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Autore: Driz    02/09/2011    0 recensioni
Quinn si stava rosicchiando nervosamente le unghie in attesa della partenza del suo volo per New York.
Continuava a guardare l'orologio e il tempo sembrava non passare mai, il confortevole sedile di prima classe cominciava a starle scomodo e il vicino che le parlava ininterrottamente da quando aveva messo piede sull aereo di certo non rendeva più piacevole quell'attesa. Avrebbe cominciato a prenderlo a pugni se non si fosse tappato la bocca subito oppure avrebbe chiamato l'hostess per farsi trasferire nella stiva insieme ai bagagli se non ci fossero stati posti liberi in classe turistica. Stava per premere il pulsante dell'assistenza quando l'altoparlante cominciò a trasmettere un messaggio del pilota.
"Grazie al cielo partiamo" si disse sollevata Quinn lasciandosi sprofondare nel sedile.
- Buon pomeriggio a tutti i passeggeri. Qui è il pilota Finn Hudson. Dato che a New York è da poco iniziata una bufera di neve, la centrale ci ha comunicato che dovremo aspettare finchè non cessino le precipitazioni per decollare. Grazie per l'attenzione-
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Finn Hudson, Quinn Fabray, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
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Quando arrivarono al gate, l'imbarco era iniziato solamente da qualche minuto ma la coda era già lunghissima. Quinn si mise ultima e si autoimpose di aspettare pazientemente finchè non fosse arrivato il suo turno.
- Se vuoi posso farti passare avanti- le suggerì dolcememente il ragazzo.
- Non è necessario, Finn. Grazie lo stesso- gli sorrise e gli accarezzò il braccio - Non ti preoccupare. Ora vai a lavorare, pilota-
Il ragazzo le schioccò un bacio sulla guancia, raggiunse il banco e, prima di andare, la salutò con la mano e le sorrise radiosamente.Quinn ricambiò sia il saluto che il sorriso e lo vide allontanarsi.


Il volo fu piuttosto piacevole e non aveva nulla di cui lamentarsi dato che aveva praticamente dormito tutto il tempo con bendina sugli occhi e tappi alle orecchie per sfuggire dai discorsi soporiferi del vicino.
Una volta atterrato l'aereo e spento il motore, tutti i passeggeri, quasi in contemporanea, come se fossero una persona sola, slacciarono le cinture e si alzarono per prendere i bagagli a mano. Tutti si spintonavano come bambini furiosi e, tra uno spintone e l'altro, Quinn fu catapultata in avanti riuscendo a liberarsi dalla fila.Raggiunse le hostess che intanto salutavano i passeggeri e si avvicinò a Finn che stava facendo lo stesso. La ragazza strappò un pezzetto di carta dalla rivista che teneva in mano e scrisse rapidamente il numero di cellulare con la sua penna verde al profumo di mela che portava sempre con sè. Era un pò il suo portafortuna.
Porse il bigliettino con fare ammiccante e gli fece "chiamami" con mignolo e pollice della mano destra in modo altrettanto ammiccante. Finn se lo intascò con un occhiolino e la saluto come faceva con tutti gli altri passeggeri.
- Grazie e arrivederci-
Continuava a dirlo come se un disco nella sua testa si fosse bloccato e ripetesse sempre la stessa, tremendamente noiosa frase.


Non passò molto che Finn decise di chiamare la biondina. Fremeva dalla voglia di sentire di nuovo la sua voce, guardarla negli occhi, accarezzarle i suoi morbidi capelli color miele e soprattutto di baciarla.
Copiò dal bigliettino il numero sul celllulare, lo salvò in rubrica e finalmente premette il tasto verde della chiamata.
Suonava libero. Bene. Ora doveva solo rispondergli.
" Pronto?"
- Ehi Quinn, sono io... Finn, il pilota. Ti ricordi di me, no?-
" Come non ricordarsi di Finn Hudson" rispose ridacchiando " Comunque pensavo mi chiamassi più tardi... non sono ancora uscita dall'aereoporto. Sto ritirando gli altri bagagli proprio adesso"
- Ah meno male. Ascolta, ti andrebbe di prendere il taxi insieme a me? Rimango ad aspettarti alla fermata-
" Perfetto. A dopo allora "
- Buon Natale, Quinn- disse quasi sospirando prima che la ragazza riattaccasse.
" Buon Natale anche a te, Finn"
I due riattaccarono e il ragazzo, con un sorriso beffardo, lo mise in tasca e iniziò a dirigersi verso l'uscita.
" é proprio cotta di me"  pensò spavaldo.
E una volta tanto Hudson aveva ragione: Quinn Fabray era proprio cotta di lui.
  
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