Nagini di peluche

« Guarda, ti piace, questo orsacchiotto, Tom? » chiese, accovacciandosi di fianco al bambino. Teneva in mano un morbido e tenerissimo orso di peluche, uno di quelli con la sabbietta nel sederino e un bel fiocco azzurro al collo che dovrebbe portare a dedurre che il giocattolo sia maschio.
Lo sguardo gelido del bambino lo radiografò, poi si alzò a passare da parte a parte il padre adottivo. « No. », enunciò atono, completamente indifferente all'espressione fintamente imbronciata che assunse l'uomo.
La scena si ripeté – la stessa, uguale, medesima – all'incirca in tutto il negozio di giocattoli. Il piccolo Tom sembrava insensibile a coniglietti, gattini, scimmiette, leoncini, lupacchiotti, draghetti, cagnolini, ranocchie, uccellini. Ad un certo punto, sembrò prendere per un istante in considerazione l'idea di un topolino, ma la scartò ancora prima che il neo-padre se ne accorgesse. Addirittura, quando l'uomo gli propose una bambola con un po' di imbarazzo, il bambino passò direttamente a trafiggerlo con lo sguardo di ghiaccio, senza nemmeno dire di no.
Stavano per uscire, forse per andare in un altro negozio o magari dirigersi tristemente a casa a mani vuote, quando il ragazzino si fermò. Immobile, ritto, all'erta, come se avesse appena ricevuto un richiamo potentissimo. L'uomo guardò il ragazzino, un po' preoccupato, e poi si accovacciò come aveva fatto per proporgli quell'infinita sfilza di giocattoli rifiutati senza pietà. Prima ancora che potesse chiedere che cosa non andasse, il bambino glielo fece capire.
« Quello. » Tom alzò lentamente un piccolo indice dalle unghie pulite e tagliate alla perfezione.
L'uomo girò la testa nella direzione indicata. Sbarrò gli occhi: un lunghissimo serpente di pezza di più di due metri di lunghezza troneggiava su una piattaforma. Era di un bel verde brillante, con delle decorazioni sul dorso di svariate tonalità dello stesso colore. Dalla bocca emergeva una lingua biforcuta di stoffa, di un rosso caldo.
« … Sei sicuro di volere proprio quella... biscia? » chiese l'uomo, un po' stranito.
« Quello. » disse di nuovo il bambino, senza mutare una virgola dell'espressione che aveva fatto prima.

L'uomo stava pagando, perciò voltava le spalle a Tom, il cui bel visino era solcato da un ghigno che provocò un brivido nel negoziante che si sforzava per fare di tutto per ignorarlo.

« Nagini, - sussurrò, mentre accarezzava la testa tonda in macchina, al suo posto sul sedile di dietro e con la cintura ben allacciata. - Nagini. »