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Autore: Lost_Mind93    12/09/2011    3 recensioni
Le hanno insegnato a sopportare il dolore. A guardare la paura negli occhi... A diventare la paura degli altri.
Il suo nome è Penelope ed è il "contenitore" di Avres, un'antica Divinità condannata più di tremila anni prima a scatenare la prossima apocalisse.
Se fallirà nel suo compito, il mondo come lo conosciamo sarà totalmente sconvolto da orde di demoni controllate dal perfido Gareth.
Non sarà facile lottare, nè contro il proprio passato nè contro il destino che la attende ma ora come ora Penelope ha un solo obbiettivo in mente: sopravvivere.
PS: causa motivi di tempo e problemi con il pc la storia sarà temporaneamente interrotta.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La calunnia disdegna i mediocri

e si afferra ai grandi.

(Francesco Crispi)

 


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Holy Grail School – Sala Mensa

 

- Ti avevo chiesto di non tornare in quel posto. – la voce di Daniel la fece sobbalzare. Non li aveva sentiti arrivare… Amy chiese ai suoi compagni di squadra da “quanto” esattamente stessero ascoltando la loro conversazione e fu Erin a risponderle.

- Abbastanza da sapere cos’hai fatto mentre NOI subivamo le sfuriate del consiglio. – prese posto accanto alla rossa, si versò una tazza di cioccolata fumante ed elogiò il servizio della scuola – Adoro questo posto. Per quanto riguarda il “fattore cibo” sono ineguagliabili. -

Nadia si voltò verso gli amici della rossa e disse: - Scusate tigrotti… Possiamo chiedervi il monopolio su Amy? –

La campanella della prima ora suonò e i ragazzi della Tigre Bianca abbandonarono il tavolo, salutando i russi, pronti a subire la prima ora di lezione di quel venerdì.  

- Che mi dovete dire di bello? Sappiate che ho tutta la giornata libera… Dalla regia hanno suggerito una giornata di vacanza e intendo dargli retta alla grande! – spiegò lei agli amici, sorseggiando con avidità il suo caffè sotto lo sguardo sbigottito di Carter.

L’ultima cosa che si sarebbe aspettato di vedere, quella mattina, era Amy in modalità caffeinomane!

- Si può sapere da quanto non fai una dormita decente? – le domandò Nadia, sequestrando ufficialmente il termos del caffè di Amy, senza che quest’ultima se ne accorgesse – Prima che tu me lo chieda: si, intendo comportarmi come una mamma premurosa fino a quando non sarai tu stessa ad accorgerti di quanto ti fa male tutta questa robaccia! –

Amy non la ascoltò nemmeno: la sua attenzione era stata catturata da alcuni ragazzi del sesto anno che, fermandosi a pochi metri da loro, la indicavano e ridacchiavano prima di allontanarsi.

- Fammi pensare… L’ultima ricognizione è stata giovedì scorso giusto? –seguì con lo sguardo i “ridenti osservatori” mentre tentava di dare una risposta coerente alla domanda che la mora le aveva appena fatto – Direi che è da quel giorno che non riesco a farmi un’intera nottata di sonno. -

- Sono passati quasi cinque giorni! – Erin posò violentemente la tazza sul tavolo, riportando l’attenzione della rossa sul discorso, dopo di che le domandò cosa le avesse impedito di dormire.

- C’è un fastidiosissimo gufo che si diverte a tormentarmi nel bel mezzo della notte. Sospetto ci sia lo zampino di Evangeline ma non ho le prove per accusarla. – Amy cercò con lo sguardo il suo termos pieno di caffè senza però trovarne traccia, scoccò un occhiata ai suoi compagni di squadra, sapendo fin troppo bene che la scomparsa del contenitore era sicuramente colpa loro ma continuò la sua spiegazione – Quindi mi tengo il gufo rompi balle e mi accontento di qualche dormita in classe sperando nell’apprendimento subliminare. Fuori il termos gente… Sono assonnata e pericolosa. –

Fu il turno di Declan per replicare, in quella situazione c’erano ancora due punti da chiarire: - Se continuerai a bere tutto questo caffè non arriverai al metro e sessanta… Scusa la domanda ma ce l’hai con Evangeline o è semplicemente diventata l’ultimo dei tuoi passatempi? –

- Cinquanta e cinquanta direi… – ed iniziò a frugare nella tracolla di Erin che era la più vicina tra i suoi compagni senza però trovare ciò che cercava – Non è un mistero per nessuno quanto poco le vada a genio e direi che entrambe ci divertiamo ad esasperarci a vicenda, abbiamo semplicemente colto la palla al balzo per importunarci a vicenda. –

La loro conversazione fu interrotta dall’arrivo di Shaun Brown e Sharoona Parker, due ragazzi del terzo anno alla Tigre, che si avvicinarono a loro stringendo tra le mani un biglietto: - Scusate l’interruzione ma pensiamo che questo la debba vedere Amy al più presto. Crediamo sia l’ennesima trovata della Cricca. –

Sul foglio incriminato, il secondo di quella settimana, c’era una foto: Amy sdraiata su un lettino, un semplice asciugamano bianco a coprirle il corpo e una decina di ragazzi che la servivano e riverivano al meglio; quattro le stavano massaggiando il corpo, due le passavano a turno degli acini di uva ed altri due la sventolavano con enormi ventagli…

- Non è la foto che ti ho scattato ai Caraibi? – le domandò Erin mentre, sotto al suo sguardo, la rossa ammiccava verso l’obbiettivo esponendo un cartello su cui compariva la scritta “adoro essere coccolata”.

 - Aspetta… C’è dell’altro. – la interruppe Sharoona.

 La foto fu sostituita da un'altra immagine: stavolta Amy stava ballando tra due ragazzi e a commentarla fu Nadia: - Questa l’ho scattata io al tuo compleanno… Come cavolo le hanno avute?! –

- Ho il presentimento che non sia ancora finita… – ed infatti nell’ultima immagina c’era lei con un ghiacciolo in mano, tra una risata e l’altra leccò il dolce in maniera decisamente provocante e ricordò divertita il momento in cui era stata scattata - Ho perso una scommessa con Neithiri e questa è stata la mia punizione. –

– “Chi è la vera puttana Halliwell?” – lesse Erin ad alta voce, trattenendo a stento una risata, sotto lo sguardo sorpreso dei suoi compagni – Credo sia una domanda retorica: non sono un paio di scatti su di te a provare il fatto che sei una puttana. –

Amy ridusse il foglio in tanti piccoli pezzi, sospirò soddisfatta poiché da quel momento non si sarebbe fatta scrupoli, da quel momento in poi sarebbe stata lei a condurre il gioco: - È indubbio il fatto che resti lei la numero uno in piazza… Grazie per avermi avvertito ragazzi. –.

- È stato un piacere. – borbottò Shaun, arrossendo vistosamente, spostando lo sguardo altrove per non incrociare gli occhi azzurri della rossa… Sharoona iniziò a spingere il compagno verso la porta: - Non dirlo neanche per scherzo! Ora scusateci ma dobbiamo arrivare all’aula di pozioni in tempo per la prossima ora. –

Sharoona scomparve in poco tempo oltre la porta ma Shaun restò accanto a loro per augurarle un “in bocca al lupo” e per assicurarle che tutti quelli del terzo anno erano dalla sua parte.

 I Sigma, una volta che il ragazzo fu scomparso dalla loro vista, scoppiarono a ridere nel vedere l’espressione stupita e vagamente infastidita comparsa sul volto di Amy…

Dopo di che, la rossa li avvertì riguardo i propri impegni e si volatilizzò, sotto lo sguardo perplesso dei compagni.

 

 

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Aula di Trasfigurazione – Settimo anno, Classe 7B

 

Il professor Dumas spiegò ai suoi alunni del settimo anno gli incantesimi di trasfigurazione parziale: di tanto in tanto fu costretto ad interrompersi per dettare qualche appunto o sedare gli animi euforici dei suoi studenti che, quella mattina in particolare, non sembravano molto concentrati.

- Quindi, nel caso in cui voi decideste di ricorrere a questo tipo di incantesimi, ricordate che la detrasfigurazione è un processo più complesso dell’incantesimo di partenza. – spiegò Dumas, indicando le conseguenze di un incantesimo errato, scritte con cura alla lavagna - Al contrario di quello che pensa la maggior parte di voi, persino trasfigurazione può diventare una materia pericolosa se usata senza le dovute precauzioni quindi vi pregherei di non fare esperimenti senza la supervisione di un adulto. – attese che gli studenti finissero di ricopiare le sue formule alla lavagna e decise che, l’unico modo per svelare il mistero legato a quel “volantino” di cui aveva tanto sentito parlare, era dato dall’uso della cara e vecchia leggilmanzia.

Si guardò intorno, in cerca degli studenti più disattenti e quindi facilmente eludibili: notò con sorpresa che, i soli a fare resistenza alla sua intrusione, furono Fray e la Bronx.

Approfittò della mente di Jenna Price, seduta tra i due, per capire meglio la situazione: trovò un ricordo che faceva proprio al caso suo e si prese tutto il tempo per dargli uno sguardo.

 

 

- Direi che è stato geniale. – aveva borbottato Jenna, trattenendo a stento le risate, mentre parlava con i ragazzi al suo fianco della loro ultima bravata a danno della Halliwell - L’abbiamo proprio messa con le spalle al muro con questa storia delle foto! – ed indicò una pergamena su cui si susseguivano delle foto provocanti della rossa seguita da una frase che, senza mezzi termini, era un modo arrogante con cui rispondere ai velati attacchi che la ragazza scambiava con Evangeline.

Ryan era scoppiato a ridere: rifletté ad alta voce sul fatto che, per come erano abituati a vedere la rossa, non sarebbero state certamente un paio di fotografie a metterla ko.

– Io dico che ha fatto effetto. – a parlare fu Evangeline, in quel momento mostrò ai suoi amici lo schermo del suo cellulare, sembrava particolarmente soddisfatta in quel momento - Joshua mi ha scritto: dice che non si è presentata a lezione stamattina! –

 

 

Fu costretto ad uscire dalla mente della ragazza quando un’altra delle sue studenti al settimo anno si avvicinò chiedendo chiarimenti.

Continuò a tenere sott’occhio il gruppo e proprio in quel momento Kurt Rivers attirò l’attenzione della classe sulla lavagna.

 

 

§ Bella mossa Evangeline… Con questa ti sei giocata tutto.

Ora si gioca alle mie regole. Non c’è bisogno che mi firmi, giusto? §

 

 

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Lago Merlin – Riva Ovest

 

Il professor Shima spiegò per un paio di ore le sirene: il settimo anno aveva osservato le creature dalla riva ovest del lago.

Parlò loro della pericolosità del loro canto, di come in passato le sirene si mostrassero ai babbani per semplice vanità e dei miti in cui erano comparse proprio per questo motivo. Nell’ultima mezz’ora aveva chiesto ai ragazzi di osservare le creature e di riportarne le caratteristiche principali su una scheda completa di disegno.

Era stata una lezione tranquilla e se non fosse stato per un ragazzo delle Aquile, finito poco elegantemente nel lago, non ci sarebbe stato nulla di interessante da raccontare in giro.

Harry si fermò a scattare alcune foto delle ammaliatrici: erano così diverse da quelle che aveva affrontato durante il torneo Tre Maghi che, senza la spiegazione del professor Shima, non sarebbe stato in grado di dire con certezza che si trattava delle stesse creature.

Gli era stato detto che l’aspetto delle sirene era gradevole soltanto durante un attacco e che, molto probabilmente, Potter le aveva viste nella loro forma reale proprio perché durante il torneo dovevano sorvegliare i “tesori” e non procurarsi del cibo.

Hermione gli aveva regalato una macchina fotografica per immortalare le differenze tra Hogwarts e la Holy Grail ma da quando era arrivato lì Harry aveva scattato foto soprattutto al paesaggio e alle creature che vagavano in libertà nei giardini della scuola.

Stava per mettere via la macchina fotografica quando percepì un rumore alle sue spalle. Si guardò intorno, cercando di capire cosa avesse prodotto quel suono e quando intravide uno scintillio tra gli alberi estrasse istintivamente la bacchetta dalla tasca posteriore dei pantaloni e si addentrò nella foresta.

Scostò le foglie di un cespuglio e si ritrovò a pochi metri da due creature la cui forma gli ricordò molto le volpi di campagna. Tuttavia c’erano alcune nette differenze con gli animali di cui parlava: le code erano avvolte dalle fiamme e il loro manto brillava, come se fosse rivestito da migliaia di piccoli cristalli, ogni volta che il sole le investiva.

Non aveva mai visto nulla di così bello…

 

Cercando di fare meno rumore possibile, iniziò a scattare foto ai sue cuccioli, notando con stupore che le foglie sotto di loro prendevano fuoco istantaneamente senza provocare però danni notevoli alla foresta.

Dopo l’ennesimo scatto percepì un violento spostamento di aria alle sue spalle seguito da un ringhio e, voltandosi, si ritrovò faccia a faccia con un esemplare decisamente più grande e meno amichevole dei due esemplari ora alle sue spalle.

- Buono bello. Non voglio fare del male a nessuno. – cominciò ad indietreggiare, inconsapevolmente in direzione dei cuccioli, provocando un rabbioso sbuffo da parte dell’animale che interpretò la sua ritirata come un attacco ai piccoli.

La creatura più grande gli ringhiò contro mentre uno strano fumo nero iniziava ad uscirgli dalle branchie che aveva sul dorso, la fiamma sulla sua coda si intensificava e il suo manto si scurì…

Decisamente non era un buon segno.

Harry cercò di mantenere la calma pur sapendo di trovarsi faccia a faccia con qualcosa che non conosceva. Mantenne il contatto visivo con la volpe ma inciampò nella radice di una pianta e crollò al suolo.

La creatura si lanciò correndo contro Harry che, inconsapevolmente, chiuse gli occhi sentendosi ormai spacciato…

Contro ogni sua previsione non sentì nessun dolore lancinante e quando riaprì lentamente gli occhi non riuscì ad evitare di sgranare gli occhi per la sorpresa: Amy Halliwell, a pochi metri da lui, stava accarezzando dolcemente il muso della creatura che aveva tentato di trasformarlo in uno spiedino affumicato.

- Dovresti saperlo anche tu Potter. - la rossa diede un bacio sulla fronte della volpe e questa con un ultimo verso, simile ad un lamento, richiamò a se i cuccioli prima di sparire nell’ombra - Gli abitanti del bosco sanno essere spietati con chi non rispetta i confini. –

   
 
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