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Autore: Jales    10/09/2011    3 recensioni
Shiho fu tentata, per un fugace momento, di scagliare la scatolina lontano, contro il muro: in ogni grammo di quella dannata sostanza c'era un pezzo della sua vita, di quella di Akemi o dei suoi genitori.
Chiuse gli occhi, massaggiandosi una tempia con la mano sinistra, la destra che stringeva il piccolo contenitore del veleno.
Alzò poi lentamente le palpebre, fissando lo sguardo sull'APTX: le dita si strinsero convulsamente attorno ad esso, le nocche diventarono bianche.
E comprese.
Seconda classificata al "Contest Alcolico" di Roe_Rory Hattori.
Genere: Fluff, Malinconico, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio | Coppie: Shiho Miyano/Ai Haibara
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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APTX4869
Fanfiction Seconda Classificata al "Contest Alcolico" di Roe_Rory Hattori

Terza pillola - 17
«Secondo te come sarò a 17 anni, Akemi?»
Shiho si rigirava la penna fra le dita, pensierosa, mentre Akemi beveva il tè seduta di fianco a lei.
Shiho la vide poggiare la tazzina sul tavolo, con una lentezza quasi esasperante, per poi ritrovarsi scrutata intensamente da quegli occhi azzurri che tanto assomigliavano ai suoi.
«A 17 anni, dici? Mh, vediamo...» Akemi poggiò il mento su una mano, fingendo di rifletterci su.
«Secondo me sarai una brava persona. Probabilmente poi finirai il liceo con ottimi voti, magari andando poi a studiare Medicina o roba così -sai, potresti addirittura diventare più brava di mamma o papà. Per quell'età avremo convinto mamma comprarci un cane: un bel cagnolone nero, dal pelo lungo lungo e dal carattere dolce.» Akemi sorrise, sognante.
«Tu invece?»
«Oh, io?» Rise, allegra. «Io quando tu sarai diciassettenne sarò già sposata, con un uomo bellissimo e che mi ami davvero. Magari avremo già un bel bambino o una bella bimba in casa.»
Shiho sorrise nel vedere lo sguardo di Akemi: era lo stesso che aveva quando la mamma le raccontava la favola del principe azzurro e di Cenerentola. Sognante, lo aveva definito Elena.
E allora decise di concedersi anche lei un momento per sognare insieme alla sorella, un attimo per poter cercare di toccare quel futuro che sembrava così lontano.

A 17 anni, Shiho Miyano aveva smesso da un bel pezzo di credere ai sogni.
Seduta alla scrivania, in quell'ufficio illuminato dalla flebile luce della lampada da tavolo, beveva un caffè osservando distrattamente una foto poggiata davanti a lei.
Una donna teneva in braccio una bimba piccola che sorrideva raggiante, mentre la sorellina più grande teneva l'altra mano alla mamma; dietro di loro veniva un uomo dallo sguardo severo, le labbra piegate leggermente all'insù.
Era una delle poche foto di famiglia. Una delle poche cose che le erano rimaste.
Non frequentava più il liceo, non sarebbe mai andata all'Università a studiare Medicina né mai avrebbe posseduto un enorme cane nero. Non aveva presenziato al matrimonio della sorella, non avrebbe mai potuto sentirla dire "Sono incinta" e non avrebbe mai avuto un nipote da poter coccolare e per il quale essere la zia preferita.
A 17 anni Shiho Miyano era orfana, aveva perso la sorella e lavorava per un'organizzazione criminale.
Non si sarebbe mai sognata che potessero accadere, quelle cose. Almeno non a lei.
Per i suoi 17 anni aveva tutt'altri progetti -non eccessivamente ambiziosi, al contrario, quindi relativamente facili da realizzare.
Ma la vita non è un sogno, perciò non era nemmeno quel sogno che le due sorelle Miyano avevano dipinto anni addietro, sedute al tavolo della loro casa.
Shiho poggiò la tazza sul tavolo e ripose la foto nel cassetto, chiudendolo a chiave.
Mi dispiace, Akemi.
Non doveva andare così.


  
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