Prologo
-Presto! Da
questa parte!- urlò un
uomo correndo a perdifiato attraverso la fitta boscaglia
-Presto, presto! Prima che scappi!- urlò un suo compagno
dietro di lui
Passi che si allontanano.
Una figura snella saltò giù da un albero,
leggera, aggraziata. -Tsk!- sogghignò
-E’ fin troppo facile!- bisbigliò sottovoce. Tese
le orecchie per essere sicura
di essere sola, poi si mise a correre: aveva un appuntamento importante
ed era
in ritardo. Corse verso il litorale, nascondendosi di tanto in tanto
quando
avvertiva un rumore sospetto e finalmente raggiunse la costa. Si
acquattò all’ombra degli ultimi alberi e
osservò la spiaggia: un ragazzino
di non più di 18 anni si guardava nervosamente intorno,
volgendo la testa a
destra e a sinistra. La figura nascosta tra gli alberi fece
altrettanto,
accertandosi che non ci fossero altre persone nei paraggi, poi
uscì alla luce
della luna.
Era una ragazza non troppo alta, dai lineamenti fini e un corpo
atletico e
sinuoso; aveva gli occhi azzurri come il cielo e lisci capelli neri
corvini che
le ondeggiavano lunghi fino ai fianchi.
Nel vederla il ragazzo sobbalzò, poi riconoscendola
sospirò sollevato.
-Mi hai spaventato!- ammise -Come mai ci hai messo tanto? Sei molto in
ritardo!-
-Scusami Brendon, i pirati di Jim mi stavano
seguendo!- spiegò la
ragazza.
Brendon sgranò gli occhi, allarmato. -Perché gli
uomini di Jim ti stavano
seguendo?-
-Niente d’importante!- tagliò corto lei scrollando
le spalle.
-Myr, ma che sta succedendo?- le chiese il ragazzo, ansioso -Non ti
sarai messa
nei guai con quei tipi?-
La ragazza scosse con decisione la testa. -Te l’ho detto:
è tutto a posto!-
ripeté brusca
-Ma se quelli ti stanno ancora cercando…- iniziò
Brendon, ma fu subito
interrotto.
-Bren, non è questo il momento, ok?- sbottò Myr
-Non c’è tempo per le
chiacchiere: vado di fretta e mi stanno seguendo!- continuò
accigliata,
guardandosi intorno, come se avesse paura che qualcuno potesse arrivare
da un
momento all’altro. Brendon sospirò preoccupato ma
non disse nulla.
-Allora? Hai trovato la barca?- gli chiese la ragazza
-Si!- rispose prontamente lui -Non è molto grande, ma
è tutto quello che sono
riuscito a trovare per la cifra che mi hai dato!-
-Andrà benissimo, non ti preoccupare!- disse Myr tornando a
guardarsi intorno -Come
la raggiungo?- chiese poi.
-E’ giù al molo sedici! Se segui la costa da
quella parte arrivi dritta al
porto!- le disse il ragazzo, indicando un punto alla sua destra. Si
morse il
labbro, incerto, mentre la ragazza gli sorrideva e gli appoggiava le
mani sulle
spalle. -Perfetto Bren! Sei un vero amico, non so come ringraziarti!-
gli disse con
voce squillante. -Ora vado! Grazie di tutto Bren, spero di rivederti
presto!- e
si avviò nella direzione indicatagli dall’amico.
Il ragazzo la guardò mentre si allontanava, indeciso sul da
farsi; poi fu più
forte di lui. Le corse incontro e le si parò davanti.
-Che ti prende, Bren?- gli chiese Myr, perplessa.
-Non ha senso continuare questa follia Myr e tu lo sai!- le disse
serio,
guardandola dritta negli occhi.
La ragazza si rabbuiò. -Non sono fatti tuoi!- rispose secca
-Non puoi continuare così! Ti caccerai in guai seri prima o
poi!- continuò
Brendon
-Ti ripeto che non sono affari tuoi!- sbottò lei, gelida. -E
ora, se vuoi
scusarmi, ho una barca da prendere- disse, passando oltre
l’amico e mettendosi
a correre.
Brendon guardò l’amica allontanarsi, impotente.
Sospirò triste -Abbi cura di
te, Myr!- disse piano e si avviò sconsolato verso casa.
Myr correva a perdifiato sulla spiaggia, guardandosi nervosamente
intorno;
sapeva che sarebbe stato più prudente nascondersi tra gli
alberi, ma in quel
modo ci avrebbe messo molto più tempo a raggiungere il
porto. E lei aveva fretta di partire.
Perciò continuò a correre lungo la spiaggia e a
guardarsi intorno finché in
lontananza non vide comparire le prime case della piccola cittadina.
“Ormai ci
siamo!” pensò decisa “Ancora un piccolo
sforzo!”.
In prossimità della cittadina un muricciolo in cemento alto
un paio di metri
interrompeva bruscamente la linea continua della spiaggia; Myr
deviò
leggermente e prese a salire la scalinata che conduceva ai sobborghi
della
città. Rallentò il passo fin quasi a fermarsi,
attenta a non fare il minimo
rumore; intorno a lei regnava il silenzio, interrotto solo dal lento
sciabordio
delle onde che s’infrangevano sul duro cemento.
Si guardò intorno ma ancora una volta non vide nessuno. Col
cuore che le
batteva in gola per l’ansia e per la corsa, riprese a la sua
marcia. “Manca
poco! Manca poco!” continuava a ripetersi, mentre finalmente
raggiungeva il
porto. Tuttavia, non fece in tempo ad esultare che da una stradina
laterale
qualcuno urlò
-Eccola, è lei!-
-Presto, prendiamola!- urlò un altro uomo
-Oh oh!- disse Myr mettendosi a correre più veloce che
poteva.
Cercò febbrilmente il molo 16, ben consapevole di avere un
gruppo nutrito di
pirati alle calcagna. “Maledizione!”
pensò disperata. Stava giusto pensando che
non aveva altra scelta che combattere quando finalmente vide davanti a
sé
l’insegna del molo sedici.
Esultante Myr rovesciò una pila di barili accatastati con
cura vicino al muro
di un edificio e continuò a correre; come previsto gli
uomini che la seguivano
caddero rovinosamente a terra e quelli dietro non riuscirono a fermarsi
in
tempo, rovinando sui primi e creando un immenso ingorgo. La ragazza
approfittò della situazione: slegò la barca, ci
saltò dentro e prese
velocemente il largo.
I pirati si districarono a fatica e raggiunsero il molo imprecando e
sputando
per terra, infuriati.
-Che facciamo, capitano Jim?- chiese un pirata, mentre questi si
avvicinava a
sua volta al pontile -La seguiamo?-
Il capitano Jim guardò la piccola imbarcazione allontanarsi,
arrabbiato. -Per
il momento no…- disse infine
-Ma capitano…- iniziò subito a lamentarsi la
ciurma, ma si zittì subito al
minimo cenno del loro capitano.
-Non vi dovete preoccupare di lei…- continuò poi
sogghignando malevolo -…ho un
piano…-