Buuuuuuh uh uhuhuh! EFP è tornato! ÇvÇ Ormai stavo in crisi d'astinenza... XD
Vi dirò la verità: di qui in poi inizia la vera e propria "parte finale"
della storia, ed a me non piace per niente come mi è uscita, tanto che il black
out del sito mi era parso quasi un provvidenziale invito divino a NON postarla
più... ma non mi sembrava molto corretto nei vostri confronti... ^^" così ora vi
lascio al capitolo nuovo, che avete atteso per 20 giorni...
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Per leggere le note cliccate sul simbolo, x es: (***) e
finirete in fondo alla pagina. Quando avete letto, cliccate di nuovo sul simbolo
che troverete e... magia: tornate al punto del capitolo in cui eravate rimasti!
Potere del FrontPage... ^o^
Intro al Capitolo: Uff… questo
capitolo è stato difficilissimo da scrivere!
Il riferimento non è alla nota marca di cioccolatini tondi con carta dorata (Boooooni!),
ma al “Qualcosa di Buono” del Capitolo 6 (e della puntata 51)… beh, ecco, la
situazione sarà un po’ equivoca, ma non pensate troppo male! In origine non
volevo riferirmi a “quello”… è che poi, scrivendo… la situazione mi è un po’
scivolata di mano… ^_^””””
*** 8. Qualcosa di Buono ***
~ * ~
By Ichigo
I raise my hands and I surrender |
Poichè il tuo amore è troppo forte, e io non posso andare avanti |
(Surrender, Laura Pausini) |
Si rimaterializzarono nella stanza di Kisshu. Ichigo si trascinò velocemente sul
letto, prima che le gambe la abbandonassero definitivamente.
Non
sapeva se dare la colpa allo spavento che aveva avuto qualche secondo prima o
alla sensazione orribile che il teletrasporto provocava al suo stomaco.
Non
appena la superficie salda del letto le diede sostegno, non riuscì a trattenere
un sospiro liberatorio.
L’alieno poggiò il pacchetto dei
vestiti in un angolo e si avvicinò a lei con aria tranquilla.
“Allora
Ko-Neko-Chan, cosa…” iniziò lui.
“KISSHU!” si sentì urlare.
Il
Kisshu in questione diventò, se possibile, ancora più pallido, e si irrigidì
come se qualcuno gli avesse appena tirata una pugnalata alle spalle.
“KISSHU?
Sei tornato?”.
Ichigo riconobbe la vocetta acuta di Taruto provenire
da fuori la porta.
Prima che la ragazza potesse reagire in
alcun modo, Kisshu le buttò addosso una coperta alla velocità della luce e si
precipitò verso la porta.
Ichigo, dal canto suo, si avvolse
sotto la suddetta coperta cercando con tutte le sue doti artistiche di imitare,
in modo convincente, un letto. -____-“
Poi
sollevò appena un lembo della stoffa per scrutare cosa stava avvenendo.
“Sono
ore che ti cerco! Ma dove eri finito?” domandò Taruto, senza che la ragazza
riuscisse a vederlo, da quell’angolazione.
“Da nessuna
parte. Nulla di interessante per un bambino!” tagliò secco Kisshu.
“Io
NON sono un bambino!” strillò Taruto. “E poi chi c’è là dentro? Ho sentito che
parlavi con qualcuno!” continuò il giovane alieno, affacciandosi con la sua
faccia paffutella alla porta.
“Non c’è nessuno là dentro”
esordì Kisshu, palesemente nervoso, mentre si appoggiava con il braccio allo
stipite della porta in modo da bloccarne l’ingresso.
Taruto
rimase un po’ in silenzio. “Ah, ho capito…” iniziò “…stai facendo una delle tue
solite porcate!”
“Io non faccio porcate!” sbraitò l’alieno
dagli occhi dorati.
“Certo, certo… come quella volta che
Pai ti ha beccato a…”
“Sta zitto, moccioso!” lo interruppe
un agitatissimo Kisshu. “Non osare mai più dire una cosa del genere o ti uso
come lettiera per chimeri!”
Taruto sghignazzò e poi disse
qualcos’altro che Ichigo non riuscì ad afferrare perché evidentemente si era
allontanato troppo.
Continuò a sentirli litigare ancora un
po’ senza riuscire più a capire che dicevano, finché calò il silenzio.
***
“Devono essersene andati…” constatò la ragazza, poco più tardi. “Per fortuna non mi ha
visto! Se mi scoprissero…”
Già le bastava dover aver a che
fare con Kisshu… ci mancavano anche i suoi due amici!
E poi Taruto
non le era mai piaciuto. Non solo perché la chiamava gentilmente “Vecchiaccia”,
ma soprattutto perché, anche se era ancora un bambino, aveva una certa vena
sadica poco rassicurante.
Pai invece le metteva semplicemente i brividi,
con quel suo sguardo freddo… aveva sempre avuto il terrore che da un momento
all’altro, da quella sua mente calcolatrice, potesse saltare fuori qualche
piano talmente complesso da irretire tutta la squadra delle Mew Mew senza che
loro cinque avessero il tempo di accorgersi di nulla…
Ma in
realtà quello che le faceva più paura di tutti, era sempre stato Kisshu, specie
quando aveva quei suoi scatti da individuo mentalmente instabile o quando le
diceva quelle frasi a doppio senso… per non parlare delle volte che la fissava
con insistenza, senza che Ichigo potesse capire se meditasse di farla fuori o
avesse altre idee poco carine su di lei…
Rabbrividì,
avvolgendosi di più nella coperta.
Non era vero che era una
ragazza poi così forte come dicevano le sue amiche…
In quel
momento avrebbe voluto che il Cavaliere Blu apparisse lì, la prendesse tra le
sue braccia robuste e le sussurrasse all’orecchio con quel tono seducente
“Io sono tuo. Sono nato per proteggerti”.
Ichigo
arrossì al ricordo.
Peccato che il Cavaliere Blu se ne fosse andato
insieme a Profondo Blu.
Chissà
se Aoyama-Kun vuole ancora proteggermi, ora che il Cavaliere blu è svanito…
Ci
rifletté un po’ sopra: si accorse che era difficile capire quanto del ragazzo che
conosceva fosse realmente Aoyama e quanto fosse frutto di altre strane
identità.
“Uhm…” ponderò la rossa “Se Profondo Blu se n’è andato,
allora anche il Cavaliere Blu se n’è andato, allora Aoyama-Kun non vuole più
proteggermi…”
“Ma se il Cavaliere Blu è rimasto, allora anche Profondo
Blu è rimasto, quindi lui vuole ancora uccidermi…”
“Ma come fa a
volermi uccidere e proteggermi allo stesso tempo???” @_@
“E poi perché dovrebbero
essersene andati tutti e due contemporaneamente?” @_____________@
“IO NON CI CAPISCO
PIU’ NIENTE!” sbottò, scoprendosi di botto poiché le era venuto troppo caldo.
Quindi
abbracciò la coperta come era solita fare con il suo cuscino a casa, per
riflettere meglio (WOW! NdMe) e iniziò a dondolarsi a destra e a sinistra.
“Certo
che sono qui solo da due giorni e Kisshu è già riuscito a baciarmi due volte…”
osservò mestamente.
“E prima io… io non mi sono nemmeno opposta!
Finora una cosa del genere mi era successa solo con Shirogane…”
“Non
è che mi sono semplicemente –non opposta-…”
“Io…”
Aveva paura
a dire quella frase.
“Io… mi è piaciuto!”
Arrossì, stringendo
più forte la coperta.
“Come è possibile che mi sia piaciuto così
tanto?”
Era tutto così confuso e senza senso…
“Io
però non voglio andarmene via! Voglio tornare a casa, voglio tornare dai miei
amici, dalla mia famiglia!”
“Non voglio che Kisshu mi porti via…”
mormorò Ichigo. “Almeno di questo sono sicura!”
***
Ichigo aveva da poco finito di mangiare il resto del bento
che l’alieno le aveva portato il giorno prima. Aveva un sapore un po’ stantio
ma era troppo affamata per badarci.
Chissà a chi l’ha rubato… si domandò scocciata.
Erano
passato diverse ore da quando lui e Taruto se ne erano andati e passare un
altro pomeriggio da sola in quella stanza vuota e triste l’aveva annoiata a
morte. Per un attimo aveva anche pensato di uscire di nuovo, ma temeva che
avrebbero potuto vederla.
E poi quel cielo verde brillante le metteva
un’angoscia terribile…
Quando, poco dopo Kisshu riapparve
dalla porta, aveva i vestiti sporchi di macchie nere e una strisciata scura
sulla guancia destra, sommate ad un’aria molto scocciata.
“Scusami
bambolina, si ti ho fatto aspettare” esordì. “Vedo che hai cenato senza di me,
grazie!”
“Avevo fame…” ribatté la rossa senza interesse.
L’alieno
si sedette di fianco a lei e prese a contemplare le macchie sui suoi vestiti.
“Pai
ha voluto una mano a riparare lo stabilizzatore dell’astronave. Guarda come mi
sono conciato…” sospirò.
“Comunque, fra poco avrà
finito di aggiustarla, Ko-Neko-Chan… così potremo partire” le disse.
A
quelle parole, Ichigo si sentì gelare.
“P-partire? Fra poco? Ma
allora… vuoi davvero portarmi via?” farfugliò. “Kisshu, io non voglio! Non
voglio andare sul tuo pianeta!”
Si mise a pregare con tutto il cuore
che Shirogane arrivasse a tirarla via di lì in tempo…
era sempre così
maledettamente intelligente… doveva riuscire a capire dove si trovava!
Sì…
ci sarebbe riuscito… certamente…
Fu Kisshu a riscuoterla da
quell’attimo di panico in cui era sprofondata, mormorandole, a mezza voce: “Nemmeno
io vorrei tornare…”
La rossa sollevò un sopracciglio, scossa.
“Come?” domandò, pensando di aver capito male.
Poi, siccome lui non le
rispondeva, tentò di nuovo: “Vuoi restare sulla Terra?” gli chiese.
“No,
questo posto mi ha stancato. Tutti questi alberi e quel cielo azzurro, un po’
fa caldo, un po’ fa freddo… e poi sempre a vedere solo Pai e Taruto tutti i
giorni, sai che noia? E soprattutto la cucina, fa schifo!” le rispose, con una
risatina nervosa.
“Voglio vedere di nuovo la mia casa… e altri
individui che non siano diversi da
me…”
“Quello che dici non ha senso…” constatò la ragazza,
confusa. “Perché allora non torni sul tuo pianeta?” domandò timidamente.
Kisshu
si mise a giocherellare nervosamente con uno dei nastri del suo vestito.
“Lascia perdere Micetta… Parlarne non serve a niente. Non
sforzare la tua bella testolina rossa…” tagliò corto, come se lei avesse appena
fatto la domanda più insignificante della Terra…
Insignificante un corno!
Ci
andava di mezzo il suo futuro!
“E NO! Guarda che mi sono stancata di
questa storia che sono cretina! E’ diventata banale!” sbottò, oltretutto risentita
di essere trattata in quel modo da ogni ragazzo che conosceva (XD). “Ora tu
finisci il discorso e cerchi di spiegarti!”
Il giovane
alieno, invece, non la degnò di risposta e si alzò di scatto, allontanandosi
speditamente a grandi passi.
Ma poi si fermò, al centro della stanza,
tirando un sospiro decisamente pesante che la lasciò perplessa.
“Beh?
E’ così difficile?” domandò Ichigo.
Dopo un silenzio
stranamente lungo, vide Kisshu portarsi una mano dietro al collo, in un gesto nervoso
che sembrava accompagnare qualcosa di peggio dell’imbarazzo.
“Quando
torneremo… quando torneremo, non saranno contenti, credo” iniziò, incerto. “Non
sarà contento nessuno”.
Si voltò di nuovo verso di lei e le
si avvicinò, posando le mani sul letto ai suoi fianchi ed avvicinandosi più del
dovuto al suo viso.
“Sul mio pianeta credevano molto in Profondo Blu e
non saranno felici di rivedere quelli che hanno aiutato i terrestri ad
ucciderlo.”
“Specialmente non saranno contenti di vedere me” aggiunse.
“Ma
voi avete l’Acqua Mew, con quella salverete il vostro pianeta!” ribatté la
rossa, mentre cercava di tenersi a debita distanza.
“L’Acqua
Mew può salvare molte vite, ma non so se sia in grado di risolvere il problema
del mio pianeta. Ti ho spiegato cosa sta accadendo e non mi pare che tra i
poteri di quel cristallo ci sia quello di cambiare l’orbita di un intero corpo
celeste…”
Ichigo si ammutolì, spiazzata, incapace di trovare
una soluzione al problema.
Quindi… l’Acqua Mew che avevano tanto
cercato… era inutile?
E loro… stavano tornando a casa a mani vuote?
No,
peggio: stavano tornando a casa dopo aver eliminato l’unica speranza di
salvezza per quella gente…
“E cosa pensi che ti faranno?”
domandò incerta.
Lui non le rispose.
E
lei si sentì improvvisamente terrorizzata, realizzando con più chiarezza il
significato di quelle parole.
“E se tu mi porti sul tuo pianeta, cosa
faranno a me? Cosa ne sarà di me?” strillò, mentre il desiderio di fuggire da
quel posto si impadroniva nuovamente di lei.
Inaspettatamente,
Kisshu la tirò in piedi e se la strinse tra le braccia, bloccando sul nascere tutti
i suoi propositi di fuga.
E per un breve istante, mentre lei aspettava
immobile ed intimorita la prossima mossa del ragazzo, le parve di scorgere un velo
di paura nello sguardo sempre così inquieto dei suoi occhi color oro. Ma fu
solo l’illusione di un attimo, prima che lui poggiasse la fronte contro la sua.
“Non
so cosa mi succederà…” le sussurrò. “Però Ichigo, tu
sei la mia bambolina speciale… e se venissi via con me… ti giuro che non
lascerei che ci accada nulla di male, perché io… ti amo…”
Ichigo
si divincolò dall’abbraccio e fece qualche passo indietro disorientata, mentre
l’alieno la osservava tristemente.
“Tu… tu non puoi proteggermi contro
un pianeta intero!” farfugliò “E poi non dire che mi ami! Non sai cosa vuol
dire! Sei solo capace di pensare a te stesso…”
Per tutta
risposta, lui fece un sorrisetto. “Oh… Immagino che tu abbia le idee chiare…”
“Certo!
Se io amo qualcuno, significa che questa persona è la cosa più importante che
ho al mondo, la più meravigliosa, quella che da forza alle mie giornate! E per
lui, sono pronta a mettere a disposizione tutta me stessa, a curarmi dei suoi
problemi, a condividere i suoi desideri e le sue passioni e se necessario, sono
pronta anche a sacrificare le mie aspirazioni e le mie pretese se vanno contro
la sua felicità...”
“E non dico la felicità di un attimo,
come credi tu, ma voglio vedere questa persona felice il più a lungo possibile,
realizzato nella sua vita…” affermò con
convinzione Ichigo. “Tu stai facendo tutto il contrario!”
(*)
“Che
idea deprimente!” la interruppe Kisshu.
“E-eh?”
“Sì,
sei proprio deprimente gattina. Ti facevo più vitale!” disse lui, sedendosi di
nuovo sul letto.
“L’amore… un sacrificio? Ma dai! Non renderai felice
proprio nessuno in questo modo! Chi vorrebbe stare vicino ad una persona che…
che si butta via così?”
La rossa gli rivolse un’occhiata
obliqua. Lei non si stava buttando via…
“E dunque?” domandò, desiderosa
di conoscere le sue teorie.
“E dunque la vita è breve,
dovresti averlo capito. Se vuoi veramente fare felice qualcuno… e se vuoi
essere felice anche tu, puoi fare una cosa sola: devi dare il MASSIMO e devi
darlo ORA! Che t’importa di cosa succederà dopo? Lo sai che potrebbe crollarti
il mondo addosso da un momento all’altro, no?” sogghignò. (**)
Ichigo
si sedette di nuovo sul letto, diffidente. Quel modo di pensare le sembrava
così triste e scoraggiante… Però...
I suoi pensieri corsero
ancora una volta al suo Aoyama-Kun, che si era sacrificato tutta la vita per soddisfare
le aspettative delle persone attorno a lui, per renderle felici. Ma si era
sempre comportato così per sfiducia verso di loro, non certo per amore… A prova
di ciò, mentre viveva in questo modo, dentro il cuore del ragazzo cresceva l’incarnazione
dell’odio…
E lei… tutte le volte che lei, per fargli
piacere, per stare con lui, si era annoiata a morte o aveva dovuto
impersonificare un’ideale di ragazza perfetta che non aveva nulla a che fare
con il suo vero carattere, sentendosi costantemente inadeguata e mortificata…?
Lei
voleva fare di più, aveva di più da offrire…
era qualcosa di più che sorrisi, modi gentili, guance arrossate e
una bella testolina vuota!
Kisshu la guardò con un sorriso
che per la prima volta le parve veramente dolce. “Gattina… non preoccuparti Tu
dai sempre il massimo, solo che non te ne accorgi! Altrimenti non mi sarei mai
innamorato di te!” le disse.
La ragazza ricambiò il sorriso,
imbarazzata.
Quello era il primo vero complimento che le faceva. Ed
era veramente un bel complimento…
Possibile che, in quel frangente
orribile in cui si trovava, avesse ancora voglia di perdere il suo tempo dietro
a lei, che non ricambiava minimamente i suoi sentimenti? Possibile che lui la
trovasse davvero così importante?
“Sai, forse… ma solo un
pochino… sei meglio di quanto credessi” ammise timidamente Ichigo.
“Io
sono molto meglio di quanto credi” sbottò lui, decisamente allegro, saltando in
piedi.
Ichigo trasalì, colta alla sprovvista, mentre lui
l’afferrava saldamente per la vita e la sbatteva contro al muro,
intrappolandola con le braccia.
“N-no…” protestò spaventata.
Cercò
freneticamente di allontanarlo via da sé, spingendo le mani sulle sue spalle, ma
non ottenne nessun risultato.
“No? No cosa?” le chiese lui,
premendola di più contro al muro.
Rabbrividì, dandosi della stupida
per essersi lasciata scappare quelle parole, mentre gli occhi del ragazzo
scorrevano su di lei e la studiavano tanto approfonditamente da farla sentire
del tutto inerme...
Poi si avvicinò per baciarla… di nuovo…
Ecco… pensò la rossa con il cuore in
gola, strizzando gli occhi.
D’impulso si protese in avanti per
prepararsi a riceve l’ennesimo, angosciante bacio quando…
Lui si tirò
indietro.
Ma che diamine…?
Kisshu
fece uno dei suoi sorrisetti. “Ah… quindi, il bacio di oggi… ti è piaciuto
davvero!”.
Non è vero…
Non
l’aveva fatto apposta…
Arrossì terribilmente e abbassò lo sguardo,
smarrita.
Chissà adesso che si sarebbe messo in testa…
Lo
vide avvicinarsi per la seconda volta.
“Allora… te ne do un altro…” le
sussurrò sulle labbra.
E le giocò di nuovo quello stupido scherzo…
Ichigo
fu presa dall’improvviso desiderio di sprofondare…
“Sai…” le
disse Kisshu, prendendole le mani che lei teneva ancora appoggiate sulle sue
spalle. “Così mi piaci molto di più”.
Quindi gliele guidò tra i suoi
capelli rossi, finché le sue dita non incontrarono le due orecchie feline che
le erano spuntate.
“Però, un po’ di tempo fa mi pare di
averti promesso qualcosa. Ti ricordi?” le domandò.
La
ragazza lo guardò di sfuggita, confusa ed agitata, cercando di nascondere il
rossore del viso sotto le ciocche scarlatte della sua frangetta.
“Mi
dispiace di non aver ancora potuto mantenere la mia promessa, ma sai, è stato
per cause di forza maggiore…” sogghignò lui.
“Ti avevo promesso che ti
avrei insegnato qualcosa di buono”
Così dicendo le afferrò il viso tra
le dita e premette con forza sulle sue guance, facendole aprire la bocca.
“E
adesso, ho giusto un po’ di tempo…” sussurrò, avvicinando le labbra alle sue.
Finalmente
le diede un bacio.
Il primo Vero Bacio di Ichigo. (***)
Ed
era qualcosa di completamente diverso da tutto quello che aveva provato finora.
Impacciata,
si vide costretta a rispondere a quel nuovo tipo di bacio.
Questo sarebbe un bel momento per
trasformarsi in un gatto… pensò con una certa dose di ansia, cercando di
concentrarsi.
Sentì Kisshu lasciarle il viso e scorrerle la mano giù
per il collo, accarezzarle il seno, scendere fino alla vita…
Infine
gli passò il braccio dietro alla schiena e la strattonò via dalla parete,
facendola sussultare, impaurita.
Improvvisamente non se la sentiva più
di impegnarsi in quel difficile compito…
E lui probabilmente
se ne accorse, perché le sfilò piano la lingua dalla bocca e smise di baciarla;
ma Ichigo continuava a sentire il calore delle sue labbra appoggiate alle
proprie, come se lui non volesse più rinunciare a quel contatto.
Incerta,
riaprì gli occhi, per incontrare, così vicini davanti a lei, quelli chiarissimi
di Kisshu che la fissavano con fermezza.
Sembrava assurdo, ma quello
sguardo di seria, assoluta irremovibilità le diede…
…sicurezza…
Poi
lui ricominciò a baciarla, più a fondo, con più vigore… e lei smise di
concentrarsi sui movimenti che doveva fare, poi smise a poco a poco anche di
preoccuparsi, di pensare…
Che sensazione strana…
Io mi sento strana…
Avvertiva
solo una stretta terribile pulsarle piacevolmente nello stomaco…
E il
cuore che le sobbalzava nel petto…
Infine, Kisshu si decise
a liberarla, scostandosi da lei, per leccarsi compiaciuto le labbra.
Ichigo
si voltò rapidamente da un’altra parte, sperando con tutto il cuore che questo
bastasse a scoraggiarlo dal rincominciare.
Invece, con suo enorme
terrore, lui prese a scorrerle il collo con le labbra e a stuzzicarle la pelle,
mentre la solleticava con il respiro.
Questo è davvero troppo…
Per fortuna la strinse più forte, perché la ragazza aveva
smesso di fare affidamento sulle sue gambe.
Ma quei baci caldi che le posava
sulla pelle le davano i brividi… e infine Ichigo si arrese: con un movimento incerto,
si decise ad abbracciarlo a sua volta, passando le mani sulla sua schiena,
appoggiandosi a lui, nascondendo il viso sulla sua spalla.
Constatò
di avere ancora il sapore del bacio di prima impregnato sulle labbra… era un
sapore particolare… e intenso… come il ragazzo che aveva davanti e che le
faceva scivolare la mano sulla pelle della sua schiena, sotto la sua maglietta
azzurra…
Che scendeva con l’altra mano ad accarezzarle la coscia…
tirandola verso di lui…
Ora, Ichigo, oltre al cuore che le
martellava insistentemente in testa da tempo, iniziava anche a sentire il suo
agitatissimo respiro…
Dove voleva arrivare?
Mentre
si faceva queste domande, riusciva solo a reggersi flebilmente a lui, senza
sapere che fare…
Poi, con il gomito urtò qualcosa.
Kisshu
aveva qualcosa in tasca…
Fece scorrere la mano tra la cucitura della
stoffa finché non incontrò la superficie fredda e liscia della sua spilla.
La
sua spilla…
La sensazione del piccolo oggetto metallico
sotto le dita, che aveva sentito così tante volte nell’ultimo anno, bastò a
farla ripiombare di botto nella realtà, a farle ricordare di essere…
“…Ichigo…
” mormorò piano Kisshu.
Si guardò attorno: era impalata in
mezzo ad una stanza vuota, con quel tizio che la toccava e se la stringeva
addosso di peso…
Aveva combattuto tanto per evitare che accadesse
tutto ciò, per evitare che il suo mondo che le venisse portato via…
E
ora stava lasciando che lui le facesse questo…
E dopo…
…dopo,
quando avrebbe finito, cosa ne avrebbe fatto di lei?
Ma che diavolo sto facendo? Si domandò.
Poi
successe tutto così in fretta…
Tirò fuori la spilla dalla
tasca, titubante, mentre l’alieno scostava il viso dal suo collo e la fissava
disorientato per una frazione di secondo.
“Ah, no, questa no!” sbottò
lui, subito dopo aver realizzato cosa stava succedendo.
Le afferrò con
improvvisa violenza il braccio, piegandoglielo, facendole male.
Ichigo
reagì istintivamente e ruotando il polso con uno scatto si liberò, portandosi
velocemente a debita distanza, mentre lui non riusciva ad afferrarla.
Kisshu
rimase a squadrarla con rabbia solo per qualche istante, preparando la sua
prossima mossa…
Lei strinse velocemente la spilla nella
mano…
“Mew Mew Strawberry… Metamorphosis!” esclamò.
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¯ plin plon ¯
Si pregano i gentili lettori di munirsi dell’apposito biglietto e di attendere
il proprio turno per il linciaggio dell’Autrice… Grazie della collaborazione!
^o^
¯ plon plin ¯
Note:
(*) Scusate, ci ho pensato e ripensato, ma non mi è uscito niente di meglio! Io
proprio NON ci riesco a ragionare come Ichigo… Cmq ringrazio Erich Fromm e il
suo “L’arte di amare” per avermi aiutato a scrivere sta roba…
(**) Autrice: Kisshu... sei un seguace del
Carpe Diem?
Kisshu: Che? No, guarda, hai sbagliato persona... è Ichigo quella a cui
piacciono i pesci!
Autrice: Ma non le CARPE!!! Parlo della massima Epicurea del “cogli l’attimo”,
“vivi alla giornata”... Cavolo... sono circondata da ignoranti...
(***) Ok, questa probabilmente è una mia convinzione scema... perdonatela!
Cmq, mentre nel manga si capisce chiaramente che Ichigo limona un po’ con
chiunque (U_U), nell’anime sembra che si diano tutti solo casti bacetti sulle
labbra! Cioé:
- Con Aoyama si bacia due volte: una volta è morto lui, una volta è mezza morta
lei, per cui, nisba!
- Shirogane la bacia una volta sola, ma in realtà non si capisce molto, visto
che tagliano l’inquadratura! E poi Ichigo si trasforma subito in gatto, per
cui...
- Aruto/Alto/ Neko-Shirogane la bacia due volte... i gatti limonano?
Aspetta... i gatti si baciano????? O_o
- Kisshu... eh eh... bella domanda! Restano appiccicati per mezzo secondo... e
poi lui non fa nessun riferimento al “suo buon sapore”... però questo sarebbe in
contraddizione con il mio Cap2... ma che cavolo ne so io... BISOGNA FARNE UNA
QUESTIONE DI STATO???? Aspetto incuriosita le vostre teorie... U_U
~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ *~ * ~ * ~
Nota "very important": ho modificato manualmente tutto l'html dei
precedenti
capitoli (Puff @_@) e di questo, riuscendo ad alleggerirlo parecchio, come ha suggerito
Erika. Per favore, se avete un browser diverso da IExplorer 6 e visualizzate
delle cose strane, mandatemi una mail di avviso a questo indirizzo:
mew_sisters@yahoo.it
così so come regolarmi per i capitoli seguenti! Grazie!