2.
Waste of time
Riku
è andato verso la scala. Scende
due gradini, ma non sentendo nessun rumore si gira un secondo indietro.
“Che
fai lì impalata? Vuoi restare qui dentro per
sempre?”, la sua voce è più
rilassata, quasi divertita. Penserà che sono una fifona di
prima categoria… Ma
per cosa? Perché non mi fido di un perfetto sconosciuto?
Questa non è paura, ma
pura razionalità. Non è forse questa la prima
cosa che ci insegnano i genitori?
Non fidarti degli sconosciuti e non accettare niente da loro?
Sì,
è vero, ma
questo è un caso eccezionale. Sopravvivenza significa anche
fidarsi,
una parte di me mi ricorda in che situazione del cavolo sono finita.
Inizio
a scendere con lentezza e ad ogni gradino cambio idea, ma alla fine
sono di nuovo
al suo fianco. Ho sfogliato la mia margherita e ho scelto di avere
fiducia in
Riku sperando di non dovermene pentire.
Lui
mi lancia un’occhiata perplessa (per scendere quei venti
gradini ci ho messo
una vita e mezzo) e apre la porta della biblioteca. Rabbrividisco e mi
aggrappo
istintivamente al suo braccio. “Ma non ci sono gli
Heartless?”, la mia voce è
un sussurro terrorizzato.
“Con
me non ti faranno niente”, mi guarda negli occhi per
convincermi della
veridicità delle sue parole.
Sospiro
sollevata. Lui accenna un vago sorriso e mi conduce fuori.
“Dove
mi porti?”. È da un po’ che camminiamo e
fra corridoi e funivie e ancora
corridoi ho perso l’orientamento.
“Da
Malefica”, da quando abbiamo lasciato la biblioteca
è diventato telegrafico.
Malefica?
Anche questo nome è tutto un programma!
“E
chi è?”, domando.
“La
proprietaria di questo castello”.
“Gli
Heartless non potrebbero farle del male?”. Come potrebbero
fare a me e a Riku.
“Non
c’è da preoccuparsi. Hanno paura di
noi”. Paura di loro? O mio Dio, ma cos’è
questo ragazzo?
“Mi
riporterete a casa?”, mi esce così, spontaneo. Lui
si ferma e si volta appena,
ma mi squadra per bene come in biblioteca. “Non possiamo
ricreare un mondo
andato distrutto”, dice cupo.
Rimango
di sasso. Il mio mondo è distrutto? La mia città,
la mia casa, la mia famiglia…
Tutto davvero perduto per sempre?
Mi
scende una lacrima lungo la guancia. Mi maledico mentalmente per non
essere
riuscita a trattenerla. Il dito freddo di Riku la raccoglie
“Piangere non ti
riporterà indietro”, parole un po’ dure
per consolare una persona.
Dure
ma vere: piangermi addosso non mi servirà a niente. Annuisco
piano e
rincomincio a seguirlo.
L’ennesimo
corridoio si apre in una sala buia e spettrale che torce dalle fiamme
verdi
rendono ancora più tetra.
Di
spalle c’è una donna con un lungo mantello nero e
un cappello con due corna,
nere anch’esse.
“Chi
è questa piccola e insignificante ragazza?”,
chiede girandosi. Cominciamo bene…,
la voce nella mia
testa suggerisce anche un rapido dietrofront, ma lo escludo subito. Mi
perderei
da sola, senza Riku al mio fianco.
“Penso
che potrebbe essere una di quelle Principesse. Non senti la sua
luce?”.
Principesse? Luci? È pazzo, lo sapevo.
“No.
È luminosa, ma non abbastanza”. Ok, questo
è il club dei pazzi deliranti “Non
ci serve un’altra perdita di tempo”, degli
Heartless appaiono intorno a lei, fissano
Malefica per un secondo e poi mi si avvicinano velocemente.
Neanche
lo vedo muoversi. Le creature d’ombra scompaiono in fumo nero
mentre Riku
assume una posa puramente plastica stringendo nella mano destra una
spada a
forma di ala demoniaca. “No”, dice solamente e il
cuore mi balza sul petto per
il sollievo.
Malefica
mi guarda, i suoi occhi mi trafiggono come una lama di ghiaccio.
Rabbrividisco
e faccio mezzo passo all’indietro. “Una perdita di
tempo, ma va bene. Sei come
un figlio per me, lo sai. Tienila pure”, mi tratta come un
animale da compagna,
ma non importa. Oltre a essere pazza è anche
un’omicida. Meglio starle alla
larga.
Riku
riassume una postura normale e si gira verso di me. “Vieni,
ti faccio vedere
dove dormirai”, e senza un’altra parola gira i
tacchi ed esce.
Rimango
un secondo a fissare la schiena di Malefica, ma prima che si volti me
ne vado
anch’io.
“Non
ci pensare neanche”, deve aver intuito le mie intenzioni,
anche se suppongo che
non fosse difficile dato che sono rossa per l’ira
“È una strega molto potente”.
Ora
che mi ha svelato questo piccolo particolare capisco
cos’è il bastone che
stringeva Malefica. In effetti mi sembrava un po’ troppo
giovane per doversi
appoggiare a un pezzo di legno.
“Non
hai risposto alla domanda”, ritorno al discorso originale
lasciando perdere
momentaneamente il mio desiderio di vendetta.
“Sì,
controlla gli Heartless”, era ora che tirasse fuori dalla
bocca quelle quattro
paroline!
“E
come mai li ha mandati nel mio mondo?”, la mia voce
è tranquilla anche se trema
un po’. Stringo i pugni forte, conficcandomi le unghie nei
palmi, riconoscendo
il classico prurito al naso che precede le lacrime.
“Non
sono cose che ti riguardano”. Siamo sicuri che gli Heartless
siano gli unici
senza cuore? Esistono Heartless dalle fattezze umane dai capelli
argentati e
gli occhi verde acqua? Per me, sì: ce ne ho uno proprio a un
passo da me.
“Come
‘non sono cose che mi riguardano’?”, sto
diventando isterica, ma Riku mi sta davvero
facendo uscire di testa “Il mio mondo è stato
distrutto e tu mi dici che non ho
neanche il diritto di sapere perché?”.
“Non
riesce a controllare completamente gli Heartless. Sono ancora molto
indipendenti e seguono il loro istinto primario: trovare i
cuori”, mi inizia a
spiegare con voce di sufficienza.
“Se
non li sa controllare perché li usa?”, borbotto.
“Mai
sentito parlare dei Cuori dei mondi?”, fa finta di non avermi
sentita.
Ci
penso su: il libro che stavo leggendo prima dell’arrivo di
Riku aveva accennato
a qualcosa su questi grandi cuori, ma la pagina era rovinata ed ero
passata
oltre.
Annuisco.
“Sono quei Cuori che gli Heartless stanno cercando. Ogni
mondo ne possiede uno
e se viene distrutto, il mondo fa la stessa fine”, ma non mi
lascia tempo di
controbattere perché apre una porta “Ecco, sei
arrivata. Ci vediamo”, non mi
degna di uno sguardo e se ne torna indietro.
“Perché
ucciderla? È arrivata qui da un mondo distrutto,
ciò significa che ha un cuore
forte. In qualche modo ci potrà essere utile”,
scrolla le spalle lui.
“Forse,
o forse no, ma secondo me l’hai voluta risparmiare solo
perché assomiglia alla
tua amica”.
Riku
sussulta. Ily… Ily assomiglia così tanto a Kairi.
Lo stesso visetto da bambina,
i capelli rossi tenuti corti, lo stesso impulso di proteggerla. Sa che
non è
Kairi, lo sa. Lo aveva sperato quando l’aveva vista a capo
chino leggere in
biblioteca, ma quando aveva alzato gli occhi la speranza era morta.
Occhi verde
smeraldo, brillanti come gemme.
Ily è
diversa. Ily non è Kairi. Ily non è la sua
migliore amica. Perché allora quel
gesto di pietà? In fondo sarà una perdita di
tempo. Deve seguirla e guidarla.
Non ne ha tempo. Ha altro a cui pensare, ma ucciderla… No,
non può farlo. E poi
il fatto che sia arrivata alla Fortezza Oscura invece che alla
Città di Mezzo
significherà pur qualcosa, no?
“Avrà una sua utilità”,
risponde lui dopo un secondo di pausa.
Note
di quella pazza
dell’autrice:
Avrei
voluto pubblicarlo
prima questo capitolo, ma il mio computer sembrava sul punto di
implodere
quindi ho rinviato di un giorno. L’importante è
che ci sono riuscita,
finalmente!
Per quanto riguarda le
parti in corsivo blu: ho deciso di aggiungerle per dare una visione
più
completa della storia e spiegare cose che Ily non sa. Mi è
servita anche per
dare una prima, infantile descrizione del mio personaggio. Grazie, Riku
<3
Già che siamo in vena di
ringraziamenti:
LarcheeX:
grazie per il tuo consiglio. Ho provato a dare una struttura
più complessa al mio periodo, non so il risultato, ma mi ci
sono messa
d’impegno xD
zexelmas:
sei stato molto
gentile :D Spero che il secondo ti piaccia! Aspetto con ansia la tua
recensione! Ah, quasi dimenticavo, buon Halloween!!!