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Autore: herms    28/08/2011    1 recensioni
Rose e Scorpius non ricordano nulla di cosa sia successo quella notte, e i rapporti tra loro cominciano a incrinarsi.Ci vorranno degli attacchi interni alla Scuola a riavvicinarli. Ma se i colpevoli non fossero Mangiamorte o Slytherin questa volta?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Albus Severus Potter | Coppie: Rose/Scorpius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nuova generazione
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Imagine all the people
Living for today...
Imagine there's no countries
It isn't hard to do
Nothing to kill or die for
And no religion too
Imagine all the people
Living life in peace...


 

Imagine, John Lennon.

 

 

 

CAPITOLO TERZO: Imagine.

 

 

 

Albus Potter non era più tipo da chiedere aiuto agli altri in caso di problemi, men che meno a suo padre, famoso Eroe del Mondo Magico. Doveva essere in grado di cavarsela da solo, e il suo spirito Slytherin lo convinceva ogni giorno di più che non avesse bisogno di altri.

Ma ci sono alcune situazioni che ti colgono talmente impreparato, che hai necessariamente bisogno di consiglio da chi c'è già passato prima di te.

E per una lite tra migliori amici, chi meglio di Harry Potter come consulente?

 

 

 

***

 

 

 

Ciao Papà,

Come stai?

Non ti preoccupare qui non è successo niente, Lily sta bene – fin troppo visti i risultati di Gryffindor a Quiddich – e Jim recentemente non ha combinato nulla. Beh, nulla che i professori abbiano scoperto.

Ad ogni modo, arrivo subito al punto.

Ecco... hai presente quando ci hai raccontato del periodo in cui zia Hermione e zio Ron non si parlavano più? Beh... tu come ti sei comportato?

Voglio dire, cosa hai fatto per aiutarli a sistemare le cose e vedere il vero problema?

E se non avessi – mettiamo caso – nemmeno saputo per quale ragione non si parlavano più?

E se ci fossero stati problemi più grandi di cui preoccuparsi?

Credo che la McGranitt ti abbia già informato, ma qui a Slytherin rischiamo di avere dei guai seri. Non ti preoccupare io dovrei essere al sicuro grazie alla fama tua e di mamma, ma sono preoccupato per Scorp.

Va beh, non importa.

Saluta mamma, dille che mi manca.

Ah, vi saluta anche Lily che è appena passata a rompere.

A presto.

 

Ps: Mi stavo scordando: Lo sai chi è il nuovo prof. di Pozioni? Malfoy! È fantastico, assolutamente fantastico.

 

 

Sorridendo divertito consegnò la lettera alla civetta bianca che lo guardava interessata, girando la testa di lato.

- Vai V, portala a papà. Aspetta la risposta, d'accordo? - sussurrò, facendole una carezza. La osservò volare oltre il bosco finché non la perse di vista nella nebbia autunnale.

Quella civetta era uno dei regali per il suo undicesimo compleanno, ed era un tutto e per tutto uguale a quella che aveva avuto suo padre ai tempi della Scuola, per cui l'aveva chiamata Vendetta. Grazie al contributo di zia Hermione sulla filmografia dei babbani, il nome era velocemente diventato V. *

Scese dalle scale della Guferia fischiettando, e pregando che l'incontro col parentado si svolgesse in fretta: dopotutto cosa dovevano dirsi? Controllate che non succeda niente di strano e tenete sempre sotto tiro Scorpius. Fine.

Sapeva di illudersi, ma voleva almeno tentare di aggrapparsi a questa melliflua speranza.

Percorse il parco perso nei suoi pensieri, senza curarsi del vento temporalesco che gli sferzava il volto. L'orizzonte era oscurato da nubi nere ch parevano sprofondare all'interno del Lago Nero,

Entrando dal portone del Castello andò a sbattere contro una ragazza in corsa.

- Miseriaccia! - esclamò, sentendosi terribilmente simile suo zio Ron.

Voltandosi riconobbe la figura che giaceva sdraiata per terra, a lamentarsi della sua testa.

- Sempre aggraziata, vero? - ridacchiò nella sua direzione.

Artemis si alzò con grazia ignorando la mano che le aveva teso.

- Certo, Potter. Quasi quanto te? - rispose inarcando un sopracciglio con fare minaccioso. I suoi occhi neri lo fulminavano, e con un gesto brusco rimandò i ricci capelli color pece dietro l'orecchio,.

- Potter? Cosa ti ho fatto questa volta? - chiese con stupore apparentemente sincero.

- Vuoi saperlo? Rispondi a questo. Com'è possibile che ti tiri indietro ogni singola volta? Quando che sembriamo fare un passo avanti, tu sparisci. Mi ignori. E non provare a dire che lo fai per proteggermi, perché se pensi una cosa del genere vuol dire che non mi conosci come credevo. - ringhiò, attirando l'attenzione di un gruppo di primini che si dileguarono una volta visto il distintivo da Prefetto che brillava sul petto di Albus.

- Non voglio ferirti – bisbigliò lui.

- Lo stai già facendo, solo che così ti sembra di avere la coscienza pulita. Quando te ne renderai conto potrebbe essere tardi, però. Non posso aspettarti per sempre. Non voglio farlo. - gli disse scuotendo la testa con un sorriso nostalgico in viso.

Lo lasciò impalato in mezzo all'ingresso, in sottofondo il rumore delle prime gocce temporalesche che cominciavano a cadere e le risate soffocate di quelli che gli passavano accanto.

Da buon Slytherin si ricompose in fretta, sistemandosi il mantello sulle spalle.

- Dieci punti in meno per Ravenclaw, Plum. E vedi di scomparire in fretta dalla mia vista. -

Non sarebbe stata una giornata facile quella. Per nulla.

 

 

 

***

 

 

 

I Weasley erano indubbiamente tanti, fin troppi in alcuni casi. Ad esempio quando bisognava trovare un posto adatto in cui si potessero incontrare tutti senza essere disturbati, calcolando che la Stanza delle Necessità, dai tempi del famoso scontro con Malfoy e affiliati gorilla, era stata mezza distrutta dall'Ardemonio, e le sue apparizioni erano diventate più che casuali totalmente imprevedibili.

Se poi il cortile era devastato da una tempesta, c'era una sola alternativa: la Torre di Astronomia. Non era molto grande, ma almeno erano certi di non essere interrotti da presenze fastidiose.

Secondo questo ragionamento, una quindicina di Weasley si erano ritrovati là in cima, a pregare che non cominciasse a piovere nella stanza, per colpa di qualche perdita di quella torre dall'aria piuttosto pericolante. A Rose ricordava tanto quella in cui era stato alloggiato mago Merlino nel suo cartone preferito, perennemente sul punto di crollare. *2

Lily chiacchierava allegramente con Louis e Dominique, chiedendo loro notizie su Victorie. Adorava quella cugina, e passava l'anno aspettando di vederla.

Rose capiva il fascino che Vic esercitava su Lily: bella almeno quanto la madre, non avrebbe potuto essere più diversa. Era una sportiva nata, incredibilmente aggraziata ed elegante, ma sempre in abiti comodi e sportivi. Era indipendente e gentile, ma la cosa che a Rose piaceva di più era quella vena sarcastica che entrambe condividevano.

 

James richiamò l'attenzione di tutto il parentado, dicendo che aveva da fare e quel giorno non poteva restare lassù a lungo.

- Ragazzi, io e Al vi abbiamo una richiesta da farvi – esordì Rose, dopo aver lanciato un libro in testa a Hugo che stava sonnecchiando in fondo alla stanza. - Temo ci saranno problemi a Hogwarts nei prossimi tempi, e ho bisogno che controlliate che non succeda nulla di strano. Nel caso avvertiteci all'istante con le monete stregate di mia madre. E soprattutto, dobbiamo controllare che non succeda nulla a Scorpius, deve esserci sempre qualcuno nei paraggi quando è in giro. Slytherin è in pericolo, e lui più di tutti. -

Una marea i proteste scoppiò non appena Rose smise di parlare per prendere fiato, e ci vollero dieci minuti abbondanti per riprendere il controllo della situazione.

Dopo che tutti i cugini furono silenziati da un pronto intervento da parte di un Albus più che nervoso, Rose riuscì a riprendere il discorso.

- Mi dispiace non poter scendere nei dettagli ragazzi, ma per ora è meglio così. Solo... guardatevi attorno. -

Era finita anche quella. I cugini dopo un'altra mezz'ora di spiegazioni, con non poche polemiche, si erano dispersi promettendo di stare all'occhio.

Albus e Rose si stavano dirigendo in biblioteca per cominciare a studiare, e la ragazza aveva impiegato soli dieci minuti a capire che il malumore del cugino aveva a che fare con Artemis. Dopo anni di quel tira e molla aveva imparato a riconoscere i sintomi: sguardo d'acciaio, un diavolo per capello e un'enorme tristezza camuffata da rabbia.
Sarebbero mai migliorate le cose tra loro due?
Rose pensava che sarebbe successo se Al avesse smesso di temere il passato e gli errori allora commessi, e avesse cominciato a vivere il domani con positività.
Dopotutto Artemis le aveva provate tutte per convincerlo, ma nulla da fare. E temeva che lei non sarebbe stata disposta ad aspettare ancora a lungo, quella situazione la feriva e presto se ne sarebbe tirata fuori.
Una volta sua madre, dopo che lei le aveva accennato a grandi linea la vicenda, le aveva detto che Albus aveva indubbiamente ereditato da Harry quelle tendenze iperprotettive, solo che era persino più testardo e cocciuto di lui, e sfortunatamente quella non era sempre annoverabile tra le note positive.
Stava facendo in quel momento un ultimo disperato tentativo per convincerlo, ma lui pareva sordo.
Credeva di fare la cosa migliore per lei, e non voleva sentire ragioni.
Scosse la testa sconsolata, e grazie a quel gesto percepì un movimento frenetico dietro a un angolo. Inizialmente non ci fece troppo caso, ma quando vide anche un bagliore illuminare quel corridoio, richiamó l'attenzione di Al e assieme corsero verso il punto.

Fecero giusto in tempo a vedere la coda di un mantello scomparire nel corridoio astante, prima che si accorgessero della figura che giaceva supina per terra.

Corsero verso il corpo e riconobbero una giovane Serpeverde.

- Eveline! - esclamò Al spaventato.

- Chi? - chiese Rose, incerta sull'identità della giovane.

- Eveline Nott. Cosa le è successo? - era sul limite della preoccupazione, e Rose si mise subito a osservare la ragazza, dopo avergli detto di chiamare aiuto.

- Evoca il tuo patronus e mandalo dalla preside, è il modo più veloce! -

- Non ci riesco Rose! Eveline potrebbe morire. -

- Al concentrati. Pensa... al week-end nella casa sul lago di zia Fleur che abbiamo trascorso assieme io, te e Scopius, e a quando l'abbiamo lanciato in acqua. -

Albus chiuse gli occhi, richiamando alla mente i ricordi più felici che avesse e liberandosi dell'ansia per la compagna.

Un ruggito ferino richiamò l'attenzione di Rose che smise di esaminarla. Dalla punta della bacchetta di Al era spuntato un leone argenteo, che si stava già dirigendo verso l'ufficio della Presidenza.

- Mi prendi in giro? - chiese Rose attonita, fissandolo mentre lui scuoteva le spalle.

- Lo so. Se lo dici a Scorpius o a papà, ti uccido. -

Ridacchiando la ragazza si immaginò una serie infinita di ricatti che avrebbe certamente messo in atto in futuro, ma non era quello il momento.

- Allora, hai capito cos'ha? -

- Temo di sì, Al. È stata pietrificata anche se non capisco come. Voglio dire, nessuno studente a scuola è in grado di fare un incantesimo del genere! E escludendo il Basilisco, che dovrebbe essere già morto e sepolto, non ho idea di cosa possa esser stato. È assurdo! - ringhiò.

- Brillante deduzione signorina Weasley. Albus. -

Draco Malfoy comparve alle loro spalle silenziosamente, e si fece spazio tra loro. Albus era l'unico studente che chiamava per nome, e Rose aveva una teoria a riguardo: era segretamente convinta che Malfoy desiderasse con tutto se stesso dimenticare che il ragazzo era un Potter, come se la somiglianza fisica col padre non fosse stata abbastanza evidente.

- Professore. -

- Cos'avete visto? - domandò senza guardarli, ma concentrandosi solo sul corpicino che giaceva inerme.

- Un bagliore e una sagoma che scompariva laggiù, ma non siamo riusciti a seguirla, dovevamo soccorrere lei. -

- Ottima scelta, basta uno studente pietrificato. Avete trovato qualche altro indizio? -

- Beh... - mugugnò Rose

- Parla Weasley, non abbiamo tempo. -

- Il polso. Le hanno inciso una A sul polso. Ho fermato il sangue mentre Albus evocava il Patronus, ma non sono riuscita a far rimarginare la ferita, non capisco perchè. -

- Il leone è tuo Albus? - chiese palesemente stupito l'insegnante – Non importa. La Preside sarà qui a momenti, e ho bisogno che voi andiate a chiamare Paciock, avremo bisogno di lui. Ah, e avvertitelo di proteggere le Serre con degli incantesimi. Anzi, per evitare che le faccia esplodere, meglio se lo fate voi due. -

 

 

 

***

 

Seduti davanti alla scrivania della McGranitt, si tenevano per mano aspettando che la Preside rientrasse.

Il pomeriggio era stato frenetico, e quella sera l'accaduto sarebbe stato annunciato all'intera scuola.

Poco dopo l'arrivo di Malfoy era giunta la Preside con gli altri insegnanti, e lì era scoppiato il finimondo.

Eveline era stata portata in Infermeria sotto lo sguardo attento di Susan Bones, la nuova infermiera della Scuola. Madama Chips era andata in pensione qualche anno prima, e la giovane donna l'aveva rimpiazzata.

- Scusate il ritardo ragazzi – esordì la Preside stancamente, entrando nella stanza.

- Come sta Eveline? - domandò Albus prendendo parola per la prima volta dopo delle ore.

- E' stabile. Però è sorto un problema -

- Ovvero? -

- Non riusciamo a stabilire quale sia stata l'esatta causa della Pietrificazione della ragazza. Non è stato un incanto perchè non ci sono segni visibili, e abbiamo scoperto che la pietrificazione è avvenuta dall'interno. -

- E la A? Cos'ha provocato quella incisione? -

- Crediamo sia stata fatta senza l'ausilio di alcun incanto, è opera umana. -

- I ragazzi rimasero in silenzio qualche momento, riflettendo sulle notizie che erano appena venuti a sapere.

- Prima di farvi andare vorrei chiedervi una cosa. Secondo voi come mai la prima vittima è stata proprio la signorina Nott? Senza contare le sue parentele, ovviamente. -

Fu Albus a rispondere – Perchè è isolata. Voglio dire, tutti la conoscono a Slytherin e quando vuole è anche simpatica, ma vive praticamente da sola, e non credo abbia veri amici nel Castello. È più facile colpire qualcuno di solitario, e come primo obbiettivo era perfetta. Silenziosa, timida, solitaria. Se anche avesse notato di essere osservata non l'avrebbe detto a nessuno, per cui non avrebbe potuto farli scoprire. -

- Grazie dell'aiuto ragazzi, ora andate a riposare. Arrivederci. - li congedò con un cenno stanco, voltandosi verso il ritratto di Silente che aveva ascoltato con attenzione tutta la conversazione.

 

Scesero dalle scale in silenzio, continuando a rimuginare su quelle parole.

- Avverto io gli altri Al. Tu vai a riposare e... controlla che stia bene, d'accordo? - borbottò imbarazzata.

- Scorpius starà bene, Rose, non ti preoccupare. Non so cosa sia successo ma passerà anche questa – la rassicurò abbracciandola.

Grazie – sillabò in silenzio mentre lui si allontanava. Lo guardò sparire e trasse la moneta incantata dalla tasca.

Ora basta, urgono provvedimenti.

 

 

Spazio dell'Autrice:

 

*Il film di cui si parla è "V per Vendetta", capolavoro cinematografico.

*2 In questo caso il cartone animato è "La Spada nella Roccia", e la scena è quella in cui Merlino viene alloggiato in una torre in punto di crollo, nel castello dove vive Semola.

 

 

Ecco che i problemi veri vengono a galla, e ne vedremo delle belle nei prossimi capitoli. So che non c'è Scorpius in questo capitolo, ma era necessario che gli eventi cominciassero a svolgersi.

A presto!
Herms

 

ps: Ecco la mia pagina autore su facebook.

   
 
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