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Autore: FallingInLove    24/08/2011    11 recensioni
Roba da pazzi! Poggiai una mano su un fianco cominciando a gesticolare animatamente con l'altra.
-Punto primo: mi stai rinfacciando tutte le volte che sono venuta a piangere da te? -domandai sentendo il veleno fra i denti -Perché io pensavo di trovare supporto fra le braccia di un amico e non di uno stronzo pronto a portarmi il conto!
-Non sto facendo niente di tutto questo -tentò di difendersi, ma io ormai ero partita come un treno e non mi sarei fermata tanto presto
-Punto secondo: io non sono una guerra che vi giocate tu e Riccardo, non sono una battaglia da vincere!
-Per me invece lo sei -mi interruppe, guardandomi dritta negli occhi; rimasi in silenzio, colta alla sprovvista e lui ne approfittò per continuare -Sei una di quelle poche cose per cui vale la pena lottare.. ed è per questo che non rinuncerò facilmente, soprattutto se ti so con quell'idiota
Avevo detto che non mi sarei fermata? Be' non avevo tenuto conto di questo. Proprio no.
-E punto terzo -aggiunse lui alla mia lista -non hai risposto alla mia domanda
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 14. Oltre


Avete presente la frase che dice “la notte porta consiglio”? Dimenticatevela: è una grandissima cazzata.

Mi svegliai ancora peggio del giorno prima, o meglio, ci fu un istante, quell'istante in cui si è appena desti e non si capisce niente, nemmeno se si è svegli o se si sta ancora sognando.. bene, quell'istante, quel paradisiaco istante, fu l'unica nota positiva della mattinata perché un secondo dopo mi ritrovai nella stessa identica e merdosa situazione in cui mi ero addormentata.

Appena Nadia mi aveva visto rientrare nel locale, o forse sarebbe più corretto dire, appena Nadia aveva visto la mia faccia dopo la “chiacchierata” con Mirko, aveva mollato lì Jason e mi aveva riaccompagnata a casa, al prezzo però di sapere tutto.

Era sembrata delusa dal mio comportamento, ma alla fine mi aveva abbracciata come fa una vera amica.

Sospirai e mi alzai di malavoglia, prima una gamba poi l'altra fuori dalle coperte, e raggiunsi il bagno; mentre mi sciacquavo la faccia, ancora intorpidita, mi ricordai che dovevo lasciare Riccardo.

Ok, sembra comico detto così, ma il punto è che per me era già scontato che fra noi fosse finita dopo quella bella sorpresina, ma forse per lui non era altrettanto.

Comunque, Riccardo non era di certo il primo in classifica nelle questioni irrisolte.


°°°


-Questioni irrisolte un cavolo -mi disse Nadia mentre entravamo nell'università .

Mi stava tartassando, meglio fuggire!

-Senti, io vado a risolvere questa cosa con Riccardo, tienimi un posto -tagliai corto, non essendo molto incline alla conversazione in quel momento

-Ok, ma guarda che siamo già in ritardo

-Lo so.. mi sbrigo!

E partii alla ricerca di Riccardo: era insieme ai due trogloditi suoi amici, come al solito. Secondo Nadia non si era fatto più sentire perché aveva paura che Mirko gliele suonasse un'altra volta, e in quel momento le diedi ragione perché, quando mi vide, si guardò un attimo intorno, come accertandosi che non ci fosse la milizia armata americana a scortarmi.

-Hey, la mia principessa Ludy -mi accolse mentre gli altri due si allontanavano un po'

Quando si chinò per baciarmi, realizzai di aver sprecato gli ultimi tempi con un perfetto idiota

-Sul serio? -gli domandai scansandomi, senza preoccuparmi di nascondere l'espressione disgustata

-Sul serio cosa?

-Stavi provando sul serio a baciarmi?

Lui mi guardò spaesato, gli occhi azzurri non poi così interessanti con quell'espressione intontita dipinta sopra. Cercai di rendergli ancora più esplicito il concetto.

-Pensi davvero che dopo quella sera io voglia ancora stare con te?

A quel punto sembrò capire perché si fece serio -Ti ripeto che io non ne sapevo niente, Ludy

-Il mio nome -lo interruppi alzando la voce -è bellissimo così com'è, senza che tu lo storpi in questo modo orribile! C'è solo un soprannome che mi piace.. -non c'era bisogno di dire quale fosse e chi mi ci chiamasse -E soprattutto, non sono la tua principessa

-Ok, ok -fece lui mettendo le mani avanti come chi tenta di calmare un mastino tedesco infuriato-Non ti chiamerò più così

-Tu non mi chiamerai più e basta -ringhiai, ormai totalmente in preda all'istinto e a ciò che mi dettava di fare -Non ci credo che non sapessi niente di quel posto, tu sei uno schifoso maiale come i tuoi due amici idioti -indicai deliberatamente Yan e Ale, che mi guardarono con aria minacciosa ma non me ne curai -Io non voglio avere più niente a che fare con te

-Come? Andiamo, princ.. Ludovica, non fare così

-No infatti -risposi ripensando a tutta la paura di quella sera -dovrei fare molto peggio, ma poi finirei in galera e, credimi, non ne vale davvero la pena per te

Detto questo, gonfia di fierezza al punto di sembrare un uovo di Pasqua, girai sui tacchi. La solita folla di curiosi si era radunata intorno a noi, e fui felice di pensare che quella era l'ultima volta che succedeva; le ragazze mi guardavano come se fossi matta, mentre i ragazzi avevano sguardi allupati che preferirei non ricordare.

Ma avevo fatto solo due passi quando Riccardo mi urlò a gran voce -Sei solo una puttanella! Mi rendo conto di aver solo sprecato tempo con te!

Due vie: una illegale e cruenta, l'altra legale ma altrettanto soddisfacente.

Misi da parte l'idea del rogo e mi girai a guardarlo, scandendo bene le parole, a voce alta -Riccardo.. -sorrisi amabilmente, e mi avvicinai di nuovo a lui -Ho finto tutti gli orgasmi con te, dal primo all'ultimo: sono io che ho sprecato tempo stando con un incapace come te!

Di nuovo, gli diedi le spalle, e non mi presi la briga di nascondere il mio sorriso più che soddisfatto, mentre sentivo le risate tra la folla e le prese in giro rivolte a Riccardo.

-Certo -replicò lui dopo un po' -Peccato che tutte le altre con cui sono stato mentre mi divertivo con te non la pesassero allo stesso modo

Cosa, cosa, COSA??

Mi voltai di scatto spalancando la bocca e sentendo una furia cieca impadronirsi totalmente di me.

Lui, quello stronzo menomato idiota da quattro soldi che valeva meno di zero a letto, mi aveva cornificata. Ero stata cornificata da un coglione che porta la sua ragazza a un'orgia!

Eh, no, ora avevo veramente bisogno di vedere il suo sangue a riverniciare tutte le pareti dell'università, mentre quelli di medicina usavano il suo corpo per chissà quali schifosissimi esperimenti.

Cominciai a camminare verso di lui con la furia di uno tsunami, pronta prenderlo a botte in un modo che mi avrebbe sicuramente fatto guadagnare un posto all'inferno a bollire fino al collo nel Flegetonte; ma qualcuno mi evitò questa pesante condanna, prendendomi per un braccio

-Ci penso io -mi sussurrò Mirko per poi superarmi

Rimasi un attimo interdetta: che voleva dire con quel ci penso io?

Quando cominciò a prendere a botte Riccardo capii.

Sorrisi, contenta del suo intervento: di sicuro gliele avrebbe suonate meglio di come avrei fatto io e di sicuro ne sarebbe uscito senza un graffio.

Soddisfatta e del tutto tranquilla per l'esito di quella sana scazzottata, decisi di aspettare il ritorno di Mirko in cortile, qualche passo più avanti alla porta ma in modo che mi vedesse.

Sì: adesso sapevo esattamente cosa dovevo fare, altro che notte porta consiglio.

Spostai varie volte il peso da una gamba all'altra, facendo qualche passo ogni tanto; certo che gliele stava dando da un bel po'.

Quando finalmente riapparve nel corridoio, mi vide e mi sorrise; lo aspettai mentre veniva verso di me. Quando si fermò davanti a me, cominciai a parlare, decisa a dare tutte le spiegazioni del caso.

-Io pensavo fosse ovvio! Voglio dire, è normale che dopo che porti la tua ragazza nel bel mezzo di un'orgia con tanto di pseudo stupratori maniaci idioti, quella non ti voglia più vedere neanche in fotografia, no? -non gli diedi il tempo di rispondere, volevo finire il discorso ..ma potevo vedere che aveva cominciato a ridacchiare sotto i baffi, tenendo lo sguardo fisso su di me -Invece secondo quel cretino, sarei dovuta essere ancora ai suoi piedi, in adorazione! -si avvicinò di un passo a me, e sentii il cuore scalpitare dalla voglia di baciarlo; ma dovevo finire di spiegarli- E in più quel deficiente è anche andato a letto con altre! Poveracce, mi dispiace per loro viste le sue misere qualità -Mirko fece un sorrisetto e con un altro passo fu davanti a me, decisamente troppo vicino -Nadia mi aveva detto anche che secondo lei lo hai spaventato parecchio con quei pugni, e penso proprio che avesse ragione perché anche oggi.. -mise una mano fra i miei capelli e a quel punto dovetti fermarmi perché mi mancò il respiro; avevo gli occhi fissi nei suoi e, con la luce del sole, quello smeraldo intenso risplendeva ancora di più.

-Ma vuoi stare un attimo zitta? -mi domandò divertito

Deglutii mentre lo sentivo accarezzarmi qualche ciocca, e mi accorsi di non desiderare altri se non lui. Lui che era sempre stato accanto a me anche nei momenti più brutti, lui che mi aveva sempre protetta e difesa a spada tratta, come quel giorno.

Le sue dita che adesso disegnavano lentamente i contorni della mia mandibola mi davano i brividi; era tutto così giusto, così elementare ma allo stesso tempo così forte da scavare un buco nel mio addome, chiamasi senso di colpa, per tutto il tempo che mi ci era voluto a capirlo, mentre lui soffriva.

Provai a immaginarmi una realtà in cui fossi stata io al suo posto, con quello stesso identico sentimento che provavo in quel momento, ma lui con un'altra: fu terribile. Come se tutto si spegnesse in un secondo, come se tutta quell'energia, quella voglia, quel fremere per il desiderio di un bacio, diventassero improvvisamente e dolorosamente solo un irraggiungibile sogno. Un sogno che non se ne va, che continua a farsi valere dentro di te anche se non lo vuoi più, che combatte.. fino a distruggerti.

-Egoista.. -sussurrai a me stessa con un filo di voce, ma sempre con lo sguardo fisso su di lui, che mi guardò stranito -Non tu, io -spiegai allora, ancora in preda alla tormenta

Lui sollevò un sopracciglio, ma poi sorrise, abituato alle mie uscite senza senso.

Decisi di scacciare tutti quei brutti pensieri, e di concentrarmi su quello che adesso eravamo.. o meglio, che stavamo per diventare.

-Se tu vuoi veramente una cosa, lo sai, punto -spiegai allora, sembrando ancora più matta; non era facile articolare frasi coerenti dopo tutta quella specie di trip.

-Certo -rispose lui, con lo sguardo divertito; il suo sorriso mi fece tornare definitivamente nel mondo delle persone reali.

-Voglio dire che.. sono un'egoista, perché continuavo a stare con Riccardo, ma io lo sapevo già! -dissi con ardore- Sapevo già da un po' che c'era qualcosa tra di noi, più dell'amicizia, che.. -feci una pausa e il tono di voce che mi uscì dopo, a dispetto di quello precedente, era molto meno da pazza.. maturo, oserei dire, perché finalmente gli stavo rivelando ciò che provavo -..che tu mi piaci da morire

Un attimo prima ero lì a parlare, con tutto l'ossigeno del mondo a disposizione; non avevo mai pensato che sarei stata così felice di sentirmi d'un tratto mancar l'aria.

Soffocare fra le sue braccia, con le sue labbra premute dolcemente sulle mie. Mi baciò con trasporto e mi accorsi sulla mia pelle d'oca che avrei dovuto lasciarmi andare molto tempo prima e non solo per i fremiti che mi stava procurando giocando con la mia lingua, stringendomi i fianchi, la schiena.. ma anche per tutto quello che provai in quel momento. Qualcosa che non riuscirei nemmeno a descrivere, qualcosa di totalmente folle, totalmente magnifico.. qualcosa che neanch'io capivo fino in fondo.

Era sempre stato il mio migliore amico, ma non mi sembrava per niente strano baciarlo, anzi; e forse tutto questo dipendeva dal fatto che non potessi dire di non averci mai pensato..

E.. be', come dire? Ce ne sono tanti di ragazzi che baciano bene.. ma Mirko era davvero un fuoriclasse!

Affondai le mani fra i suoi capelli folti stringendomi di più al suo corpo.

Lui non si tirò minimamente indietro, circondandomi la vita ma, dopo pochi istanti, allontanò il viso quel tanto che bastava per parlare

-Nina.. -ansimò

-Sì? -domandai contrariata per il fatto che si fosse fermato

-Le cose sono due -esordì cercando di riprendere un minimo di lucidità

Io, che non volevo affatto che ciò accadesse, continuai ad accarezzargli i capelli, annuendo non curante e fissando con uno sguardo abbastanza eloquente le sue labbra ancora umide

-O andiamo a casa e facciamo tremare anche i muri..

Non potei fare a meno di ridere di come aveva appena espresso a parole ciò che anch'io stavo pensando; la seconda opzione era sicuramente quella di fare i bravi ragazzi e tornare a lezione..

-..oppure ci mettiamo a farlo qui in cortile

Ma certo, lui non aveva nemmeno considerato quell'opzione!

-Ti ricordi che noi a quest'ora dovremmo essere in aula? -domandai allora

Lui alzò entrambe le sopracciglia -Posso insegnarti molte più cose io di quei professori, e in un campo molto più interessante -sussurrò a mo' di confidenza

-Non credo proprio! -risposi indignata

-Scommettiamo?

-Ci sto -accettai, sicura di me stessa

-Che cosa ci giochiamo?

Già che eravamo in argomento.. -Un bis -proposi

-Affare fatto -rispose immediatamente

-Tanto non lo avrai -lo canzonai -e comunque adesso abbiamo una lezione da seguire -dissi senza però minimamente accennare a staccare le braccia dalle sue spalle

-Davvero? -domandò baciandomi a fior di labbra, con un sorrisetto che non prometteva niente di buono -E' questa la tua decisione?

-Sì -risposi, anche se in realtà cominciavo a dubitarne

-Se non ricordo male, questi ti piacevano -mormorò per poi.. oh, ma questo si chiama giocare sporco!

Chiusi gli occhi, non potei farne a meno, sentendo una fiamma partire dal collo e divampare per tutto il mio corpo, mentre le sue labbra si posavano proprio lì, come avevano fatto quel giorno nell'ufficio del prof.

-Mirko.. -boccheggiai, ma l'argomento “lezione” adesso era davvero poco interessante.

-Mmh? -domandò senza staccarsi, torturandomi in quel modo che solo lui sapeva e che mi stava facendo impazzire.

-Casa mia è più vicina -decretai

Lo sentii sorridere con un mugolio d'approvazione, ma ancora non accennava a smetterla, e io stavo diventando decisamente troppo accaldata: con un enorme sforzo di volontà, lo staccai dal mio collo e lo presi per mano.

Lui mi guardò e sorrise. In quell'attimo nei suoi occhi languidi, trovai uno sguardo che mi piacque così tanto da farmi riconsiderare l'ipotesi di fare l'amore proprio in quel momento, lì.

Era uno sguardo tutto per me, uno sguardo che nessuno mi aveva mai riservato prima, neanche chi aveva detto di amarmi prima di lui; mi fece sentire speciale, unica.. insomma, mi fece sentire come tutto quello che avevo sempre sognato di poter essere un giorno, per qualcuno.

-Che c'è? -domandò dato che mi ero impalata

Scossi la testa -Niente. Sbrighiamoci

-Il mio motorino è più veloce delle gambe -affermò per poi portarmi al veicolo.


Inserii svelta la chiave nella serratura, anche se le mani di Mirko attorno alla vita non mi aiutarono per niente a centrare l'obiettivo.

Una volta entrata, mi girai di nuovo verso di lui, riprendendo quel bacio colmo di trasporto che ci stavamo dando fuori; lui chiuse la porta con un braccio mentre con l'altro continuava a stringermi.

Era strano sentirmi così impaziente, quasi come se non avessi mai aspettato altro.

Presi una delle sue mani avvinghiate sulla mia schiena intrecciando le mie dita con le sue, e allontanai di poco il viso; incontrare il suo sguardo colmo di desiderio mi fece venir voglia di allacciare di nuovo le labbra alle sue.. invece gli rivolsi solo un'occhiata maliziosa per poi girarmi, sempre tenendolo per mano e conducendolo in camera mia.

-Mmh.. -commentò guardando il letto che avevo rifatto appena un'ora prima -dobbiamo ribattezzare questo letto dopo gli atroci spettacoli a cui lo hai fatto assistere -decretò

Lo guardai un attimo senza capire, poi intuii che doveva riferirsi a Riccardo e alzai gli occhi al cielo -Preferisci la vasca da bagno?

-No, troppo lontana -rispose affondando le mani fra i miei capelli e baciandomi con vigore

Da qui si cominciava a fare sul serio, e io non chiedevo altro: cominciai subito a tirargli via la maglietta, tanto sentivo la mancanza dei suoi addominali.

Lui mi assecondò e, staccandosi solo un attimo dalle mie labbra, se la sfilò gettandola per terra.

Ciao amori miei, è sempre un piacere rivedervi! Farfugliai nella mia mente malata, accarezzando tutto quel ben di Dio sul suo torace con parecchia disinvoltura.

Lo sentii sospirare forte, poi un attimo dopo mi aveva trascinata su di sé, sul morbido materasso. Sdraiata su di lui, strinsi le cosce attorno al suo bacino, impaziente di sentirlo più vicino, di diventare un corpo unico, io e lui; la reazione del suo corpo fu immediata, e non nascondo che ne andai parecchio fiera.

Baciò il mio sorriso e si spostò di nuovo sul mio collo, slacciando uno per uno i bottoni della mia camicetta.

Pensai distrattamente che se mi fossi messa una maglietta sarebbe stato più semplice, ma poi il suo sorriso mi distrasse di nuovo; lo guardai con aria interrogativa

-E' lui -disse scoccandomi un bacio appena sopra il seno sinistro che mi fece pulsare da capo a piedi -Il reggiseno famoso. Mi piace davvero tanto..

Ma certo! Quello nero di pizzo che mi aveva consigliato di mettere quella sera, ma che poi non avevo indossato; be', molto meglio averlo conservato per lui piuttosto che sprecarlo per Riccardo! Poi però la mia mente si offuscò, c'eravamo solo io e Mirko, con i suoi baci e le sue mani che stringevano i miei seni per poi cingermi la schiena attirandomi contro di lui. Cominciai a muovere il bacino contro il suo, in un impulso che mi venne spontaneo

-Nina.. -sussurrò il mio nome facendomi solletico all'orecchio

-Hey.. -ansimai, provocandolo -hai detto che mi dovevi insegnare qualcosa, no?

Lui allora mi guardò, a metà tra il divertito e l'eccitato -Sei molto impaziente -disse a mo' di sfida accarezzandomi il viso

-E tu non farmi aspettare, allora -risposi dandogli un bacio a fior di labbra

Detto fatto, mi ritrovai sdraiata di schiena, le sue labbra che baciavano il mio addome provocandomi intensi brividi; affondai le mani fra i suoi capelli quando arrivò all'ombelico, e sussultai quando mi slacciò i jeans cominciando a sfilarmeli.

Ringraziai quell'angelo custode che mi aveva spinta a farmi la ceretta quando Mirko ricoprì le mie cosce con i suoi baci.

-Ancora un secondo -disse poi con una voce dannatamente eccitata mentre giocherellava con l'elastico delle mie mutandine, poi fece una specie di sbuffo -Tutti questi vestiti inutili!

Risi -Preferiresti che girassi nuda? -domandai, cercando però di capire in realtà qualcos'altro di lui, come fino a che punto fosse geloso -Anche se così mi vedrebbero tutti?

Lo vidi sollevare la testa e tornare velocemente all'altezza del mio viso reggendosi sulle braccia e guardandomi dritta negli occhi -No -rispose; non riuscivo a staccare lo sguardo dal suo, talmente era caldo ma anche deciso, intenso -Questo no. Non è stato facile averti qui con me e non ti lascerò andare via facilmente tra le braccia del primo allupato che ti si avvicina

Lui mi guardava, io lo guardavo, restammo fermi per qualche istante mentre un sorriso spontaneo nasceva sulle mie labbra che bramavano ancora le sue; allora mi sollevai su un gomito, poggiando l'altra mano sul suo collo. Lui aspettò, finché non lo raggiunsi nel bacio più intriso di dolcezza che riuscii a dargli; osservai i suoi occhi rimanere chiusi ancora qualche secondo per poi riaprirsi lentamente e sorridermi.

Mi spinse di nuovo giù, con delicatezza e mi baciò di nuovo.

-Adesso ho una ragazza molto impaziente da soddisfare -disse poi leccandosi le labbra in un movimento che ipnotizzò i miei occhi e fece volare la mia mente oltre la fascia protetta -..direi che sta letteralmente scalpitando, proprio ora

-Io non scalpito -ribattei mentre si allontanava tornando a scendere lungo il mio bacino

-Aspetta a dirlo -fu la sua provocazione e avrei volentieri contrattaccato ma, ecco.. c'era quel piccolo inconveniente delle sue mani decisamente troppo vicine a una certa parte del mio corpo mentre mi sfilava le mutandine, e poi le sue labbra sul mio interno coscia, che mi fecero fremere anzi, scalpitare, con un solo tocco.

Non furono solo brividi di passione, fu anche il gesto: mi stava baciando là dove Riccardo mi aveva fatto male quella sera.. lo stava facendo consapevolmente perché in quei baci non c'era niente di erotico, solo tenerezza e anche un briciolo di costernazione per quello che era successo.

-Mirko..

Lui mi guardò un attimo e sorrise -E adesso facciamo saltare le molle a questo letto -fu il suo ultimo commento prima di riprendere a baciarmi, ma stavolta in modo più spinto, molto più spinto e in punti molto più segreti.

Non so quante volte ripetei il suo nome, forse strillando, forse sussurrando, mentre stringevo forte le lenzuola del letto inarcando la schiena dal piacere, travolta dal primo orgasmo.

Quando tornò su di me, capii dai suoi occhi liquidi, davvero tanto liquidi, che adesso era giunto il momento di ricambiare.

Lo spinsi di lato, facendolo sdraiare e baciandolo mentre mi sistemavo su di lui; le sue mani andavano su e giù per la curva del mio punto vita. Le sentivo calde, vogliose.

Lo baciai ancora, intensamente, scostando i capelli che pendevano sul suo viso

Slacciò abilmente il mio reggiseno e, con una punta di disapprovazione, mi chiesi quante volte lo avesse fatto con altre: fu solo un secondo di brutti pensieri, che scacciai via facilmente, pensando che adesso lui voleva solo me. Mi concentrai sulla lampo dei suoi jeans, tirandola giù.

Mentre armeggiavo con il bottone, lui si sollevò a sedere e mi strinse, riempendomi la spalla di baci; inclinai il il collo istintivamente, in una muta domanda. Lui capì, e si spostò lentamente sul mio collo

Be'.. ci sapeva davvero fare con quei baci. Chiusi gli occhi, affondando le mani fra i suoi capelli

-Non è.. difficile.. scoprire.. i tuoi.. punti deboli -mi disse fra un bacio e l'altro

-L'hai scoperto solo oggi -gli feci notare accarezzando la sua criniera e stringendolo contro la mia pelle

-Ti dimentichi di quell'interessante avventura nell'ufficio del prof -ribatté lui staccandosi per darmi un altro bacio sulle labbra.

Touche. Ma non lo avrei mai ammesso.

Gli misi una mano sul petto e lo spinsi giù; lo sguardo infuocato di passione che mi lanciò, mi fece capire che fremeva almeno quanto me per diventare finalmente un tutt'uno. Sfilai rapidamente i suoi jeans facendoli scivolare a terra e, anche attraverso i boxer, mi resi conto che tutte le sue allusioni stupide sulle proprie dimensioni non erano solo battutine, anzi..

Sfilai anche quelli, il cuore che galoppava, sfiorando di proposito quella pelle rimasta nuda; lo vidi chiudere gli occhi e respirare ancora più forte. Era arrivato il momento, e non chiedevo altro.

Mi sistemai all'altezza del suo bacino, lasciando che le nostre intimità si strusciassero e gemendo insieme a lui; ma quando lo sentii dentro di me, mi resi conto di non aver mai provato tutte quelle sensazioni assieme, e avrei voluto non smettere mai.

Mi accorsi però, che lì sdraiato era troppo lontano e lui, o leggendomi nel pensiero o provando la stessa cosa, si alzò e mi cinse con le sue braccia forti.

Rimasi un attimo aggrappata alle sue spalle mentre continuavamo a muoverci, a vivere l'uno nel copro dell'altra, poi cercai di nuovo le sue labbra, che risposero prontamente al bacio.

Sentivo le sue mani sul mio corpo, il suo respiro sul viso, le sue braccia attorno alla schiena, e poi..

E poi fu bellissimo. Mirko mi fissò per tutto il tempo ma non mi diede fastidio, anzi. Ero quasi esausta, ma continuai a muovermi su di lui, finché non lo vidi venire a sua volta, tra gemiti e sospiri.

Mi salutò con un lungo bacio, fermandosi ad accarezzarmi il mento con un sorriso caldo.

Mi sdraiai affianco a lui che immediatamente mi prese fra le braccia; appoggiai la testa sul suo petto, mentre lui tirava su il lenzuolo per non farmi venire freddo.

-Dovremmo aprire una scuola di sesso -se uscì così di punto in bianco facendomi scoppiare a ridere

-E' il tuo modo per dirmi che è stato bello? -cercai di tradurre

-Bellissimo -precisò prendendo ad accarezzarmi la schiena con i polpastrelli -due su due.. -aggiunse

Corrugai le sopracciglia -E' il titolo della canzone tua e di Nick -poi mi fermai un attimo a pensare, la sua espressione divertita mi aiutò a capire -Mirko! -feci tirandogli un cuscino mentre lui rideva come un matto

Due su due.. era il numero dei rapporti che avevamo avuto e il numero delle volte che mi aveva fatta venire; dopo questa, voi capite bene perché continuai a torturarlo con il cuscino per tutti i dieci minuti seguenti.

-Comunque penso davvero che dovremmo dare elle lezioni: ci sono tante persone incapaci -affermò quando mi ritenni soddisfatta

-Mmh.. -commentai guardandolo -e ovviamente non ti stai riferendo a nessuno in particolare -lo provocai

Lui scosse la testa -Certa gente non merita di essere nominata

Sorrisi e lo baciai.

La sua frecciatina era rivolta a Riccardo, naturalmente, e fu allora che mi chiesi come si fosse sentito tutte le volte che gli raccontavo delle sue.. performances. Performances scadenti, oltretutto.

-Di sicuro però tu non potresti aprire una scuola sulle frasi romantiche da dire dopo essere stati insieme -decretai

Mi aspettavo una risposta a tono delle sue, in uno scambio che sarebbe durato ancora chissà quanto.. invece rimase serio, a guardarmi e in quel verde intenso vidi il riflesso di qualcosa che non mi stava dicendo..

-Potrei scriverci un romanzo sulle cose che avrei da dirti -rispose, sempre serio, mentre mi sfiorava la spalla con le dita – e sono sicuro che verrei etichettato come best seller -si pavoneggiò

-Ma? -domandai non capendo dove volesse arrivare

Aspettò un secondo prima di rispondermi -Ma non sono certo che tu te le voglia sentir dire

Aggrottai la fronte, ero confusa.

Poi cominciai a capire: la sera che mi aveva dedicato quella canzone.. mi aveva detto che mi amava, e non glielo avevo mai ridetto.

Non perché mi fossi scordata delle sue parole, assolutamente, ma perché.. perché non mi sentivo pronta. Non ancora.

-Mirko.. -cominciai, ma lui mi bloccò

-Tranquilla -mormorò accarezzandomi il viso -abbiamo tutto il tempo.

Io annuii, mentre lui sorrideva e mi stringeva di nuovo fra le braccia.

Possibile che riuscissi a farlo soffrire anche adesso?

Ma non volevo dirgli niente che non sentissi veramente, così mi limitai a stringerlo.

-Tu hai vinto una scommessa, comunque -gli ricordai dopo un po' -e ora devi ritirare il tuo premio

Ecco il suo sorrisetto fare capolino: aveva già capito mentre lasciavo scivolare via il lenzuolo.









°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°


Ed eccolo il capitolo che tutte aspettavate! Ditelo che mi avreste data in pasto ai leoni se vi avessi fatte aspettare ancora! =P

Comunque adesso che Mirko e Nina sono felici, fra qualche capitoluzzo li dovremmo salutare :(

Lo so, dispiace anche a me, ma tranquille, Mirko non se andrà senza prima fare una sorpresa alla sua amata ;)

E poi Nina deve ancora dirgli due paroline... e Giada deve ancora tornare a rompere le scatole...!

Insomma, devono succedere ancora un po' di cose ma con il 16esimo capitolo la storia finirà..

Non odiatemi!

Grazie per avermi seguita fin qui, non abbandonatemi sul più bello ;)

Un bacione a tutte!!


  
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