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Autore: La Lady    25/08/2011    1 recensioni
Il sesto anno di scuola nella pregiata Hogwarts sta per avere inizio. Ma una lettera cambierà presto il destino di una persona. Una nuova studentessa entrerà a far parte di una Casa portando con lei problemi, amicizie, domande, e cambiamenti.
*Storia ambientata al sesto anno di scuola con molte modifiche all'originale. Se Black fosse vivo, se Severus non dovesse uccidere Silente, se...*
Tutti i personaggi (salvo due) di questa fanfiction sono di proprietà di J.K.Rowling
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro personaggio, Il trio protagonista, Nuovo personaggio, Severus Piton, Sirius Black
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Da VI libro alternativo
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-Severus, ho una cosa da domandarti.-
La faccia di solito allegra del preside prese il posto dei freddi mattoni del camino del sotterraneo.
Un uomo col naso adunco stava comodamente seduto con un bicchere in mano su una poltrona, l'aria rilassata ma gli occhi neri assenti.
-Subito, Severus.-
"Accidenti a quel vecchiaccio!"
Un sorso veloce, ed il professore di pozioni della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts, finì il suo drink e si incamminò verso il vecchio gargoyle.



-Cosa c'è di così urgente, preside?-
Solitamente i professori rientravano nei rispettivi alloggi della struttura una settimana prima dell'inizio delle lezioni.
Fra compiti e pozioni da preparare, lista dei nuovi studenti, e auto convincersi  a non ucciderne neppure uno nell'anno a venire, Hogwarts riacquistava mano a mano il suo colore.

-Siediti figliolo, desideri un thè?-

Se c’è una cosa che Severus Snape odiava del preside era sicuramente la sua folle ed indiscussa passione per il thè ed altri dolcetti vari da diabetici.

-No preside, aveva urgenza di vedermi?-

Silente camminò piano dietro la scrivania in mogano, le mani congiunte dietro la schiena per scomparire, poi, nei lunghi capelli argentati.

-Sinceramente, Severus, non ho la più pallida idea su come iniziare questa nostra discussione. Sicuro di non volere una tazza di thè?-

Severus Snape alzò il sopracciglio sinistro.

Era abituato ai suoi cambi di umore frequenti, alle sue originalità, ed i suoi ordini di suicidio zuccherati per bene con il rimorso di Lily Evans, ma quella sera non era proprio in vena di quelle storie. Che arrivasse subito al nocciolo della questione. Il giorno dopo sarebbero arrivati gli studenti, santo Merlino se avesse dormito almeno tre ore quella notte!

-Va bene figliolo, allora sarà il caso di iniziare dal principio-

Il preside sciolse l’intreccio delle sue mani per portarle a scostare la grande sedia imbottita, sedersi, per poi avvicinarsi al legno e congiungere le sue mani appoggiando i gomiti.

-Ti ricordi il tuo ingresso fra i Mangiamorte?-

Entrambi i sopraccigli dell’uomo di alzarono ma non c’era stupore nei suoi occhi, solo una pesante consapevolezza:

Quel vecchio pazzo aveva bisogno di compagnia e sembrava divertirsi a chiamarlo per ogni singola cosa. Tanto valeva attaccarsi direttamente alla bottiglia di vino elfico e sprofondare nella poltrona. Il mal di testa sarebbe stato manna confronto a quello strampalato dagli occhi nascosti dagli occhiali a mezzaluna.

-Devo prioprio?-

-Il punto è, Severus, che mi è arrivata una strana lettera da una certa Signora Jenson che mi prega di accettare suo figlio a studiare in questa scuola.- Il preside prese da un cassettino della scrivania una pergamena sgualcita, segno che la carta era stata letta più volte prima di essere spedita.

-Cosa dovrebbe interessare a me questa cosa, di grazia?-

Severus non riusciva a capire. Chi era questa Jenson? E cosa collegava il suo nome ai Mangiamorte?

-Come festeggiavano i seguaci di Voldemort le loro vittorie o l’entrata di un nuovo membro nei seguaci?-

-Forse marchiandoli a fuoco sul braccio sinistro?-

Snape era già stufo della conversazione ed altrettanto convinto che ciò era solo l’inizio.

Il preside srotolò la pergamena, rileggendo silenziosamente le parole che nascondeva.

-Mio fratello amava raccontarmi degli strampalati ragazzi che erano soliti frequentare il suo locale.- Gli occhi azzurri di Silente trafissero i pozzi neri del professore –Sottolineava sempre i nomi degli ultimi studenti che lasciavano la scuola e che andavano a brindare a dei “lieti eventi”.-

Severus strinse i punto sotto il mantello. Chiuse gli occhi, non volendo ricordare quel passato che tanto vorrebbe cancellare, incapace di accettare quella sua debolezza, incapace di accettare la sua perdita.

-Eri, e sei tutt’ora, un mago straordinario Severus, e giustamente Voldemort ha dato carta bianca per la tua “iniziazione”.

L’uomo dai capelli corvini si agitò sulla poltrona, strofinandosi senza pensare l’avambraccio dove regnava il suo peccato.

-Non ho mai detto di essere astemio Albus, e credo che tu ne abbia la certezza visto che pranziamo e ceniamo tutti alla stessa tavola. Ora, se vuoi scusarmi, vorrei sapere a cosa devo questo momento dei “ricordi andati”.-

Non voleva essere così tagliente col preside, non dopo tutto ciò che aveva fatto per lui. Come salvarlo dal bacio certo dei Dissennatori. O farlo sentire una merda tutte le volte che tirava in ballo gli occhi di Lily, la sua Lily, sul volto del giovane Potter.

-Eri ubriaco Severus.-

La voce del preside era lieve, quasi un silenzioso, maledetto, frustrante, sussurro.

Snape sgranò gli occhi, incapace di contenere ancora per molto la sua buona volontà di professore competente per lasciare il posto alla sua bastardaggine.

Non che ci volesse molto, per quella.

-Albus- Il giovane uomo si passò una mano fra i capelli corvini, scompigliandoli sul volto –Ti pregherei di arrivare al dunque e di dirmi per cosa mi hai chiamato. Ho forse urlato a tutti i segreti del’ordine? Ho deliberatamente dato sfogo ai miei segreti? Ho dato un Eccellente a Potter in pozioni?-

Il preside sorrise, cosa che faceva sempre infuriare il giovane mago. Cosa aveva sempre da sorridere? Cosa, cosa?! Lui, Severus Snape, ex mangiamorte, professore obbligato ad insegnare pozioni per ben undici anni quando, per quest’ultimi, ha sempre richiesto un’altra cattedra, spia di Silente mandato nella tana delle Serpi a rischiare la pelle due giorni si e l’altro pure.

Severus cercò di rilassarsi. Era inutile arrabbiarsi con quell’essere sorridente davanti a lui, intento a scartare una caramella di qualche strambo gusto.

-Oh, forse Harry si meriterebbe qualche voto più “gentile” da parte tua, caro figliolo, si applica molto sai?-

Applicarsi? Applicarsi Potter?! Il preside aveva perso il senno.

Il giovane mago si alzò di scatto, i movimenti fluidi e sicuri di se.

-Severus…-

-No Albus, non sono in vena di banalità come queste nel giorno prima del rientro degli studenti. Ho già i miei problemi, il Signore Oscuro mi convocherà sicuramente domani, avrò un mal di testa da orchi e scartoffie da firmare per la mia Casa. Ora, se vuoi scusarmi, mi ritiro nelle mie stanze.-

Ma non fece più di due passi che le parole del vecchio preside gli trapassarono l’anima, bloccandolo con la mano destra sulla maniglia d’ottone della porta, gli occhi sgranati dalla sorpresa, dalla follia di quelle parole.

-Eri ubriaco Severus, è normale che tu non ricordi niente. A detta di Aberforth quella sera bevesti molto… Troppo, e…-

-Non ho avuto un padre nella mia infanzia e non me ne serve uno adesso Albus quindi…-

-Ti sei allontanato con una stupenda ragazza che sedeva a pochi tavoli vicino a te e sei tornato il giorno dopo nel pub credendo che fossero le tre di notte-

“Questo è un incubo. Deve essere un incubo”

Severus era pietrificato. Una donna? Lui? Una donna che non fosse Lily?

-Alb…-

-Ho visto perfettamente nei ricordi di mio fratello tre giorni fa, quando è arrivata questa lettera.- Il preside si alzò, andando incontro al giovane alla porta, impietrito per la notizia, indeciso se uccidere o no il preside, se stesso, Potter, o fare un omicidio di massa con tutta la scuola.

-Buona notte figliolo.-

Il preside mise in mano al giovane la pergamena consumata e lo spinse delicatamente fuori dalla porta.






******************
Bene bene bene...
Dopo tanto ho deciso di scrivere una storia a capitoli. Non so cosa sia venuto fuori visto che non è mio solito rileggere prima di postare un testo, quindi cercate di capirmi :p
Presa da un caldo insopportabile e dai ragionamenti su questo splendido peronaggio (purtroppo non mio ma di proprietà di J.K. Rowling come tutto, o quasi, troverete in questa fic) è uscita fuori questa stramba fic.
Nuona lettura, spero che sia di vostro gradimento o, almeno, vi metta un briciolo di curiosità ^^

   
 
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