Darkness s Angels:
Capitolo 2:
Cassandra
La situazione era precipitata durante la lotta; Talasiel
non avrebbe mai immaginato che quel ragazzino fosse così talmente cocciuto da continuare
a battersi inutilmente, sferrando colpi contro la sua barriera, l’aveva
impegnato per lungo periodo ed anche lui aveva subito delle lesioni, non tanto
sul piano fisico ma si era sforzato spiritualmente per mantenere la barriera
intatta, nonostante si fosse allenato per così tanto tempo dal giorno in cui lo
misero al corrente della sua missione non aveva calcolato che la cosa si
sarebbe tirata per le lunghe.
Come aveva visto l’aggressore a terra esanime, non aveva
abbassato la guardia facilmente, continuava a fissarlo con il volto contratto
per lo sforzo, stanco ed imperlato di sudore. I minuti passavano e la barriera
sembrava non avesse intenzione di liberare il suo evocatore, quasi volesse
continuare a proteggerlo nonostante il pericolo fosse passato, il tempo passava
lungo ed interminabile carico di ansia e nell’aria si sentiva ancora
l’elettricità attiva di poco, prima mentre il respiro tornava regolare così
come per il battito cardiaco.
Il biondo si era mosso lentamente verso il ragazzo svenuto
con i sensi in allerta, faceva con calma mentre continuava ad osservarlo con
occhio attento, più lo guardava più un senso di agitazione gli percuoteva
l’animo. Una sensazione strana si era impossessata del suo corpo, come se il
campanellino del suo sesto senso fosse finalmente suonato per metterlo in
allarme di qualcosa. Ma cosa!?!? Non capiva, lo esaminava e più quella strana
percezione lo scombussolava, non credeva che una persona fosse capace di
risvegliare in lui simili emozioni, aveva paura… Non era la paura di essere
attaccato da un momento all’altro bensì un timore mai provato prima, l’aveva
investito come tir in corsa e ora lo assillava, come una voce che cerca di
emergere, di essere udita, di essere aiutata.
Una civetta l’aveva riscosso da quello stato di trance, si
era guardato attorno disorientato, era come se fosse stato catturato dal
ragazzo privo di sensi, e incatenato ad un palo. Aveva deciso di lasciar
perdere quegli strani timori e riprendere ciò che stava cercando di fare prima
che fosse fatto prigioniero da quel particolare presentimento.
Si era preoccupato di raccogliere la spada caduta che come
previsto si presentava molto più pesante di quello che avrebbe creduto, poi
successivamente si era avvicinato al moro e messosi l’anima in pace, con un
ultimo sforzo l’ aveva preso in braccio per far ritorno a casa.
“E’ molto più carino in questo stato incosciente,
categoricamente più carino e meno rumoroso!!” pensò Talasiel sorridendo tra se,
ma poi “ Ehi, ehi che cavolo mi metto a pensare non è da me, mi ci vuole un bel
po’ di riposo per rimettermi a nuovo e per ritrovarmi!!”
ci aveva impiegato molto più del previsto a rientrare, ma
la cosa che l’aveva stupito più di tutto era il portone della villa spalancato
ed una ragazzina assopita lì accanto che l’aspettava.
Aveva lunghi capelli castano chiaro che le scendevano lisci
per poi finire in piccoli boccoli biondi, la sua carnagione era molto chiara
con una bella bocca rossa, nonostante la sua posizione si intravedeva un bel
corpo da far invidia ad una bellezza da catalogo estivo.
- Ci hi impiegato più del previsto!- La sua voce era impastata e calda, ma
nonostante tutto era sempre la voce di una ragazzina diciassettenne, continuava
a parlare lasciando gli occhi chiusi come se non volesse interrompere quello
che stava facendo prima di sentire arrivare i passi dell’uomo.
- Perché non sei andata a letto? E’ tardi… è pericoloso per
te ed ora pure per lui!- disse indicando il corpo che teneva tra le braccia con
un sorriso
- Devo portarlo in un luogo sicuro- Aveva continuato sempre guardando il moro.
Solo allora la ragazzina schiuse gli occhi che si
presentavano di un celeste limpido quasi color ghiaccio.
- Volevo rivederlo… da troppo tempo aspettavo questo
momento!- disse mentre si alzava in piede e richiudeva la porta alle sue
spalle, dove precedentemente erano entrati gli altri due.
- Sei stata un’incosciente..chiunque avrebbe potuto
derubarti o farti del male!!-
- Sai che sento tutto… e poi volevo vederlo, punto e basta!!-
Una nota di fastidio aveva accompagnato il loro cammino lungo la sontuosa
villa.
La ragazzina li aveva seguiti fino alla stanza di Talasiel,
dove l’aveva aiutato a stendere sul letto il ferito.
La camera era grande abbastanza da farci stare due letti
matrimoniali e nel complesso era arredata con grande gusto di bellezza e
perfezione. Sulla parete parallela alla porta era situato lo sfarzoso letto a
baldacchino rivestito con lenzuola di seta nera finemente ricamata da disegni
arcani di filo argentato che risaltavano ancor più sotto quello sfondo scuro.
L’armadio di ciliegio torreggiava verso l’alto con la sua grossa imponenza
delicata e arrotondata da varie colonne di stile barocco che si avvolgevano
verso l’alto, come se volessero raggiungere qualcosa di più del soffitto; sul
muro parallelo a quello dove si trovava l’armadio si delineava bene una grossa
libreria anch’essa di ciliegio decorata come il guardaroba, sullo stesso
divisorio era presente una sogli che portava al bagno, numerosi quadri rappresentati
guerre paradisiache con i suoi angeli si potevano notare sulla restante parete.
Ma un quadro più piccolo degli altri risaltava nonostante le sue dimensioni: la
caduta del più bell’angelo di Dio, Lucifero… ma questa volta il suo corpo non
veniva deturpato e cambiato mostruosamente ma veniva risaltato, la sua bellezza
emergeva maggiormente, il suo sguardo era capace di legare, di vedere
attraverso la tela. Scene dell’inferno lo ritraevano circondato dai suoi
seguaci, quelle si poteva ben dire fossero le uniche rappresentazioni
dell’Angelo delle tenebre ancora bellissimo, forse anche di più.
Altri scenari affioravano in quelle bellezze come un quadro
raffigurante l’apocalisse, la creazione del mondo e la formazione di un nuovo
mondo.
- Se vuoi, ora puoi andare! E’ tardi ormai e domattina ti
devi svegliare presto!-
- Non fa nulle resto!-
- Cassandra, te lo chiedo gentilmente, per favore se vuoi,
ora puoi andare!!-
- Noo, ti ho detto che resto, tanto non ho più
sonno!!- sembrava quasi infastidita dall’insistenza
dell’altro, non capiva, di solito le ragazzine di quest’ età capiscono solo ciò
che vogliono sentirsi dire e l’andare fuori da quella stanza artistica non
rientrava per ora nelle sue intenzioni e non veniva decifrato tanto bene dal
suo cervello.
- Allora renditi utile, vai e portami delle bende pulite!-
- Non ne ho voglia vacci tu!- disse mentre portava fuori la
sua linguaccia.
- TU- RAGAZZINA- VAI- E- PORTAMI-QUELLE- BENEDETTE- BENDE.
ORA E SUBITO!!!-
- Uff va bene, va bene, ma non riscaldarti…i vecchi di
oggi!-
- Vecchio a chi?!?!- dal tono della sua voce sembrava
proprio stesse per crollare.
- Che permaloso… dove sono??-
- Nell’altro bagno, quello di sopra!-
- Ok volo!!!- appena
solcata la soglia, la ragazzina non aveva fatto a tempo a fare un solo passo
che la porta gli si era chiusa alle spalle sbattendo velocemente, mentre una
chiave girava a più non posso.
- Bastardo lo sapevo, lo sapevo che era una fregatura!! Non
bisogna mai fidarsi dei biondi con gli occhi chiari! Maledizione apri questa
porta…. Aaagh lo sapevo io, lo sapevo!!-
- Se lo sapevi allora perché sei uscita?- disse con una
punta acida il biondo, sapeva che la stava irritando ma vivevano insieme da
tanto tempo, forse da troppo e non avrebbe mai pensato ad una reazione troppo
esplosiva da parte della ragazzina.
- Se non fossi uscita, mi avresti sbattuto fuori con la
forza!!-
- E allora vedi che non sei tanto idiota come credevo!
Alcune le capisci!-
- Talasiel apri questa dannatissima porta!-
- No!-
- Daaaiiiiiiii!!!!-
- No!-
- Aprila o…-
- O cosa? Cosa vorresti fare?- disse con un tono canzonatorio che fece ribollire il sangue nelle vene all’ adolescente.
- La butto giù!-
- Ma davvero!!!?-
- Mmh…!-
Il ragazzo più grande no si rendeva conto di ciò che aveva
appena fatto, si era voltato non curante di una risposta affermativa da parte
dell’altra e si era diretto verso il bagno per prendere il giusto necessario
per medicare il ragazzo dai capelli d’ebano, non capiva perché si stesse
preoccupando così tanto per lui e si era convinto che la motivazione di tutto
era il non dover lasciare quel ragazzino di grande forza in balia della sorella
troppo burrascosa e poi la missione non sarebbe riuscita al meglio con l’angelo
maledetto da Dio in situazioni pietose, il suo potere gli serviva, così gli
avevano detto i suoi predecessori, lasciando tutto così velato, non lasciando
emergere particolari, gli avevano solo detto ciò che avrebbe dovuto fare per tutti
quegli anni prima di dover affrontare la prova, e lui stupido aveva seguito
tutto ciò che gli era stato detto in dettaglio in sogno da uno che credeva
fosse un suo antenato.
Mentre si apprestava a curarlo un rumore sordo scaturì la
sua attenzione. La porta della sua stanza era stata buttata giù. Guardava la
sorella con aria di disapprovazione come al solito quando non le andava bene
qualcosa utilizzava i suoi poteri, non pensava che l’avesse fatto soprattutto
con un infermo da curare in camera, aveva rotto il passaggio con l’utilizzo del
pensiero, a volte era un’arma pericolosa forse era anche per quello che aveva
cercato lui stesso di affinare a meglio le sue capacità per non renderla
vulnerabile agli scontri. In fondo, si in fondo era orgoglioso di quella peste…
ed ora quella calamità vivente cercava inutilmente di fulminarlo con lo
sguardo, non avrebbe mai utilizzato i suoi poteri contro il fratello, neanche
se ce ne fosse veramente bisogno, non si sognerebbe mai di farlo. Ora bastava
solo lo sguardo si era detta in modo scherzoso ma nonostante tutto Talasiel non
si preoccupò della ragazzina, se per caso un giorno avesse ceduto per qualche
motivo sarebbe stata la sua rovina, si sarebbe dovuto ammazzare seduta stante
per porre fine a quella continuante tortura. Con aria sbalordita e un po’
infastidita guardava la sorella che cercava di incenerirlo e con l’aria più
neutrale che potesse assumere assistendo ad una simile scena le disse:
- Ora la rimetti al suo posto!-
- Ma come faccio?-
gli disse l’adolescente ormai troppo impanicata, gli era capitato tante
e tante volte di commettere qualche “sbaglio” di quel tipo, di solito quando
usava la forza del pensiero lo faceva con oggetti piccoli, per calibrare la
potenza del colpo e dell’uso che avrebbe dovuto poi dovuto fare dell’oggetto in
questione, una volta le era pure capitato di spostare una ciotola di caffè da
portare all’amato fratello, ma qualcosa le aveva fatto perdere la
concentrazione e tutto il contenuto della tazza era andata a finire sopra il diretto
interessato…quello che ne era venuto dopo era un vero castigo eterno era stata
sottoposta ad meticolosa schiavitù, tutto per farle scontare la giusta pena per
ciò che aveva commesso… e bene questa era proprio una di quelle situazioni
irrecuperabili, ma ben più grave di una tazza di caffè caldo “lanciata per
sbaglio…ora aveva rotto 8una porta e questo era il vero casino.
Non rifletteva sulla risoluzione del problema, si era
seduta per terra a gambe incrociate con la testa tra le mani angosciata, ora pensava
a come “l’adorato fratello”, che in quel momento era visto come il tiranno di
turno, l’avrebbe punita per non aver saputo rimettere al suo posto l’oggetto
tanto indiscusso in quel momento. Ecco la decisione che sembrava la più giusta
SCAPPARE, poi ci aveva pensato bene.
“ Nah perché scappare per una sciocchezzuola simile!!! Se
l’ho abbattuta col pensiero la posso rimettere a posto!! Si idea brillante, e
brava me stessa!!”
Così x come aveva deciso di farla cadere, maledetta quella
infausta e assurda idea, aveva richiuso gli occhi per concentrarsi. La porta
lentamente aveva cominciato a sollevarsi da terra dapprima senza fretta e con
assoluto sforzo poi aveva cominciato a issarsi su con forza e a sistemarsi
proprio sulla parete accanto all’apertura, ok il peggio era stato fatto, ora
bisognava metterla nell’apposito “buco”. Beh quello l’avrebbe fatto fare a
Talasiel, questa volta forse se la sarebbe scampata, ma per non rischiare stava
cercando di ammorbidire il fratello il più possibile.. cercava di parlare
seriamente ma la sua espressione da ebete non era riuscita a cambiare molto.
- Certo che l’hai ridotto proprio male!-
- Precisiamo, Si è ridotto male!-
- Ma anche tu potevi cercare di fermarlo, vabbé poveretto è sempre stato un po’ stupido, ma vedendo la situazione, non si è fermato…!!!!?-
- Mmh a quanto pare no- disse rispondendosi da sole alle domande che poneva all’altro, di solito parlare con il biondo era sempre una discussione a senso unico.
- Ma hai già finito tutto?- Aveva ricominciato il suo interrogatorio.
- Certo!-
- Noo e non mi hai lasciato nulla da fare? Sei il solito
egoista! Stupido, stupido, stupido!-
- La stupida sei tu! Stai sparando stupidaggini a raffica, si sente che sei reduce dal poco riposo! Toh vai a dormire e poi non è una cavia, una bambola o del cibo!-
- Lo so eh! non il pignolo! e’ solo che…volevo rendermi
utile!!!-
- Sei più utile restandotene ferma e soprattutto zitta!-
La discussione era finita lì… Talasiel si era seduto sulla
poltrona di pelle nera che stava davanti alla scrivania rivolto verso il letto
mentre Cassandra si era appoggiata sul materasso.
Il ragazzo sdraiato non si riprendeva, aveva numerose
ferite sul corpo, ed era privo di sensi da parecchio tempo ma il respiro si era
stabilizzato.
La notte passava lentamente tra le domande più
improponibili della ragazzina e le risposte di monosillabi del biondo che ormai
privo di forze si era lasciato cullare in un sonno profondo senza sogni.