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Autore: Pink_lemon    22/09/2011    5 recensioni
Un forte trauma colpisce Bella durante la sua vita a Phoenix. Per aiutarla, Renee la manda a vivere con suo padre a Forks. Riuscirà Bella a ritrovare la serenità e a tornare a parlare?
Genere: Avventura, Malinconico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Più libri/film
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Ciauu ^_^ ... eccomi  tornata !! Sono stata strafelice di leggere i vostri commenti ... spero che questo primo capitolo non  deluda le vostre aspettative !! Aspetto ansiosa altri vostri commenti.
Bando alle ciance , veniamo a noi, in questo primo capitolo conosceremo un po'  meglio Bella iniziando a capire cosa le sia successo... ma non vi voglio svelare troppo anche perché vi basterà leggere qui sotto !!
BUONA LETTURA A TUTTI.

Capitolo 1: Incontri

 
Arrivata in camera chiusi la porta e mi stesi sul letto. Presi il mio vecchio mp3 e, cullata dalle note di Debussy ,riuscii a prendere sonno.
Ma la pace fu breve , perché i soliti incubi vennero a trovarmi...

Ero a casa da sola, come al solito, sentii  la porta sbattere e corsi a nascondermi dietro la tenda
-Dov'è la mia Bellina ?-
Sentivo  la puzza d' alcol da dietro la tenda ... il mio respiro divenne sempre più  veloce cosi come il battito del mio cuore, avevo cosi tanta paura che mi feci la pipi addosso.  "perfetto"  pensai   "un motivo in più per farti picchiare..."  .
Sentivo il rumore dei suoi passi che si avvicinavano lentamente alla tenda, una volta arrivato di fronte  a me. Eravamo separati da un sottile strato di tessuto blu. Rimase fermo e il suo puzzo impregnava l'aria e mi si incollava addosso .
Qualche istante dopo mi pestò il piede, che senza saperlo era rimasto fuori dalla tenda, io emisi un flebile grido  di dolore,  lui scanso la tenda e ci ritrovammo l' uno davanti all' altro...

Mi svegliai di soprassalto. I morsi della fame mi avevano di nuovo salvato dai miei incubi.
Guardai  l'ora , era l'una.
"Le buone, vecchie abitudini", pensai alzandomi dal letto, in direzione del frigorifero. Il frigo era quasi vuoto , "e la credenza ?" persino i barboni se la passavano meglio..." Possibile che Charlie mangi sempre e solo dai Fast Food??".  Sentii  un demone dentro di me ribollire per la rabbia, "voglio cibo".
Rovistai dappertutto nella speranza di accontentarlo, finché,  "bingo" , trovai una busta con degli avanzi di pizza e hamburger .  Probabilmente era da buttare, ma mi andava bene qualunque cosa visto la fine che avrebbe fatto.
Trangugiai tutti in pochi minuti e poi, finalmente, arrivò il familiare malessere tanto ambito. Cosi corsi nel  bagno e presto mi svuotai di tutto. Per un istante le mie paure e i miei incubi, furono tutte in quel water , finche non le vidi andare giù nello scarico...
Tornai in camera e mi rimisi a letto più tranquilla, pur sapendo che il sollievo sarebbe durato poco.

Il mattino dopo fui svegliata da Charlie che mi portò il caffè  in camera, "che cosa strana" pensai,  infatti poi capii che voleva solo addolcirmi la pillola...
-Bella so che c'è scuola ... ma preferisco portarti in ospedale per fare delle visite, per la scuola c'è tempo , chissà che qua non trovino qualcosa che i tuoi medici non hanno trovato ...-
Forse si sentì in colpa, infatti subito dopo aggiunse - Ti va di fare colazione al bar?-
Feci un lieve cenno di no , e lui uscì dalla stanza .
Rimasi finalmente sola in camera e mi accorsi che la gola mi bruciava ancora dalla sera precedente, inghiottii  della saliva  ma fu come mandar giù del peperoncino... il caffè caldo mi avrebbe aiutato, infatti dopo un acuto dolore , dovuto ai primi sorsi, il dolore si attenuò di parecchio.
 
Decisi di farmi una doccia. Mentre l'acqua bollente mi scivolava addosso, mi chiesi cosa fosse peggio, "una mattinata a scuola o una giornata di visite all' ospedale?" in entrambi i casi avevo brutti ricordi...
Dopo un lungo dialogo mentale con me stessa decisi che era molto meglio non dover affrontare un nuovo primo giorno di scuola, sopratutto perche ricordavo perfettamente gli ultimi giorni in quella vecchia.
Quando avevo smesso di parlare i miei compagni mi avevano dato della pazza... non che le cose prima fossero migliori, (ero sempre stata molto taciturna). Poteva  quasi sembrare che in me la parola fosse venuta  a mancare poco alla volta ...
Che malattia avevo? Nessuna, se non si ritiene tale l'apatia dal vivere.
Naturalmente dalle visite mediche non poteva risultare nulla, cosi mia madre mi mandò dallo psicologo.
Dopo sei  sedute si rese conto di quanto fosse uno spreco di soldi . Potevo sedermi in silenzio a casa, però gratis.
Ma dopo essere stata espulsa non ci mise molto a decidere di mandarmi da Charlie , e a me stava bene cosi .
 
Camminammo nei corridoi bianchi e asettici dell'ospedale , e quelle pareti fecero riaffiorare in me altri ricordi:

-Sono caduta dalle scale-  dissi a testa bassa , sapevo che i suoi occhi minacciosi erano puntati su di me, pronti a farmi esplodere la testa al mio minimo tentennamento ...

-Bella ,Bella ... mi ascolti?-  questa volta fu  Charlie a farmi riemergere dai miei pensieri, riportandomi alla realtà.
Feci cenno di  si con la testa, - io vado a lavoro-  disse  -tu ora fai queste visite ,avvisami quando finisci e ti vengo a prendere ok?- mi guardava fisso negli occhi sperando in qualcosa di più dei miei soliti cenni  negativi o positivi , ma purtroppo  per lui ottenne solo uno di questi ultimi.
Guardai Charlie andar via , e fui tentata dal fare lo  stesso  , ma mentre ci pensavo , la porta di fronte a me si aprì .
La prima cosa che vidi furono i suoi occhi , color miele , che non riuscii a non fissare ipnotizzata.
  
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