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Autore: EllenJenkins    21/09/2011    3 recensioni
Ben, sopraffatto dal senso di abbandono e solitudine, cade in un profondo sonno. Di chi è quella voce che lo chiama nei suoi sogni? Potrà mai svegliarsi? Vorrà mai svegliarsi?
Bevin (KevinxBen) - Shounen-Ai
Genere: Angst, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Little Alice
Fandom: Ben 10
Paring: KevinxBen
Ambientato: 2-3 anni dopo Alien Force; non tiene conto degli eventi di Ultimate Alien
Disclaimer: Ben 10 appartiene a Man of Action
OC: Alice (Pronuncia inglese)
Avvisi: OOC - Shounen-ai - Yaoi
Note: - … - Parlato; " … " Pensato; « Italics » Telefono o altro dispositivo; Italics Sogno
Summary: Ben, sopraffatto dal senso di abbandono e solitudine, cade in un profondo sonno. Di chi è quella voce che lo chiama nei suoi sogni? Potrà mai svegliarsi? Vorrà mai svegliarsi?

 

Capitolo 1 - Somnus

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Somnus, i, m., sonno

Sonno [són-no] s.m. 1 fenomeno biologico periodico di riposo delle funzioni psicofisiche, caratterizzato dalla sospensione della coscienza e della volontà 2 la sensazione di torpore e di stanchezza che induce a dormire

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-Ben stai attento! Dietro di te!- La voce di Gwen avvertì all’ultimo momento il giovane eroe dell’attacco a sorpresa del nemico. Schivato il colpo fece appena in tempo a riprendere l’equilibrio prima di passare al contrattacco. Deciso a farla finita il più presto possibile si trasformò da Swampfire[1] a Big Chill[2]. In pochi secondi l’alieno fu completamente gelato e dopo aver appurato che non fosse più una minaccia Ben riprese le sue sembianze umane

-Questo è sistemato- Disse rivolgendosi alla cugina

-Bene, chiamo nonno Max per dirgli di venire a prenderlo. Nel frattempo vai a vedere se Kevin ha bisogno d’aiuto-

-Okay, vado- Le rispose andando nella stanza precedente di quel vecchio magazzino dove sapeva Kevin stava combattendo contro quegli stupidi cavalieri che avevano sorpreso nel bel mezzo di un traffico illegale di tecnologia aliena di 4° Livello. Dubitava che avesse bisogno di aiuto, ma andò comunque a controllare

-Oh, Benji cosa ci fai qui?- Chiese il ragazzo moro appena lo vide mentre sistemava l’ultimo uomo di latta

-Ero venuto a vedere se avevi bisogno di aiuto ma vedo che te la sei cavata egregiamente-

-Figurati se mi serve aiuto a menare questi tipi. Cosa te l’ha fatto pensare?-

-Gwen- Disse come se fosse la soluzione di tutto il problema

-Ah, capisco. Tipico. L’altro tipo l’avete sistemato?-

-Sì, tutto a posto. Nonno Max sta venendo ad arrestarlo-

Così si incamminarono verso il luogo dove si trovava l’alieno congelato e vi trovarono già nonno Max con il resto dei giovani plumbers[3] al suo seguito. Gwen stava parlando con Cooper, Helen e Pierce mentre Manny e Alan aiutavano l’uomo a caricare il detenuto

-Nonno Max- Disse Ben entusiasta di vederlo finalmente dopo un intero mese

-Hey Ben, come stai? È un po’ che non ci vediamo- L’uomo fu un attimo sorpreso quando il nipote ebbe un attimo di esitazione prima di sorridere come sempre

-Sì, sì tutto a posto- Chiaccherarono per alcuni minuti finché l’uomo non annunciò la loro imminente partenza

-Ora dobbiamo andare, ragazzi preparatevi-

-Cosa, parti di già?- Chiese Ben con un tono dispiaciuto, avrebbe voluto stare più tempo con lui

-Sì, il lavoro chiama, ragazzo. Tornerò il più presto possibile-

Dopo aver salutato tutti guardò con sguardo triste la vecchia carretta allontanarsi. Si sentiva giù e nemmeno il successo dell’operazione riuscì a sollevarlo di morale. Poi gli venne in mente un’idea, si girò verso i suoi due amici con sguardo speranzoso

-Per celebrare la vittoria perché non andiamo a prendere uno smoothy[4]?-

-Cavolo Ben non sai pensare ad altro! Ho altro da fare, come per esempio studiare, cosa che dovresti fare anche tu se vuoi entrare in un buon college. Hai già 17 anni e all’ultimo anno di liceo, devi pensare a queste cose- Ben ci rimase un attimo male per il rifiuto della cugina, così si voltò verso Kevin ma le sue speranze vennero infrante dallo sguardo dispiaciuto del ragazzo

-Mi dispiace Benji, devo andare al lavoro. Questo periodo è piuttosto incasinato, sembra che tutti stiano facendo il possibile per distruggere le loro macchine-

-Oh … okay, non è un problema- Rispose cercando di sforzare un sorriso. Qualche anno fa si sarebbe lamentato fino a diventare insopportabile, ma era cambiato da allora. Sapeva che i due erano piuttosto impegnati, ma avrebbe voluto passare con loro un po’ di tempo, come una volta. Erano settimane che non lo facevano -Porta tu a casa Gwen, io faccio un salto da Mr. Smoothy prima di tornare a casa-

-Okay, ciao Benji-

-Ciao, Ben. E studia!-

Aspettò che se ne fossero andati prima di salire sulle sua auto e tornare a casa. Improvvisamente non aveva più fame e non voleva mangiare smoothy da solo. A parte Kevin e Gwen non aveva molto altri amici. C’erano Helen e gli altri ma anche loro li vedeva di rado, come nonno Max del resto.

Quando arrivò a casa fu accolto solo dal silenzio. Recentemente sua madre aveva trovato un lavoro che la teneva occupata tutto il giorno e suo padre non tornava mai prima dell’ora di cena. Non riusciva a farci l’abitudine, gli venivano i brividi e più passava il tempo più non riusciva a definire quel posto come casa. Era stato costretto ad imparare a cucinare, perché dopo i primi mesi di cibo congelato o ad asporto si era quasi sentito male.

Andò direttamente in camera sua e si sdraiò sul letto. Sapeva che doveva dar retta a sua cugina e studiare. Voleva andare al college ma non di certo a quello per super geni come Gwen. Il suo piano era di finire il college e poi lavorare a tempo pieno con i plumbers. In fondo non avrebbe mai potuto avere un lavoro normale con l’Omnitrix perennemente attaccato al polso. In più la sua fama lo precedeva. Chi mai avrebbe assunto l’eroe che aveva salvato più volte la Terra e l’universo. No, era inverosimile.

La notorietà gli aveva dato alla testa in passato e si ricordava del suo atteggiamento strafottente ed egoista che aveva qualche anno fa[5], ma da allora era cambiato. Dopo che in diverse occasione sia lui che i suoi amici avevano rischiato di morire si era dato una calmata. Ora le acque si erano calmate, non era più sulla bocca di tutti e ne era anche contento. I giornalisti e i fan sapevano essere davvero molto invadenti.

Uno sbadiglio lo colse impreparato. Erano diversi giorni che aveva quelli attacchi di sonno improvvisi. Per fortuna fino ad ora gli erano solo capitati quando era a casa, perché non importava quando ci provasse non riusciva a stare sveglio. Gli occhi si facevano sempre più pesanti

"Studierò quando mi sarà svegliato" Pensò prima di addormentarsi definitivamente

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Tre Giorni Dopo

Ben posò la penna con un sospiro soddisfatto. Aveva finito tutti i compiti per il giorno seguente ed era riuscito a studiare per il test di ammissione al college. Guardò l’orologio, erano le sei di sera. Avrebbe chiamato Gwen e Kevin per sentire se volevano uscire, aveva voglia di smoothy! Compose il numero di cellulare della cugina e aspettò che rispondesse

«Pronto Ben?»

-Ciao Gwen che ne dici se più tardi andiamo da Mr. Smoothy?-

«Non posso, Ben, mi dispiace, sto studiando. Chiamami solo se c’è un’emergenza okay?»

-Okay. Ciao- Subito la ragazza chiuse la chiamata senza salutarlo. Se Gwen non poteva avrebbe chiesto a Kevin, erano secoli che non uscivano solo loro due

«Benji è successo qualcosa?» Dal tono di voce sembrava preoccupato, in fondo non lo chiamava poi così spesso

-Non volevo solo chiederti se ti andava di uscire più tardi da Mr. Smoothy?-

«No, devo lavorare fino a tardi. Mi dispiace»

-Ah, no scusa se ti ho disturbato. Ciao-

«Ciao» Almeno Kevin lo aveva salutato.

Improvvisamente non aveva più voglia di smoothy, anzi non aveva proprio fame, sebbene non avesse mangiato quasi nulla a pranzo. Una strana sensazione di solitudine ed abbandono lo colpì. Sapeva che erano impegnati ma voleva solo vederli e passare un po’ di tempo con loro. Non voleva più sentirsi così solo.

Un altro attacco di sonno lo colpì e in pochi minuti cadde addormentato.

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Due Giorni Dopo

Quando si svegliò era sera tardi, il sole stava tramontando lasciando il cielo colorato di rosa e arancione. Quella vista però non fece altro che rattristarlo ulteriormente. In più iniziava a preoccuparsi, quegli attacchi di sonno si facevano sempre più frequenti e acuti. Anche se andava a dormire presto la mattina, faceva fatica a stare sveglio durante le lezioni e più volte si addormentava mentre faceva i compiti. Quel giorno, per esempio, non ce l’aveva fatta nemmeno ad arrivare alla scrivania e si era addormentato subito appena toccato il materasso con lo zaino ancora sulle spalle.

Voleva parlarne con qualcuno, ma non sapeva come affrontare l’argomento con i suoi genitori, suo nonno era irraggiungibile al momento, Gwen era chiusa in casa a studiare e Kevin aveva il suo lavoro all’officina. Non voleva disturbarli, ma quell’ansia che continuava a crescere non gli dava pace. Come l’ultima volta compose il numero della cugina e aspettò. Il telefono squillò per sette volte, Ben stava per rinunciare quando la ragazza rispose

«Ben! Cosa c’è, lo sai che sono impegnata. È un’urgenza, un attacco alieno!?»

-Ecco, non è un attacco però …- Fu interrotto prima che potesse finire la frase

«Allora non disturbarmi mentre studio!!!» Gridò e senza aggiungere altro riattaccò. Un po’ incerto compose il numero di Kevin

«Pronto, Ben. Cosa vuoi?» Il suo tono era molto sbrigativo e disinteressato

-Ecco, volevo chiederti se …- Fu un’altra volta interrotto

«Ascolta se vuoi andare da Mr. Smoothy trova qualcun altro o vacci da solo. Non ho tempo, te l’ho detto»

-Ah, no ecco. Non si tratta di questo, io …-

«Ascolta non potrei nemmeno stare al telefono. Chiama solo se c’è davvero un’emergenza»

Ben guardò triste il telefono tra le mani, mentre quel senso di vuoto non faceva altro che aumentare. Improvvisamente si sentiva solo anche se sapeva che i suoi genitori erano in casa. Si sentiva abbandonato dai suoi più cari amici. Il mondo stava perdendo la sua lucentezza, i colori sembravano sbiadire, lasciando solo bianco, nero e sfumature di grigio.

Nonostante si fosse svegliato da soli dieci minuti all’improvviso si sentì di nuovo stanco. Questa volta decise di non combattere per rimanere sveglio, anzi voleva addormentarsi e non pensare a niente. Perché in quei giorni le uniche volte che si era sentito vivo era stato nei suoi sogni. Sebbene non si ricordasse cosa sognava, ogni volta che si svegliava aveva un senso di nostalgia, come se aprendo gli occhi gli avessero portato via ogni ragione di vita.

Così un’altra volta cadde nel mondo onirico

--

Era tutto buio.

Non vedeva nulla, come se avesse gli occhi chiusi.

Sentiva una voce, femminile, giovane, molto giovane … una bambina

Lo stava chiamando, non capiva cosa stava dicendo ma lo sapeva, stava chiamando lui

Cercò di aprire gli occhi, una forte luce lo colpì accecandolo

Vide un volto sfocato, ne intravide solo il sorriso

Un paio di braccia protese verso di lui

E poi … … …

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Il Giorno Seguente

-Tesoro, alzati. Anche se è domenica non puoi dormire tutto il giorno, sono già le dieci- Ben cercò di aprire gli occhi ma la forte luce della mattina lo colpì talmente forte da fargli venire mal di testa -Avanti Ben non poltrire- Quando non ricevette risposta dal figlio Sandra Tennyson incominciò a preoccuparsi -Ben, tesoro, stai bene?-

Da sotto le coperte si sentì solo un lontano grugnito ma poi Ben riuscì a risponderle anche se la gola gli bruciava

-Ho mal di testa- Fece una pausa e cercò di deglutire ma non aveva una goccia di saliva in bocca -Mi fanno male gli occhi … luce- Capendo cosa stava cercando di dire la donna si alzò e andò a chiudere le tende immergendo la stanza nella penombra

-Meglio, tesoro?- Ben annuì, ma la donna comunque non convinta posò una mano sulla sua fronte -Ben, ma scotti. Stai fermo qui, vado a prendere delle medicine- In pochi minuti fu di ritorno con una pastiglia e un bicchiere d’acqua.

Il ragazzo mandò giù la pasticca e bevve l’acqua con avidità, anche se il sapore era alterato per la febbre ora la sua bocca non era più arida come prima

-Grazie- Disse con voce rauca

-Non parlare se ti fa male la gola. Purtroppo abbiamo finito le medicine devo andare comprarle. Tuo padre è uscito, te la senti a stare un po’ da solo? Finché non torno? O chiamo qualcuno, magari Gwen-

Solo

-N-No!- Un colpo di tosse lo stordì un attimo -No, va bene. È di sicuro impegnata. Ce la faccio, non ti preoccupare-

-Okay, comunque ti lascio qui vicino il telefono, chiama se ti senti peggio, va bene?-

-Sì, mamma- Altri colpi di tosse

Sentì la macchina uscire dal vialetto e il silenzio che si creò nella stanza, nell’intera casa sembrava opprimerlo.

Soffocarlo.

I minuti passarono. Le ore passarono. Ogni secondo che passava sentiva il fiato venirgli meno, le mani e i piedi iniziavano a intorpidirsi, persino il suo stesso battito cardiaco gli sembrava rallentato. La vista divenne offuscata e poco nitida ai bordi e più tempo passava più tutto diventava solo nero.

Spaventato cercò di chiamare sua madre, chiamata rapida - tasto 3, ma il telefono non prendeva.

Provò con quello di suo padre, chiamata rapida - tasto 4, ma la tanto odiata suoneria partì riecheggiando nelle mura vuote della casa

Anche il suo udito iniziava ad abbandonarlo

Quello era un caso di emergenza giusto?

Chiamò Gwen, chiamata rapida - tasto 2

-Gwen …- La sua voce era solo poco più di un sussurro

«Quante volte te lo devo dire. Non disturbarmi!»

Chiamò Kevin, chiamata rapida - tasto 1

-K-Kevin …- Si stupì che il ragazzo lo avesse sentito

«Smettila di chiamarmi, sto facendo un lavoro extra. Solo se è un’emergenza!»

"Ma questa è un’emergenza" Pensò, ormai non riusciva più neanche a parlare

E poi …

I suoni lo abbandonarono …

Gli odori sembravano spariti …

La sua bocca era come insensibile …

Il suo corpo non lo sentiva più …

Il mondo si fece completamente nero …

--

-Sei qui! Finalmente sei qui!

Sei con me! Ora non ci separeremo più

Siamo insieme! Nulla potrà mai dividerci! Nulla!

Mamma! Sei qui! Mamma!-

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*Owari Cap. 1*

 

Dizionario:
[1] Fango Fiammante
[2] Gelone
[3] Risolutori
[4] Il frappé per capirci, solo che mi piace un casino come suona in inglese!
[5] So di aver scritto che non tenevo conto di Ultimate Alien ma ho pensato che in un modo o nell’altro alla fine la sua identità fosse comunque stata svelata

-Salve a tutti!- ndRan
-Siamo qui oggi per presentare la nostra nuova long fic- ndJane
-Potresti metterci anche un po’ più di entusiasmo, sai- ndRan
-Uff- ndJane
-Va bhe, vorrà dire che parlerò solo io. L’idea non so nemmeno come c’è venuta, un attimo di insana ispirazione. Non me lo ricordo. Il problema è sorto quando abbiamo iniziato a scriverla, fino a quel momento non c’eravamo accorte che la presenza dell’Omnitrix e non dell’Ultimatrix era fondamentale … quindi non si tiene conto di Ultimate Alien. Che altro dire, il personaggio OC comparirà nel prossimo capitolo. Ah non so con che frequenza aggiorneremo, abbiamo già pronti altri due capitoli ma a ottobre inizio con l’università quindi il tempo potrebbe scarseggiare anche se è diverso dal liceo. Di per se la storia non dovrebbe essere lunghissima, ma dipende da vari fattori non saprei dire con esattezza quanto. Spero davvero che non sia troppo OOC!!!- ndRan
-Se hai finito ora ce ne andiamo- ndJane
-Oh, si. Finisco solo col dire: leggete e commentate! Onegai!- ndRan
-Ciao- ndRan&Jane

   
 
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