“… Il Chaos
porta alla pazzia…
La pazzia
porta alla perdita…
Della ragione.
Senza la
ragione, si finisce per sentirsi inadeguati…
Inadeguati nella realtà dei fatti…”
Un corvo era
comodamente posato su un ramo di un albero vicino alle due.
-Se… sei
veramente mia… madre?
Chiese la
corvina alla donna che aveva di fronte.
-Sì… Vuoi
sapere dell’altro? Se vuoi ti posso portare con me e…
-E cosa?
Il corvo
scese dall’albero e, da dietro, apparve Sebastian.
-Sono curioso
di sapere cosa farete.
Un falso
sorriso gli apparve in volto.
Si sentiva
abbastanza inqueto quando quella donna si era avvicinata alla sua “protetta” e
così, silenziosamente, si era avvicinato alle due per poter intervenire.
-Signorina
Candid, venga qui, si lasci portare in salvo da questa megera.
Allungò la
sua mano guantata verso Candy, nella speranza di “salvarla” da quella donna.
La ragazza,
però, non ci badò e continuò a fissare la donna.
-A quanto
pare è confusa… Che bestia orribile che siete. Profanare l’innocenza a una così
perfetta creatura come lei.
La bionda
accarezzò la testa della corvina come se fosse la cosa più preziosa del mondo.
-Detto da un
essere come voi, lo prendo per un complimento.
-Sebastian,
ti ordino di stare zitto… E vo… madre, lasciatemi subito.
Ordinò Candid
ai due.
Era
estremamente confusa e si sentiva molto fragile come se, la sua esistenza fosse
improvvisamente stravolta, come se il mondo le stesse giocando un brutto gioco.
Gli occhi
verdi diventarono rosa porpora e squadrarono prima l’uno, poi l’altro dei
presenti.
Nei suoi
occhi non c’era nulla di buono.
-Guarda i
tuoi meravigliosi occhi… Sono quelli di…
-TACI! Ho
sentito abbastanza!
La corvina si
toccò il punto ove era il pugnale ma, lo lasciò stare.
-Candid,
torniamo dentro a…
-Anche tu,
Sebastian, sta zitto! NON VOGLIO SENTIRVI.
Scandì molto
lentamente l’ultima frase e si avviò nel buio, nella speranza di stare un po’ da
sola a riflettere e schiarirsi le idee.
Sembrava vera
la storia della madre, ma non voleva crederle.
Se era vero
che la donna era morta solo nel corpo umano, perché l’ha lasciata sola?
Perché non l’ha
cercata prima per poter stare con lei?
Continuò a
camminare per un’altra ventina di minuti, verso un luogo remoto, a lei
sconosciuto.
Sentì il
rumore di un fiume e si sedette vicino alla riva.
All’improvviso,
la paura le assalì il corpo, facendola tremare dalla testa ai piedi.
-Se… Seba...
Si portò le
mani al volto nella speranza di scacciar via quell’improvvisa paura.
Cercò nei
ricordi qualcosa di rassicurante ma, le apparve il volto del demone.
Non andava
per niente bene, perché era rassicurante?
Eppure,
secondo quella donna, era LUI che le ha uccise e le ha impedito di diventare un…
Angelo.
La mente la
riportò a quando aveva solo sette anni.
Era a terra
esanime e ormai sapeva che la sua ora era giunta…
Il letto di
piume bianche che si tingono di rosso per diventar nere…
Perché erano
bianche?
Perché lei
era un angelo.
Vorrei
tanto aver delle risposte certe…
Mi
sento così… Sola?
Sì,
sola… Se è vero che Sebastian ci ha uccise allora…
Perché
mi è rimasto accanto?
Perché
si è preso cura di me?
-Candid…
Posso?
La voce
vellutata dell’uomo la riportò alla realtà.
Candy scosse
la testa ma lui lo stesso si sedette.
-Mi spiace
per quello che è successo prima.
Si affrettò a
dire lei.
-Non volevo
trattarti in quel modo ma… Quanto è vero di quello che ha detto?
-Perché chiederlo
a una bestia come me?
Ribatté
sarcastico, Sebastian.
Nel suo tono
c’era della tristezza e amarezza che la ragazza se ne accorse.
-Quindi è
tutto vero? Perché?
-Perché era
il mio dovere…
Candid
appoggiò la testa sulla spalla del demone come se, quel tocco, la facesse
calmare almeno di poco.
-Il tuo
dovere? Farmi diventare come…
-No, non era
questo, su questo c’è stato un mal’ inteso. Avevo il compito di doverti
uccidere e uccidere anche quella donna per il bene della mia “stirpe”.
Sebastian le
cinse le spalle per rassicurarla.
-E cosa?
Allora perché?
-Dovevo
lasciarti li ma eri così piccola che ho provato, per la prima volta, pietà.
Sembra strano, non è vero?
Lei annuii e
sollevò la testa per osservarlo bene.
Non sembrava
il solito, finto, essere che ha conosciuto.
-E ora?
-Ora dovrei
finire il mio dovere o finirei per esser ucciso da DUE angeli.
-Due? Non
sono un…
-No, sei
ancora in tempo per diventare un angelo. Ma IO non voglio.
Candid
scoppiò a ridere come se Sebastian avesse raccontato una barzelletta.
-Come non
vuoi? Ah, è vero, il contratto.
-A questo
punto dovresti uccidermi.
Sebastian appoggiò
una mano sulla gamba della ragazza.
La fece
scorrere fino a trovare il pugnale e, glielo porse.
-Non voglio
ucciderti… Cioè…
-Devi
rispettare il contratto…
-Ma tu mi hai
detto che non sarei stata sola finché non mi avresti insegnato a…
-Come vivere
la tua maledizione? No, non posso, devi vendicarti.
L’uomo gli
strinse la mano in cui le aveva posato il pugnale.
Le lacrime
rigarono il volto della ragazza.
-Non voglio…
Non posso… Non potrei mai farti una cosa del genere.
Sebastian si
alzò appena per mettersi più comodo e si avvicinò l’arma al petto.
-Devi farlo…
Non puoi tirarti indietro.
-Ma non lo
sapevo che eri tu… Non LO SAPEVO!
-Come mai
esiti? Eppure ormai puoi riunirti a tua madre e vendicarti…
-E mio padre?
Non dovevo cercare anche lui?
Chiese lei
posando l’arma e scuotendo il capo.
-Io… anche se
sei stato tu a fare questo, giuro sulla mia “vita” che non ti ucciderò...
Sebastian, ti ordino di vivere e di non rimettermi più in questa situazione,
capito?
-Yes, my lady…
Se è come desideri, obbedirò… Ma ti avverto, vivrai nella più devastante agonia
per non aver rispettato il patto.
-Lo so, lo so…
Preferisco l’agonia che uccidere qualcuno che mi ha salvata.
Candid si
alzò e gli allungò la mano per aiutarlo ad alzarsi.
Sebastian
accettò l’auto offertogli e sorrise.
-Però devo
sapere di più su di me…
-Vuoi tornare
a esser un angelo?
-No, perché alla
fine siamo come angeli… Angeli dalle piume nere che hanno lottato per la loro
libertà contro l’essere chiamato DIO che, però, anziché apprezzarci ci ha
spediti nelle più profonde viscere di questo mondo, insieme al suo angelo
Lucifero, il nostro signore.
Disse molto
filosofica.
A quelle
parole, il demone si illuminò.
-Complimenti
per la prima frase sensata in tutta la tua vita!
-Sei uno
scemo! Dico sempre cose SENSATE. Sei tu a non capirle.
State
tornando all’oscuro.
Sono
orgoglioso di voi.
Non
avete ceduto alla luce che emanava il vostro cuore o…
Non ancora…
Sto
assaporando il momento in cui assaggerò la vostra purezza per poterla
contaminare…
Di
questa oscurità che ci affligge…
Intrusione dell'autrice: Ero incerta se lasciarla così oppure dire "Sì, va benissimo". Sinceramente penso che non sia uno dei migliori capitoli che ho scritto fino ad ora poichè, non sono così brava a narrare situazioni del genere. Tendo anche sempre ad aggiungere il pizzico di "dolcezza". Recensori e lettori spietati, fatevi SOTTO! XD