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Autore: Jehanne    18/09/2011    4 recensioni
Tutto quello che la giovane Elis desiderava era un'avventura. Voleva solo esplorare la regione di Johto e diventare un'allenatrice. Ma, come molti sapranno, bisogna sempre stare attenti a ciò che si desidera, perché quando l'universo decide di accontentarci il risultato potrebbe non essere quello che si immaginava. Il mondo dei Pokémon sa essere crudele con un'allenatrice alle prime armi con il dono di attirare guai, fortuna (o sfortuna?) che non sarà sola, oh no, la compagnia non le mancherà di certo nel suo viaggio verso la lega. La domanda è: ci arriverà tutta intera?
[“Se hai ancora la mappa possiamo cercare un sentiero”
“Certo che ce l'ho ancora” Rispose acidello Silver, estraendo un foglietto spiegazzato dalla tasca “Ma ovviamente non siamo vicini a nessuna strada”
“Giusto, scusami. La prossima volta che vengo aggredita da un Pokémon gli chiederò se può gentilmente scaraventarmi sul percorso principale, chissà perché non ci ho pensato” ]
Genere: Avventura, Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, N, Nuovo personaggio, Silver
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Videogioco
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 Trattato di pace provvisoria


“E tu che ci fai qui?”
Silenzio…
Mi avvicinai al ragazzo steso su un fianco  “Silver?” chiamai.
Nessuna risposta. Mi inginocchiai accanto al mio rivale, gli toccai una spalla facendolo voltare; sembrava addormentato. Ma nessuno con un po’ di cervello si sarebbe addormentato sul fondo di un pozzo e sicuramente la grossa corda che gli legava i polsi non era arrivata fin lì da sola.
Gli passai la mano sul collo dove aveva un grosso livido violaceo, Silver era insopportabile questo lo sapevo bene ma tentare di strangolarlo mi sembrava un po' troppo.
Frugai nella tasca dei miei pantaloni e tirai fuori un coltellino pieghevole che avevo acquistato al pokémarket di Violapoli.
Iniziai a tagliare la corda facendo particolare attenzione a come mi muovevo, non volevo rischiare di fargli male e avrei preferito terminare il lavoro con tutte e dieci le dita.
“Finito” gli liberai le mani mostrando i polsi graffiati. Mi dispiaceva vederlo così.
Il ragazzo si lamentò e aprì gli occhi. Si guardò intorno per qualche secondo prima di fermarsi a guardarmi negli occhi.
“…Cosa ?” si mise seduto, tossì per schiarirsi la voce “Cosa ci fai qui mocciosa?” tossì ancora, questa volta più forte.
“Stai bene?”
“Che ti importa?”
“Cercavo solo di essere gentile e giusto perché tu lo sappia il mio nome è Elis”
“Non mi interessa mocciosa”
“Smetti di chiamarmi mocciosa!”
Silver sbuffò “Cosa ci fai qui?”
“Potrei farti la stessa domanda”
“Rispondimi”
“Prima tu”
“No”
“Ma Vaff-” Rossino mi tappò la bocca sibilando di fare silenzio.
Non protestai, sentivo le voci dei tizi del team Rocket avvicinarsi al pozzo; Silver si alzò e mi trascinò in una galleria senza togliere la mano dalla mia faccia.
 
“Hmpf… ffff mhfff…” finalmente mi lasciò andare “Stavo per soffocare” sussurrai.
“Sta zitta”
“Guarda che non sono stupida, quei tizi ce l’hanno con me e non ho nessuna intenzione di farmi trovare da quei maniaci”
“Perché i team Rocket dovrebbe avercela con un esserino insignificante come te?”
“Perché eri legato in fondo a un pozzo? E per quale motivo qualcuno ha tentato di strangolarti?”
Domanda scomoda.
Si toccò il colletto della felpa
 “Sì caro ho notato quel segno viola che hai sul collo” feci in risposta.
“Sei acida” constatò cambiando argomento.
“Tu sei uno..-” Mi interruppe di nuovo premendomi la mano sulla bocca, mi cinse la vita con un braccio guidandomi dentro al tunnel.
Non riuscivo a camminare in quella posizione e ogni volta che c’era un sasso Silver lo oltrepassava io invece ci sbattevo le tibie, vidi un altro ostacolo avvicinarsi. Questa volta non dovetti fare niente per schivarlo, Rossino mi aveva sollevato evitandomi il doloroso impatto contro la pietra appuntita.
“Faffie…” doveva essere un  -Grazie- ma era difficile parlare con una mano davanti alla bocca.
Ci fermammo dopo qualche metro, tesi le orecchie. Nessun rumore.
“Non mi hai risposto” iniziò lui “Perché quelle due reclute ce l’hanno con te?”
“Nemmeno tu mi hai risposto”
Mi guardò nervoso “Ti ho detto che non sono affari tuoi, credevo di essere stato chiaro”
Sospirai “è inutile parlare con te, avrei ottenuto di più conversando con una sedia” quel ragazzo mi creava due reazioni diverse: prima mi inacidivo come uno yogurt poi mi faceva sentire un pessimo essere umano.
“Cosa hai intenzione di fare?” chiesi
“A proposito di cosa?”
“L’uscita è bloccata da quei due e non ho la minima idea di cosa ci sia in quel buco” feci cenno al tunnel alla mia sinistra dal quale provenivano strani rumori e delle voci.
Silver sembrò scattare sull’attenti quando udì l’eco di una voce più forte delle altre.
“Milas…” borbottò.
“Che?” di cosa diavolo stava parlando?

“Eccoti qui ragazzina!” tre uomini molto, molto arrabbiati mi si posizionarono davanti.
Stritolai il braccio di Silver e lo guardai supplicandolo di aiutarmi.
“Io e te abbiamo un conto in sospeso…” fece il tizio al centro, lo riconobbi subito: era quello a cui avevo tirato il calcio.
“Cosa hai combinato?” mi interrogò Rossino.
“è una storia un po’ lunga, ti basti sapere che il calcio nelle parti bassi se lo è meritato”
“Sei sempre così violenta?”
“Solo quando la situazione lo richiede…” feci con aria innocente.
“Ehi piccioncini, avete finito di spettegolare?”
“NO! Hai fretta ? Sto per caso infastidendo sua signoria il conte rompi scatole? Fino a prova contraria ho tutto il diritto di parlare con chi mi pare e piace! Problems ?” nessuno commentò.
“Così va meglio” tornai a guardare Rossino “Dicevamo..?”
La bocca di Silver si increspò in un mezzo sorriso, si voltò dandomi le spalle e si avviò verso la galleria da dove provenivano le voci “Ho un conto in sospeso con un certo Milas, ti lascio con questi simpatici maniaci”
Gli uomini iniziarono a ridere “Tu… Credi di poter sconfiggere il Generale Milas, hahahahahaha questa sì che è bella”
Il ragazzo ringhiò innervosito, prese una pokéball dalla cintura e la aprì.
Uno spettro fluttuò davanti a noi, il corpo gassoso gli permetteva di galleggiare a mezz’aria.
Si voltò verso il suo allenatore guardandolo con i suoi occhioni gialli in attesa di un comando “Gastly usa ipnosi”
Il Pokemon gas svolazzò per la caverna fissando intensamente le tre reclute che pochi secondi dopo si addormentarono profondamente.
Silver se ne andò sparendo nell’oscurità della galleria.

Cosa dovevo fare ? uscire da lì battere la palestra e andarmene per sempre da quella città oppure dovevo seguire il mio antipatico e un po’ malandato rivale mentre cercava di regolare i conti con un tizio di cui non avevo mai sentito parlare prima d’oggi ?
Che dilemma…
 
“Silver! Aspettami!” correvo per lo stretto e buio cunicolo cercando di raggiungere Rossino.
“Che ci fai ancora qui?”
“Non ci arrivi da solo? Voglio aiutarti.” Mi guardò stupito
“Perché vorresti aiutarmi?”
“Oh… hem…non lo so… però… io....”
“Smetti di balbettare e ascoltami”
Mi prese per le spalle costringendomi a guardarlo in faccia, il ragazzino stupido e maleducato che avevo visto la prima volta era sparito lasciando il posto a un Silver più serio e con uno sguardo troppo duro per qualcuno così giovane.
“Questo non è un gioco, il team Rocket è un gruppo di criminali intenzionati a conquistare il mondo; ci hanno già provato più di tre anni fa e ci sarebbero riusciti se Red non li avesse fermati”
“Stai parlando di Red il campione di Kanto?”
Lui annuì “Senti, tu non mi piaci e io non piaccio a te ma fidati se ti dico che quelli fanno sul serio, tu hai incontrato solo delle reclute e ti posso dare ragione se pensi che siano degli imbranati”
“In effetti…” commentai, uno di loro era così idiota da voler fare i prepotente con una ragazzina e poi riuscire a farsi mettere KO.
“Ma i generali non sono molto peggio, sono spietati e per raggiungere il loro obbiettivo farebbero di tutto, non si fermeranno davanti a niente”
“Generali?”
“Sono in quattro, tre anni fa erano considerati solo gli scagnozzi più fedeli di Giovanni e quando il team Rocket si è sciolto questi quattro hanno fatto di tutto per ritrovare il loro capo e rimettere insieme l’organizzazione, a quanto pare ce l’hanno fatta; ma dato che Giovanni non si è ancora fatto vivo sono i generali ad avere il comando”
“Chi è Giovanni ?”
Silver riprese fiato “Giovanni è… è…” sospirò e distolse lo sguardo “era il capo e fondatore del Team Rocket è lui il pazzo con manie di onnipotenza che tre anni fa ha tentato di conquistare Kanto e di uccidere Red”
Non sapevo cosa dire, guardai Rossino che sembrava più strano del solito.
“Ah… bello…”
“E' la cosa più intelligente che riesci a dire ?”
Era tornato il Silver di sempre.
“Ti do un consiglio mocciosa: esci di qui e tornatene a casa.”
“A dire la verità non posso andarmene…”
“Perché?”
“Mentre tu non c’eri io ho tentato di uscire ma ho incontrato un vecchietto di nome Franz che mi ha implorato di aiutare gli Slowpoke, a dire la verità non mi importa un fico secco di quei Pokemon e delle loro code, che a quanto dice Franz il team Rocket gli sta tagliando per rivendere a caro prezzo… Ho accettato solo perché mi ha promesso un ricompensa”
“E io che credevo che lo facessi solo per altruismo”
“Ma sei scemo, secondo te io scendo in un pozzo a rischiare la pelle in cambio di niente? E comunque non posso lasciarti da solo, se i generali sono come li hai descritti avere qualcuno che ti guarda le spalle non è male.” Constatai e il mio ragionamento sembrò convincerlo o forse non aveva più voglia di parlare con me.

 
“Cammina” quasi ringhiò
“Scivolo” protestai
Silver sbuffò “Stare con te è come fare da baby sitter” Mi rimise in piedi senza troppe cerimonie e mi spinse avanti.
“Non è colpa mia se è bagnato”
“Ma sei tu che hai avuto la fantastica idea di metterti un paio di ciabatte di gomma”
“Le altre erano fradice.”
“Scema”
“Adesso basta” mi fermai all'improvviso e mi voltai verso Silver “Allora, io ti aiuto con il tizio che ti ha legato quaggiù, uniamo le forze e cerchiamo di uscirne in buone condizioni e una volta fuori io riscuoto la mia ricompensa, questo era il patto.”
“Sì, lo abbiamo stipulato solo cinque minuti fa” sbuffò
“Nuove regole, consideralo un trattato di pace provvisoria: dal momento che dovremo collaborare per riuscire a combinare qualcosa sarà meglio non litigare ogni sette secondi”
Silver roteò gli occhi ma non obbiettò.
“Primo: tu non chiamarmi mocciosa ed io non ti chiamo Rossino e non uso nessun altro nomignolo ispirati ai tuoi capelli” alzi il pollice per tenere il conto.
“Il secondo punto lo stabilisco io.. tu stai attenta a dove metti i piedi e non ti cacci nei guai di proposito, capirai che è difficile garantire la salute ad una calamita per sfighe e che io non posso starti appiccicato ogni secondo”
Storsi la bocca  ‘calamita per sfighe’ mi si addiceva alla perfezione.
“Va bene… Terzo: conta fino a dieci prima di parlare perché se fai troppo l’antipatico e ti menano allora te le meriti, quindi non farò niente per impedire/fermare il tuo pestaggio”
“Uff…ok”
“Quarto: io mi impegno a farti portare a termine la tua vendetta contro Milas e tu mi guidi verso l’uscita… se la trovi… hai qualcosa da rettificare o da aggiungere?”
Sembrò pensarci su “No, adesso muoviti lumaca” mi sorpassò  e riprese a camminare seguendo le voci dei membri del team Rocket che si facevano sempre più vicine
.


Angolo Autrice
Reggerà il patto fra Elis e Silver?
Milas pesterà Rossino o Elis lo difenderà?
Qual'è la ricompensa che Franz ha offerto a Elis per convincerla a rischiare le penne per salvare degli stupidi Slowpoke?
Lo scoprirete nella prossima punt... Hem... devo smetterla di guardare la Tv...



  
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