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Autore: remsaverem    22/08/2011    1 recensioni
Jason Gideon viene coinvolto in un caso della sua vecchia squadra. Ma gli esiti saranno imprevisti e Reid finirà col rischiare la vita.
“È il momento della resa dei conti mio caro” esclamò Flint convinto “ma non credo ti piacerà quello che ho in serbo per te”.
“Stupiscimi” rispose Gideon con un sorriso.
“Smettila!” ribattè Flint agitando la pistola in aria “so bene che dietro quell’aria calma stai fremendo per questo scarto, che hai paura per lui” così dicendo, con una mossa repentina smise di agitare per aria la pistola e la puntò verso Reid, immobile “e se adesso lo ammazzassi qui, ora eh?”
Genere: Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Jason Gideon, Spencer Reid, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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CapIII


CISTERNA LAGO MOHAI 2:13 p.m.

C’era quasi, ormai era arrivato.

Non aveva un piano.

Il suo unico obiettivo era quello di salvare Reid e se per farlo avesse dovuto sparare a F., bè, non ci avrebbe pensato due volte.

Walton Flint aveva ucciso 14 persone prima di essere arrestato, poi, durante l’evasione, c’erano andate di mezzo due guardie e un autista colpevole solo di passare nel momento sbagliato.

Qualcosa però gli diceva che la pistola sarebbe stata del tutto inutile con un tipo simile.

F. si sarebbe fatto volentieri ammazzare se questo fosse servito a eliminare anche Reid, solo per spregio, solo per il gusto della vittoria.

Trasse un profondo respiro e avanzò.

 


RADURA LAGO MOHAI lato sud 2:08 p.m.

“Dove sono?” domandò Morgan scrutando attentamente i dintorni della radura che si affacciava sul lago artificiale.

“Qualcosa mi dice che sono lassù, avanti scendiamo, c’è ancora un pezzo da fare” esclamò Hotch tacendo sul fatto che quel silenzio lo preoccupava.

Ma non ne fece parola con Morgan.

Qualcosa nella sua testa gli suggeriva che sarebbero potuti diventare inutili testimoni di una tragedia, ma non voleva pensarci.

 

RADURA LAGO MOHAI lato nord 2:05 p.m.

“Pensi che Gideon abbia fatto male a mettersi in mezzo?” domandò Prentiss evitando per poco di inciampare in un tronco per terra.

“Quello che penso non ha molta importanza” rispose Rossi “tutto quello che so è che Reid non sarebbe laggiù se lui non…”

Suo malgrado Prentiss si trovò ad essere d’accordo con l’agente più anziano.

Erano arrivati tre giorni prima a Briston, nel Montana, per risolvere un caso di evasione e le cose erano andate piuttosto bene, all’inizio.

Avevano elaborato un profilo geografico della zona d’azione del soggetto, ma il caso si era complicato quando Gideon si era presentato alla stazione dello sceriffo di B. chiedendo di parlare con loro.

Quello di F. era un suo vecchio caso e lui pensava che uscendo allo scoperto li avrebbe aiutati a catturarlo, ma si era sbagliato.

Si erano sbagliati tutti in realtà.

Perché Flint voleva sì vendicarsi di Gideon, ma in un modo che non avevano previsto.

 

 

CISTERNA LAGO MOHAI 2:15 p.m.

Gideon avanzò con le mani in alto, bene in vista sopra la testa.

La pistola inerte nella destra.

“Finalmente!” esclamò Flint con un ghigno.

Gideon sorrise “non potevo certo rifiutare l’invito no?”

“Già, bello qui vero? Una cornice perfetta” riprese Flint invitandolo a godere del paesaggio.

Gideon scrollò le spalle.

“Sono contento che tu sia qui, non sarebbe stata la stessa cosa senza di te, ma ero sicuro che saresti venuto, questo rifiuto qui è troppo importante per te vero?” pronunciando quelle parole tirò un calcio a Reid, accoccolato ai suoi piedi, una massa informe.

Gideon sembrò non notarlo nemmeno. Lo sguardo fisso negli occhi di Flint.

Scrollò le spalle “non so di cosa tu stia parlando…”

“Uhm… non prendiamoci in giro, avanti Jason, so bene che questo pivello faceva parte della tua squadra … ho fatto anch’io le mie indagini, non sono stupido quanto credi”.

“Mai pensato che tu fossi stupido, Flint” rispose Gideon tranquillamente.

 

 

Reid intravedeva a malapena la sagoma di Gideon. L’occhio chiuso a suon di pugni gli inviava ondate di dolore intermittenti.

Dalla sua posizione, quello che poteva vedere meglio erano solo i piedi dell’amico.

Non riusciva nemmeno a distinguere bene quello che si stavano dicendo.

Il vento gli fischiava nelle orecchie.

Guardò brevemente in su, verso Flint, se fosse riuscito a creare un diversivo, anche solo per una frazione di secondo, Gideon avrebbe potuto approfittarne.

 

 

“È il momento della resa dei conti mio caro” esclamò Flint convinto “ma non credo ti piacerà quello che ho in serbo per te”.

“Stupiscimi” rispose Gideon con un sorriso.

“Smettila!” ribattè Flint agitando la pistola in aria “so bene che dietro quell’aria calma stai fremendo per questo scarto, che hai paura per lui” così dicendo, con una mossa repentina smise di agitare per aria la pistola e la puntò verso Reid, immobile “e se adesso lo ammazzassi qui, ora eh?”

“Poi ti sparerei” sillabò Gideon con calma, come se illustrasse a una classe il concetto di legittima causa conseguenza.

“Ah –ah” rise ostentatamente Flint “divertente, molto divertente, ti piacerebbe eh, ma non è questo che ho preparato per te!” e, veloce come il lampo, afferrò Reid per il giubbotto e lo tirò su, scrollandolo malamente.

 

 

Reid si guardò intorno alla ricerca di qualcosa, di qualsiasi cosa che potesse essergli utile, ma non c’era niente.

Niente tranne due poliziotti, un killer in fuga e il fischio del vento.

È il momento della resa dei conti mio caro, ma non credo quello che ho in serbo…”

“Stupi…”

Aveva indovinato il piano di Gideon, voleva provocare Flint finché questi, irritato, non avesse fatto una mossa falsa. Furbo.

Ma, Reid lo intuiva, il tempo stava per scadere, era un azzardo col diavolo.

Non avrebbe voluto diventare nuovamente una pedina in un simile gioco.

Pensava di essere cresciuto in quegli anni, ne aveva viste tante…

Credeva di essere diventato più cauto, più …

Scrollò la testa, anche quel semplice gesto gli diede una breve vertigine.

F. li aveva imbrogliati tutti, possibile che avesse pianificato tutto nei minimi dettagli fin da prima dell’evasione.

Voleva che Gideon partecipasse, voleva che G. sapesse quello che stava facendo per fargliela pagare una volta stanatolo.

Da manuale, limpido e lampante. Avrebbero dovuto capirlo, ma le cose si erano mosse così in fretta …

Troppo.

Non avrebbero continuato ancora a lungo.

Se fosse stato solo per Gideon sarebbero potuti andare avanti ore, ma Flint voleva risolvere la questione in fretta.

Chi avrebbe ceduto prima?

Gideon contava su questo, ma forse ignorava quanto F. potesse essere determinato in quel momento.

Non poteva permettere che F. guidasse il gioco.

Doveva agire.

Era ora.

Si spostò leggermente sulla destra, verso il suo rapitore.

Da sotto il giubbotto strappato fece per allungare una mano. Se solo fosse riuscito a sbilanciare, anche solo un po’…

Gideon era sempre stato un bravo tiratore. Non avrebbe mancato il bersaglio.

Ma F. fu più veloce e Reid si sentì afferrare con forza e si trovò in piedi, la visuale rimastagli occupata da G. con le braccia spalancate e una pistola mollemente posata nella mano destra.

 

 

Gideon si irrigidì leggermente, ma non si mosse.

Non voleva spaventarlo. Sapeva che F., in quel momento, era altamente instabile.

Un solo gesto avrebbe potuto gettarlo in uno stato di ulteriore paranoia e non era il caso di azzardare.

“Sappiamo tutti e due che è inutile Flint, la squadra sta per arrivare, in ogni caso non la passerai liscia”.

F. sorrise e, per la primissima volta, G. dubitò “che diavolo aveva in mente …  ”, senza pensarci mosse un piccolo passo verso i due.

Come risposta F. si irrigidì e strinse più forte Reid “preparati a dire addio al tuo amichetto” e così dicendo sporse Reid sul bordo della piattaforma, tra le raffiche di vento.

“Fermo!” gridò Gideon e capì di essere in trappola.

“Adesso ti sei tolto quel sorrisetto del cazzo eh? Puoi anche spararmi, ma se lo fai io mollo la presa e il ragazzino finisce di sotto, se non lo fai…” e lo psicopatico fece finta di pensarci su “io lo getto di sotto lo stesso” e spinse Reid ancora più all’esterno.

Reid si lasciò sfuggire un grido, cercando di rimanere in equilibrio sull’orlo del baratro.

“Che cosa vuoi Flint? Dimmi che cosa vuoi” urlò Gideon per farsi sentire al di sopra del sibilo acuto del vento.

“Quando siete venuti a prendermi c’era anche mia- mia sorella…”

“Gina…” sussurrò Gideon e capì all’istante.

“Non pronunciare il suo nome schifoso bastardo!!” gridò Flint ormai fuori controllo.

“Era il protocollo, se i stato tu a non voler uscire subito, sapevi che lei era in casa, ma non l’hai lasciata andare sei tu che..”

“Vaffanculo Gideon, tu mi ha portato via l’unica persona che abbia mai amato e io farò lo stesso con te” così dicendo mollò la presa su Reid e lo lasciò cadere con un sorriso folle e compiaciuto sul volto.

Gideon mollò la pistola, tuffandosi in avanti nel vano tentativo di prenderlo prima che fosse troppo tardi.

Mancò la presa per qualche millimetro.

 

 

  
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