signorino, no. È andato via-.

-Via! Andato via. Dove? Tibly-.

-Non so. Tibly non sa queste cose. Aspetti, chiamo la signora Narcissa. Rimanga qui. Io vado a chiamare la signora-.

E l’elfo sparì oltre la porta e dopo pochi secondi arrivò insieme alla donna.

-Hermione cara-, disse la strega. Narcissa aveva oramai una certa età, anche se portava con classe ogni ruga. Aveva sofferto quella donna, aveva lottato, aveva combattuto in silenzio. Era stata succube del marito, obbligata a tacere per amore del figlio. Devastata dalla pazzia della sorella, ma era ancora lì, davanti ad Hermione Granger una mezzosangue accettata da Narcissa Black come amica del figlio Draco.

Sì, la guerra aveva cambiato molte cose, aveva cambiato molti cuori.

-Buongiorno lady Narcissa, mi scuso se sono venuta a casa vostra a quest’ora- disse Hermione in imbarazzo. - Non riesco a trovare Draco-, aggiunse, mordendosi il labro.

-Hai voglia di fare una passeggiata nel parco?- Domandò Narcissa.

Passeggiarono nel sentiero che dal piccolo giardino davanti al cancello d’ingresso portava alle serre private del retro. Narcissa amava le piante come Draco che diceva: che erano belle da osservare e utili per le pozioni.

Non avrebbe mai messo le sue dita lunghe e candide nella terra nera. No, un Malfoy non si sporcherebbe mai le mani in quel modo. Le amava a suo modo, da osservatore, come un critico osserva le opere d’arte. Lui ammirava le piante, non faceva il giardiniere, non faceva il pittore.

-Draco ha deciso di lasciare il suo lavoro come Auror, ha dato le dimissioni alcuni giorni fa-. Disse lady Narcissa.

-Potter, ha cercato di convincerlo a rimanere, ma non aveva più lo stimolo-.

-Stimolo? Io non mi sono accorta di nulla- rispose mesta.

-Immaginavo Hermione, la notizia è uscita alcuni giorni fa, prima dell’annullamento. Sentiva che la stava guardando.

-Non sapevo neanche quello-, disse vergognandosi. Non conosceva il suo amico. Lui, sapeva ogni suo segreto ma non le aveva confidato nulla.

Era troppo impegnato a sentire le sue pene, le lamentele sul mondo, sugli uomini, su Ron.

Camminarono ancora un poco, prima che si trovare una scusa abbastanza plausibile per andare via da maniero, rifugiandosi ancora una volta nella sua casa.

Sola. Era rimasta sola.

Ora, non aveva neanche più la sua ancora, la spalla su cui piangere. Anche lui si era stancato di lei.

 

   
 
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