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Autore: Thilwen    05/05/2006    15 recensioni
“La verità è che io sono un ragazzo capriccioso.
Se voglio qualcosa, la prendo.
Se questa cosa appartiene ad un altro, la rubo.
Se questo è il mio peggior nemico… avete mai sentito nulla di più delizioso?”
Ma forse Draco aveva fatto i conti senza l’Ostessa…
O, sarebbe meglio dire, la Leonessa.

......tratto da "Pane, Burro e Marmellata".
Genere: Romantico, Commedia, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Ginny Weasley, Harry Potter
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Il Serpente, il Cervo e la Leonessa

Tratto da Pane, Burro e Marmellata

Disclaimer: Draco Malfoy appartiene a JKRowling che per questo sarà invidiata da me a vita. Anche Potter and co. appartengono a JKRowling ed a tutti coloro che ne detengono i diritti, io mi limito solo ad utilizzarli per accrescere la mia immensa indole malvagia, senza fini lucri.
Nella speranza che nessuno possa sentirsi offeso.

Titolo: Il Serpente, il Cervo e la Leonessa.
Autore: Thilwen
Beta-readers: mise_keith, Alfio
Paring: Draco/Ginny
POV: Draco’s POV
Capitoli: Tre

Note:
Sì, una nuova commedia, ma ormai non vi stupite più vero?
Allora, questa fanfiction è una Draco/Ginny il cui argomento è tratto da Pane Burro e Marmellata, ma comunque non vi è assolutamente bisogno che voi lo abbiate letto per potervi inoltrare in questa storia. Andate tranquilli!
Questa è, comunque, una storia meno comica rispetto alla mia precedente, più introspettiva, più cinica, un po’ più spinta, molto più cattiva(….!).D’altronde: Draco Malfoy è Draco Malfoy, Ron Weasley è Ron Weasley, signori, mi capite, no? Ha, mio nonostante, preso anche questa la struttura a paragrafi. Vorrà dire che le mie commedie hanno tutte l’aspetto frammentario, pazienza.
Il titolo è nato quando ho fatto una tragica scoperta. La data di nascita di Ginny Weasley: 11Agosto. Ciò, non solo comporta che è leone (ecco spiegata la Leonessa), ma è anche nata il mio stesso giorno! Non c’è bisogno che spieghi anche il Cervo ed il Serpente, vero?
Via avverto che, probabilmente, non mi vedrete per molto tempo, perché fra esami ed impegni vari non so davvero dove sbattere la testa. Sono settimane che dovrei addirittura inviare questo lavoro!
Ho fatto il codice html “a mano”, spero di non aver combinato macelli. Quando potrò inizierò ad “alleggerire” tutte le mie storie, promesso, così sarà anche un modo per rivederle…
Spero che leggiate e recensiate in tanti… per il resto… arrivederci!

Ringraziamenti: A Chiara (mise_keith) ed Alfio perché hanno letto questa fanfiction e mi hanno gentilmente dato dei consigli. (ed inconsapevolmente anche Rosario…)
Dediche: All’amica che non mi abbandona mai. Al mio stupidino. Ed ad una certa “parte istintiva…”

Avvertenze:
L’Autrice si sente in dovere di avvertirvi che:
Il contenuto di questa fanfiction non è adatto a tutti coloro che provano una certa ( anche se lontana) simpatia nei confronti di Harry Potter. Se qui c’è qualche fan del bambino-celebroles…ehm del bambino-che-è sopravvissuto, sappia che si trova nella storia sbagliata.
Per restare in tema, ella rifiuta ogni forma di manifestazione di pena nei confronti di Harry Potter. Tutti coloro si sentiranno persi da flussi di dispiacere sono invitati a leggere la parte finale di Pane, Burro e Marmellata.
Chiunque non conosca Thilwen deve sapere che la sua indole è crudele, sadica, cattiva e perversa.
È bastarda dentro, senza possibilità di redenzione.
Chiunque si senta di animo buono, salda moralità, carattere mansueto… potrebbe subire traumi perpetui nel leggere questo lavoro.
Nonostante abbia tentato in tutti i modi di contenersi, nella parte finale di questa cattivissima e velenosa fanfiction, ci sono alcuni piccoli pezzettini imbevuti di sentimentalismo acuto.
In questo caso, ogni forma di pena nei confronti di Thilwen, invece è bene accettata.
L’autrice ci tiene a precisare che l’unica cosa che hanno in comune lei e la Mary Ginny Sue di JKRowling è la data di nascita ed il colore dei capelli.
Con la Ginny presentata in questa storia, forse, può anche condividere qualcos’altro.
Ogni riferimento a Fedro o Esopo è da ritenersi puramente casuale.
Ogni riferimento a fatti, persone o cose è invece puramente causale.

******
Parte Prima – La vendetta del Serpente.

Voi vi chiederete, giustamente non posso negarlo, come uno come me, Draco Malfoy, sia finito per calarsi dentro le mutande della Weasley.
Avanti, sparate a zero.
Cosa c’entro io con Ginevra Molly Weasley?
Mai visti due esseri più diversi: socialmente, moralmente, politicamente…
Umanamente.
Ma voi la Weasley la conoscete veramente? Siete sicuri di esservi fatti tutti i conticini giusti?
Sì? Beh, beati voi.
Perché io, la bellezza di tre anni e sei mesi fa, non ne avevo azzeccato uno.
Altrimenti, adesso, la storia sarebbe di gran lunga diversa.
Di gran lunga.
***
Ora, gente, non iniziate a supporre roba insensata.
Niente innamoramenti stucchevoli al chiaro di luna, mani sfiorate in un caffé nella Londra Babbana, poesie a mezzi toni nascoste fra la posta del mattino…
Perché Draco and Ginny, non significa necessariamente Romeo and Juliet. No, non abbiamo proprio nulla a che fare con colpi di fulmine ed amori fulminanti.
Non immaginatevi neanche passioni ossessive, desideri morbosi, sconvolgimenti di anima, torture fisiche e morali.
No, no, no.
La verità è che io sono un ragazzo capriccioso.
Se voglio qualcosa, la prendo.
Se questa cosa appartiene ad un altro, la rubo.
Se questo è il mio peggior nemico… avete mai sentito nulla di più delizioso?
Ma tutto questo ha, forse, un motivo ben più radicato. Una questione d’orgoglio e vendetta.
Perché, sappiate che io sono colui che, anni or sono, l’ha presa in quel posto.
Avete presente tutta la storia, no? Guerra magica, bene contro il male, trip e trap, tic e toc. San Potter l’ eroe del mondo, l’Oscuro Signore il brutto e cattivo, i Mangiamorte i Babau, gli Auror gli angeli senza ali…
La solita storia, né più, né meno.
Bene, adesso io potevo anche patteggiare per L’Oscuro Signore, inneggiare alla purificazione della razza magica, incrociare le dita perché Potter schiattasse nel più violento dei modi, incitare le truppe, sostenere apertamente la barricata dove vi erano i cattivi –per riconoscerli: sono quelli vestiti di nero con i cappucci e le maschere d’argento-, ma non ho mai partecipato attivamente al gioco.
Mi è stata concessa, per somma intercessione di Piton, la carta della neutralità e l’ho buttata sul banco.
Pur mantenendo la mia posizione, apertamente rivolta al Signore Oscuro, sono rimasto ad osservare la scena da un angolino di mondo, applaudendo senza enfasi con una sigaretta accesa fra le labbra e l’espressione più menefreghista e strafottente che possa esserci.
Tralascio il resoconto di guerre e battaglie: non tocca a me narrarle.
Sappiate che, alla fine di tutto, io ero il lurido figlio di un Mangiamorte (morto), e di una donna fuggita in Messico con una spia (viva), con un cognome che, se ci fossero state le liste di proscrizione, sarebbe stato in cima.
Malfoy.
Cosa può fare un ragazzo a venti anni se non rimboccarsi le maniche e fingere di essere un rispettabile aristocratico perché possa riavere il suo posto in società?
Perché la gente non impallidisca alla sua vista?
Perché gli Auror, e mezzo ministero con loro, cessino di piombargli a casa alla quattro del mattino per una Perquisizione Speciale?
Così ho costruito il mio Dottor Jackyll quotidiano, riservandomi ad essere mister Hyde nell’oscurità della mia anima. So che la storia era al contrario, ma concedetemi la licenza.
Fortuna che mia madre si era portata in Messico solo mezzo patrimonio, altrimenti avrei anche dovuto cercarmi un lavoro.
Ma c’era qualcosa che, seriamente, non andava…
In effetti, ero molto frustrato.
Non sessualmente frustrato.
Sono Draco Malfoy non Harry Potter!
Avevo una ragazza, tale Pansy Parkinson, dai tempi in cui frequentavo ancora Hogwarts.
Non l’amavo.
Non le volevo neanche bene.
E non mi piaceva neppure troppo.
Perché stavo con lei?
Perché ero solo. Padre morto, madre in fuga, Mangiamorte senza marchio, assassino senza sangue.
Avevo bisogno di qualcuno che si curasse di me, non solo per una notte.torturasse- che mi desse un po’ d’affetto, anche se restavo incapace di ricambiare.
Pansy era come una vecchia coperta lacera e spelacchiata. Utile, se non ne hai altre.
La tradivo. Sempre, senza rimorso, senza riguardi.
Ridevo di fronte alle sue lacrime di rabbia.
Le torcevo il polso quando mi schiaffeggiava.
La trattavo da cani.
Poi un giorno si è scocciata ed è andata via, in silenzio, senza voltare le spalle.
Ed io sono rimasto senza coperta, al freddo.
***
Potter era l’eroe.
Potter era il migliore.
Potter aveva tutto.
Potter era felice.
Potter aveva Ginny Weasley.
Non me ne fregava nulla di Ginny Weasley, in realtà.
Talvolta li incontravo, al Ministero o per strada. Quando non ne potevamo fare a meno ci scambiavamo a mo’ di saluto un:
«Malfoy».
«Potter».
«Weasley».
Ed un sorriso che augurava la peggiore fra le malattie. L’espressione disgustata di Potter seguiva sempre i miei passi.
Solo il mio autocontrollo m’impediva di spaccargli la faccia.
Picchiare l’eroe dei due mondi non è il modo migliore per farvi accettare da una società che vi crede un killer professionista.
La Weasley era una donna che, in un’altra vita, un’altra situazione, un altro momento, mi sarei fatto volentieri.
Di statura media, i capelli lunghi e rossi, gli occhi da felina curiosa, la bocca dalla curva vogliosa. I seni pieni, da tenere a coppa fra le mani.
Un sedere a forma di cuore, da spalmarti sui fianchi e modellare al ritmo della tua voglia.
Ma era una Weasley, una traditrice del suo sangue e stava dall’altra parte della barricata a sorreggere l’aureola a Potter.
No, non mi era mai passata per testa l’idea di provarci con lei, neanche per una sveltina in un angolo di Nocturn Alley.
Ma tutto è cambiato un giorno, mentre covavo dentro di me una vendetta sottile, priva di sangue, ma indelebile.
Mentre architettavo la mia rivincita morale.
Mi sono passati a fianco entrambi, all’entrata del Ministero della Magia.
Ho alzato la testa.
«Potter.»
«Malfoy.»
Sorridendo abbiamo sguainato i denti, come due animali in calore decisi a marcare il corridoio.
Lei era al suo fianco, la testa alta, lo sguardo fiero, il seno fiorente stretto nella camicia, il sedere a forma di cuore nascosto dai jeans.
Potter non aveva tanto.
Aveva troppo.
Non era giusto.
Ed io sono un uomo che ama il pericolo.
«Weasley…»
Non mi ero mai accorto di quante vocali avesse il suo nome.
E forse, dallo sguardo penetrante che mi ha gettato prima di voltarsi e seguire il suo ragazzo sulle scale del Ministero, non vi aveva fatto mai caso neanche lei.
***
Avevo deciso di sedurre e scoparmi la ragazza di Potter.
Ma non era stata una decisione presa cavalcando l’onda di un desiderio.
No, era tutto pianificato. Il fatto che lei stuzzicasse una certa voglia in me, non c’entrava nulla.
E poi c’erano altre due cose da tenere in conto.
Il gusto del proibito.
Il compito difficile della seduzione.
Come si fa a sedurre una Weasley quando sei un Malfoy?
Come fa il Lupo Cattivo a farsi dare la mela da Cappuccetto Rosso?
Oh, forse ho confuso un po’ le favole.
Ma soprattutto, non solo era una Weasley, era anche la pudica e fedelissima donna di Potter.
Di San Potter da Little Whinging!
Che soddisfazione sarebbe stata se ci fossi riuscito!
Rendere Potter cornuto.
Cosa può volere di più un Malfoy dalla vita?
Magari si sarebbero lasciati.
Sì, avrei fatto di tutto, dopo, per rompere il loro idillio amoroso.
Rendere Potter cornuto ed infelice. Musica per le mie orecchie.
Quale vendetta sarebbe stata più sadica e sottile?
Nessuno avrebbe potuto citarmi in giudizio per aver fatto del sesso con una donna consenziente e disponibile.
Anche se questa era l’adorata, casta e quasi vergine, donna di Harry Potter.
Adesso bisognava solo pianificare il tutto.
Pensavo sarebbe stato un lavoro difficile.
Sporco e difficile.
Da Lupo Cattivo delle favole.
Quasi impossibile. Dovevo andarci piano, passo per passo, passo per passo.
Prima con lo sguardo. Poi con i gesti.
Infine strofinarmi contro la sua vita, impercettibilmente.
Creare mille trappole e mille illusioni.
Stordirla con il mio fascino.
Chi preferirebbe, a poter scegliere, un Potter ad un Malfoy?
Bastava solo fare con cautela. Prima bisognava conquistare la fiducia.
Regola numero uno del manuale del “Bello e Dannato” di Draco Malfoy: “Per riuscire a sedurre una donna, prima conquista la sua fiducia.
Renditi innocuo e lei non si accorgerà che sei pericoloso.
Un passo per volta.
Uno per volta.
Lentamente.

Lentamente.
L e n t a m e n t e.”
Forse ho fatto troppo lentamente.
Altro che spaventarsi.
Ginny Weasley mi è saltata addosso.
***
Pochi giorni dopo ho approfittato di una mia visita al Ministero per scontarmi, casualmente, con Potter e ragazza.
«Malfoy.»
«Potter.»
Ho chinato la testa con un cenno di saluto ossequioso volutamente di scherno.
L’ho rialzata subito per guardarla in volto.
Gli angoli della bocca di Ginny Weasley tremavano per trattenere un sorriso. I suoi occhi scuri erano due coltelli nel buio.
Sono rimasto un secondo stordito.
«Salve anche a te, Malfoy.»
Aveva la voce rauca di una donna che vorrebbe urlare “prendimi subito!”.
«Weasley…»
Ci siamo osservati per pochi secondi.
Poi lei ha seguito il suo ragazzo, ancheggiando lentamente sul suo sedere a forma di cuore ed invitandomi apertamente a fantasticarci su.
E mi sono di colpo reso conto che avevo fatto i conti senza l’oste.
***
La volta successiva che ho visto la Weasley, Potter non c’era.
L’ho trovata davanti alla porta della mia residenza di campagna, una camicia troppo stretta per i suoi seni ed un paio di jeans che le coprivano a malapena la zona pelvica.
«Come hai avuto l’indirizzo?» le ho chiesto stupito.
Lei ha alzato le spalle.
«Nulla è impossibile per me.»
Siamo rimasti in silenzio.
«Credi che possa aver frainteso la tua presenza?» le ho domandato insicuro.
Ha stretto gli occhi, come un felino in agguato.
«No.»
Nessuno scrupolo nella voce.
Altro che missione impossibile.
Mi era bastato farle odorare una lisca perché la mia gattina si presentasse a riscuotere il suo pesce.
«Entra.»
Non c’è stato bisogno di ripeterlo.

  
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