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Autore: LeviRivaille    21/08/2011    1 recensioni
Lasciarsi avvolgere dall'oscurità del proprio cuore nonostante si sappia che si è puri e innocenti... o quasi. Se non vivessimo in una Londra ottocentesca ma ai giorni nostri? Tu che scegli, Black or White?
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ciel Phantomhive, Nuovo personaggio, Sebastian Michaelis
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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“… Il Chaos porta alla pazzia…

La pazzia porta alla perdita…

Della ragione.

Senza la ragione, si finisce per sentirsi inadeguati…

Inadeguati nella realtà dei fatti…”

 

Un corvo era comodamente posato su un ramo di un albero vicino alle due.

-Se… sei veramente mia… madre?

Chiese la corvina alla donna che aveva di fronte.

-Sì… Vuoi sapere dell’altro? Se vuoi ti posso portare con me e…

-E cosa?

Il corvo scese dall’albero e, da dietro, apparve Sebastian.

-Sono curioso di sapere cosa farete.

Un falso sorriso gli apparve in volto.

Si sentiva abbastanza inqueto quando quella donna si era avvicinata alla sua “protetta” e così, silenziosamente, si era avvicinato alle due per poter intervenire.

-Signorina Candid, venga qui, si lasci portare in salvo da questa megera.

Allungò la sua mano guantata verso Candy, nella speranza di “salvarla” da quella donna.

La ragazza, però, non ci badò e continuò a fissare la donna.

-A quanto pare è confusa… Che bestia orribile che siete. Profanare l’innocenza a una così perfetta creatura come lei.

La bionda accarezzò la testa della corvina come se fosse la cosa più preziosa del mondo.

-Detto da un essere come voi, lo prendo per un complimento.

-Sebastian, ti ordino di stare zitto… E vo… madre, lasciatemi subito.

Ordinò Candid ai due.

Era estremamente confusa e si sentiva molto fragile come se, la sua esistenza fosse improvvisamente stravolta, come se il mondo le stesse giocando un brutto gioco.

Gli occhi verdi diventarono rosa porpora e squadrarono prima l’uno, poi l’altro dei presenti.

Nei suoi occhi non c’era nulla di buono.

-Guarda i tuoi meravigliosi occhi… Sono quelli di…

-TACI! Ho sentito abbastanza!

La corvina si toccò il punto ove era il pugnale ma, lo lasciò stare.

-Candid, torniamo dentro a…

-Anche tu, Sebastian, sta zitto! NON VOGLIO SENTIRVI.

Scandì molto lentamente l’ultima frase e si avviò nel buio, nella speranza di stare un po’ da sola a riflettere e schiarirsi le idee.

Sembrava vera la storia della madre, ma non voleva crederle.

Se era vero che la donna era morta solo nel corpo umano, perché l’ha lasciata sola?

Perché non l’ha cercata prima per poter stare con lei?

Continuò a camminare per un’altra ventina di minuti, verso un luogo remoto, a lei sconosciuto.

Sentì il rumore di un fiume e si sedette vicino alla riva.

All’improvviso, la paura le assalì il corpo, facendola tremare dalla testa ai piedi.

-Se… Seba...

Si portò le mani al volto nella speranza di scacciar via quell’improvvisa paura.

Cercò nei ricordi qualcosa di rassicurante ma, le apparve il volto del demone.

Non andava per niente bene, perché era rassicurante?

Eppure, secondo quella donna, era LUI che le ha uccise e le ha impedito di diventare un…

Angelo.

La mente la riportò a quando aveva solo sette anni.

Era a terra esanime e ormai sapeva che la sua ora era giunta…

Il letto di piume bianche che si tingono di rosso per diventar nere…

Perché erano bianche?

Perché lei era un angelo.

 

Vorrei tanto aver delle risposte certe…

Mi sento così… Sola?

Sì, sola… Se è vero che Sebastian ci ha uccise allora…

Perché mi è rimasto accanto?

Perché si è preso cura di me?

 

-Candid… Posso?

La voce vellutata dell’uomo la riportò alla realtà.

Candy scosse la testa ma lui lo stesso si sedette.

-Mi spiace per quello che è successo prima.

Si affrettò a dire lei.

-Non volevo trattarti in quel modo ma… Quanto è vero di quello che ha detto?

-Perché chiederlo a una bestia come me?

Ribatté sarcastico, Sebastian.

Nel suo tono c’era della tristezza e amarezza che la ragazza se ne accorse.

-Quindi è tutto vero? Perché?

-Perché era il mio dovere…

Candid appoggiò la testa sulla spalla del demone come se, quel tocco, la facesse calmare almeno di poco.

-Il tuo dovere? Farmi diventare come…

-No, non era questo, su questo c’è stato un mal’ inteso. Avevo il compito di doverti uccidere e uccidere anche quella donna per il bene della mia “stirpe”.

Sebastian le cinse le spalle per rassicurarla.

-E cosa? Allora perché?

-Dovevo lasciarti li ma eri così piccola che ho provato, per la prima volta, pietà. Sembra strano, non è vero?

Lei annuii e sollevò la testa per osservarlo bene.

Non sembrava il solito, finto, essere che ha conosciuto.

-E ora?

-Ora dovrei finire il mio dovere o finirei per esser ucciso da DUE angeli.

-Due? Non sono un…

-No, sei ancora in tempo per diventare un angelo. Ma IO non voglio.

Candid scoppiò a ridere come se Sebastian avesse raccontato una barzelletta.

-Come non vuoi? Ah, è vero, il contratto.

-A questo punto dovresti uccidermi.

Sebastian appoggiò una mano sulla gamba della ragazza.

La fece scorrere fino a trovare il pugnale e, glielo porse.

-Non voglio ucciderti… Cioè…

-Devi rispettare il contratto…

-Ma tu mi hai detto che non sarei stata sola finché non mi avresti insegnato a…

-Come vivere la tua maledizione? No, non posso, devi vendicarti.

L’uomo gli strinse la mano in cui le aveva posato il pugnale.

Le lacrime rigarono il volto della ragazza.

-Non voglio… Non posso… Non potrei mai farti una cosa del genere.

Sebastian si alzò appena per mettersi più comodo e si avvicinò l’arma al petto.

-Devi farlo… Non puoi tirarti indietro.

-Ma non lo sapevo che eri tu… Non LO SAPEVO!

-Come mai esiti? Eppure ormai puoi riunirti a tua madre e vendicarti…

-E mio padre? Non dovevo cercare anche lui?

Chiese lei posando l’arma e scuotendo il capo.

-Io… anche se sei stato tu a fare questo, giuro sulla mia “vita” che non ti ucciderò... Sebastian, ti ordino di vivere e di non rimettermi più in questa situazione, capito?

-Yes, my lady… Se è come desideri, obbedirò… Ma ti avverto, vivrai nella più devastante agonia per non aver rispettato il patto.

-Lo so, lo so… Preferisco l’agonia che uccidere qualcuno che mi ha salvata.

Candid si alzò e gli allungò la mano per aiutarlo ad alzarsi.

Sebastian accettò l’auto offertogli e sorrise.

-Però devo sapere di più su di me…

-Vuoi tornare a esser un angelo?

-No, perché alla fine siamo come angeli… Angeli dalle piume nere che hanno lottato per la loro libertà contro l’essere chiamato DIO che, però, anziché apprezzarci ci ha spediti nelle più profonde viscere di questo mondo, insieme al suo angelo Lucifero, il nostro signore.

Disse molto filosofica.

A quelle parole, il demone si illuminò.

-Complimenti per la prima frase sensata in tutta la tua vita!

-Sei uno scemo! Dico sempre cose SENSATE. Sei tu a non capirle.

 

State tornando all’oscuro.

Sono orgoglioso di voi.

Non avete ceduto alla luce che emanava il vostro cuore o…

Non ancora…

Sto assaporando il momento in cui assaggerò la vostra purezza per poterla contaminare…

Di questa oscurità che ci affligge…

 

 

 


Intrusione dell'autrice: Ero incerta se lasciarla così oppure dire "Sì, va benissimo". Sinceramente penso che non sia uno dei migliori capitoli che ho scritto fino ad ora poichè, non sono così brava a narrare situazioni del genere. Tendo anche sempre ad aggiungere il pizzico di "dolcezza". Recensori e lettori spietati, fatevi SOTTO! XD
  
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