Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: CamBk    21/08/2011    2 recensioni
Ehi, mi chiamo Camilla, e non oso ancora definirmi scrittrice nonostante buttar giù parole su un foglio di carta sia la mia occupazione preferita.
Questa fan fiction si ispira all'amore platonico che provo nei confronti del frontman della band dei Tokio Hotel, Bill Kaulitz.
In questo racconto di pura fantasia, la protagonista Mona, ragazza italiana di origini tedesche, vivrà una tormentata storia d'amore 'al sapore di Germania'.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bill Kaulitz
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
‘I gentili passeggeri sono pregati di prepararsi all’atterraggio’.
Mi strofino gli occhi con le mani, e tiro un sospiro di sollievo;
odio volare, odio gli aerei, odio stare seduta sospesa in cielo a chilometri di distanza da terra, ma più di tutto odio la naturalezza con cui Val affronta questo viaggio, fotografando dal finestrino la pista d’atterraggio dell’aeroporto che si avvicina.
‘Wilkommen in Hamburg’ una voce gentile ci invita a slacciare le cinture e scendere dai velivolo.
Non appena tocco terra mi sento rinascere; ho come la sensazione di aver trattenuto il respiro per tutta la durata del tragitto, vale a dire un paio d’ore circa.
Inspiro l’aria a pieni polmoni, e una ventata d’aria gelida mi scompiglia i capelli; il freddo è pungente e mi stringo nel cappotto, odiandomi per non aver indossato la mia ingombrante sciarpa in lana.
Pur avendo le dita intorpidite dal gelo invernale, sfilo dalla tasca destra del mio cappotto il cellulare e corro ad aggiornare il mio blog facendo scorrere veloce le dita sui tasti: ’Freddo devastante, aeroporto di Amburgo. Xoxo, M.’

***

Mezz’ora dopo circa, mi ritrovo nella hall di un albergo a tre stelle.
E’ accogliente e profuma di casa; una moquette color cuoio riveste i pavimenti creando un’atmosfera quasi festosa. La tappezzeria ai muri è sobria, di un beige chiarissimo, e l’ascensore è internamente rivestita da specchi.
La receptionist blatera qualcosa in un tedesco incomprensibile, e poi ci indica la direzione della stanze; prendo al volo la chiave che Val mi lancia, e leggendo il numero inciso sulla placchetta dorata vengo percorsa da un brivido: zimmer 483.
Questa è decisamente una di quelle che io chiamo strane-coincidenze-della-vita.
Non ne parlo con Val, capirebbe mai? Non ho nemmeno il tempo di rifletterci su, che quell’uragano di ragazza bella come il sole mi prende la mano e comincia a correre come una furia su per le scale trascinandomi dietro di sé.
Infilo le chiavi nella serratura, e con un leggero calcio spalanco la porta; l’accoglienza e il calore notati nella hall sono evidentemente comuni a tutte le stanze dell’albergo.
Alzo gli occhi,e sulla parete compare uno stranissimo orologio a forma di bussola; segna le 19.45.
- Serata libera ! – grida Val rientrando in camera, con un sorriso che le occupa tutto il viso.
-Come dici? – rispondo, spalancando le tende dell’enorme finestra accanto al mio letto, quasi ignorandola.
- La Sacchi ci ha dato qualche ora d’aria – sbuffa Val – sei ancora lì in piedi? Ti vuoi muovere? – ringhia.
- Fantastico! – esclamo.
Dopo esserci infilate il cappotto, e dopo essermi arrotolata uno sciarpone attorno al collo, chiudiamo la porta alle nostre spalle e sgattaioliamo fuori dall’albergo.

***

Siamo in piena Amburgo,è meravigliosa.
Una marea di luci, colori, e suoni ci accoglie in una piazza colma di persone, per lo più del luogo.
Tiro fuori dalla borsa la cartina acquistata poco prima in aeroporto, e trascino Val in un McDonald’s a cento metri da noi.
-Sai cosa pensavo?- farfuglia Val, mentre cerca invano di mandar giù un boccone decisamente troppo grande.
-Mh?- rispondo disinteressata.
-Una di queste sere ci facciamo un giro fuori da un locale che..- e come finale mi fa l’occhiolino, con aria complice.
-..che?- cerco meglio di capire cos’ha in mente.
-Ho saputo che qua intorno c’è un locale frequentato dalle celebrità, non so, gente di quel tipo- replica entusiasta Val.
Per tutta risposta annuisco, sì, ci faremo un giro.
-..che ne sai che magari non becchiamo tu-sai-chi ! E con tu-sai-chi intendo il ‘ragazzo’ di cui porti il nome sulla collanina. – alla parola ‘ragazzo’ storce in naso e indica con un cenno del capo la catenina argentata che porto al collo.
La stringo forte a me, e le porgo un’occhiata di sfuggita; in bella calligrafia, inciso sulla medaglietta luccicante appare un nome: bill kaulitz.

 
  
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: CamBk