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Autore: GT 18    13/05/2006    3 recensioni
In un altra dimensione,nel futuro,17 muore,e anche Gohan lo segue.18 progetta la sua vendetta su Trunks. Ma se 18 avesse in aiuto la persona più inpensabile,che succederebbe?
Genere: Comico, Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: 18, Altri
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Nuvole di polvere e cenere cominciarono a sollevarsi,parecchio tempo dopo la prima esplosione

 

Nuvole di polvere e cenere cominciarono a sollevarsi,parecchio tempo dopo la prima esplosione.  Fiamme- piccole e grandi- bruciavano sopra ogni palazzo, e la poca gente che era riuscita a salvarsi,

stava preparandosi a fuggire.

In mezzo a quella gente, vi era un giovane tutto insanguinato. Il suo braccio era girato in modo innaturale, come se fosse rotto.

Heh. Non “come se fosse rotto” .Rotto senza dubbio.

La verità era che lui stava entrando in agonia. Il suo arto era piegato in modo contrario, e gli provocava un dolore indicibile. Tutte le sue energie erano state usate nello scontro…

e il risultato era questo…

La città era quasi distrutta. Poteva vedere attraverso i suoi occhi semi-aperti – che non riusciva ad aprire completamente- il risultato negativo dello scontro contro l’androide.

Combattendo contro l’incoscienza, si mise in ginocchio. Doveva alzarsi, in qualunque modo.
Sapeva per istinto che lui non aveva “vinto” la battaglia. L’androide non era morto.

Lei era ancora viva.


Santo dio...come poteva esser sopravvissuta?
 

In qualche modo,la Capsule corp era rimasta illesa dallo scontro, diversamente dagli altri edifici.

Trunks cercò di camminare, sebbene sentisse il mondo perdersi ad ogni passo.

Con l’ultimo barlume di forza, arrivò alle sue porte.


E vide la cosa più bella che avesse mai visto nella sua vita.

Poco prima che le sue gambe crollassero, una figura apparve nel mezzo della polvere.
Quella donna debole, magra, senza forza…stava davanti a lui, con aria preoccupata.


“…m-madre…” Mormorò lui, prima che il mondo divenisse buio, e che il suo corpo incosciente

cadesse al suolo, senza sensi.


*****


‘Lei sta per morire...’

Crilin era seduto nel buio, con le ginocchia al petto. Le sue dita premevano sulla sua testa, attorcigliate ai suoi capelli neri.  Continuava a ripetersi sempre la stessa frase, ora piano e ora forte.

‘Sta morendo.  Un virus la sta uccidendo.  La ucciderà. La sta uccidendo ora. 

Devo fermarlo in qualche modo. Deve esserci un modo!!! Lei non deve morire!!!’

I pensieri giravano nella sua mente, facendogli  pungere gli occhi e dolere lo stomaco.
Si sentiva inutile. Ma doveva salvarla. Che avrebbe fatto, senza di lei? Era l’unica persona al mondo per lui. Già ora si sentiva perduto.


Nel buio della sua casa, un’altra figura si scuoteva debolmente, tormentata da febbre ed incubi. 

La donna si lamentò, con voce strana, simile ad un pianto.  Crilin si avvicinò a lei, sciogliendo la sua posa, e cercò di coprirla meglio con la coperta.

Gentilmente, sollevò la sua testa, e afferrò una tazza di acqua fresca accanto al letto, per poi premerla sulle sue labbra.  Lei reagì con un brontolio,quasi fosse arrabbiata. 

Ma era troppo debole per reagire, quindi in breve tempo si mise a bere con lentezza.

Per lui era insopportabile vederla così. Non era mai stata così debole. Mai.

Ma ora era lì, che tremava per la febbre, incapace persino di bere normalmente.

Senza i suoi occhi furiosi e la sua posa difensiva, 18 sembrava così umana. Stava soffrendo come qualsiasi essere umano, e stava morendo come una vera donna.

La donna afferrò con debolezza la maglia del terrestre, e la strinse, cercando di calmare il suo dolore. 

“Shhhh..” mormorò lui. “Per favore...non morire.”

La presa di 18 svanì, quando lei cadde di nuovo svenuta.


”Sembri così umana quando dormi, 18…’’ pensò lui, posandola gentilmente sul letto.

 ‘Tu hai bisogno di me.’’
 

Crilin chiuse gli occhi, e si avvicinò al suo volto. Così vicino che le sue sopracciglia potevano sfiorare le sue.  Poi bisbigliò nel suo orecchio, “Non ti devi preoccupare,18, troverò la persona che ti ha fatto male. Ti farò guarire, e non soffrirai più. So dove si trova- lo riesco ancora a percepire, 18. Non è lontano. Andrò da lui e ti farò guarire. Ho un piano, Diciottina. Sarai fiero di me…ti

prometto che non ti lascerò morire…”

 

Lei non poteva sentirlo, ma a lui non interessò. La posò delicatamente sul suo giaciglio,e la ricoprì per bene,carezzandola su una guancia.
Prima di andarsene si girò verso di lei ancora una volta,preoccupato per la sua sorte.

‘Qualsiasi cosa...” pensò, cercando di voltarsi “Ho promesso di fare qualunque cosa...”

E con quel pensiero, prese il volo nelle nuvole grigie.


*****

Era mattina quando lui si fermò a sedere nei pressi di una città ancora “fumante”. Crilin fissò quello scenario devastato con aria orripilata, sapendo che la causa di tutto era 18. La sua mente continuava a chiedersi perché, ma il suo cuore proprio non trovava risposta.

”18,come puoi fare questo alla gente?” disse, rivolgendosi alla lontana androide

Ma poi un pensiero lo avvolse come una coperta, soffocandolo.

Chi sono io per giudicare 18? Anche io ho ucciso…

”...Devo comunque salvarla” sospirò ancora tormentato dal pensiero.

18 era troppo importante. Lo era...

Crilin cercò di sgombrare la mente, levandosi di dosso il pensiero.  Doveva concentrarsi sull’aura

che aveva sentito,quella enorme aura che aveva affrontato 18, e che ora era davvero debole...

Forse…anche il Saiyan era ferito…

“Saiyan.” Crilin pronunciò la parola incerto. Poteva ricordare di averla già sentita. 18 l’aveva pronunciata la notte prima, morendo. Il saiyan l’aveva ferita a morte.

E Crilin non capiva cosa volesse dire.

Camminò lentamente verso il luogo da dove proveniva l’aura.

Era ancora dall’altra parte della città,ma a lui non importava. Stare vicino agli altri umani, che ora bivaccavano tra le macerie, lo faceva stare quasi bene…

Quando finalmente raggiunse l’edificio, si fermò completamente. Era una struttura rotondeggiante, di colore giallo pallido.  In una facciata,le parole “Capsule Corp.” erano impresse con della vernice blu sbiadita. 

Crilin rimase a fissare intontito l’edificio.  Sentì poi il suo respiro farsi più accelerato, e la testa stringersi in un terribile mal di testa.

“Questo edificio...” mugugnò Crilin premendosi le dita sulle tempie “Io...ci sono gia stato qui...?”


”No di certo.” Crilin ignorò il terribile dolore alla testa, e abbassò ancora di più la sua aura, tanto

da farlo stare appena in piedi. Quindi si diresse lentamente verso la costruzione.

Vi erano due persone all’interno- poteva sentirle. Abbassando la testa sotto un'altra stretta dolorosa,

si avvicinò ad una piccola porta sul retro.

”Per 18” ricordò la sua mente. E così entrò dentro quell’enorme edificio.


Crilin non aveva mai visto un edificio del genere. Era l’unico con ancora le porte, le finestre, e il soffitto ancora intero. Si immerse nelle tenebre, camminando a passo felpato.

Ma quello che lo sconcertava era...che a lui pareva esserci già stato,in quel luogo.

La sua gittata cardiaca stava aumentando lentamente.

Chiuse gli occhi appena nella sua testa giunse un altra dolorosa scossa elettrica.

”Ma dove sono?” si domandò.

“Madre!!!” una voce urlò da dietro la porta, facendo quasi saltare il terrestre, che si appiattì contro il muro della stanza.

Dei passi come risposta risuonarono nel corridoio alle spalle del terrestre. 
Davvero non sapeva cosa avrebbe fatto se lo avessero scoperto…seppure aveva promesso di far di tutto per salvare 18.


Fortunatamente, i passi si fermarono, e si udì aprirsi una porta. Poi,nella stanza davanti a lui,da dove proveniva la voce,si udirono ancora. Segno che aveva preso un'altra via.

”Dovrei ascoltare” disse a se stesso
.Allora si avvicinò per accostare l’orecchio. Si sentiva

come un intruso nella sua stessa casa. Ma era strano. Quella non era la sua casa.

Crilin arrivò poi così vicino alla porta che poteva sentire cosa si stava dicendo all’interno.

Quindi accostò l’orecchio,e chiuse gli occhi per ascoltare meglio.

<>

Una voce maschile parlò. “Ma è riuscita a scappare,madre. Se n’è andata!!!”

”Allora starà morendo da un altra parte” disse la voce di donna.

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Crilin spalancò gli occhi. Stavano parlando di 18!

Percependo le aure dei due, il terrestre riconobbe l’aura della voce maschile.

Era proprio il Saiyan!!!

Il ragazzo sentì la rabbia aumentare,ma la soppresse. Con attenzione,aprì di pochissimo la porta,

quanto bastava per sbirciare con l’occhio. E quello che vide lo soprese.

Attraverso i suoi occhi neri, Crilin vide un ragazzo steso sul letto. I suoi capelli porpora ricoprivano appena il volto distrutto dai colpi. Un braccio era del tutto avvolto nelle bende.

Sentendo la sua aura,si rese conto di aver a pochi passi il Saiyan.

 
Ma era un ragazzo!!

Non più grande del ragazzo di quella famiglia che aveva aiutato.  Una giovane persona. Ne adulto,ne bambino.  Crilin divenne confuso. Davvero quel ragazzo ridotto in quel pietoso stato,

era stato in grado di danneggiare così 18?

E l’altro umano lo confuse ancora di più. Era una donna non più giovane,con dei lunghi capelli turchini. Guardava il ragazzo con aria afflitta.

“Sua madre?” si domandò.

 
La parola “Madre” parve strana a Crilin.  Poteva capire il concetto,ma proprio non ricordava

niente al riguardo.

Quindi continuò ad origliare in silenzio.

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Il ragazzo parlò, “Sicura che non ci sia un rimedio? Un modo per farla riprendere? Una cosa che possa curarla?”

La madre rispose con calma. “No,Trunks. L’unica cosa che può curarla è l’antivirus,ma lo tengo ben chiuso in laboratorio.”

“Laggiù non è sicuro” rantolò il ragazzo “Lei tornerà a prenderlo!!!”.

La donna non cambiò espressione. “Non temere Trunks. Lei non sarà in grado di raggiungerci.

Non ce la farà più fisicamente.”

<>

Crilin posò la testa sul muro. Le parole “Cura”, “Antivirus”, e “Laboratorio” erano rimaste impresse nella sua mente confusa.

“Tornerò da te tra un attimo,Trunks.” disse la donna. E stavolta la voce era vicina alla porta.

In panico,capendo che la donna era diretta verso di lui, il terrestre corse verso una porta

e vi si infilò prima che lei entrasse nella stanza.

Senza parole, Crilin scoprì che la stanza non portava da nessuna parte.

L’icona “Wc” era sopra di lui. Si sentì davvero idiota.

 
”Ma perchè mi nascondo?” si domandò.

”18 si vergognerebbe di te,’’ disse a se stesso,sospirando.

Allora si sforzò di ripensare al corpo inerme e sofferente di 18,steso nel buio della sua “casa”.

Gli occhi iniziarono a pungergli,ma trovò un barlume di coraggio e di forza.

”Il saiyan è il mio nemico”.

La testa non aveva accennato a pulsare,da quando era entrato nell’edificio.

”Lei non può farcela da sola...solo io posso salvarla...”

Crilin aprì leggermente la porta,osservando la donna con un occhio.

Si era seduta su una sedia rovinata,con aria abbattuta.

“Deve essere preoccupata per il figlio” pensò lui.

Un inspiegabile ondata di gelosia passo attraverso di lui,guardando la donna. 

Gli dava rabbia,poichè sapeva che ciò che aveva visto era “Amore.”

Quella donna amava suo figlio.

‘Com’è fortunata,’ pensò. “Lei ha qualcuno da amare...”

“E anche il ragazzo deve amarla così…”

”Così...tanto?”

Crilin trattenne il respiro. Il suo cuore ebbe come un tonfo,non appena si accorse del pensiero che stava formulando la mente.

Davvero lui aveva pensato una cosa del genere?
 
Il saiyan è inutile,ora,’
la sua mente iniziò come a mormorare,mentre lui ascoltava con orrore.     Lui non curerà 18,anche se lo uccidi. Non la curera. Ma se prendi sua madre…la madre che ama…

“No!” fece lui,premendosi le dita sugli occhi.

“Rapire” un altra parola uscì chissà come nel suo cervello.

”Lei può esserti utile!!!.  Lui non permetterà che tu uccida sua madre. Salverà 18. Morirà se non lo fai. Morira!!!La stai uccidendo,Crilin!!!Avevi detto l’avresti salvata!!!Tu…”

 

“Io l’ho promesso!!!” concluse lui. E si sentì come male.        

Si voltò verso la luce fioca della stanza. La donna era ancora seduta sulla sedia,da sola...

 

  
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