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Autore: rolly too    06/09/2011    3 recensioni
«Che succede, Ino?» le domandò quando finalmente gli fu accanto.
«Guarda!» ripeté lei, entusiasta, agitando ancora il pezzo di carta. «È appena arrivata da Suna. Da parte di Shikamaru!»
«Oh!» esclamò Choji, iniziando a comprendere l'eccitazione dell'amica. «Ci sono novità?»
«Sì!» annuì Ino decidendosi a mostrargli il foglio, che si rivelò essere una foto. Choji la scrutò a lungo. Ritraeva un neonato addormentato, con il volto rosso, il nasino rivolto all'insù e le labbra socchiuse. Aveva solo pochi capelli scuri e teneva le manine chiuse a pugno vicino alla testa.
«È nato!»
«È nata.» lo corresse Ino. «È una bambina, e l'hanno chiamata Shioko.»
«Shioko.» ripeté Choji annuendo un paio di volte. «Una bambina, sì. Shikamaru ha sempre detto che avrebbe preferito avere prima una femmina.»
«E indovina?» continuò Ino, che non sembrava essere in grado di trattenere l'emozione. «Hokage-sama ha detto che possiamo andare due giorni a Suna, a trovarlo. Gaara-sama ci ha dato un permesso di visita.»
Genere: Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Choji Akimichi, Ino Yamanaka | Coppie: Shikamaru/Temari
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la serie
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Suna era piena di vita già alla mattina presto. Quando entrarono nel Villaggio l'alba era passata da poco, eppure le strade erano già affollate, e i negozi aperti. Un forte profumo speziato riempiva l'aria e Ino si trovò a chiedersi come fosse possibile che un villaggio tanto solare e accogliente avesse creato ninja tanto spaventosi. Non erano solo i tre fratelli di Suna, ma anche gli altri. Aveva sentito dai suoi compagni quali erano state le gesta di Sasori, il marionettista, e del Quarto Kazekage, che aveva per anni cercato di uccidere suo figlio. E la vecchia Chiyo, che aveva contribuito ai piani di quell'uomo. E poi, chissà quanti altri che non conosceva! Che cos'aveva quel villaggio che non andava? I sorrisi che gli abitanti rivolgevano ai loro ospiti di Konoha sembravano cortesi e sinceri, ma Ino non riusciva a togliersi dalla testa le espressioni serie dei tre fratelli con cui avrebbe dovuto condividere lo spazio per i giorni a seguire.
Temari, Kankuro e Gaara non ridevano mai. Chissà se erano mai stati capaci di farlo.
«Evitate di andare in giro per il Villaggio da soli, se potete.» si raccomandò Kankuro con tono piatto mentre li conduceva attraverso stradine secondarie. «Se doveste perdervi sarebbe un problema. Potreste chiedere, perché tutti sanno dove abitiamo, ma probabilmente non capireste le indicazioni. E comunque, qui c'è poco da vedere.»
Choji annuì distrattamente e si voltò a guardare Ino. Si accorse che la ragazza fissava la schiena di Kankuro, che camminava lento poco davanti a loro, con un misto di apprensione e di curiosità. Choji la guardò. Sotto il sole del deserto era ancora più bella. I capelli e gli occhi chiari risaltavano, colpiti dai raggi di quel sole così caldo, e lei assomigliava più a un'angelica visione che a una ragazza in carne e ossa. Lui, invece, si maledisse, sotto a quel sole sembrava solo un grassone sudato. Ecco qual era la verità. Ino non avrebbe mai potuto vederlo in modo diverso.
«Eccoci arrivati.» annunciò Kankuro fermandosi davanti a una casa alla fine della strada. Era l'ultima della via, con la facciata un po' rovinata e la vernice della porta scrostata. Quando Kankuro aprì la porta Ino, prima di seguire Choji all'interno, fu percorsa da un brivido. Nella stessa casa con Kankuro e, soprattutto, lo spaventoso Gaara... L'idea le dava un senso di claustrofobia. Tuttavia lo ignorò, ed entrò a sua volta.
A dispetto di quello che si era immaginata, l'interno era pulito, ben curato e luminoso. Non c'erano soprammobili né foto né quadri, ma l'ambiente, nell'insieme, risultava comunque accogliente. Con un brivido Ino scorse la giara del Kazekage poggiata al muro, in un angolo. Due marionette a pezzi erano state lasciate sul tavolino basso dall'altra parte della stanza.
«Ehi!» esclamò Kankuro. «Sono arrivati!»
Ino sentì il rumore dei passi e lo riconobbe prima ancora di vedere Shikamaru arrivare dalla cucina.
«Ino! Choji!» sorrise quando li vide. «È bello rivedervi.»
«Sei in ottima forma.» si complimentò Ino avvicinandosi e abbracciandolo. Choji annuì.
«Già, già.»
Shikamaru sorrise e indicò loro il divano.
«Temari?» domandò invece Kankuro, raccogliendo le marionette e voltandosi verso Shikamaru.
«Di là con Shioko.» replicò quello. «E ha detto che ti conviene far sparire di lì le marionette, o lo farà lei.»
«Le sto portando via...» borbottò Kankuro. «Non ha la minima pazienza...»
Ino si trovò, suo malgrado, a sorridere. Lanciò un'occhiata di sfuggita a Kankuro che si stava allontanando borbottando tra i denti.
«La bambina?» domandò Choji.
«Sì, sì.» sorrise Shikamaru. «Appena Temari ha finito di darle da mangiare...»
«Come ti senti nel ruolo del papà?» chiese invece Ino con un sorriso. «Kankuro ha detto che non vi fa dormire.»
«È vero.» ammise Shikamaru. «È seccante, ma tutto sommato ci va bene.»
«Anche perché tu non te ne accorgi mai, e continui a dormire.» lo rimbeccò Temari. Era appena arrivata da una delle stanze che si affacciavano sul salotto, tenendo in braccio la bambina. «Ino, Choji-san.» li salutò.
I due ragazzi ricambiarono il saluto ed entrambi fecero per avvicinarsi a lei. Passandole accanto Choji, per sbaglio, sfiorò la mano di Ino. La ragazza sembrò non accorgersene nemmeno e si concentrò sulla piccola Shioko, che la guardava con gli occhi scuri socchiusi, come infastiditi dalla luce che entrava dalle finestre. Ma Choji, nel momento in cui aveva sentito la pelle morbida di Ino contro la propria, era stato percorso da un brivido freddo che gli lasciò addosso una sensazione a metà tra l'euforia e la tristezza. Percepì lo sguardo indagatore di Shikamaru su di sé, perciò decise di distrarre l'amico, anche se sapeva che ormai era tardi. A Shikamaru sarebbe bastato quel piccolo tentennamento per trarre da solo le sue conclusioni. E, senza dubbio, sarebbero state esatte.
«È proprio bella.» commentò con un sorriso accennando alla bimba.
Shikamaru sorrise, lo sguardo trasognato fisso su Shioko.
«Sì.» annuì. Mise su un'espressione contrita e aggiunse: «Adesso è tranquilla, ma purtroppo sembra che abbia ereditato il caratteraccio di Temari.»
La quale Temari gli rivolse uno sguardo pungente prima di passare la figlia a Ino, che la prese tra le braccia con cautela, come se fosse stata incredibilmente delicata.
«Tu stai bene, Temari?» le domandò la ragazza.
Temari annuì con un sorriso.
«Volete qualcosa da bere? O da mangiare? Il viaggio è stato lungo, e quel maleducato di mio fratello non vi ha offerto niente... Cosa che non hai fatto nemmeno tu.» aggiunse poi guardando Shikamaru.
«Non è un problema!» si affrettò a dire Ino, cercando di soccorrere Shikamaru, ma solo dopo si accorse che sia lui che Temari sorridevano, e la ragazza intuì che quei finti rimproveri dovevano essere frequenti, in quella casa.
«Kankuro-san se n'è andato?» domandò Choji guardando Temari. La ragazza scrollò le spalle, prima di precederli in cucina e fare segno loro di accomodarsi. Ino, con Shioko ancora in braccio, si accomodò accanto a Choji. Il ragazzo tentò d'ignorare quella vicinanza. Non aveva mai avuto problemi a stare accanto a Ino, e all'improvviso si sentiva in agitazione. Forse, rifletté, era colpa di quella situazione. Dopotutto, quella scena poteva essere fraintesa. Shikamaru e Temari erano una coppia, e avevano addirittura una figlia. Se qualcuno li avesse visti, avrebbe tranquillamente pensato che anche Choji e Ino erano una coppia. Poteva sembrarlo, si disse. Poteva essere credibile. Si riscosse con un pensiero che gli fu doloroso quanto un kunai tra le scapole. Era impossibile. Una ragazza come Ino... Come poteva trovare attraente uno come lui? Lo riteneva solo uno stupido ciccione. Ecco, questo sì che era credibile!
Temari mise sulla tavola dei piatti colmi di niboshi, ika e cetrioli in salsa piccante, versò loro il té. Rimase in piedi a bere dalla propria tazza, appoggiandosi al bancone della cucina.
Choji mise mano agli stuzzichini senza parlare. Il pensiero di poco prima l'aveva messo di cattivo umore, e tutto quello che si limitava a fare era rivolgere, di tanto in tanto, un'occhiata pensierosa a Shioko, che, con il visino tondo poggiato alla spalla di Ino, lo guardava con una sorta di pacata curiosità.
«Come vanno le cose, a Konoha?» domandò Temari.
«Tutto tranquillo.» rispose Choji spostando all'improvviso lo sguardo sulla ragazza. «Insomma, Naruto si è messo di nuovo in testa di partire per cercare Sasuke...»
«Di nuovo?» borbottò Shikamaru. «È una causa persa. E poi, ormai è un mukenin... Che cosa pretende di fare?»
«È quello che gli abbiamo detto anche noi.» considerò Choji. «Ma lo sai com'è lui. Comunque, lo stiamo tenendo sott'occhio. Non lo sa, ma ha gli Anbu alle calcagna. Se prova anche solo a uscire dal Villaggio, sarà un bel guaio.»
«Ce l'ha detto Neji-san.» spiegò Ino. «Hanno paura che possa partire da solo.»
«Lo farebbe?» chiese Temari. Shikamaru annuì in sua direzione.
«Certo. Se non c'è nessuno disposto ad accompagnarlo.»
«Non c'è.» confermò Choji. «Ci ha chiesto di partire, ma dopo l'ultima volta... E comunque, abbiamo altre missioni.»
«Più importanti.» rincarò Ino. «Ormai è tardi per riportarlo indietro. Comunque i Kage lo vogliono morto. Se ci tiene così tanto a lui, deve solo sperare che nessuno lo trovi.»
«È la stessa cosa che ha detto Gaara ieri sera, no?» fece Shikamaru. «Da quello che sappiamo, lo stanno cercando tutti. Se Naruto non è il primo a trovarlo, allora non avrà una vita ancora lunga.»
«Sì, ma non sarà facile catturarlo. Quella volta, alla riunione dei Kage, ci ha dato un sacco di problemi.» rammentò Temari.
«L'hai detto tu che Susanoo non brucia la sabbia di Gaara, seccatura. Non è così impossibile che venga battuto. Dopo tutto, lo Sharingan richiede molte energie.»
Seguirono diversi istanti di silenzio. Shioko si agitò appena in braccio a Ino, fino a che Shikamaru si alzò e, presa la piccola, la cullò stringendola a sé.
«Ah!» esclamò Ino, colta da un'idea improvvisa. Temari e Shikamaru la guardarono incuriositi, non capendo il motivo di quel guizzo repentino. «Non sapete... Sembra che tra Naruto e Sakura ci sia qualcosa!»
«È vero, è vero.» annuì Choji che, al parti dell'amica, aveva fino a quel momento dimenticato la notizia. Eppure, per diverse settimane a Konoha non s'era parlato d'altro.
«Intendi dire che stanno insieme?» chiese Temari.
«Be', non proprio.» spiegò Ino. «Cioè, non c'è niente di ufficiale, ma Kiba ha giurato di averli visti che si baciavano.»
«Kiba non è una fonte attendibile.» considerò Shikamaru.
«Chi non è una fonte attendibile?» domandò invece la voce di Kankuro. Il ragazzo comparve sulla porta della cucina all'improvviso. Ino lo guardò qualche istante, stupefatta, e per i primi secondi fece fatica a rendersi conto che il ragazzo era davvero Kankuro. Non indossava la tuta nera e aveva lavato il volto, che ora era pulito dal trucco da guerra. Non indossava nemmeno il cappuccio, e i capelli castani gli ricadevano, inanellandosi appena, sulla fronte e sulle orecchie.
«Kiba.» ripeté Temari. Gli riassunse ciò che Ino e Choji avevano riferito fino a quel momento, poi spinse verso di lui, che si era seduto dall'altro lato della tavola, il piatto con i niboshi. Kankuro ne afferrò uno, lo mangiò con calma e alla fine annuì.
«Sì, sapevo anch'io che c'è qualcosa tra quei due.» disse alla fine. «Shino mi aveva detto una cosa simile, l'ultima volta che è stato qui.»
«Anche Shino?» domandò Choji. «Allora è sicuro. Shino non lo direbbe mai, se non ne fosse sicuro.»
Anche Ino annuì, ma non disse nulla. Guardò di nuovo la porta e si accorse che, in silenzio, era arrivato anche Gaara. Erano diversi anni che non lo vedeva, ma nonostante sembrasse molto più tranquillo dell'ultima volta, non riuscì a reprimere un brivido che l'attraversò da capo a piedi. Sperò che Gaara non se ne fosse accorto, ma lui, che invece aveva notato la sua reazione, fece finta di nulla. Si voltò però verso di loro.
«Benvenuti.» disse, monocorde. Si sedette a sua volta a tavola, ma non toccò nulla del cibo che Temari aveva preparato. Si versò invece del té, e tornò a rivolgersi ai due ragazzi di Konoha. «Avete fatto un buon viaggio?»
Ino annuì, sforzandosi di sorridere.
«Sì, non abbiamo avuto problemi.»
Gaara annuì, cortese, e a Ino venne in mente che lui, invece, di problemi sembrava averne parecchi. Lo trovava piuttosto stanco e pallido, come se avesse passato molte notti insonni. Era quasi convinta che, dopo l'estrazione dello Shukaku, il ragazzo potesse dormire, ma se avesse dovuto scommettere avrebbe detto che era da molto che non vedeva un letto. Aveva un'aria sciupata, quasi malata. Anche Choji se ne accorse, e notò anche l'occhiata preoccupata che si scambiarono Temari e Kankuro, senza farsi notare dal minore.
«Va tutto bene, Gaara?» domandò alla fine Shikamaru, che da quando era arrivato in quella casa non aveva mai apprezzato le mute conversazioni che avevano luogo tra i tre fratelli. Lui, se capiva Temari con un'occhiata, la maggior parte delle volte, non riusciva mai a capire che cosa passasse per la testa di Kankuro. Quando si parlava di Gaara, poi, era anche peggio.
«Sì.» replicò quello in fretta. Alzò lo sguardo quel tanto che bastava per intercettare quelli dei fratelli, poi aggiunse: «Ho dei problemi con... dei documenti. Niente di cui preoccuparsi.»
Ino pensò che non aveva mai visto nessuno mentire così male.


Posso dire una cosa? Più proseguo con questa storia meno il titolo c'entra. Ma non importa!
Dunque, per il momento mi si aprono davanti due strade. La prima, detta anche Prima Strada, allungherebbe la storia di qualche capitolo, e la renderebbe anche un po' più... come dire? Non so, da ninja. La seconda, detta anche Seconda Strada, sarebbe più sul quotidiano. Per il momento penso che propenderò per la prima, dato che ho già qualche ideuzza, ma non si può mai dire.
Una piccola nota: i piatti che ho nominato (niboshi, ika e cetrioli in salsa piccante) sono degli "stuzzichini da aperitivo" tipici del Giappone. I Niboshi sono dei pesciolini fritti in padella e bagnati con salsa di soia, gli ika sono seppie piccanti e i cetrioli in salsa piccante sono esattamente quello che dicono di essere.
Un'altra cosa. Come potete notare, il ChoIno è ancora molto, molto velato. Potrebbe rimanerlo per parecchio, ancora, ma non preoccupatevi, se siete fan della coppia (cosa molto rara, me ne rendo conto): avranno i loro momenti di gloria. D'altra parte, io li amo alla follia.
Credo di aver finito, boh... Mi pare, sì, d'aver detto tutto.
Ah, già. Un ringraziamento a tutti quelli che hanno letto/recensito/inserito la storia tra seguite, preferite o ricordate. Grazie mille!
Un vostro parere è sempre graditissimo.
   
 
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