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Autore: suzaku    07/05/2006    2 recensioni
I ciliegi del più grande parco della città erano in fiore.. Un' atmosfera apocalittica, una notte calma, troppo calma. Le avventure di un evocatore e un angelo decaduto alla conquista di un nuovo mondo!!!
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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 Darkness s Angels:

 

 

 

Capitolo 2:

 

Cassandra

 

 

 

La situazione era precipitata durante la lotta; Talasiel non avrebbe mai immaginato che quel ragazzino fosse così talmente cocciuto da continuare a battersi inutilmente, sferrando colpi contro la sua barriera, l’aveva impegnato per lungo periodo ed anche lui aveva subito delle lesioni, non tanto sul piano fisico ma si era sforzato spiritualmente per mantenere la barriera intatta, nonostante si fosse allenato per così tanto tempo dal giorno in cui lo misero al corrente della sua missione non aveva calcolato che la cosa si sarebbe tirata per le lunghe.

 

Come aveva visto l’aggressore a terra esanime, non aveva abbassato la guardia facilmente, continuava a fissarlo con il volto contratto per lo sforzo, stanco ed imperlato di sudore. I minuti passavano e la barriera sembrava non avesse intenzione di liberare il suo evocatore, quasi volesse continuare a proteggerlo nonostante il pericolo fosse passato, il tempo passava lungo ed interminabile carico di ansia e nell’aria si sentiva ancora l’elettricità attiva di poco, prima mentre il respiro tornava regolare così come per il battito cardiaco.

 

Il biondo si era mosso lentamente verso il ragazzo svenuto con i sensi in allerta, faceva con calma mentre continuava ad osservarlo con occhio attento, più lo guardava più un senso di agitazione gli percuoteva l’animo. Una sensazione strana si era impossessata del suo corpo, come se il campanellino del suo sesto senso fosse finalmente suonato per metterlo in allarme di qualcosa. Ma cosa!?!? Non capiva, lo esaminava e più quella strana percezione lo scombussolava, non credeva che una persona fosse capace di risvegliare in lui simili emozioni, aveva paura… Non era la paura di essere attaccato da un momento all’altro bensì un timore mai provato prima, l’aveva investito come tir in corsa e ora lo assillava, come una voce che cerca di emergere, di essere udita, di essere aiutata.

Una civetta l’aveva riscosso da quello stato di trance, si era guardato attorno disorientato, era come se fosse stato catturato dal ragazzo privo di sensi, e incatenato ad un palo. Aveva deciso di lasciar perdere quegli strani timori e riprendere ciò che stava cercando di fare prima che fosse fatto prigioniero da quel particolare presentimento.

Si era preoccupato di raccogliere la spada caduta che come previsto si presentava molto più pesante di quello che avrebbe creduto, poi successivamente si era avvicinato al moro e messosi l’anima in pace, con un ultimo sforzo l’ aveva preso in braccio per far ritorno a casa.

 

“E’ molto più carino in questo stato incosciente, categoricamente più carino e meno rumoroso!!” pensò Talasiel sorridendo tra se, ma poi “ Ehi, ehi che cavolo mi metto a pensare non è da me, mi ci vuole un bel po’ di riposo per rimettermi a nuovo e per ritrovarmi!!”

 

ci aveva impiegato molto più del previsto a rientrare, ma la cosa che l’aveva stupito più di tutto era il portone della villa spalancato ed una ragazzina assopita lì accanto che l’aspettava.

 

Aveva lunghi capelli castano chiaro che le scendevano lisci per poi finire in piccoli boccoli biondi, la sua carnagione era molto chiara con una bella bocca rossa, nonostante la sua posizione si intravedeva un bel corpo da far invidia ad una bellezza da catalogo estivo.

 

- Ci hi impiegato più del previsto!-  La sua voce era impastata e calda, ma nonostante tutto era sempre la voce di una ragazzina diciassettenne, continuava a parlare lasciando gli occhi chiusi come se non volesse interrompere quello che stava facendo prima di sentire arrivare i passi dell’uomo.

 

- Perché non sei andata a letto? E’ tardi… è pericoloso per te ed ora pure per lui!- disse indicando il corpo che teneva tra le braccia con un sorriso

 

- Devo portarlo in un luogo sicuro-  Aveva continuato sempre guardando il moro.

 

Solo allora la ragazzina schiuse gli occhi che si presentavano di un celeste limpido quasi color ghiaccio.

 

- Volevo rivederlo… da troppo tempo aspettavo questo momento!- disse mentre si alzava in piede e richiudeva la porta alle sue spalle, dove precedentemente erano entrati gli altri due.

 

- Sei stata un’incosciente..chiunque avrebbe potuto derubarti o farti del male!!- 

 

- Sai che sento tutto… e poi volevo vederlo, punto e basta!!- Una nota di fastidio aveva accompagnato il loro cammino lungo la sontuosa villa.

 

La ragazzina li aveva seguiti fino alla stanza di Talasiel, dove l’aveva aiutato a stendere sul letto il ferito.

La camera era grande abbastanza da farci stare due letti matrimoniali e nel complesso era arredata con grande gusto di bellezza e perfezione. Sulla parete parallela alla porta era situato lo sfarzoso letto a baldacchino rivestito con lenzuola di seta nera finemente ricamata da disegni arcani di filo argentato che risaltavano ancor più sotto quello sfondo scuro. L’armadio di ciliegio torreggiava verso l’alto con la sua grossa imponenza delicata e arrotondata da varie colonne di stile barocco che si avvolgevano verso l’alto, come se volessero raggiungere qualcosa di più del soffitto; sul muro parallelo a quello dove si trovava l’armadio si delineava bene una grossa libreria anch’essa di ciliegio decorata come il guardaroba, sullo stesso divisorio era presente una sogli che portava al bagno, numerosi quadri rappresentati guerre paradisiache con i suoi angeli si potevano notare sulla restante parete. Ma un quadro più piccolo degli altri risaltava nonostante le sue dimensioni: la caduta del più bell’angelo di Dio, Lucifero… ma questa volta il suo corpo non veniva deturpato e cambiato mostruosamente ma veniva risaltato, la sua bellezza emergeva maggiormente, il suo sguardo era capace di legare, di vedere attraverso la tela. Scene dell’inferno lo ritraevano circondato dai suoi seguaci, quelle si poteva ben dire fossero le uniche rappresentazioni dell’Angelo delle tenebre ancora bellissimo, forse anche di più.

Altri scenari affioravano in quelle bellezze come un quadro raffigurante l’apocalisse, la creazione del mondo e la formazione di un nuovo mondo.

 

- Se vuoi, ora puoi andare! E’ tardi ormai e domattina ti devi svegliare presto!-

 

- Non fa nulle resto!-

 

- Cassandra, te lo chiedo gentilmente, per favore se vuoi, ora puoi andare!!-

 

- Noo, ti ho detto che resto, tanto non ho più sonno!!-  sembrava quasi infastidita dall’insistenza dell’altro, non capiva, di solito le ragazzine di quest’ età capiscono solo ciò che vogliono sentirsi dire e l’andare fuori da quella stanza artistica non rientrava per ora nelle sue intenzioni e non veniva decifrato tanto bene dal suo cervello.

 

- Allora renditi utile, vai e portami delle bende pulite!-

 

- Non ne ho voglia vacci tu!- disse mentre portava fuori la sua linguaccia.

 

- TU- RAGAZZINA- VAI- E- PORTAMI-QUELLE- BENEDETTE- BENDE. ORA E    SUBITO!!!-

 

- Uff va bene, va bene, ma non riscaldarti…i vecchi di oggi!-

 

- Vecchio a chi?!?!- dal tono della sua voce sembrava proprio stesse per crollare.

 

- Che permaloso… dove sono??-

 

- Nell’altro bagno, quello di sopra!-

 

- Ok volo!!!-  appena solcata la soglia, la ragazzina non aveva fatto a tempo a fare un solo passo che la porta gli si era chiusa alle spalle sbattendo velocemente, mentre una chiave girava a più non posso.

 

- Bastardo lo sapevo, lo sapevo che era una fregatura!! Non bisogna mai fidarsi dei biondi con gli occhi chiari! Maledizione apri questa porta…. Aaagh lo sapevo io, lo sapevo!!-           

 

- Se lo sapevi allora perché sei uscita?- disse con una punta acida il biondo, sapeva che la stava irritando ma vivevano insieme da tanto tempo, forse da troppo e non avrebbe mai pensato ad una reazione troppo esplosiva da parte della ragazzina.        

 

- Se non fossi uscita, mi avresti sbattuto fuori con la forza!!-    

 

- E allora vedi che non sei tanto idiota come credevo! Alcune le capisci!-

- Talasiel apri questa dannatissima porta!-

 

- No!-

 

- Daaaiiiiiiii!!!!-

 

- No!-

 

- Aprila o…-

 

- O cosa? Cosa vorresti fare?- disse con un tono canzonatorio che fece ribollire il sangue nelle vene all’ adolescente.

 

- La butto giù!-

 

- Ma davvero!!!?-

 

- Mmh…!-

 

Il ragazzo più grande no si rendeva conto di ciò che aveva appena fatto, si era voltato non curante di una risposta affermativa da parte dell’altra e si era diretto verso il bagno per prendere il giusto necessario per medicare il ragazzo dai capelli d’ebano, non capiva perché si stesse preoccupando così tanto per lui e si era convinto che la motivazione di tutto era il non dover lasciare quel ragazzino di grande forza in balia della sorella troppo burrascosa e poi la missione non sarebbe riuscita al meglio con l’angelo maledetto da Dio in situazioni pietose, il suo potere gli serviva, così gli avevano detto i suoi predecessori, lasciando tutto così velato, non lasciando emergere particolari, gli avevano solo detto ciò che avrebbe dovuto fare per tutti quegli anni prima di dover affrontare la prova, e lui stupido aveva seguito tutto ciò che gli era stato detto in dettaglio in sogno da uno che credeva fosse un suo antenato.

Mentre si apprestava a curarlo un rumore sordo scaturì la sua attenzione. La porta della sua stanza era stata buttata giù. Guardava la sorella con aria di disapprovazione come al solito quando non le andava bene qualcosa utilizzava i suoi poteri, non pensava che l’avesse fatto soprattutto con un infermo da curare in camera, aveva rotto il passaggio con l’utilizzo del pensiero, a volte era un’arma pericolosa forse era anche per quello che aveva cercato lui stesso di affinare a meglio le sue capacità per non renderla vulnerabile agli scontri. In fondo, si in fondo era orgoglioso di quella peste… ed ora quella calamità vivente cercava inutilmente di fulminarlo con lo sguardo, non avrebbe mai utilizzato i suoi poteri contro il fratello, neanche se ce ne fosse veramente bisogno, non si sognerebbe mai di farlo. Ora bastava solo lo sguardo si era detta in modo scherzoso ma nonostante tutto Talasiel non si preoccupò della ragazzina, se per caso un giorno avesse ceduto per qualche motivo sarebbe stata la sua rovina, si sarebbe dovuto ammazzare seduta stante per porre fine a quella continuante tortura. Con aria sbalordita e un po’ infastidita guardava la sorella che cercava di incenerirlo e con l’aria più neutrale che potesse assumere assistendo ad una simile scena le disse:

 

- Ora la rimetti al suo posto!-

 

- Ma come faccio?-   gli disse l’adolescente ormai troppo impanicata, gli era capitato tante e tante volte di commettere qualche “sbaglio” di quel tipo, di solito quando usava la forza del pensiero lo faceva con oggetti piccoli, per calibrare la potenza del colpo e dell’uso che avrebbe dovuto poi dovuto fare dell’oggetto in questione, una volta le era pure capitato di spostare una ciotola di caffè da portare all’amato fratello, ma qualcosa le aveva fatto perdere la concentrazione e tutto il contenuto della tazza era andata a finire sopra il diretto interessato…quello che ne era venuto dopo era un vero castigo eterno era stata sottoposta ad meticolosa schiavitù, tutto per farle scontare la giusta pena per ciò che aveva commesso… e bene questa era proprio una di quelle situazioni irrecuperabili, ma ben più grave di una tazza di caffè caldo “lanciata per sbaglio…ora aveva rotto 8una porta e questo era il vero casino.

Non rifletteva sulla risoluzione del problema, si era seduta per terra a gambe incrociate con la testa tra le mani angosciata, ora pensava a come “l’adorato fratello”, che in quel momento era visto come il tiranno di turno, l’avrebbe punita per non aver saputo rimettere al suo posto l’oggetto tanto indiscusso in quel momento. Ecco la decisione che sembrava la più giusta SCAPPARE, poi ci aveva pensato bene.

“ Nah perché scappare per una sciocchezzuola simile!!! Se l’ho abbattuta col pensiero la posso rimettere a posto!! Si idea brillante, e brava me stessa!!”

Così x come aveva deciso di farla cadere, maledetta quella infausta e assurda idea, aveva richiuso gli occhi per concentrarsi. La porta lentamente aveva cominciato a sollevarsi da terra dapprima senza fretta e con assoluto sforzo poi aveva cominciato a issarsi su con forza e a sistemarsi proprio sulla parete accanto all’apertura, ok il peggio era stato fatto, ora bisognava metterla nell’apposito “buco”. Beh quello l’avrebbe fatto fare a Talasiel, questa volta forse se la sarebbe scampata, ma per non rischiare stava cercando di ammorbidire il fratello il più possibile.. cercava di parlare seriamente ma la sua espressione da ebete non era riuscita a cambiare molto.

 

- Certo che l’hai ridotto proprio male!-

 

- Precisiamo, Si è ridotto male!-

 

- Ma anche tu potevi cercare di fermarlo, vabbé poveretto è sempre stato un po’ stupido, ma vedendo la situazione, non si è fermato…!!!!?-

 

- Mmh a quanto pare no-  disse rispondendosi da sole alle domande che poneva all’altro, di solito parlare con il biondo era sempre una discussione a senso unico.

 

- Ma hai già finito tutto?-  Aveva ricominciato il suo interrogatorio.

 

- Certo!-

 

- Noo e non mi hai lasciato nulla da fare? Sei il solito egoista! Stupido, stupido, stupido!-

 

- La stupida sei tu! Stai sparando stupidaggini a raffica, si sente che sei reduce dal poco riposo! Toh vai a dormire e poi non è una cavia, una bambola o del cibo!-

 

- Lo so eh! non il pignolo! e’ solo che…volevo rendermi utile!!!-

 

- Sei più utile restandotene ferma e soprattutto zitta!-

 

La discussione era finita lì… Talasiel si era seduto sulla poltrona di pelle nera che stava davanti alla scrivania rivolto verso il letto mentre Cassandra si era appoggiata sul materasso. 

 

Il ragazzo sdraiato non si riprendeva, aveva numerose ferite sul corpo, ed era privo di sensi da parecchio tempo ma il respiro si era stabilizzato.

 

La notte passava lentamente tra le domande più improponibili della ragazzina e le risposte di monosillabi del biondo che ormai privo di forze si era lasciato cullare in un sonno profondo senza sogni. 

 

 

 

   

 

 

 

 

   
 
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