Scusate il ritardo ragazzi, ma finalmente gli esami sono finiti e ora posso ridedicarmi alle mie passioni a tempo pieno :) Spero che questo mio nuovo capitolo sia di vostro gradimento :)
Un bacio, Ombra :)


25 Settembre

“Charlie... sai dov'è Box86?”

La ragazza alza lo sguardo dal cellulare, incrociando quello dell'amica “Beh dipende di quale stai parlando... Non mi pare ce ne sia uno solo...”

“Credo sia in piazza della Vittoria...o lì vicino comunque...”

“Ah si, ok! Allora... hai presente il Parador?”

Annuisce Sara decisa, dopo aver fatto mente locale. “Quel locale sotto i portici?”

“Si, quello... Box è dalla parte opposta! Cioè tenendo alle spalle Brignole... a sinistra... e direi dopo l'arco... cioè un po' più in là del Parador.”

“Ok ok, grazie!” dopo un piccolo sorriso, Sara inizia a pasticciare il banco immergendosi nei suoi pensieri.

“Perchè?” mormora Carlotta cercando di interrompere quel flusso e riportarla alla realtà, nella speranza di essere un pochino considerata pure lei.

Solleva lo sguardo con aria innocente fingendo di non capire “Perchè cosa??”

“Perchè lo volevi sapere...”

“Ah... no... nulla! Curiosità...” Torna a fissare il banco nascondendo un altro piccolo sorriso, divertito.

Carlotta le tira un pizzicotto.

“AHI! Sei pazza??”

“No dico... mi prendi per scema? Mi dici che devi farci da Box?”

“Ma niente di speciale...” sorride lievemente con nonchalance, notando l'amica che quasi vorrebbe trafiggerla con lo sguardo. “Niente di speciale! Devo vedermi lì con Mattia...”

“Finalmente vi rivedete!” esclama quasi esasperata.

“Si...”

“Sei contenta?”

“Dovrei..?” risponde Sara, titubante.

“Beh, se voleva rivederti come amica solo perchè non vi vedevate da tanto... non credo che ti avrebbe richiesto di uscire così presto...”

“Mmhm... sarà...”

“Vedremo chi delle due avrà ragione...” Carlotta da una rapida occhiata al prof che però è impegnato a svolgere un esercizio alla lavagna, “che poi so benissimo che speri anche tu che abbia ragione io...”

La ragazza non risponde, si finge concentrata in un disegno. -Magari è la volta buona che qualcuno mi fa davvero stare bene...-, volge una rapida occhiata al cielo azzurro fuori dalla finestra -La cosa più bella è che riesce a non farmi pensare a Luca...- sorride ancora, serena.

“E tu lo definisci motorino questo cosetto azzurro? Sembra di più un triciclo...” Mattia ride mentre Sara si sta sfilando il casco.

“Ehi! Guarda che il mio piccolino è splendido! Soprattutto perchè è azzurro!” incrocia le braccia al petto offesa, “Poi io almeno sono motorizzata! Tu non hai neanche una bicicletta!”

“No, quella ce l'ho! In cantina... però sarebbe un po' scomoda poi per tornare a casa...”

“Ecco io invece di problemi non ne ho!” Gli fa una beffa e si gira dall'altra parte.

Mattia le si avvicina e le cinge le spalle da dietro “Dai che scherzo...”

Sara si sente avvampare, abbassa lo sguardo per non farglielo notare “Non devi offenderlo...”

Lui ride ancora “Ok facciamo così... Tu non offendi i miei capelli e io non offendo il tuo “Piccolo”...”

“Ci devo riflettere...”

“Ma come?! Allora preferisci che continui ad offenderlo?”

“No!” Sara sorride osservandolo, “Ma è divertente romperti le palle perchè devi assolutamente avere dei capelli perfetti in ogni istante!”

“Guarda che non sei simpatica...”

“Strano, io direi proprio di si!” gli fa una piccola beffa.

“Senti rompiballe continuiamo il discorso stando seduti sugli scalini?”

“Ti pesa il sederone??” ridendo inizia a correre verso gli scalini mentre il ragazzo la insegue. Quando arriva dai gradini Mattia riesce a prenderla per un braccio.

“Scusa, scusa, scusa! Non lo dico più!” lo implora continuando a ridere.

“Va beh, questa volta sarai perdonata...” le lascia il braccio sedendosi, lei gli si mette accanto poggiando poi le gambe sulle sue.

“Ecco, così sono comoda! Come facevi tu l'altro giorno...”

“Attenta a non sporcarmi i pantaloni...”

“Altrimenti...?”

“Ti picchio!”

“E se poi ti picchiassi io??”

“Guarda sopporto tutto... ma se mi tiri uno schiaffo è la tua fine...”

“Non mi sfidare...” mormora lei con aria minacciosa.

“Neanche te... guarda che sono serio!”

“Anch'io...!”

Passa qualche secondo di assoluto silenzio, i due si guardano attentamente.

“Non resisto!” mormora la ragazza poco prima di tirargli un piccolo schiaffo su una guancia, poi scoppia a ridere e ci ripensa, “Scusami! Bacino-passa-tutto?”

Lui sembra rifletterci, poi annuisce “Sarà meglio per te!”

Sara si avvicina piano e gli lascia un piccolo bacio sulla guancia, “Va meglio?” si ferma a qualche centimetro da lui, osservandolo.

“Abbastanza...”

Lei non riesce a guardare i suoi occhi ma se li sente addosso, fissa le sue labbra e le sente estremamente vicine. Troppo vicine.

Sente il cuore batterle più forte in petto, non sa cosa fare ma non riesce ad allontanarsi. Passano alcuni secondi che sembrano interminabili, poi lui si avvicina, lentamente, e il cuore batte ancora più veloce.

Sara si morde piano il labbro, ma non intende muoversi, anche perchè non ci riesce. È sempre più vicino: riesce a sentire il suo respiro. Lo desidera.

Si muove piano, gli va incontro. Si sfiorano piano, si toccano dolcemente, si baciano.

Lei sorride, un po' imbarazzata, si sente arrossire.

Altre labbra...

Scatta in piedi, inizia a correre sul prato, lui le va dietro. La blocca, la prende per i fianchi, la fa girare, la bacia di nuovo.

Un altro bacio... Ti prego, non prendermi in giro... Non te, non ora... Non questa volta...

“Mi ha baciata...”

“Sei contenta?”

Lei si stringe piano fra le braccia dell'amica “Si...”