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Autore: Pandora86    05/09/2011    4 recensioni
Cosa farebbe Ryo se fosse impegnato nell'indagine più importante della sua vita. la scomparsa di Kaoeri, e fallisse? Dov'è andata Kaori e perchè è scomparsa? ma soprattutto, come ha fatto a sparire nel nulla sotto gli occhi dello sweeper numero uno del Giappone?
Genere: Avventura, Azione, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: City Hunter
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Ecco un’altra avventura per il nostro sweeper preferito.
Un abbraccio a chiunque troverà il tempo di leggere la mia storia. Mi raccomando, fatemi sapere cosa ne pensate. Ho messo l’avvertimento OOC perché Kaori all’inizio può sembrare un po’ strana e Ryo un po’ più serio, però per il resto, e anche per Kaori e Ryo stessi come si vedrà più avanti, cerco di attenermi ai caratteri originali dei personaggi.
Per il resto che dire…. Buona lettura.                        

                   
 
                                     L’indagine più importante
 



Prologo


Ryo sorseggiava la sua birra al Cat’s Eye. Erano le undici di sera passate ed il locale ormai si apprestava a chiudere. I pochi clienti rimasti sedevano silenziosi, e a breve avrebbero pagato per ritornare a casa. Una casa dove tornare.  Anche Ryo, a breve, sarebbe dovuto rietrare perché anche lui aveva una casa dove fare ritorno.

Eppure, perché non ne aveva nessuna voglia? Forse, perché una casa dove poter fare ritorno non è composta da quattro mura ma da chi le occupa, e aspetta che un altro vi ritorni. Sì, era quella una casa dove tornare ed in quel caso Ryo non l’aveva. Perché sapeva cosa avrebbe trovato in quelle quattro mura: nessuno.

Non c’era nessuno ad aspettarlo e questo pensiero l’atterrì. Avrebbe dovuto farci l’abitudine, oramai, ma non ci riusciva. Era uno strazio tornare in quella casa dove non c’era lei ad aspettarlo. Otto mesi. Erano otto mesi che Kaori mancava da casa e lui non aveva la più pallida idea di dove fosse. Nemmeno una telefonata per salutarlo di tanto in tanto. Altro che miglior sweeper del mondo. Si era fatto giocare come un pivellino dalla sua socia, che aveva fatto perdere le sue tracce.


Con il pensiero, ritornò a otto mesi prima.



Si era alzato, come al solito, dopo mezzogiorno e, sempre come al solito, aveva trovato la colazione pronta.

Solo una cosa stonava; la sua socia non armeggiava allegramente vicino ai fornelli e non era venuta a svegliarlo.

Lo aspettava, invece, seduta al tavolo con le mani congiunte.

“Buongiorno Ryo” lo aveva salutato to seria e, senza che avesse il tempo di risponderla, aveva continuato. “Siediti, devo parlarti!”.

Con la solita aria da strafottente, sedendosi sulla sedia di fronte alla sua, parlando a sua volta.

“Che c’è di così importante, hai trovato un uomo?” le aveva domandato scoppiando a ridere, e aspettandosi una martellata. Ma la martellata non era arrivata, e il suo sguardo si era posato sulla sua socia notando, solo in quel momento, che non aveva battuto ciglio e che continuava a guardarlo seria.

“Quando hai finito di ridere, forse, mi ascolterai!”.

Ryo l’aveva allora guardata con apprensione. Era un po’ di tempo che Kaori era strana, ma non ci aveva fatto caso. Da un po’ di tempo frequentava una palestra e questo era il primo fatto strano, ma in fondo neanche più di tanto. La cosa strana di quella mattina era che la sua socia sembrava aver perso tutta la sua allegria. Ricordava di aver sentito l’angoscia attanagliargli l’anima ma non l’aveva dato a vedere. Aveva un brutto presentimento.

“Cosa devi dirmi di così importante?” le aveva quindi domandato, smettendo di ridere ma facendo aleggiare sul suo viso comunque un sorrisetto serio.

Cosa sarà mai, in fondo! Era stato questo il suo pensiero mentre cercava di rassicurarsi.

“Starò via per un pò” Kaori era arrivata subito al dunque.

“E….” L’aveva incitata Ryo a continuare

“E nient’altro Ryo. Starò solo via per un po’. Ho delle cose da sbrigare”.

“E non hai intenzione di dirmi dove andrai, e quanto ti tratterrai?”.

“Starò via al massimo un anno”aveva annunciato con noncuranza, usando lo stesso tono annoiato di chi parla del tempo.

A Ryo era caduta la tazzina da mano.

“Un anno” aveva ripetuto incredulo.

“Ho detto, al massimo un anno” aveva puntualizzato la socia. “Riguardo al dove, non ho intenzione di dirtelo e, ovviamente, sei pregato di non cercare di scoprirlo da solo” aveva continuato, avvicinandosi alla porta e appoggiandosi con una mano allo stipite.

“Non ci riusciresti!” e, con quest’ultima frase e un sorriso furbo, aveva lasciato la stanza.

A Ryo, in quel momento, era sembrato di essere incapace nel muoversi. Cosa diamine aveva per la testa la sua socia? E come pensava di non farsi scoprire dopo una premessa del genere? Era ovvio che, dopo quella conversazione, si sarebbe messo sulle sue tracce. Erano questi i suoi pensieri in quel momento.

Aveva comunque deciso di non toccare più l’argomento a meno che non fosse stata lei a farlo. Voleva credere di averlo dissuaso dallo scoprire di più? Beh, con quella frase, quasi una sfida velata, aveva ottenuto l’esatto contrario ma aveva deciso di non darlo a vedere. Per tutta la giornata si era comportato normalmente e anche Kaori sembrava far finta di nulla.

Il giorno successivo, Ryo, all’alba, l’aveva sentita armeggiare nella stanza di fianco alla sua e aveva sorriso. La sua socia non poteva pensare di far perdere le sue traccie proprio a lui. Sentì Kaori scendere le scale e avviarsi alla porta. Osservandola dalla finestra, l’aveva vista raggiungere la strada e salire in un taxi.

 Molto bene, era arrivato il momento di entrare in azione.

Era sceso velocemente dalle scale e si era messo alla guida della sua fedele auto. Il taxi era fermo ad un semaforo un centinaio di metri più avanti. Aveva accostato, facendosi sorpassare da tre o quattro auto e si era fermato anche lui al semaforo.

Il semaforo era poi scattato sul verde e si Ryo si era preparato, mentalmente, a non perdere di vista il taxi ma… cos’era successo poi?

 Molte auto avevano incominciato a suonare il clacson per la coda che si stava formando. Il taxi non accennava a ripartire. Cosa diamine stava succedendo? Passò un minuto buono e gli animi degli automobilisti erano ormai più che irritati quando Ryo si era deciso a scendere per andare a controllare.

Di corsa, si era avvicinato al taxi e quello che aveva visto ebbe il potere di lasciarlo esterefatto, pietrificandolo all’istante.

Il taxi era vuoto.

Nessuna traccia, nè di Kaori nè dell’autista. Un foglio, sul sedile posteriore, aveva attirato la sua attenzione.

Aveva aperto la portiera, prendendolo subito.

Era indirizzato a lui a quanto pare. Solo una frase che l’aveva fatto sprofondare.


Ti avevo avvertito di non seguirmi. Kaori.
 


 Continua...
  
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