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Autore: Londoncalling    11/09/2011    14 recensioni
Klaus è stato sconfitto, la battaglia è stata vinta. Sembra la fine di tutto, quando invece per molti è un nuovo inizio.
La giovane e bella Elena dovrà destreggiarsi tra la sua relazione con Stefan e una forte attrazione per l'attraente fratello Damon.
In più a complicare le cose si faranno largo nuovi potenti nemici e il passaggio di una misteriosa cometa che cambierà le vite dei nostri protagonisti per sempre.
Era buio. Correvo nel vuoto alla ricerca di uno spiraglio di luce, un raggio di sole. Urlavo al vento, ma la voce non usciva dalla mia bocca.
Un volto apparve nel buio riconobbi i suoi occhi, azzurri come il colore del cielo dopo la tempesta, iniziai a correre ancora più veloce per quanto le mie fragili gambe mi permettevano per raggiungere il proprietario di quegli occhi.
Ero arrivata a prenderlo quando lui sussurrò dolcemente con quella sua voce melodiosa e irresistibile un – Sei mia – e le nostre labbra si incontrarono di nuovo, sta volta per molto più tempo della precedente, le nostre lingue si rincorrevano e la mia mano salì fino ad accarezzare i capelli ricci del giovane.
Genere: Erotico, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Damon Salvatore, Elena Gilbert, Stefan Salvatore, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Premessa: Questo capitolo è il capitolo di epilogo perciò con questo si conclude la storia e confessiamo che noi stesse autrici sentiamo già la mancanza di questo racconto.
Tuttavia se voi foste interessati io e sonny avremmo in mente alcuni altri progetti tra cui disaster diaries (una raccolta di os demenziali sul nostro telefilm preferito) oppure son of the moon (una os oppure una long forwood che sarebbe uno spin off di son of the comet), o ancora il continuo di questa fan fiction.
Fateci sapere, se non vi abbiamo stufato, a quale sareste interessati a leggere maggiormente, grazie mille.

Spazio Autrici: Siamo giunti ai ringraziamenti finali e quasi non mi sembra vero. Questa fan fiction ci ha impegnate per tutta l'estate e vederla al termine mi provoca una certa malinconia.Comunque sia vogliamo ringraziarvi di cuore a tutte quelle che ci hanno seguito dagli albori fino ad oggi quando la storia non era ancora conosciuta, a chi ha sempre commentato, a chi l'ha seguita silenziosamente. Un grazie a tutti quelli che ci hanno dato il supporto e la spinta necessaria per portare a termine questo progetto.
Ora la smetto con i sentimentalismi, lo giuro, vi lascio all'epilogo, buona lettura.
Con affetto Ale e Sonny. 

Rollercoaster
 

 Sei anni dopo
Una camaro vecchio modello sfreccia lungo l’autostrada a bordo un affascinante vampiro centenario dagli occhi color ghiaccio e i capelli neri spettinati accanto a lui sul sedile passeggero vi è un piccolo bimbo di circa cinque o sei anni con lo stesso sguardo magnetico e gli stessi capelli corvini, ha anche una pelle molto chiara, un piccolo nasino alla francese cosparso di piccole lentiggini.
-Dove stiamo andando?- chiese il bambino intento a guardare la strada davanti a se.
-È una sorpresa, ma vedrai ti piacerà- rispose il vampiro
-Non mi hai ancora detto il tuo nome- constatò il bambino.
-Sono Damon e tu?-
-Io sono Alexander, Alexander Salvatore-
-Uh è un bel nome, ma non credi sia un po’ pretenzioso? E poi quel cognome Salvatore è decisamente pomposo- scherzò Damon sempre con gli occhi fissi sulla strada.
-La mamma mi ha chiamato Alexander perché significa “protettore degli uomini” ed è quello che sono, mentre Salvatore significa “colui che salva o colui che protegge” è perché mio padre ha origini italiane- spiegò orgoglioso il piccolo.
-Oh ma davvero, è interessante- rispose il vampiro fingendosi stupito.
-Sai che la mamma mi impedisce di andare in macchina con gli sconosciuti- esordì Alexander con un nuovo argomento di conversazione.
-Ah si? E allora perché sei venuto con me?-
-Quando mi hai toccato ho sentito che potevo fidarmi di te, sei buono- rispose con semplicità il bambino dagli occhi blu.
Damon sorrise fiero cercando di non darlo a vedere.
-Siamo arrivati- disse dopo qualche altro minuto di strada il vampiro, parcheggiando la sua auto.
-Il Luna-park!- esclamò entusiasta Alexander alla vista delle sue giostre preferite.
Damon fu felice della reazione che il bimbo aveva esternato così lo aiutò a scendere dall’auto e prendendolo per mano entrarono all’interno del luna-park.
-Possiamo farle tutte?- domandò il piccolo con entusiasmo.
-Ma certo e anche più volte se ti va- rispose con un sorriso.
-Fooorte!-
-Da dove vuoi cominciare?-
-La casa degli spiriti, è la mia preferita!-
-Chissà perché non ne avevo dubbi- commentò a bassa voce Damon.
-Cosa?- chiese il bambino che non aveva capito.
-Nulla dicevo andiamo!-
Entrarono nella casa degli spiriti, poi andarono sulla ruota panoramica, sugli autoscontri, sulle montagne russe e su tante altre giostre, divertendosi entrambi un mondo.
-Voglio andare su quella- disse Alexander indicando una giostra con dei cavalli.
-Di nuovo?- chiese Damon esausto.
-Sì!-
-Ma non vedi che fila che c’è. E va bene ti accontento andiamo-
Il vampiro si approccio all’addetto della giostra e lo soggiogò per farlo passare avanti alla fila ricevendo le lamentele di tutti gli umani che stavano aspettando il loro turno pazientemente.
-Ehi non ho mica tutta l’eternità da passare qui- rispose Damon alle lamentele ironizzando sul fatto che in realtà lui avesse tutta l’eternità, ma quelle persone non potevano saperlo.
Fecero un giro su altre due o tre giostre, ma il sole stava ormai calando e per quanto nessuno dei due volesse tornare a casa era giunto il momento di farlo.
-È meglio tornare a casa ora, si sta facendo buio- disse Damon, malgrado non volesse lasciare quel ragazzino.
Non riusciva a spiegarselo, ma sentiva un forte legame con quel bambino che era riuscito con una sola giornata al luna-park a ritrasmettergli la voglia di vivere che aveva perso ormai da anni.
-Di già- chiese Alexander mentre finiva di mangiare il suo zucchero filato.
-Già, ma, ehi, tornerò ancora a trovarti- rispose Damon senza troppa convinzione, sapeva che quando Elena e Stefan avrebbero scoperto che aveva rapito il bambino sarebbero scappati di nuovo e non sapeva se li avrebbe mai più ritrovati.
Mentre i due camminavano verso il parcheggio pronti a tornare a casa, videro un uomo in passamontagna strappare via dalle mani di una esile vecchietta una borsetta blu per poi spingere l’anziana signora a terra e scappare via.
Damon non ci diede peso fin quando qualcosa attirò la sua attenzione, il ladro aveva fatto circa cinquecento metri quando si accasciò a terrà come se avesse un terribile malore alla testa che lo costringeva a rimanere a terra agonizzante.
Si voltò verso il piccolo che fissava concentrato la scena, non era possibile che fosse stato lui a fare tutto ciò in fondo era solo un bambino, si disse il vampiro.
Ritorno ad osservare la scena: due poliziotti erano sopraggiunti, avevano catturato il ladro e restituito la borsetta alla signora. In quell’istante Alexander spostò lo sguardo su Damon e il delinquente non sentì più alcun dolore come se non avesse mai sofferto nulla.
-S..Sei- cercò di dire un Damon senza parole.
-Alexander!- urlò, in quel momento, una voce femminile che interruppe il discorso dei due Salvatore.
Il bambino e il vampiro si voltarono in direzione della voce, era una donna di straordinaria bellezza con la voce rotta e gli occhi gonfi probabilmente aveva pianto.
-Elena- sussurrò Damon. Era ancora più bella dell’ultima volta in cui l’aveva vista sei anni prima.
La donna corse incontro ai sue e si accasciò a terra in lacrime abbracciando e baciando il figlio sulla testa.
-Come hai potuto!- urlò contro al vampiro dopo aver constatato che il bambino stava bene.
-Volevo solo…-
-Volevi solo creare il panico, terrorizzare me e Stefan per vendicarti! L’unica cosa di cui sei capace è la vendetta.- urlò furente Elena.
-Avresti messo a rischio persino la vita di un bambino innocente per farcela pagare sei spregevole! Mi fai schifo!- continuò con rabbia.
-Messo a rischio? Ma ti senti Elena siamo in un luna-park, non ho portato tuo figlio in chissà quale bisca clandestina perciò rilassati!-
-Non dirmi di rilassarmi, Damon! Non sei tu quello che si è svegliato sta mattina senza avere idea di dove fosse suo figlio, perciò non dirmi di rilassarmi!- rispose sempre più isterica la ragazza.
-Sta bene, Elena. Dio, guardalo, sta bene non si è mai divertito tanto in vita sua-
Elena osservò il figlio ed effettivamente sembrava tranquillo e felice, ma questo non sarebbe bastato a Damon per farsi perdonare.
-Andiamo a casa- disse Elena strattonando il piccolo.
-Lascia almeno che vi accompagni a casa- chiese Damon con aria supplichevole.
-Sappiamo la strada possiamo andare benissimo a piedi da qui- Mentì Elena. Casa loro era distante svariate miglia.
-Elena, ora so dove abitate non c’è bisogno che tu menta. Sul serio lasciate che vi dia un passaggio-
La ragazza guardò suo figlio nei suoi meravigliosi occhi color ghiaccio che esprimevano quanto il bambino fosse entusiasta all’idea di fare un altro giro in macchina con Damon.
-E va bene- disse spostando lo sguardo dagli occhi del figlio a quelli di Damon. Si sorprese di quanto fossero simili. Gli occhi così chiari e ammaliatori di Alexander le avevano sempre ricordato qualcuno, ma non era mai riuscita a capire con chiarezza chi.
Damon.
Gli occhi di Alexander erano decisamente quelli di Damon.
Come aveva potuto dimenticarlo.
Quegli occhi erano qualcosa che non si dimenticava facilmente.
Mentre entravano in macchina Elena si sorprese di notare quante altre cose avessero in comune il vampiro e suo figlio; dalla camminata spavalda al modo di sorridere. Avevano gli stessi capelli scuri, la stessa carnagione chiara e persino lo stesso modo di roteare gli occhi in segno di disappunto.
L’auto partì.
Damon era al posto di guida con accanto Alexander che aveva voluto ad ogni costo riprovare l’emozione di essere il copilota, mentre Elena se ne stava dietro sbuffando sperando di arrivare a casa il prima possibile.
-Che fai! Non siamo ancora arrivati!- sbottò Elena quando due ore dopo vide Damon fermarsi ad una stazione di servizio.
-Alexander si è addormentato più di un’ora fa, ti dispiacerebbe metterlo dietro a dormire e venire tu qui davanti?- chiese Damon, malgrado adorasse quel bambino da addormentato non era di grande compagnia e poi non avrebbe voluto svegliarlo.
-Sta benissimo anche li-
-Elena- la ammonì Damon.
-Che c’è?-
-Voglio parlare-
-Lo stiamo già facendo- rispose esasperata Elena.
-Non riparto finché non metti dietro Alexander e ti siedi qui- la minacciò il vampiro.
-D’accordo per me possiamo stare qui tutta la notte-
Mezzora dopo
-Elena, accidenti, non essere testarda vieni qui!- la esortò nuovamente Damon.
-D’accordo- rispose lei cedendo finalmente.
-Contento- disse Elena dopo essersi seduta accanto a Damon lasciando Alexander dietro a dormire.
-Sì- rispose Damon soddisfatto con il suo ghigno di vittoria, quello che Elena odiava così tanto.
-Eccoci siamo arrivati- annunciò un ora dopo Damon accostando vicino al vialetto della splendida villetta dove vivevano ora Elena e Stefan.
-Grazie del passaggio- disse Elena con sincera cortesia.
I due si guardarono intensamente negli occhi.
Nessuno dei due sapeva cosa dire o cosa fare, ma attendevano solo che l’altro facesse una mossa.
-Io beh devo andare. È tardi- annunciò rompendo per prima quel momento di trepidante attesa.
-Aspetta- disse Damon bloccandola per un braccio prima che potesse aprire la portiera della macchina e uscire.
-Vi rivedrò più?- chiese a bassa voce Damon sperando con tutto il cuore che avrebbe potuto passare ancora del tempo con la donna che aveva sempre amato e quel bambino tanto speciale.
Elena non rispose, ma fece cenno di no con il capo.
Damon capì, appena Stefan avrebbe saputo del rapimento del bambino avrebbe costretto Alexander ed Elena a scappare di nuovo e a rifarsi una vita lontano dove Damon non li avrebbe più trovati.
Al vampiro parve di sentire il suo cuore spezzarsi, frantumarsi in mille pezzi e minuscole schegge che andavano dappertutto. Ma non poteva essere vero.
Lui era un vampiro non ce l’aveva un cuore.
Lui poteva spegnerlo.
Ma allora perché questa volta sembrava che il mondo gli fosse appena crollato addosso.
-Ora devo chiederti una cosa io- chiese insicura Elena.
Damon ancora distrutto le fece cenno di andare avanti a parlare.
-Perché ora?-
-Voglio dire perché hai deciso di farti vivo ora dopo tutti questi anni?- spiegò con voce tremante.
-Perché è ora che vi ho trovati, vi siete spostati in così tanti posti in così poco tempo. Vi muovevate senza lasciare traccia e sono riuscito solo ora ad avvicinarmi a voi- spiegò il vampiro
-Io non ho mai smesso un giorno di cercarvi, Elena- spiegò Damon con voce bassa e carica di emozioni che aveva represso per anni.
Gli occhi dei due si incatenarono nuovamente cercando di spiegare con gli occhi quei sentimenti che avevano avuto troppa paura di esternare, per poi avvicinare le loro labbra e farle congiungere in un bacio passionale.
Quando si staccarono, una lacrima rigò il viso della giovane che prontamente l’asciugò cercando di nascondere la sua fragilità al vampiro.
-È meglio che vada devo mettere a letto Alex-
-Certo lascia che ti aiuti- in un secondo Damon usci dall’auto e prese in braccio il bambino che dormiva pacificamente con il sorriso sulle labbra.
-Grazie- disse Elena avvicinandosi per prendere il bambino in braccio.
-Non c’è di che- sussurrò piano il vampiro che fece per porgerle il bambino, ma quando il bambino ancora dormiente senti il distacco del contatto mugugnò qualcosa nel sonno –no, papà- sembrava dicesse.
-Non te ne andare papà- si lamentò più chiaramente questa volta.
Elena e Damon si guardarono stupiti da quella frase ed incerti sul da farsi.
-Beh Stefan non è ancora tornato probabilmente sarà ancora fuori a cercare Alexander, credo che tu possa entrare così mi accompagni di sopra e lo mettiamo a letto- disse Elena.
-Sempre se non ti disturba, è chiaro- si apprestò poi a chiedere.
-Nient’affatto- rispose il vampiro per poi entrare in casa invitato da Elena.
-Dove devo..-
-Di sopra- rispose Elena indicandogli la porta prima che Damon finisse la domanda.
-Wow è carina- disse Damon entrando nella camera da letto di Elena e Stefan osservandosi in torno.
-Già. Lascialo pure qui nel letto con me, dorme sempre con noi si sente più tranquillo- spiegò Elena.
-Vado un secondo a cambiarmi, torno subito- aggiunse prima di sparire nel bagno adiacente alla stanza.
-Eccomi- disse uscendo qualche minuto dopo in vestaglia da notte, quando si accorse che non solo Alexander si trovava addormentato nel suo letto, ma anche Damon che dormiva abbracciato a suo figlio.
Avrebbe voluto svegliarlo, ma l’espressione pacifica sul suo viso non le permise di farlo. Al contrario entrò anch’ella nel letto e si inserii all’interno dell’abbraccio del vampiro, addormentandosi pochi istanti dopo col sorriso sulle labbra, ignara che qualcuno stava osservando quel quadretto da dietro un albero. Quel qualcuno che aveva amato e che aveva fatto parte della sua vita fino a poco prima, ma che vedendo quella scena decise di anteporre la felicità della donna che amava, di suo figlio e di suo fratello facendosi da parte per sempre.
 

 

  
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