Libri > Harry Potter
Segui la storia  |       
Autore: Lizzyluna    08/05/2006    1 recensioni
Il seguito di “Lezioni private”. Riuscirà Draco Malfoy ad evitare il Ballo del Ceppo e quindi Pansy Parkinson?
Genere: Comico, Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Pansy Parkinson, Serpeverde
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Primi anni ad Hogwarts/Libri 1-4
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

2-Vertigini e lentiggini

«Foruncoli Sfiguranti… Orecchie d’Asino… Pelle Squamosa… che ne dici, Blaise, potrebbero andar bene?» chiese Malfoy da dietro il librone di magia nera che aveva preso nel Reparto Proibito (grazie al permesso di Piton) con la scusa di una ricerca.
«Meglio di no, Malfoy, sono irreversibili!» gli sussurrò Marcus Flitt, seduto al tavolo vicino. «Naturalmente se vuoi lanciarli contro Potter è un’altra storia, ma mi sembra una pessima idea usarli contro di te
«Hai ragione. Voglio stare alla larga dalla Parkinson, ma non a costo della vita… o di qualcos’altro. Trovato niente, ragazzi?» chiese a Blaise e Tiger, che stavano sfogliando Guida pratica per i guaritori principianti.
«Forse sì, senti questo: “Avvelenamento da Euforbia Vertiginosa, raro fiore di colore verde palude…provoca vertigini e nausea, forti capogiri…il paziente non riesce a reggersi in piedi”. Se mandi giù questa roba, la sera del Ballo del Ceppo non potrai nemmeno alzarti dal letto!» rispose Blaise.
«Bene, genio, ho due domande» ribatté Malfoy poco convinto. «Uno: dove troviamo l’Euforbia Comesichiama? E due: qual è l’antidoto?»
«Per la pianta non c’è problema: mia zia Lillamara ha la più fornita collezione di piante velenose di tutto il mondo magico. Le dirò che è per una ricerca… oppure che mi serve per sbarazzarmi di qualcuno: sarà felicissima, non fa che consigliarmi di onorare la famiglia avvelenando qualche Mezzosangue» rispose Blaise. «L’antidoto…beh, è piuttosto raro, credo che neanche Madama Chips ce l’abbia, ma forse me lo posso procurare».
«Tanto per curiosità, che roba è? Non sarà un qualche schifoso insetto, spero!» esclamò Malfoy leggermente preoccupato.
«No, tranquillo, è infuso di Camomilla Artica».
«Blaise, mi stai prendendo in giro? Non crescono piante in Artide!»
«A quanto pare, questa cresce!» rispose Blaise spazientito. «Allora, vuoi farmi una lezione di Erbologia o trovare un modo per startene a letto la sera del Ballo?»
«Questo piano non mi convince, ma se è l’unico che hai…» replicò il ragazzo, dubbioso.
«Andrà tutto alla perfezione!» lo rassicurò l’amico. «Ascolta: io scrivo alla zia, mi faccio mandare la pianta, estraggo il lattice velenoso e lo nascondo da qualche parte. Arriva la sera del Ballo: tu sei vestito, pettinato, profumato e pronto per uscire… ma all’improvviso ti viene sete e prendi una bottiglia… diciamo di Burrobirra… che io ho casualmente lasciato sul comodino. Bevi un sorso, cominci a stare male e dici a Pansy che sei davvero dispiaciuto ma proprio non te la senti di uscire, forse è un attacco di labirintite, mille scuse, eccetera, eccetera. Una notte di riposo, una camomilla portata dal premuroso compagno di stanza… e la mattina dopo Draco Malfoy è nella Sala Grande, con aria sofferente ma di nuovo in forma, mentre tutti gli dicono che è stato davvero sfortunato a perdersi il ballo».
«La fai facile tu, ma se Pansy sospetta qualcosa?»
«Ti basterà simulare qualche inesistente malessere per i prossimi trenta giorni; potrai sempre dire che è colpa del cambio di stagione!» propose Blaise con un gran sorriso.
Malfoy era ancora convinto che il piano facesse acqua da tutte le parti, ma decise di fidarsi. In fondo, che altro poteva fare?

Il giorno dopo Malfoy si mostrò pallido e apparentemente tormentato dal mal di stomaco; rifiutò eroicamente di passare dall’infermeria e rispose con un debole sorriso alle allarmate domande di Pansy. In realtà lo stomaco gli faceva davvero male, ma per lo sforzo di trattenere le risate.
La mattina successiva, entrando nella Sala Grande per la colazione, vide Blaise che slegava un fagotto dalla zampa di un gufo grigio e lo nascondeva sotto il mantello. «Notizie da casa?» chiese a bassa voce, sedendosi vicino all’amico e lanciando un’occhiata a Millicent Bulstrode, seduta quattro sedie più in là.
«Sì, la… medicina per lo stomaco è arrivata. Vedrai, ti farà stare meglio!» assicurò Blaise, sempre a bassa voce. «Beh, vado a prepararla, ho ancora un’ora a disposizione. Ci vediamo!»
Quando uscì dalla Sala Grande per raggiungere l’aula di Pozioni, Malfoy era di ottimo umore; durante la lezione il professor Piton migliorò ulteriormente la sua giornata, umiliando Potter davanti all’intera classe per aver bruciato il suo Filtro Fertilizzante. «Questo le sembra un liquido giallo brillante, Potter?» chiese beffardo, raschiando una sostanza nerastra e collosa dal calderone di Harry. Malfoy rise fino a soffocare, insieme a tutti i Serpeverde; affrontò le altre interminabili ore con un’espressione beata dipinta sul viso e alla sera tornò nella Sala Comune sentendosi allegro ed ottimista. Era seduto sulla sua poltrona preferita, pensando che dopotutto la vita era degna di essere vissuta, quando Pansy entrò raggiante con un bicchiere in mano. «Dracucciooo!» cinguettò, piantandogli una mano sulla spalla.
«(Oh, no!) Ehm… dimmi, Pansy!» rispose Malfoy con una smorfia che poteva essere scambiata per un timido sorriso.
«Bevi questo, ti farà bene!»
Lui guardò il bicchiere, dubbioso. «A me sembra succo di zucca!»
«Coraggio, non ti voglio avvelenare!»
Il ragazzo si rassegnò e mandò giù il liquido, che aveva un sapore strano. Pansy lo guardo nervosamente. «Non ti senti già meglio? Blaise mi ha detto che è una medicina e che voleva dartela dopo cena, ma io non volevo vederti soffrire e così ho preso la boccetta dal suo comodino. Credi che si arrabbierà? Draco? DRACO!»
Malfoy non rispose: all’improvviso la stanza aveva cominciato a girare vorticosamente come una giostra, dandogli un insopportabile senso di nausea, e se fosse stato in piedi le gambe non lo avrebbero retto. In un attimo la Sala Comune si riempì di Serpeverde richiamati dalle urla di Pansy; qualcuno corse fuori e ritornò con Madama Chips, la quale, ascoltato il confuso racconto dei presenti ed esaminato il bicchiere vuoto, prese subito in mano la situazione. «Nott! Warrington! Portate il signorino in infermeria! Bulstrode! Vai a prendere una Pozione Calmante per la Parkinson! Zabini! Tu vieni con me!»
Così Malfoy fu trasportato con mille precauzioni nel regno di Madama Chips, seguito da un corteo di ansiosi Serpeverde; finalmente, dopo un’ora, la strega arrivò e piazzò in mano al suo paziente una tazza piena di una bevanda giallastra. Il ragazzo bevve e miracolosamente la stanza smise di dondolare davanti ai suoi occhi. Vide allora che vicino al suo letto, oltre a Madama Chips, c’era la professoressa Sprite con una pianta sottobraccio: sembrava camomilla, ma aveva i petali azzurrini.
«Bene». cominciò la Chips. «Zabini mi ha raccontato tutto!»
Malfoy sospirò: guai in vista.
«Non ho parole» continuò la strega, «non capisco chi sia stato tanto incosciente da raccontarvi che l’Euforbia Vertiginosa cura i dolori di stomaco! Naturalmente lui non mi ha detto chi è il colpevole, e non voglio sprecare Veritaserum per fargli sputare un nome, ma spero che la prossima volta tutti e due…o meglio tutti e tre» e guardò la Parkinson, «avrete più buonsenso e verrete da me!»
Malfoy ringraziò mentalmente il suo angelo custode.
«Purtroppo, non è finita» riprese la Chips. «La zia di Blaise ha… qualche problema di vista. Così insieme alla Vertiginosa ha raccolto anche un’Euforbia Lentigginosa - non è difficile confonderle, le foglie sono simili - e… beh, è meglio che guardi tu stesso» e gli porse uno specchio. Malfoy guardò e – orrore! – vide che la faccia gli si era riempita di lentiggini.
«Sfortunatamente non esiste antidoto, ma stai tranquillo: spariranno nel giro di una settimana. Però sei stato ancora fortunato, non è facile trovare della camomilla artica in giro!»
«Davvero fortunato!» intervenne la professoressa Sprite. «Grazie al cielo ne ho una piantina, me l’ha regalata un mago lappone l’anno scorso. Certo, non pensavo che mi sarebbe servita!»
«Bene, credo che sia meglio che tu passi la notte in infermeria» concluse Madama Chips. «Sai, nel caso avessi una ricaduta… E, tanto per non sbagliare, vado a prendere quella roba e la butto giù nel lavandino. Non vorrei trovarmi l’infermeria piena di Grifondoro con le vertigini!»
Per la prima volta nella sua breve vita, Draco Malfoy fu tormentato dal dubbio. Il suo animo era lacerato da tre impulsi:
1: Strozzare la professoressa Sprite (e magari, già che c’era, anche Madama Chips);
2: Avvelenare la sua malefica piantina;
3: Far ingoiare a Pansy Parkinson un intero cespuglio di oleandro completo di radici e poi sedersi a guardarla morire.
L’ultima opzione lo attirava non poco, ma decise saggiamente di lasciar perdere: come avrebbe reagito il signor Parkinson, vecchio amico di suo padre, se gli avesse assassinato la sua unica figlia, la sua “stellina” come la chiamava lui (ma quale stellina? Somigliava piuttosto a un buco nero!)?
Si sdraiò sul letto, fissando Madama Chips che spingeva fuori i compagni e la Sprite che trascinava via Pansy. Aveva la sensazione che lo aspettasse una settimana molto difficile.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Lizzyluna