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Autore: Mystral    13/09/2011    1 recensioni
-Beh un Re dei Pirati c'è già stato dopotutto!- disse Myr, sorridendo con aria di sfida -Ora mi pare giusto che sul trono salga una Regina!-
Genere: Avventura, Comico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Portuguese D. Ace, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 2- Un Incontro Indesiderato

 

Le due settimane di convalescenza divennero tre e rischiarono di diventare quattro. Le ferite si erano rimarginate tutte in breve tempo, ma la ragazza aveva anche qualche costola rotta e quelle proprio non volevano saperne di andare a porto.
Questo perché Myr, come malata, era un vero disastro: non riusciva a sopportare di dover restare ferma in quel letto con tutto quello che aveva da fare; ma, ad ogni modo, Myr non riusciva proprio a restare ferma in generale. Spesso dimenticava di non potersi muovere e così le ossa non riuscivano a saldarsi.
-Insomma, se continui così non guarirai mai!- la sgridò un giorno il dottor Ross, esasperato. -Se davvero non vedi l’ora di alzarti dal letto reste ferma e vedrai che tra dieci giorni potrai muoverti!-
Così Myr non ebbe altra scelta e per i dieci giorni successivi rimase ferma immobile anche se le sembrava di impazzire. Fortunatamente, la piccola Laren passava con lei la maggior parte del tempo e le raccontava un mucchio di storie divertenti oltre, ovviamente, alle avventure che la bambina aveva vissuto insieme ai suoi amici.
Grazie alla sua compagnia, gli ultimi dieci giorni di convalescenza finalmente passarono e il dottor Ross le tolse le bende.
-Molto bene, Myr! Adesso si che ti puoi alzare!- le disse, sorridendo.
La ragazza si mise in piedi, felice, e si stiracchiò. -Era ora!- esultò -Mi sembrava di essere una mummia, ormai! Ferma a letto, tutta bendata!-
Arina e il dottore risero.
-Cerca di stare attenta d’ora in poi!- si raccomandò quest’ultimo
-Grazie infinite, dottor Ross!- lo ringraziò Myr, intanto che l’uomo usciva, accompagnato da Arina.
-Senti Myr, adesso che sei guarita puoi venire a fare un giro con me? Per favore!!- la supplicò la piccola Laren, tirandole i pantaloni.
Myr non rispose. Considerando tutto quello che aveva da fare, non le pareva proprio il caso di perdere altro tempo; la bambina, però, la guardava con gli occhioni sgranati, supplicandola silenziosamente e Myr non poté resistere. Le sorrise e disse: -Ma certo piccola!-  
Laren iniziò a urlare e saltare per la gioia e sfrecciò fuori dalla stanza per andare a raccontare la bella notizia alla madre.
Così la bambina trascinò Myr in giro per il villaggio, mostrandole tutti i suoi posti preferiti e presentandola ai suoi amici. La ragazza la seguiva sorridendo felice e divertendosi un mondo: Laren e la sua banda erano molto simpatici e Myr si godeva in tutta tranquillità la sua prima giornata all’aria aperta dopo quasi un mese di reclusione forzata. Quando i bambini la trascinarono a vedere il porto, la ragazza ne approfittò per chiedere informazioni ad un paio di marinai. Aveva deciso che avrebbe chiesto un passaggio alla prima nave che avesse fatto rotta verso est, dov’era diretta lei.
-Cosa, verso est?- esclamò uno dei due marinai -Dunque, fammi pensare… l’unica che mi viene in mente è la Mary Gold- disse pensoso
-Perfetto!- esclamò Myr felice, controllando che i bambini non combinassero guai. -Quando parte questa nave?- chiese
-Non prima del 25!- rispose l’altro marinaio
Myr sgranò gli occhi e imprecò: il 25. Voleva dire che avrebbe dovuto aspettare altre due settimane. I marinai la guardarono perplessi mentre lei sospirava -Vi ringrazio…- disse triste e tornò dai bambini.

 

Verso l’ora di pranzo gli amici di Laren salutarono lei e Myr e corsero a casa.
-Sarà meglio che ci avviamo anche noi- disse Myr -Tua madre ci starà aspettando!-
-Va bene!- esclamò la piccola Laren, mettendosi a correre.
-Aspetta Laren, non correre!- esclamò Myr, correndole dietro; la piccola però non la stava ascoltando. Correva veloce da una parte all’altra, svoltava in stretti vicoli, che dovevano essere delle scorciatoie per lei, e non passò molto tempo che Myr la perse di vista.
-Accidenti!- imprecò, spostandosi i capelli dagli occhi e ricominciando a correre, guardandosi intorno nervosamente.
Intanto Laren correva, felice come sempre. Si girò per vedere se Myr la seguiva e di nuovo, non guardando dove andava, andò a sbattere contro qualcuno.
-Mi scusi!- si scusò educatamente, alzando la testa per guardare chi fosse quella persona. Sobbalzò e si ritrasse, leggermente spaventata: davanti a lei c’era un omone alto e robusto, con un’espressione feroce dipinta sul volto.
-Che vuoi, microbo?- chiese questi con voce roca e minacciosa.
Laren fece qualche altro passo indietro, sempre più spaventata.
L’uomo se ne accorse e rise. -Cosa c’è, riccioli d’oro… hai paura dell’uomo cattivo?- le chiese chinandosi su di lei.
La bambina lo vide avvicinarsi e rimase ferma a guardarlo, impietrita, mentre l’uomo allungava una mano per prenderla; ma questi non riuscì a fare niente: un pugno lo colpì violentemente al viso e lo fece volare qualche metro più in là.
-Non ti hanno insegnato che non ci si approfitta di chi non si può difendere?- gli chiese una voce calda con ironia.
L’uomo si rimise in piedi massaggiandosi la guancia e alzò lo sguardo verso il suo aggressore: un ragazzo alto e moro gli rivolgeva un sorriso beffardo. -Maledetto!- gli disse -Per stavolta la passi liscia, pidocchio, ma te ne pentirai presto di quello che hai fatto!- lo minacciò; poi, lanciandogli un’occhiata furiosa, si girò e si allontanò.
Il ragazzo osservò l’uomo andarsene, poi si rivolse alla bambina. -Ciao piccola!- le disse, chinandosi vicino a lei e sorridendole -Stai bene?-
Laren, ancora un po’ scossa, guardò il ragazzo di sotto in su, come a voler decidere se di lui si poteva fidare; poi lentamente annuì.
-Ottimo!- esclamò lui, sorridendole di nuovo, e stavolta anche la bambina gli sorrise. -Cosa ti è successo, piccola?- le chiese poi il ragazzo. -Ti sei persa?-
Laren scosse la testa.
-Sarà meglio che torni dalla tua mamma allora- le suggerì lui, gentile. Poi, vedendo che la bambina era ancora spaventata le chiese -Vuoi che ti accompagni?-
Laren annuì con decisione e il ragazzo si mise a ridere. -Molto bene!- disse alzandosi e porgendole la mano -Perché non mi fai strada?!-
La bambina annuì ancora mentre gli prendeva timidamente la mano e lo trascinò verso casa sua.

 

Myr correva per le vie del villaggio presa dal panico: non riusciva a trovare Laren e some se non bastasse a furia di girare a destra e a sinistra senza meta si era anche persa. Si accasciò esausta su una panchina e si prese la testa tra le mani “Cosa faccio adesso?” si chiese. “La fortuna ha deciso proprio di abbandonarmi!” pensò depressa.
-Myr?- si sentì chiamare.
La ragazza alzò la testa e riconobbe subito l’uomo che le stava di fronte e che la guardava perplesso.
-Dottor Ross!- esclamò Myr, sollevata. -Che piacere vederla! Mi deve aiutare!- gli disse subito
-Che succede?- le chiese il dottore preoccupato -Non ti sarai fatta male di nuovo?-
-No, no io sto bene!- si affrettò a rispondere la ragazza. -Ma ho perso di vista Laren e sono un po’ preoccupata- spiegò
Con sua grande sorpresa il dottore scoppiò a ridere.
-Ahahah! Quella monella!- esclamò -Sta tranquilla, sarà già a casa a quest’ora!-
-Lo pensa davvero?- chiese Myr, ancora un po’ preoccupata
-Se la conosco bene come credo, sono sicuro di si!- le rispose lui sorridendo
-Se lo dice lei… andrò a vedere se è a casa-
-Fidati che è così!- cercò di tranquillizzarla lui
-Bene… - disse Myr, poi aggiunse: -Dottore posso chiederle una cosa?-
-Dimmi pure-
-Come ci arrivo a casa della signora Arina?-

 

Il dottore bussò alla porta e attese. Dentro la casa si sentì un gran trambusto e poi qualcuno aprì.
-Myr, sei tu?- domandò la donna, preoccupata.
-Salve Arina!- le sorrise l’uomo -Ti ho riportato la ragazza!- disse divertito
Myr, dietro di lui, sorrise imbarazzata e salutò la donna con la mano. -Salve signora…- disse appena.
Arina sospirò sollevata. -Meno male che stai bene!- esclamò -Quando Laren è tornata senza di te mi sono preoccupata seriamente!- spiegò -Eri sola, in un posto che non conoscevi…-
-Laren è tornata?- chiese
-Si, è tornata già da un po’!- rispose Arina -E si è presa anche una bella ramanzina per come si è comportata!- aggiunse, accigliandosi e incrociando le braccia.
-Che ti avevo detto?- le disse il dottore e Myr tirò un sospiro di sollievo: per fortuna la piccola stava bene.
-D’accordo, allora io vi saluto!- disse il signor Ross.
-Non si ferma a prendere qualcosa?- gli chiese Arina, educatamente.
-No, ti ringrazio Arina ma devo proprio andare!- declinò cordialmente l’invito lui -Ho solo aiutato la ragazza a tornare indietro!- spiego, appoggiando una mano sulla spalla di Myr.
-Capisco… allora arrivederci dottore!- lo salutò Arina
-Arrivederci!-
-Grazie infinite per il suo aiuto!- lo ringraziò Myr, inchinandosi.
-Di niente! E stai attenta mi raccomando!-
Myr e Arina guardarono l’uomo allontanarsi, poi la donna disse: -Vieni, andiamo in cucina… abbiamo un altro ospite!-
-Un altro ospite?- chiese Myr curiosa, seguendo Arina dentro casa.
-Si! Ha salvato la mia piccola peste da un tizio che voleva farle del male!- spiegò la donna mentre percorrevano il corridoio.
Myr sentì una fitta allo stomaco e abbassò lo sguardo, arrossendo. -Mi scusi signora…- borbottò -…l’ho persa di vista mentre correva ed è stata aggredita mentre io non c’ero…-
-Oh non ti preoccupare, cara!- la rassicurò Arina -Laren ha l’abitudine di scappare all’improvviso!- spiegò.
In quel momento raggiunsero la cucina. Come vide Myr, la piccola Laren saltò giù dalla sedia e corse ad abbracciarla.
La ragazza le sorrise. -Eccoti qui, piccolina! Mi hai fatta preoccupare!- disse sospirando
-Scusa Myr! Avevo dimenticato che non sai la strada!- si scusò la bambina
-L’importante è che tu stia bene!- le disse Myr sorridendo; anche Laren le sorrise, poi disse: -Lo sai che un uomo cattivo mi ha quasi presa?!-
Era evidente che non vedeva l’ora di raccontarle la sua piccola avventura.
-Davvero?- chiese Myr, sorridendo all’entusiasmo della bambina.
-Si!- disse lei annuendo energicamente con la testa. -Però lui mi ha salvata!- spiegò, indicando il ragazzo seduto al tavolo.
Myr l’aveva notato solo in quel momento, concentrata com’era sulla bambina. Lo osservò bene: era un ragazzo alto e piuttosto muscoloso; aveva gli occhi neri come i capelli, che gli ricadevano leggermente ondulati appena sopra le spalle e il viso era coperto di lentiggini. C’erano poi degli elementi, in quella figura, che attiravano subito l’attenzione: primo tra tutti, un vistoso cappello arancione con degli occhialini circolari sopra e poi c’era anche un ampio tatuaggio sul braccio sinistro.
Non fu difficile per Myr intuire di chi si trattasse.
-Piacere, sono Ace!- si presentò lui, avvicinandosi e tendendole la mano.
I suoi peggiori sospetti parvero confermarsi e l’espressione di Myr cambiò: ora fissava il ragazzo con aria ostile. Quel ragazzo non poteva che essere Ace Pugno di Fuoco, il capitano della seconda flotta dei pirati di Barbabianca. Rimase lì, ferma, a guardarlo con aria truce e a studiarlo; poi, molto lentamente, gli strinse la mano.
-Piacere- disse lei lapidaria -Io sono Myr-
Lasciò in fretta la mano del ragazzo e andò a sedersi a tavola. Ace e Arina rimasero un po’ spiazzati da quello strano comportamento.
-Ma… vi conoscete già?- chiese Arina sottovoce al ragazzo
-No!- rispose subito lui, perplesso.
Laren si avvicinò cauta a Myr e le chiese: -Myr… tutto bene?-
Lei le sorrise e le scompigliò i capelli. -Si tutto bene, tranquilla- ma non sembrava che andasse tutto bene.
All’ora di cena l’umore di Myr ancora non accennava a migliorare e mentre mangiava continuava a guardare il ragazzo, sospettosa. Ace, dal canto suo, mangiava e chiacchierava allegramente, come se nulla fosse.
-Anche Myr aveva una barca!- stava dicendo Laren. -Vero Myr?-
La ragazza parve riprendersi dai suoi pensieri. -Cosa? Oh si, anch’io avevo una barca…- disse semplicemente.
-A proposito di barche!- esclamò Arina battendosi una mano sulla fronte, ricordandosi all’improvviso -Myr alla fine come pensi di fare a partire?- chiese alla ragazza.
Decisamente a Myr non andava di parlare degli affari suoi davanti a un pirata, ma non aveva altra scelta. -La Mary Gold salpa il 25…- spiegò. -Pensavo di farmi dare un passaggio!-
-Ma significa che devi aspettare altre due settimane!- calcolò Arina
-Già…- sospirò Myr -…la cosa non mi va molto a genio, perché avrei una certa fretta, ma non vedo molte alternative!-
-Perché non ti compri un’altra barca?- le suggerì Ace
La ragazza gli scoccò un’occhiataccia ma non rispose.
-Myr ha perso tutti i soldi in mare!- spiegò Laren, tranquillamente.
-Laren!- la rimproverò la madre, avendo intuito che Myr preferiva non parlare dei fatti suoi al ragazzo.
-Ah capisco…- disse semplicemente Ace, tornando a mangiare.
Per un po’ i soli rumori furono quelli prodotti dalle posate che tintinnavano contro i piatti poi, all’improvviso, Laren disse: -Tu però potresti accompagnarla, vero Ace?-
-Laren, non t’immischiare in cose che non ti riguardano!- l’ammonì di nuovo Arina, mentre Myr s’irrigidiva.
-Beh dipende dove deve andare lei!- rispose Ace alla domanda della bambina, per poi rivolgersi alla ragazza. -Io sono diretto ad est… tu invece?-
“Ma proprio ad est doveva andare questo?!” si domandò Myr. -Da un’altra parte- gli rispose, fredda.
-Ma Myr, si che devi andare ad est!- s’intromise di nuovo Laren. -L’hai detto stamattina a quegli uomini giù al porto, non ti ricordi?-
Questo per Myr fu davvero troppo. Scattò in piedi e si diresse a passo spedito fuori dalla stanza. Gli altri ascoltarono i passi della ragazza allontanarsi sempre di più lungo il corridoio; poi la sentirono aprire la porta d’ingresso ed infine più niente.
Arina sospirò e si rivolse alla figlia. -Laren!- disse esasperata.
La bambina era confusa. -Che c’è? Cosa ho detto?-

 

Myr si sedette sulla panchina e sbuffò, alzando poi lo sguardo al cielo stellato. Si sentiva stanca come non mai, ma non aveva voglia di rientrare. “Che situazione!” pensò sconsolata.
-Posso sedermi?- chiese qualcuno dietro di lei.
Myr sobbalzò, colta alla sprovvista, poi si girò: Arina le sorrideva serena. La ragazza arrossì lievemente e annuì appena.
-Non hai freddo qui fuori?- le chiese la donna, mentre si accomodava sulla panchina.
Myr abbassò la testa e si fissò i piedi. -Scusi…- disse piano -…per come mi sono comportata poco fa!-
-Tranquilla cara, non sono arrabbiata!- la rassicurò lei
Myr fece appena un cenno con la testa e tonò a fissarsi le scarpe. Ci fu un attimo di silenzio.
-Allora…- iniziò poi Arina -… adesso che siamo sole ti va di dirmi cosa c’è che non va?-
Myr sospirò ma non rispose.
Arina ritentò. -So che non ti piace parlare degli affari tuoi!- disse -Ma certe volte tenersi tutto dentro può essere controproducente! Non sei costretta a raccontarmi tutta la tua vita, ci mancherebbe, ma spiegami almeno perché ti da così fastidio quel ragazzo…-
Myr rimase in silenzio qualche istante, poi rispose: -E’ un pirata-
-Si, lo so- disse Arina, scrollando le spalle -E con questo?-
La ragazza alzò la testa e guardò la donna allibita. -Come sarebbe a dire “e con questo”!- esclamò, con un tono di voce un po’ più alto di quanto avesse voluto. -E’ un pirata! Come fa a fidarsi di lui?- chiese.
-Anche se è un pirata so che è un bravo ragazzo!- spiegò Arina, convinta, guardando Myr dritta negli occhi. -Così come so che anche tu sei una brava ragazza… anche se so chi sei in realtà!- le disse seria.
Myr sussultò. -Come fa a…?- chiese
Arina sorrise. -Beh sai, non potevo certo prendermi in casa un’estranea senza fare qualche piccola ricerca!- le spiegò, facendole l'occhilino. -Ma anche se non mi hai detto niente io mi fido di te!- continuò -Perché basta vederti per capire che non sei una pazza assassina!-
Le sorrise di nuovo.
Myr abbassò lo sguardo ancora una volta. -Scusi se non le ho detto niente…- si scusò
-Non ti preoccupare cara, capisco benissimo!- la tranquillizzò la donna -E non te ne faccio una colpa! La questione però qui è un’altra… non devi odiare quel ragazzo solo perché è un pirata! Devi andare oltre a certi pregiudizi e guardare solo la persona che si ha davanti-
La ragazza non disse nulla. Si limitò a sospirare e ad alzare lo sguardo verso il cielo.
-I miei genitori mi hanno sempre insegnato due cose fondamentali…- disse poi -…mai raccontare i fatti propri agli estranei e non essere mai in debito con un pirata, perché non saprai mai cosa potrebbe succedere!- spiegò
-Beh sono senza dubbio delle persone sagge i tuoi genitori!- disse Arina -E’ per questo che non vuoi chiedere un passaggio a quel ragazzo?-
Myr annuì. -Ho viaggiato molto negli ultimi tre anni e di pirati ne ho conosciuti tanti…- raccontò, accigliata. -Ed è per questo che non mi fido di nessuno di loro!-
Arina la fissò seria. -Ti capisco, cara! Nella maggior parte dei casi effettivamente non bisogna fidarsi… ma come ti ho già detto devi imparare a distinguere i mascalzoni dalle brave persone!- le spiegò paziente. -E quel pirata… Ace… a me sembra proprio un bravo ragazzo!- concluse.
Myr tornò a guardare verso la donna, un po’ scettica. Ancora una volta Arina la guardò dritta negli occhi, seria. -Credo che dovresti dargli una possibilità-
La ragazza distolse lo sguardo, pensosa. Fidarsi? Di un pirata? Le sembrava impossibile.
-Senza contare…- aggiunse Arina -…che è il modo più veloce per andare via dall’isola!-
Myr sospirò. -Questo è vero…- ammise
Arina le sorrise e le passò un braccio intorno alle spalle. -E allora, cosa ne dici? Vogliamo darcela questa possibilità, al pirata Ace?-
Myr la guardò. Sorrideva. Sospirò e scrollando le spalle si arrese. -Massì… volendo… potrei provare a fidarmi- disse.
Arina parve soddisfatta. -Sono sicura che andrà tutto bene!- disse convinta.
-Speriamo…- commentò Myr. Già si stava pentendo di aver accettato.
La donna le sorrise di nuovo, poi si alzò. -Coraggio, meglio rientrare adesso!- disse
-Non posso!- esclamò Myr, alzandosi a sua volta. -Devo trovare quel tipo e chiedergli se ha ancora intenzione di darmi un passaggio!-
-Ehm…- disse Arina nervosa, guardando da un’altra parte. -Sai, non credo che farai molta fatica a trovarlo…-

 

-Ah, sei tornata!- la salutò allegramente Ace. -Fatto una buona passeggiata?-
Myr, rimasta sulla soglia della stanza, guardava Ace con un misto di sorpresa e di disgusto. -Che ci fai tu qui?- gli chiese a denti stretti.
-Sono ospite della signora Arina!- spiegò lui
-Intendevo dire che ci fai qui!- precisò indicando la stanza.
Ace era sdraiato per terra su una piccola brandina sistemata vicino al letto e guardava la ragazza un po’ perplesso. -Mi ha messo qui la signora Arina- disse.
In quel momento, Arina apparve dietro le spalle di Myr. -Bene ragazzi, vado a letto! Buonanotte!- li salutò, felice.
-Signora… perché lui dorme qui, in questa stanza?- chiese Myr, un po’ rigida.
-Abbiamo una sola stanza per gli ospiti, cara!- spiegò semplicemente la donna -Purtroppo dovrete dividervi gli spazi! Beh buonanotte cari!- disse squillante e sparì di nuovo lungo il corridoio.
Myr era così irritata che le era preso una specie di tic all’occhio destro, continuando a sollevare il sopracciglio quasi senza rendersene conto. Non sapeva spiegarsi perché, ma sospettava che la signora ci stesse prendendo gusto.
Sbuffando irritata, aggirò la brandina di Ace e andò a sistemarsi a letto. Ace notò il fastidio di Myr, così le disse: -Se ti do fastidio vado a dormire da un’altra parte, eh!-
La ragazza stava quasi per dirgli: “Si, ok, vai a dormire in soggiorno!” quando si ricordò della promessa fatta ad Arina, così si trattenne.
-No, resta pure…- disse invece, cercando di suonare il meno minacciosa possibile.
Ace guardò per un attimo la ragazza, pensieroso, poi scrollò le spalle e si sdraiò. Myr lo imitò.
-Senti…- gli chiese poco dopo
-Dimmi!-
-Sei ancora disposto a darmi un passaggio?- gli chiese
Ace ci pensò un attimo. -Certo- disse poi -Dov’è che devi andare?- le chiese
Myr si morse il labbro, indecisa, poi rispose: -All’arcipelago delle Farenie-
A sentire quel nome il ragazzo sobbalzò e si mise a sedere. -Cosa? E che ci vai a fare in un posto come quello?- domandò, curioso.
Anche Myr si mise a sedere. -Questi non sono affari tuoi!- disse, seccata -Puoi portarmi si o no?- gli chiese.
-Si, certo che ti posso portare… mi chiedevo solo cosa ci andasse a fare una ragazzina piccola ed esile come te in un posto del genere!-
A quel punto Myr su spazientì e gli lanciò contro il cuscino; il ragazzo però aveva i riflessi pronti e lo schivò con facilità.
-Primo: non sono una ragazzina! Ho quasi vent’anni, bello mio! E secondo: sono tutt’altro che indifesa!- disse
Ace parve divertito dalla reazione della ragazza. -Va bene… se lo dici tu sarà vero!- la prese in giro.
Myr si alzò e andò a recuperare il cuscino, mentre Ace continuava a ridere.
-Maledetta me e quando ho accettato di farmi dare un passaggio da te!- borbottò, rimettendo a posto il cuscino di mala grazia e infilandosi nuovamente sotto le coperte. -Buonanotte!- sbottò poi, voltandogli le spalle.
Ace smise di ridere e le disse: -Ehi… Myr, giusto?-
-Che vuoi adesso?- gli chiese, scocciata.
-Domani mattina si parte alle nove!- la informò
-Sarò pronta!- rispose lei
Dopodiché spensero le luci e si addormentarono.

  
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