Capitolo 2-
Un Incontro Indesiderato
Le due
settimane di convalescenza divennero tre e rischiarono di diventare
quattro. Le
ferite si erano rimarginate tutte in breve tempo, ma la ragazza aveva
anche
qualche costola rotta e quelle proprio non volevano saperne di andare a
porto.
Questo perché Myr, come malata, era un vero disastro: non
riusciva a sopportare
di dover restare ferma in quel letto con tutto quello che aveva da
fare; ma, ad
ogni modo, Myr non riusciva proprio a restare ferma in generale. Spesso
dimenticava di non potersi muovere e così le ossa non
riuscivano a saldarsi.
-Insomma, se continui così non guarirai mai!- la
sgridò un giorno il dottor
Ross, esasperato. -Se davvero non vedi l’ora di alzarti dal
letto reste ferma e
vedrai che tra dieci giorni potrai muoverti!-
Così Myr non ebbe altra scelta e per i dieci giorni
successivi rimase ferma
immobile anche se le sembrava di impazzire. Fortunatamente, la piccola
Laren
passava con lei la maggior parte del tempo e le raccontava un mucchio
di storie
divertenti oltre, ovviamente, alle avventure che la bambina aveva
vissuto
insieme ai suoi amici.
Grazie alla sua compagnia, gli ultimi dieci giorni di convalescenza
finalmente
passarono e il dottor Ross le tolse le bende.
-Molto bene, Myr! Adesso si che ti puoi alzare!- le disse, sorridendo.
La ragazza si mise in piedi, felice, e si stiracchiò. -Era
ora!- esultò -Mi
sembrava di essere una mummia, ormai! Ferma a letto, tutta bendata!-
Arina e il dottore risero.
-Cerca di stare attenta d’ora in poi!- si
raccomandò quest’ultimo
-Grazie infinite, dottor Ross!- lo ringraziò Myr, intanto
che l’uomo usciva, accompagnato da Arina.
-Senti Myr, adesso che sei guarita puoi venire a fare un giro con me?
Per
favore!!- la supplicò la piccola Laren, tirandole i
pantaloni.
Myr non rispose. Considerando tutto quello che aveva da fare, non le
pareva
proprio il caso di perdere altro tempo; la bambina, però, la
guardava con gli
occhioni sgranati, supplicandola silenziosamente e Myr non
poté resistere. Le
sorrise e disse: -Ma certo piccola!-
Laren iniziò a urlare e saltare per la gioia e
sfrecciò fuori dalla stanza per
andare a raccontare la bella notizia alla madre.
Così la bambina trascinò Myr in giro per il
villaggio, mostrandole tutti i suoi
posti preferiti e presentandola ai suoi amici. La ragazza la seguiva
sorridendo
felice e divertendosi un mondo: Laren e la sua banda erano molto
simpatici e
Myr si godeva in tutta tranquillità la sua prima giornata
all’aria aperta dopo
quasi un mese di reclusione forzata. Quando i bambini la trascinarono a
vedere
il porto, la ragazza ne approfittò per chiedere informazioni
ad un paio di
marinai. Aveva deciso che avrebbe chiesto un passaggio alla prima nave
che
avesse fatto rotta verso est, dov’era diretta lei.
-Cosa, verso est?- esclamò uno dei due marinai -Dunque,
fammi pensare… l’unica
che mi viene in mente è la Mary Gold- disse pensoso
-Perfetto!- esclamò Myr felice, controllando che i bambini
non combinassero
guai. -Quando parte questa nave?- chiese
-Non prima del 25!- rispose l’altro marinaio
Myr sgranò gli occhi e imprecò: il 25. Voleva
dire che avrebbe dovuto aspettare
altre due settimane. I marinai la guardarono perplessi mentre lei
sospirava -Vi
ringrazio…- disse triste e tornò dai bambini.
Verso
l’ora
di pranzo gli amici di Laren salutarono lei e Myr e corsero a casa.
-Sarà meglio che ci avviamo anche noi- disse Myr -Tua madre
ci starà
aspettando!-
-Va bene!- esclamò la piccola Laren, mettendosi a correre.
-Aspetta Laren, non correre!- esclamò Myr, correndole
dietro; la piccola però
non la stava ascoltando. Correva veloce da una parte
all’altra, svoltava in
stretti vicoli, che dovevano essere delle scorciatoie per lei, e non
passò
molto tempo che Myr la perse di vista.
-Accidenti!- imprecò, spostandosi i capelli dagli occhi e
ricominciando a
correre, guardandosi intorno nervosamente.
Intanto Laren correva, felice come sempre. Si girò per
vedere se Myr la seguiva
e di nuovo, non guardando dove andava, andò a sbattere
contro qualcuno.
-Mi scusi!- si scusò educatamente, alzando la testa per
guardare chi fosse
quella persona. Sobbalzò e si ritrasse, leggermente
spaventata: davanti a lei
c’era un omone alto e robusto, con un’espressione
feroce dipinta sul volto.
-Che vuoi, microbo?- chiese questi con voce roca e minacciosa.
Laren fece qualche altro passo indietro, sempre più
spaventata.
L’uomo se ne
accorse e rise. -Cosa c’è, riccioli
d’oro… hai paura dell’uomo cattivo?- le
chiese chinandosi
su di lei.
La bambina lo vide avvicinarsi e rimase ferma a guardarlo, impietrita,
mentre
l’uomo allungava una mano per prenderla; ma questi non
riuscì a fare niente: un
pugno lo colpì violentemente al viso e lo fece volare
qualche metro più in là.
-Non ti hanno insegnato che non ci si approfitta di chi non si
può difendere?-
gli chiese una voce calda con ironia.
L’uomo si rimise in piedi massaggiandosi la guancia e
alzò lo sguardo verso il
suo aggressore: un ragazzo alto e moro gli rivolgeva un sorriso
beffardo.
-Maledetto!- gli disse -Per stavolta la passi liscia, pidocchio, ma te
ne
pentirai presto di quello che hai fatto!- lo minacciò; poi,
lanciandogli
un’occhiata furiosa, si girò e si
allontanò.
Il ragazzo osservò l’uomo andarsene, poi si
rivolse alla bambina. -Ciao
piccola!- le disse, chinandosi vicino a lei e sorridendole -Stai bene?-
Laren, ancora un po’ scossa, guardò il ragazzo di
sotto in su, come a voler
decidere se di lui si poteva fidare; poi lentamente annuì.
-Ottimo!- esclamò lui, sorridendole di nuovo, e stavolta
anche la bambina gli
sorrise. -Cosa ti è successo, piccola?- le chiese poi il
ragazzo. -Ti sei
persa?-
Laren scosse la testa.
-Sarà meglio che torni dalla tua mamma allora- le
suggerì lui, gentile. Poi,
vedendo che la bambina era ancora spaventata le chiese -Vuoi che ti
accompagni?-
Laren annuì con decisione e il ragazzo si mise a ridere.
-Molto bene!- disse
alzandosi e porgendole la mano -Perché non mi fai strada?!-
La bambina annuì ancora mentre gli prendeva timidamente la
mano e lo trascinò
verso casa sua.
Myr correva
per le vie del villaggio presa dal panico: non riusciva a trovare Laren
e some
se non bastasse a furia di girare a destra e a sinistra senza meta si
era anche
persa. Si accasciò esausta su una panchina e si prese la
testa tra le mani
“Cosa faccio adesso?” si chiese. “La
fortuna ha deciso proprio di
abbandonarmi!” pensò depressa.
-Myr?- si sentì chiamare.
La ragazza alzò la testa e riconobbe subito l’uomo
che le stava di fronte e che
la guardava perplesso.
-Dottor Ross!- esclamò Myr, sollevata. -Che piacere vederla!
Mi deve aiutare!-
gli disse subito
-Che succede?- le chiese il dottore preoccupato -Non ti sarai fatta
male di
nuovo?-
-No, no io sto bene!- si affrettò a rispondere la ragazza.
-Ma ho perso di
vista Laren e sono un po’ preoccupata- spiegò
Con sua grande sorpresa il dottore scoppiò a ridere.
-Ahahah! Quella monella!- esclamò -Sta tranquilla,
sarà già a casa a
quest’ora!-
-Lo pensa davvero?- chiese Myr, ancora un po’ preoccupata
-Se la conosco bene come credo, sono sicuro di si!- le rispose lui
sorridendo
-Se lo dice lei… andrò a vedere se è a
casa-
-Fidati che è così!- cercò di
tranquillizzarla lui
-Bene… - disse Myr, poi aggiunse: -Dottore posso chiederle
una cosa?-
-Dimmi pure-
-Come ci arrivo a casa della signora Arina?-
Il dottore
bussò alla porta e attese. Dentro la casa si
sentì un gran trambusto e poi
qualcuno aprì.
-Myr, sei tu?- domandò la donna, preoccupata.
-Salve Arina!- le sorrise l’uomo -Ti ho riportato la
ragazza!- disse divertito
Myr, dietro di lui, sorrise imbarazzata e salutò la donna
con la mano. -Salve
signora…- disse appena.
Arina sospirò sollevata. -Meno male che stai bene!-
esclamò -Quando Laren è
tornata senza di te mi sono preoccupata seriamente!- spiegò
-Eri sola, in un
posto che non conoscevi…-
-Laren è tornata?- chiese
-Si, è tornata già da un po’!- rispose
Arina -E si è presa anche una bella
ramanzina per come si è comportata!- aggiunse, accigliandosi
e incrociando le
braccia.
-Che ti avevo detto?- le disse il dottore e Myr tirò un
sospiro di sollievo:
per fortuna la piccola stava bene.
-D’accordo, allora io vi saluto!- disse il signor Ross.
-Non si ferma a prendere qualcosa?- gli chiese Arina, educatamente.
-No, ti ringrazio Arina ma devo proprio andare!- declinò
cordialmente l’invito
lui -Ho solo aiutato la ragazza a tornare indietro!- spiego,
appoggiando una
mano sulla spalla di Myr.
-Capisco… allora arrivederci dottore!- lo salutò
Arina
-Arrivederci!-
-Grazie infinite per il suo aiuto!- lo ringraziò Myr,
inchinandosi.
-Di niente! E stai attenta mi raccomando!-
Myr e Arina guardarono l’uomo allontanarsi, poi la donna
disse: -Vieni, andiamo
in cucina… abbiamo un altro ospite!-
-Un altro ospite?- chiese Myr curiosa, seguendo Arina dentro casa.
-Si! Ha salvato la mia piccola peste da un tizio che voleva farle del
male!-
spiegò la donna mentre percorrevano il corridoio.
Myr sentì una fitta allo stomaco e abbassò lo
sguardo, arrossendo. -Mi scusi signora…-
borbottò -…l’ho persa di vista mentre
correva ed è stata aggredita mentre io
non c’ero…-
-Oh non ti preoccupare, cara!- la rassicurò Arina -Laren ha
l’abitudine di
scappare all’improvviso!- spiegò.
In quel momento raggiunsero la cucina. Come vide Myr, la piccola Laren
saltò
giù dalla sedia e corse ad abbracciarla.
La ragazza le sorrise. -Eccoti qui, piccolina! Mi hai fatta
preoccupare!- disse sospirando
-Scusa Myr! Avevo dimenticato che non sai la strada!- si
scusò la bambina
-L’importante è che tu stia bene!- le disse Myr
sorridendo; anche Laren le
sorrise, poi disse: -Lo sai che un uomo cattivo mi ha quasi presa?!-
Era evidente che non vedeva l’ora di raccontarle la sua
piccola avventura.
-Davvero?- chiese Myr, sorridendo all’entusiasmo della
bambina.
-Si!- disse lei annuendo energicamente con la testa. -Però
lui mi ha salvata!-
spiegò, indicando il ragazzo seduto al tavolo.
Myr l’aveva notato solo in quel momento, concentrata
com’era sulla bambina. Lo
osservò bene: era un ragazzo alto e piuttosto muscoloso;
aveva gli occhi neri
come i capelli, che gli ricadevano leggermente ondulati appena sopra le
spalle
e il viso era coperto di lentiggini. C’erano poi degli
elementi, in quella
figura, che attiravano subito l’attenzione: primo tra tutti,
un vistoso
cappello arancione con degli occhialini circolari sopra e poi
c’era anche un
ampio tatuaggio sul braccio sinistro.
Non fu difficile per Myr intuire di chi si trattasse.
-Piacere, sono Ace!- si presentò lui, avvicinandosi e
tendendole la mano.
I suoi
peggiori sospetti parvero confermarsi
e l’espressione di Myr cambiò: ora fissava il
ragazzo con aria ostile. Quel
ragazzo non poteva che essere Ace Pugno di Fuoco, il capitano della
seconda
flotta dei pirati di Barbabianca. Rimase lì, ferma, a
guardarlo con aria truce
e a studiarlo; poi, molto lentamente, gli strinse la mano.
-Piacere- disse lei lapidaria -Io sono Myr-
Lasciò in fretta la mano del ragazzo e andò a
sedersi a tavola. Ace e Arina
rimasero un po’ spiazzati da quello strano comportamento.
-Ma… vi conoscete già?- chiese Arina sottovoce al
ragazzo
-No!- rispose subito lui, perplesso.
Laren si avvicinò cauta a Myr e le chiese: -Myr…
tutto bene?-
Lei le sorrise e le scompigliò i capelli. -Si tutto bene,
tranquilla- ma non
sembrava che andasse tutto bene.
All’ora di cena l’umore di Myr ancora non accennava
a migliorare e mentre
mangiava continuava a guardare il ragazzo, sospettosa. Ace, dal canto
suo,
mangiava e chiacchierava allegramente, come se nulla fosse.
-Anche Myr aveva una barca!- stava dicendo Laren. -Vero Myr?-
La ragazza parve riprendersi dai suoi pensieri. -Cosa? Oh si,
anch’io avevo una
barca…- disse semplicemente.
-A proposito di barche!- esclamò Arina battendosi una mano
sulla fronte,
ricordandosi all’improvviso -Myr alla fine come pensi di fare
a partire?-
chiese alla ragazza.
Decisamente a Myr non andava di parlare degli affari suoi davanti a un
pirata,
ma non aveva altra scelta. -La Mary Gold salpa il 25…-
spiegò. -Pensavo di
farmi dare un passaggio!-
-Ma significa che devi aspettare altre due settimane!-
calcolò Arina
-Già…- sospirò Myr -…la
cosa non mi va molto a genio, perché avrei una certa
fretta, ma non vedo molte alternative!-
-Perché non ti compri un’altra barca?- le
suggerì Ace
La ragazza gli scoccò un’occhiataccia ma non
rispose.
-Myr ha perso tutti i soldi in mare!- spiegò Laren,
tranquillamente.
-Laren!- la rimproverò la madre, avendo intuito che Myr
preferiva non parlare
dei fatti suoi al ragazzo.
-Ah capisco…- disse semplicemente Ace, tornando a mangiare.
Per un po’ i soli rumori furono quelli prodotti dalle posate
che tintinnavano
contro i piatti poi, all’improvviso, Laren disse: -Tu
però potresti
accompagnarla, vero Ace?-
-Laren, non t’immischiare in cose che non ti riguardano!-
l’ammonì di nuovo
Arina, mentre Myr s’irrigidiva.
-Beh dipende dove deve andare lei!- rispose Ace alla domanda della
bambina, per
poi rivolgersi alla ragazza. -Io sono diretto ad est… tu
invece?-
“Ma proprio ad est doveva andare questo?!” si
domandò Myr. -Da un’altra parte-
gli rispose, fredda.
-Ma Myr, si che devi andare ad est!- s’intromise di nuovo
Laren. -L’hai detto
stamattina a quegli uomini giù al porto, non ti ricordi?-
Questo per Myr fu davvero troppo. Scattò in piedi e si
diresse a passo spedito
fuori dalla stanza. Gli altri ascoltarono i passi della ragazza
allontanarsi
sempre di più lungo il corridoio; poi la sentirono aprire la
porta d’ingresso
ed infine più niente.
Arina sospirò e si rivolse alla figlia. -Laren!- disse
esasperata.
La bambina era confusa. -Che c’è? Cosa ho detto?-
Myr si
sedette sulla panchina e sbuffò, alzando poi lo sguardo al
cielo stellato. Si
sentiva stanca come non mai, ma non aveva voglia di rientrare.
“Che
situazione!” pensò sconsolata.
-Posso sedermi?- chiese qualcuno dietro di lei.
Myr sobbalzò, colta alla sprovvista, poi si girò:
Arina le sorrideva serena. La
ragazza arrossì lievemente e annuì appena.
-Non hai freddo qui fuori?- le chiese la donna, mentre si accomodava
sulla
panchina.
Myr abbassò la testa e si fissò i piedi.
-Scusi…- disse piano -…per come mi
sono comportata poco fa!-
-Tranquilla cara, non sono arrabbiata!- la rassicurò lei
Myr fece appena un cenno con la testa e tonò a fissarsi le
scarpe. Ci fu un
attimo di silenzio.
-Allora…- iniziò poi Arina -… adesso
che siamo sole ti va di dirmi cosa c’è che
non va?-
Myr sospirò ma non rispose.
Arina ritentò. -So che non ti piace parlare degli affari
tuoi!- disse -Ma certe
volte tenersi tutto dentro può essere controproducente! Non
sei costretta a
raccontarmi tutta la tua vita, ci mancherebbe, ma spiegami almeno
perché ti da
così fastidio quel ragazzo…-
Myr rimase in silenzio qualche istante, poi rispose: -E’ un
pirata-
-Si, lo so- disse Arina, scrollando le spalle -E con questo?-
La ragazza alzò la testa e guardò la donna
allibita. -Come sarebbe a dire “e
con questo”!- esclamò, con un tono di voce un
po’ più alto di quanto avesse
voluto. -E’ un pirata! Come fa a fidarsi di lui?- chiese.
-Anche se è un pirata so che è un bravo ragazzo!-
spiegò Arina, convinta,
guardando Myr dritta negli occhi. -Così come so che anche tu
sei una brava
ragazza… anche se so chi sei in realtà!- le disse
seria.
Myr sussultò. -Come fa a…?- chiese
Arina sorrise. -Beh sai, non potevo certo prendermi in casa
un’estranea senza
fare qualche piccola ricerca!- le spiegò, facendole
l'occhilino. -Ma anche se non mi hai detto niente
io mi fido di te!- continuò -Perché basta vederti
per capire che non sei una
pazza assassina!-
Le sorrise di nuovo.
Myr abbassò lo sguardo ancora una volta. -Scusi se non le ho
detto niente…- si scusò
-Non ti preoccupare cara, capisco benissimo!- la
tranquillizzò la donna -E non
te ne faccio una colpa! La questione però qui è
un’altra… non devi odiare quel
ragazzo solo perché è un pirata! Devi andare
oltre a certi pregiudizi e
guardare solo la persona che si ha davanti-
La ragazza non disse nulla. Si limitò a sospirare e ad
alzare lo sguardo verso
il cielo.
-I miei genitori mi hanno sempre insegnato due cose
fondamentali…- disse poi
-…mai raccontare i fatti propri agli estranei e non essere
mai in debito con un
pirata, perché non saprai mai cosa potrebbe succedere!-
spiegò
-Beh sono senza dubbio delle persone sagge i tuoi genitori!- disse
Arina -E’
per questo che non vuoi chiedere un passaggio a quel ragazzo?-
Myr annuì. -Ho viaggiato molto negli ultimi tre anni e di
pirati ne ho
conosciuti tanti…- raccontò, accigliata. -Ed
è per questo che non mi fido di
nessuno di loro!-
Arina la fissò seria. -Ti capisco, cara! Nella maggior parte
dei casi
effettivamente non bisogna fidarsi… ma come ti ho
già detto devi imparare a
distinguere i mascalzoni dalle brave persone!- le spiegò
paziente. -E quel
pirata… Ace… a me sembra proprio un bravo
ragazzo!- concluse.
Myr tornò a guardare verso la donna, un po’
scettica. Ancora una volta Arina la
guardò dritta negli occhi, seria. -Credo che dovresti dargli
una possibilità-
La ragazza distolse lo sguardo, pensosa. Fidarsi? Di un pirata? Le
sembrava
impossibile.
-Senza contare…- aggiunse Arina -…che
è il modo più veloce per andare via
dall’isola!-
Myr sospirò. -Questo è vero…- ammise
Arina le sorrise e le passò un braccio intorno alle spalle.
-E allora, cosa ne
dici? Vogliamo darcela questa possibilità, al pirata Ace?-
Myr la guardò. Sorrideva. Sospirò e scrollando le
spalle si arrese. -Massì… volendo…
potrei provare a fidarmi- disse.
Arina parve soddisfatta. -Sono sicura che andrà tutto bene!-
disse convinta.
-Speriamo…- commentò Myr. Già si stava
pentendo di aver accettato.
La donna le sorrise di nuovo, poi si alzò. -Coraggio, meglio
rientrare adesso!-
disse
-Non posso!- esclamò Myr, alzandosi a sua volta. -Devo
trovare quel tipo e
chiedergli se ha ancora intenzione di darmi un passaggio!-
-Ehm…- disse Arina nervosa, guardando da un’altra
parte. -Sai, non credo che
farai molta fatica a trovarlo…-
-Ah, sei
tornata!- la salutò allegramente Ace. -Fatto una buona
passeggiata?-
Myr, rimasta sulla soglia della stanza, guardava Ace con un misto di
sorpresa e
di disgusto. -Che ci fai tu qui?- gli chiese a denti stretti.
-Sono ospite della signora Arina!- spiegò lui
-Intendevo dire che ci fai qui!- precisò indicando la stanza.
Ace era sdraiato per terra su una piccola brandina sistemata vicino al
letto e
guardava la ragazza un po’ perplesso. -Mi ha messo qui la
signora Arina- disse.
In quel momento, Arina apparve dietro le spalle di Myr. -Bene ragazzi,
vado a
letto! Buonanotte!- li salutò, felice.
-Signora… perché lui dorme qui, in questa
stanza?- chiese Myr, un po’ rigida.
-Abbiamo una sola stanza per gli ospiti, cara!- spiegò
semplicemente la donna -Purtroppo
dovrete dividervi gli spazi! Beh buonanotte cari!- disse squillante e
sparì di
nuovo lungo il corridoio.
Myr era così irritata che le era preso una specie di tic
all’occhio destro,
continuando a sollevare il sopracciglio quasi senza rendersene conto.
Non
sapeva spiegarsi perché, ma sospettava che la signora ci
stesse prendendo
gusto.
Sbuffando irritata, aggirò la brandina di Ace e
andò a sistemarsi a letto. Ace
notò il fastidio di Myr, così le disse: -Se ti do
fastidio vado a dormire da
un’altra parte, eh!-
La ragazza stava quasi per dirgli: “Si, ok, vai a dormire in
soggiorno!” quando
si ricordò della promessa fatta ad Arina, così si
trattenne.
-No, resta pure…- disse invece, cercando di suonare il meno
minacciosa
possibile.
Ace guardò per un attimo la ragazza, pensieroso, poi
scrollò le spalle e si
sdraiò. Myr lo imitò.
-Senti…- gli chiese poco dopo
-Dimmi!-
-Sei ancora disposto a darmi un passaggio?- gli chiese
Ace ci pensò un attimo. -Certo- disse poi
-Dov’è che devi andare?- le chiese
Myr si morse il labbro, indecisa, poi rispose:
-All’arcipelago delle Farenie-
A sentire quel nome il ragazzo sobbalzò e si mise a sedere.
-Cosa? E che ci vai
a fare in un posto come quello?- domandò, curioso.
Anche Myr si mise a sedere. -Questi non sono affari tuoi!- disse,
seccata -Puoi
portarmi si o no?- gli chiese.
-Si, certo che ti posso portare… mi chiedevo solo cosa ci
andasse a fare una
ragazzina piccola ed esile come te in un posto del genere!-
A quel punto Myr su spazientì e gli lanciò contro
il cuscino; il ragazzo però
aveva i riflessi pronti e lo schivò con facilità.
-Primo: non sono una ragazzina! Ho quasi vent’anni, bello
mio! E secondo: sono
tutt’altro che indifesa!- disse
Ace parve divertito dalla reazione della ragazza. -Va bene…
se lo dici tu sarà
vero!- la prese in giro.
Myr si alzò e andò a recuperare il cuscino,
mentre Ace continuava a ridere.
-Maledetta me e quando ho accettato di farmi dare un passaggio da te!-
borbottò, rimettendo a posto il cuscino di mala grazia e
infilandosi nuovamente
sotto le coperte. -Buonanotte!- sbottò poi, voltandogli le
spalle.
Ace smise di ridere e le disse: -Ehi… Myr, giusto?-
-Che vuoi adesso?- gli chiese, scocciata.
-Domani mattina si parte alle nove!- la informò
-Sarò pronta!- rispose lei
Dopodiché spensero le luci e si addormentarono.