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Autore: _StayStrong    06/09/2011    4 recensioni
DAL SECONDO CAPITOLO:
“Draco, mia sorella non è sempre stata come l’hai conosciuta tu” disse la donna leggendo negli occhi del figlio solo disprezzo, la sua voce era melliflua “Bellatrix finché ebbe la tua età era una ragazza dolce, affidabile, completamente sbagliata per la casa dei Serpeverde. Lei con noi non c’entrava assolutamente nulla con tranelli, cattiverie, dispetti, era sempre stata calma e posata. Cambiò dopo, con l’ascesa di Tom Riddle. Se ne innamorò perdutamente...” disse, i suoi occhi erano acquei mentre pensava a ciò che una volta era stata la sorella, nulla in confronto alla donna tra le sbarre.
“Lei, lei è figlia di Voldemort?” chiese Draco in un misto tra lo schifato e lo spaventato, no, lei non poteva assolutamente essere figlia sua, non aveva nessuna caratteristica dei Riddle
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: Draco/Hermione
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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La stanza di Bellatrix Lastrange era ampia e in ombra, delle pesanti tende di velluto verde non lasciavano nessuno spazio al sole settembrino, se non per un piccolo spiraglio formato dove i due drappeggi si dovevano congiungere. L’arredamento era sobrio, per essere una stanza della Malfoy Manor, al centro troneggiava un letto a baldacchino di sera nera e sul pavimento di ebano scuro spiccavano il tappeto verde e due poltrone che quasi sembravano troni, una verde e una rossa. Poltrone che avevano visto anni di confidenze tra sorelle.
 

Draco riuscì ad entrare nella stanza della zia senza troppi sforzi, la porta era rimasta socchiusa e ancora regnava un forte profumo di muschio e cenere, non era passato molto tempo dall’ultima volta che quella donna schiva, pazza e dalla personalità altalenante tra il crudele maniacale e la dolcezza più profonda, ben nascosta, era stata lì.

La guerra era finita da un po’, i Mangiamorte più pericolosi erano stati arrestati e Draco, come la madre e altri, erano stati rilasciati, perché pentiti, o costretti ad unirsi al Signore Oscuro, ma Bellatrix no, non aveva scampato la prigione, neppure se era più morta che viva. L’avrebbero incarcerata anche da morta se solo avessero potuto, era impossibile anche solo pensare che lasciassero in custodia alla sorella Narcissa l’eterna amante di Voldemort. Non alla sorella più debole che non l'avrebbe saputa tenere a freno.

Appena entrato in camera Draco incominciò a frugare nei cassetti della zia, ne apriva uno alla volta e poi cercava, mandava all’aria di tutto, dalla biancheria intima della donna, alle calze, come con le sciarpe. Doveva assolutamente trovare quei documenti, un Accio però non sarebbe bastato, sapeva che Bellatrix non avrebbe mai lasciato quelle carte così indifese.

Maledette carte, venite fuori, cazzo!, pensò tra se Draco Malfoy che alla zia non assomigliava per niente, i suoi lineamenti squadrati, gli zigomi alti, i capelli biondi e gli occhi di ghiaccio, mentre la zia aveva i capelli neri, ricci e crespi, con dei profondi occhi color nocciola, quasi dorati.

Frugava, sbatteva, rompeva e lanciava Draco, senza sosta. Doveva trovare una risposta alle sue domande. Domande che aveva incominciato a porsi il giorno prima della guerra, sentendo la madre e la zia parlare, fuori in giardino, vicino alla serra con i pavoni albini...
 
Sua zia piangeva, era la prima volta che la vedeva piangere, la guardava disgustato da dietro ad un albero, mentre Narcissa le metteva una mano sulla spalla; anche lei aveva gli occhi lucidi, sembrava capire appieno la sorella. Bellatrix, che ha sempre avuto il viso più rotondo di Narcissa, in quel momento sembrava scavata, le occhiaie risaltavano sulla pelle bianca e continuava a sbattere la mano al muro, con un cerca veemenza, come se volesse distruggerlo.
“Bella, basta”gli disse la sorella cercando di calmarla, aveva posato ora entrambe le mani sulle sue spalle, la donna dai capelli scuri cercò di fermarsi, ma prese le mani dell’altra tra le sue con un tale impeto e una tale velocità che Draco ebbe quasi paura per la madre. Bellatrix non aveva un temperamento stabile, poteva essere la più dolce delle donne il secondo prima e il secondo dopo la più crudele delle assassine, la conosceva bene.

Era lei che di sera, quando era bambino andava a volte a leggere le fiabe, altre a farlo spaventare proiettando davanti a lui le immagini dei suoi peggiori incubi e divertendosi nel vederlo spaventato.


“Cissy, l’ho trovata. L’ho finalmente trovata” disse Narcissa abbassò lo sguardo, doveva saperebenissimo di cosa stesse parlando la sorella “Mi somiglia tanto, sai. E io l’ho torturata, io le ho fatto del male Cissy. Ho fatto del male a mia figlia” era disperata, né Narcissa né Draco l’avevano mai vista così disperata, ma Draco era troppo impegnato per pensare all’ultima parola della zia per accorgersi del suo stato d’animo. Come poteva, Bellatrix Lastrange,innamorata da un vita del Signore Oscuro, avere una figlia? Tenuta nascosta poi.

“Bella, basta. Non è tua figlia, non puoi considerare tale una ragazza che non hai cresciuto tu” disse, ma peggiorò solo la situazione, neppure lei credeva alle parole che aveva detto, ma doveva far in modo che la sorella si ricomponesse, mancava poco al momento in cui sarebbero state chiamate a combattere contro Hogwarts, contro tutti, anche i propri cari.

“L’ho tenuta dentro di me nove mesi, e io sono stata solo capace di torturarla, di godere del suo dolore”rispose Bellatrix “Cissy, ti prego, aiutami” pregò la sorella.

Narcissa estrasse la bacchetta e la puntò alla testa della sorella che chiuse per un attimo gli occhi, non avrebbe più provato dolore: “Ti prego Cissy, non farmi più soffrire, lei non deve soffrire. Non voglio metterla in pericolo...” la sorella la guardò per un po’ e sospirò, la bacchetta ancora puntata alla testa dell’altra.

“Ne sei sicura, potresti proteggerla, fare ammenda dei tuoi errori” le fece notare la bionda ma Bella annuì, certo che ne era sicura. Sua figlia la odiava, voleva la sua morte, e non avrebbe mai saputo  o creduto nella sua maternità.

Durante la battaglia, proteggila da me” disse alla sorella, lei annuì e poi si guardò intorno, non accorgendosi del figlio, così vicino a loro, così vicino da aver sentito tutto, pur non avendo capito nulla.

“Oblivium”disse in un sospiro, e la memoria di Bellatrix fu modificata, per la seconda volta nella sua vita.
 
Draco era davanti all’armadio della zia, lo aprì servendosi della magia e poi si tuffò dentro, tra tutti i vestiti lunghi, neri e sgualciti, pizzi e merletti.

La guerra era passata, così come l’inquisizione suprema ai Mangiamorte e lui doveva assolutamente sapere qualcosa in più. Lui, Draco Malfoy era stato ingannato dalla zia che diceva di adorarlo; lui, Draco Malfoy aveva una cugina, da qualche parte e gli era stato tenuto nascosto; lui, Draco Malfoy, l’ex principe delle Serpi, aveva una cugina che era stata torturata dalla sua stessa madre ma lei non lo sapeva. Ne lei né Bellatrix.

Dopo qualche minuto trovò, in un angolo dell’armadio, una cassetta, era di legno scuro, con al centro una pietra preziosa, verde, il colore della casata. Il colore di Serpeverde e dell’uomo che Bella amava più della sua stessa vita.

Draco l’aprì avidamente, e dentro vi trovò quello che cercava, si alzò da terra e prese a sfogliare quei documenti. Documenti del San Mungo, che dava la nascita di una bambina, di nome Erin Lastrange, il 19 settembre del 1979, lo stesso anno in cui era nato lui. Poi degli altri documenti, Babbani, chiaramente falsificati che recavano la stessa data di nascita ma con un nome e un cognome diverso, per spezzare tutti i vincoli con la madre naturale.

Il ragazzo rimase a bocca aperta ed occhi spalancati.

Poi solo tre parole, quasi sussurrate.

“Non è possibile”
 
 
 
 
 
 
 
  

  
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