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Autore: ManuFury    09/09/2011    7 recensioni
Ok... eccovi qualche simpatica storia su Lili e Bryan.
Cazzatine che nascono dalla mia mente assai malata!
LunAngel... vedi che succede a discute su questi due pazzi? Il risultato sono queste oscenità...
Ovviamente, tutto il plico di storie è dedicata a LunAngel e alla sua simpatia. La scoperta di Lili la devo tutta a te... e penso che questo sia un piccolo tributo che, spero, gradirai.
Genere: Comico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Bryan Fury, Emily Rochefort
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CENA A CASA ROCHEFORT

 
Da quando ricordava… si cenava alle otto in punto. Per questo Bryan Fury decise di recarsi alla villa di Lili per le otto meno un quarto. Cosa l’avesse spinto a presentarsi in orario non lo sapeva. Ormai la sua reputazione era da buttare via, quindi tanto valeva divertirsi.
Ovviamente non si era cambiato: indossava sempre i suoi soliti pantaloni sgualciti con le cartucciere affisse come tante cinture, in spalla la mitragliatrice Vulcan da 9 mm, stretto nella destra il Bazooka.
Quando si presentò al grande portone, il maggiordomo non volle aprire la porta. Bryan rise all’idea e la buttò giù, con un solo calcio. Scavalcò il portone distrutto e si avventurò oltre la soglia. Un maggiordomo era davanti alla porta d’ingresso, tremante nel suo vestito da pinguino.
- Ehm… s-s-s-signore, non può presentarsi in q-q-questo stato! – Balbettò lui.
- Davvero? – Bryan Fury gli rivolse quel suo sorriso da manico mentre una luce folle gli invadeva gli occhi grigi. Alzò la Vulcan con la sinistra, puntandola contro il tremante maggiordomo. – Vogliamo scommettere? – Le canne della mitragliatrice stavano già girando quando arrivò Lili di corsa.
- Bryan no! Fermo! – Si frappose tra la Vulcan e il maggiordomo divenuto bianco come uno spettro, sarebbe bastato un soffio per farlo stramazzare al suolo.
- Mi vuoi togliere tutto il divertimento? – Protestò Bryan.
- Sì! Posa le armi! –
- Ma… -
- Casa mia, regole mie! Posa le armi! – Bryan Fury sbuffò e lasciò cadere la Vulcan e il Bazooka. Lili lo fulminò con gli occhi blu. – Tutte! –
Bryan si sfilò dalla cintola una Desert Eagle e dallo scarpone un Revolver.
- Tutte! – Continuò Lili. Bryan imprecò tra i denti e lasciò cadere al suolo una Luger di serie.
- Va bene ora? – Fece un passo avanti ma la mano di Lili lo fermò.
- Quando dico tutte… intendo proprio tutte! Coltelli e granate inclusi! –
- Suvvia… Non puoi essere così paranoica. -
- Bryan… - Iniziò lei.
Bryan Fury si slacciò il cinturone con le granate e lo lasciò cadere in terra a fianco della Luger. Poi estrasse il coltello e lo lanciò, passò ad una spanna da Lili e si conficcò nella porta a fianco del maggiordomo bianco come uno straccio, se non sveniva in quel momento, non starebbe mai più svenuto. Alzò le mani.
- Posso entrare ora? –
- Mmmm… - Lili lo ispezionò a lungo, guardando affascinata quegli addominali perfetti e così rovinati da quelle cicatrici mostruose, poi annuì. Si avviò per prima attraverso la porta. Bryan avanzò di un passo, fermando a fianco del tremante pinguino.
- Se trovo un solo graffio sui miei gioielli… prega di saper correre più in fretta di me! – Minacciò lui. A quel punto il maggiordomo si lasciò scivolare lungo la porta, completamente traumatizzato.
Bryan rise sadico, poi guardò il suo arsenale personale abbandonato in terra…. era un dolore separarsene.
Seguì la Principessa di Monaco per un dedalo di corridoi che trasudavano eleganza e tremenda ricchezza… tutte cose che Bryan odiava da pazzi. Come riuscì a trattenersi dal non distruggere tutto non lo capì mai.
Dopo un tempo che parve quasi infinito, anche se in realtà erano passati solo undici minuti e ventisette secondi, così sentenziò l’orologio interiore di Bryan, Lili si bloccò. Si voltò verso di lui facendo ondeggiare i lunghissimi capelli d’oro.
- Bryan. Quand’è l’ultima volta che ti sei fatto una doccia? – Domandò lei notando solo in quel momento polvere e quant’altro che si posavano sulle spalle e sui pantaloni del Cyborg.
- Perché? Devo anche farmi una doccia? – Il termine “doccia” per Bryan era quasi sconosciuto: di solito si limitava a lavarsi quando pioveva.
- E non penserai di presentarti con quei… - Lili indicò i pantaloni quasi distrutti. – Quei cosi non meglio identificati, vero? –
- Ho già capito come funziona la storia. Me ne vado subito! – Fece dietrofront.
- No! Dai, io scherzavo… - Bryan sorrise compiaciuto. Tornò a voltarsi verso Lili.
- Arresa? – Domandò.
- Non ci sperare… riuscirò a far uscire quello che hai davvero dentro! –
- Anche subito, se vuoi! – Bryan si portò le mani alla cicatrice sul petto, quella che gli strisciava sopra a quel cuore cibernetico che gli era stato impiantato. Sorrise: voleva vedere quello che aveva dentro? L’avrebbe accontentata!
- Non in quel senso! Sei davvero disgustoso! Andiamo a mangiare che forse è meglio! – Borbottò la ragazza avviandosi. Bryan che la distanziava di pochi passi, un sorriso maligno sul volto duro.
Arrivarono in un grandissimo salone in perfetto stile medievale, c’era anche un lunghissimo tavolo di legno. Su di esso era posata una tovaglia bianca. Lili e Bryan presero posto e in un attimo camerieri vestiti da pinguino sfrecciarono avanti ed indietro portando pietanza di ogni genere: antipasti, contorni, carne, pesce, primi piatti, secondi piatti, dolci, frutta e molto altro.
Bryan Fury osservò i cibi che si ammucchiavano sul tavolo, si spinse indietro con la sedia e posò gli scarponi incrostati di fango sulla tovaglia bianca. Lili non ci badò subito, era troppo impegnata ad assaggiare ogni cosa.
Quando era già quasi ai dolci si accorse che il piatto del Cyborg era pulito… non aveva toccato una sola pietanza. Se ne stava quasi sdraiato sulla sedia, con i piedi sul tavolo e le braccia incrociate dietro la testa. Con gli occhi grigi fissava il soffitto.
Lili spostò il piatto contenente degli avanzi di torta al cioccolato e si sporse verso l’ospite.
- Bryan voglio rivelarti un segreto. Di solito, quando le persone si siedono a tavola per pranzare o cenare… mangiano qualcosa. – Chiaro riferimento al suo piatto bianco e lindo.
- Non mi dire. – Punta di sarcasmo nella voce del Cyborg.
- Non fare il sarcastico con me! I migliori chef del mondo sono ai miei fornelli e tu non dai loro nemmeno la soddisfazione di assaggiare qualcosa?! Che cafone! – Lili incrociò le braccia sbuffando.
- Ancora con questa storia del “cafone”? Adori davvero questa parola! – Districò le dita e posò i piedi sul pavimento. Si chinò in avanti, riducendo al minimo la distanza tra lui e la Principessa di Monaco. – Ti rivelo io un segreto. Come posso gustarmi qualcosa quando non possiedo le papille gustative? –
- Potresti almeno fingere di gradire qualcosa. – Piagnucolò lei.
Bryan Fury si tirò indietro: l’ultima volta che aveva mangiato qualcosa che aveva ancora “sapore” era ad Hong Kong. Aveva mangiato del sushi da cinque dollari in una bettola in periferia. Ma era un ricordo con troppa polvere sopra per potergli stimolare qualcosa. Non ricordava il sapore del cibo…
- Cosa ti piace? – La domanda di Lili lo riportò alla realtà.
- Di nuovo? –
- Non hai capito. – La Principessa di Monaco mangiò l’ultima cucchiaiata di torta poi scostò definitivamente il piatto. – Cosa ti piace mangiare? –
- Io non mangio! – Rispose lui secco. – Sono una macchina, le macchine non mangiano. –
- Vuoi dell’olio motore? – Rise.
- Che simpatica. – Rise anche lui.
- Io intendo prima… quando eri…. Beh… umano…. Cosa ti piaceva mangiare? – Lili afferrò una fragola da un vassoio e la fece annegare in una ciotola di panna.
- Non mi ricordo. –
- Bugiardo. – Si gustò la fragola. – Non puoi non ricordarti. Io, per esempio, adoro le fragole con la panna. Draggy adora acqua e menta e mangia quantità industriali di carne. Ora voglio sapere quello che piace a TE! – Affogò una seconda fragola nella panna.
- Non mi ricordo. – Continuò freddo Bryan. Non gli piaceva rivangare il passato.
- E tu ti vanti di essere una macchina perfetta… e poi non ti ricordi nemmeno il tuo piatto preferito. Come bugiardo non sei un gran che! – Terza fragola.
Bryan guardò sulla tovaglia… e si accorse con rammarico che non c’erano coltelli su di essa, anzi, non c’erano proprio posate. E niente lì nei paraggi poteva essere usato come arma impropria, per sue sfortuna.
- Sto ancora aspettando una risposta! – Lili non voleva mollare la presa. Lo stava fissando con i suoi occhi blu da bambina viziata. Bryan Fury fece scorrere il suo sguardo grigio lungo tutto il tavolo alla ricerca di un coltello, di una forchetta… o semplicemente di qualcosa che potesse essere usato come arma o anche solo come oggetto contundente.
Era incredibile: erano stati così in gamba da far sparire tutto ciò che potesse nuocere. Quando ormai il tavolo era finito gli occhi di Bryan brillarono… notando quell’arma impropria che faceva proprio al caso suo. Ovviamente era necessario distrarre la ragazza…
- In effetti… - Iniziò Bryan facendosi ancora una volta avanti. – C’è una cosa che mi piace. –
- Visto? Bastava solo sforzarsi un pochino! – Lili si fece avanti come per carpire il più prezioso dei segreti, mentre la mano del Cyborg scivolava furtiva verso l’arma da lui scovata.
- Forse ti sembrerà strano… - Ancora qualche istante, poteva sfiorarla. – Ma io gradisco molto… - C’era arrivato. L’aveva presa!
- Cosa? – Lili si fece ancora più avanti, posando i gomiti sul tavolo ed avvicinandosi incredibilmente, la curiosità che le invadeva il corpo. Bryan sorrise maligno stringendo la sua arma. Vedendo quello sguardo folle negli occhi del Cyborg la Principessa di Monaco capì di essere caduta in una trappola, ma era troppo tardi!
Bryan Fury si alzò dal tavolo, brandendo la sua arma come un folle! La scagliò contro Lili che non ebbe il tempo di evitarla…!
SPLASH!!!
Una torta di due strati alla panna colpì Lili in pieno viso ricoprendola di quel contorno che lei tanto amava. Pan di spagna e guarnizioni varie le si appiccicarono sul volto ora reso bianco dalla panna, mentre la risata satanica di Bryan riempiva l’aria e faceva sobbalzare i camerieri, rimasti in un angolo ad osservare la scena, quasi divertiti.
- Questo! È una cosa che mi aggrada assai! – Affermò il Cyborg riprendendo a ridere.
- Sei un barbarooooooooo!!!!! – Urlò Lili ripulendosi come meglio poté dalla panna. – VENDETTA! – Urlò in seguito afferrando anche lei una torta. La scagliò contro l’uomo ma quello evitò veloce, la torta volò in aria e colpì in pieno un povero cameriere.
- Ammettilo! – Disse il Cyborg tra una risata e l’altra. – Sono meglio io di quella statuetta di ghiaccio che chiami “Draggy”! – Rise più forte schivando una seconda e una terza torta.
- Non azzardarti a prendere in giro il mio Draggy caro! Non ti permettere!!!!!! – Lili afferrò altre due torte e le lanciò, Bryan le evitò.
- Il tuo soldatino non mi fa paura! – Il Cyborg indietreggiò per meglio evitare i vari oggetti che la Folle Principessa di Monaco scagliava a tutta velocità.
- BARBAROOOOOOOO! – Strillò lei… divertendosi come non mai. Dopo il primo impatto aveva trovato divertente quel gioco stupido ed infantile. E visto che anche era un pochino infantile, ci andava a nozze con certe cose. Si guardò intorno: aveva finito le torte, per sua sfortuna. Ma aveva ancora la ciotola di panna.
Non esitò un solo istante e la lanciò. Questa volò con precisione e colpì Bryan al petto, macchiandolo tutto di bianco. L’uomo si scosse e una pioggia di panna si riversò ovunque.
- Dannazione! – Esclamò quello.
- Colpito ed affondato! – Sentenziò trionfale Lili.
- Ora vedi! – Bryan Fury prese una manciata di panna dal petto pronto a colpire la ragazza.
- Aspetta! Assaggiala, magari ti piace. –
Bryan alzò un sopraciglio, la mano alzata con la panna che scivolava tra le sue dita. Abbassò l’arto studiando la crema bianca che aveva tra le dita. Guardò Lili sospettoso: la ragazza gli sorrideva solare con il viso e i capelli ancora coperti di panna.
- Assaggiala… - Lo incitò
Si avvicinò la mano alla bocca e si leccò le dita. Come previsto nessun sapore: solo breve frescura che quel contorno gli lasciava nella bocca. Nulla di più. Eppure da piccolo la panna l’aveva mangiata tante di quelle volte… ma era un ricordo troppo lontano.
- Ti piace? – Domandò la Principessa di Monaco mentre si ripuliva i capelli biondi.
- Ehm… - Rimase un istante a riflettere. – In effetti non è male. – Ovviamente mentì spudoratamente… importava in fondo?
- Visto? Bastava solo… - La frase si Lili si bloccò a metà quando altra panna la colpì in pieno viso.
- Ma la preferisco come arma! – Sghignazzò il Cyborg.
Ricominciò la lotta all’stante. Ogni genere di oggetti furono scagliati in aria. Bryan Fury e Lili Rocherfort risero come mai avevano riso in vita loro. I domestici risero un po’ meno, ammassati dietro le innumerevoli porte, osservavano quel mostro e la loro padroncina lanciarsi oggetti e cibarie e sospirando costatando quando lavoro avrebbero avuto da fare il giorno dopo.
La guerra giunse al termine quando Lili si lasciò cadere pesantemente sulla sua sedia coperta di avanzi lanciati contro di lei. Tutte le sue energie erano stato prosciugate da quella lotta all’ultimo… frutto! Sembrava incredibile dirlo, ma Lili si sentiva stravolta.
- Mi arrendo! – Urlò quando un altro pezzo di torta le fischiò pericolosamente vicino alla testa.
- Mi togli tutto il divertimento! – Sbuffò Bryan.
- A questo punto però… - Lili si portò un dito alle labbra brillanti di lucidalabbra. - … una doccia non te la toglie nessuno! –
Effettivamente erano tutti e due ben conciati: Lili era coperta dalla testa ai piedi di panna, pan di spagna, scaglie di cioccolato, pezzetti di fragola e guarnizioni varie, sembrava un’enorme torta ibrida parlante. Dal canto suo Bryan Fury era coperto di panna sul petto e aveva dei residui non meglio identificati neri che gli puntellavano i capelli candidi.
- Ti faccio vedere dove sono i bagni! – Si offrì subito la Principessa di Monaco.
- Non ho bisogno di una doccia! Mi serve solo il mio bazooka. – Protestò il Cyborg.
- Non fare il bambino… vieni! – Si avvicinò afferrandolo per un braccio. Tentò di spostarlo tirandolo per l’arto, ma il Cyborg non si mosse di un millimetro.
- Io non mi muovo. –
- Forza! Non puoi andare a letto conciato così! –
- Io non dormo. –
- Uff… ma fai qualcosa di normale? – Tentò ancora di spingerlo, ma senza risultati. – E muoviti! –
Lo sguardo di Bryan restava fisso sulla ragazza e sui suoi vani tentativi di smuoverlo.
Dopo un po’ Lili si arrese e studiò l’uomo con i suoi occhi blu. Si scrostò dei residui di torta da una spalla e li spiaccicò in faccia al Cyborg.
- Divertita? – Domandò Bryan pulendosi con una mano. Lili sogghignò.
- Facciamo così… tu mi fai il favore di farti una doccia. E io ti faccio vedere un’arma davvero favolosa. –
- Va bene! – Bryan non pensò nemmeno prima di rispondere. La parola “arma” l’aveva convinto ed era inutile ascoltare il resto della frase. La sua smania di violenza avrebbe trovato sfogo…
Ancora una volta seguì Lili per un dedalo di corridoi tutti uguali ed orribilmente arredati, fino ai bagni. Lì si diede una sciacquata veloce, senza nemmeno degnarsi di togliersi pantaloni o le cartucciere, giusto per far felice la ragazza e poter vedere l’arma. Non usò nemmeno il bagnoschiuma o altro: aprì l’acqua gelida, ci passò sotto e la richiuse. Semplice e veloce, giusto per darsi una parvenza di pulito.
Uscì gocciolante dalla doccia ed aspettò nel corridoio.
Lili impiegò cinquantatre minuti per farsi la doccia ed asciugarsi i lunghi capelli biondi. Bryan l’aspetto in Stand By… avvolto nei suoi pensieri e chiedendosi ancora una volta cosa ci faceva lì, ma l’idea dell’arma lo interessava troppo per mollare. Così attese paziente, da notare è che la pazienza di Bryan è molto corta.
Era completamente asciutto quando Lili emerse dalla sua camera pulita e cambiata: ora indossava comodi abiti da Street Fighter bianchi ed argentati che la rendevano quasi aggressiva, gli stessi che qualche volta usava anche al Torneo. Gli sorrise.
– Bella cena… non trovi? –
- Ho apprezzato di più la guerra che ne è seguita! – Ridacchiò sadico, l’aveva massacrata.
- Vieni dai. Ti faccio vedere quell’arma che di cui ti ho parlato! –
Per l’ennesima volta Lili si avviò per un labirinto di corridoi identici fino a giungere davanti ad una spessa porta di metallo. Lei l’aprì rivelando un ambiente, a differenza del resto della villa, severo e spoglio: v’era un unico mobile all’interno di esso, una bacheca in vetro dentro la quale riposava in silenzio un Fucile di Precisione Dragunov di vecchia fabbricazione.
Bryan Fury si avvicinò affascinato: aveva sentito parlare di quel fucile ma non ne aveva mai visto uno simile così da vicino. Doveva essere un pezzo unico visto che aveva ancora il calcio in legno, proprio come nelle vecchie versioni ora quasi tutte distrutte. Il calcio risultava, però, scheggiato, ed era un vero peccato. Un’arma così bella rovinata.
- Sai… è di Draggy. – Gli confidò Lili.
- L’avevo immaginato… - Mormorò Bryan rapito da quell’arma, il suo occhio attento notò sul calcio rovinato, anche una piccola scritta in cirillico. Si avvicinò ancora ed aprì piano la bacheca, allungando una mano per poterlo toccare…. Era vero che lui prediligeva le armi pesanti, ma sapeva riconoscere un’arma magnifica quando ne vedeva una.
 
Nello stesso istante in cui Bryan Fury sfiorò con dita gelide il Fucile di Precisione Dragunov… in una regione sperduta della Siberia, un uomo ebbe un brivido freddo lungo la schiena.
Si bloccò tra la neve che imperversava tutto intorno a lui e levò gli occhi di ghiaccio verso la residenza Rochefort… a chilometri di distanza da lui. Le mani si chiusero istantaneamente in pugni e un secondo brivido gli scese lungo la schiena.
Chi si stava permettendo di toccare il suo Fucile?
Un uomo si fermò al suo fianco.
- Ehi, Sergei che succede? – Domandò Nikolaj con il fiato che gli si condensava in nuvolette davanti alla bocca. Gli occhi di ghiaccio di Sergei Dragunov risposero alla sua domanda senza parlare.
Il giovane Spetsnaz riprese la marcia accodandosi ai suoi compagni con un sorrisino dipinto sul volto.
- Che succede? – Domandò Kostantin, quando Nikolaj gli si affiancò.
- Prevedo una tempesta nell’aria. – Rispose enigmatico il russo.
- Fammi indovinare… hanno tocca il suo Fucile? – Questo era Valka, due passi davanti a loro.
- Non voglio pensare a che fine farà quel poveraccio! – Nikolaj ridacchiò ancora.
- Vogliamo rimetterci in marcia? Ci aspetta ancora molta strada! – Li richiamò il loro capo Russ Adrianov.
Gli Spetsnaz si avviarono nella tormenta. Solo uno rimase indietro con gli occhi color del ghiaccio fissi lontano. Nessuno poteva permettersi di toccare il suo Fucile!
Nessuno!
 
Bryan Fury: 4
Lili: 4
 

***

 
Scusate il ritardo pazzesco!
Mi son ricordata solo ora dei compiti arretrati… che roba!
Beh… nonostante tutto sono riuscita a finire anche questo capitolo. Allora…? Che ne pensate?
Vi è piaciuto?
Bryan: - A me no! –
Dragunov: - … -
Bryan: - Nemmeno al russo è piaciuto! –
Ma se non ha parlato.
Bryan: - Il suo sguardo era molto loquace! –
E Lili che fine ha fatto?
Lili: - Sono qui! A me è piaciuto tantissimoooooooooooo! –
Bene…
Ora tocca a voi farmi sapere che ne pensate. Mi raccomando RECENSITE!!!!!
Ci sentiamo al prossimo. Dove Bryan farà una gran bella cazzata.
Bryan: - Non è possibile! E basta… ne ho già fatte fin troppe di cazzate! –
Dragunov: - … - Sorrisino perfido.
Bryan: - E tu non ghignare! –
Finitela voi due! Altrimenti chiamo Russ…
Ok… qui si sta scatenando il pandemonio! Ci sentiamo al prossimo capitolo (se sopravvivo!),
A presto,
Bye byeeeeeeeeee!
 
RECENSIONE PLEASE!!!        

  
  
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