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Autore: Less_    09/09/2011    0 recensioni
Una quindicenne stringe la mano di suo figlio di un anno. La gente la chiama "puttana", nessuno sa che è stata stuprata a 13 anni. La gente chiama un altro ragazzo "grasso". Nessuno sa che ha un serio problema che lo rende sovrappeso. La gente chiama un vecchio "brutto". Nessuno sa che ha avuto una profonda ferita al viso combattendo per il nostro paese in guerra. La gente chiama una donna "calva", ma non sa che ha il cancro.
Genere: Drammatico, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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A story about... my son - This winter

Mentre cammino per strada stringo la mano del mio piccolo. Cerco sempre di stare vicino alle donne mature, quelle sulla trentina, quelle che nessuno ha difficoltà nel credere madri. In questo modo, forse, qualche sguardo si poserà su noi due e qualcuno crederà che io sono solo la sorella di questo bimbo che sgambetta al mio fianco. Forse crederà che facciamo parte di una famiglia perbene.
Ma che cos'è, poi, una famiglia perbene? E poi perché nessuno capisce che io la vorrei una famiglia? Una famiglia vera.
Vorrei qualcuno al mio fianco affinché mi protegga dagli sguardi indiscreti e dai "puttana" mormorati a mezza bocca.
Ma non ce l'ho, non ce l'ho.
Ciò che ho è un figlio a quindici anni, il figlio dell'uomo che mi ha stuprato quasi due anni fa; il figlio che vive per strada assieme a me, nei cartoni, e che beve latte dal mio seno da più tempo di quanto ritenga tollerabile, perché non ho nient'altro per sfamarlo.
Ciò che ho è la felicità di essere madre, di non aver spento una vita. La felicità di avere un lavoro che basta a malapena a mantenerci in vita.
E lo stesso gli sguardi scottano sulla mia pelle scoperta, bruciano come pece bollente. E' il calore che mi serve, quello che vorrei avere per superare il lungo inverno che ci si prospetta; ma purtroppo fa solo male e anche se non fosse così sparisce il più in fretta possibile dalla mia pelle, lasciando solo il gelo. Anche se non facesse male, dubito che potrei trattenerlo; quel calore è quello che vedi negli occhi delle persone che non hanno mai conosciuto il padre di mio figlio, lo scippatore che attenta mensilmente alla pensione di Mrs Mallory. Quel calore appartiene a chi non conosce la mia verità.
Tutto questo mi fa piangere, ma spesso cerco di cacciare indietro le lacrime, perché non posso più permettermele. Me lo dice il mio istinto. Mi dice che, come madre, devo fare di tutto per proteggere il mio bambino. Devo fare tutto ciò che è in mio potere per salvarlo dalle mie ustioni. Non c'è nessun libro per questo. Non ho i soldi per comprarne uno.
Un fiocco di neve si posa sul mio naso, poco sopra il bordo della mia sciarpa sporca, e il mio bimbo lo toglie con un piccolo bacio umido. Allora tiro fuori la bocca e faccio del mio meglio perché veda il mio sorriso e si concentri solo su quello; e non sulle lacrime che si affollano nei miei occhi.

   
 
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