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Autore: Marbella    22/09/2011    1 recensioni
"Sangue schizza sulle sue guance...le sue mani, non più inermi, sono grondanti...
Ora è lei a torreggiare sull'uomo steso a terra, una scomposta macchia scura sullo sfondo rubino del pavimento.
Ora è la bocca che ha torturato oscena ogni centimetro della sua pelle, ad essere spalancata in un ghigno di terrore"
Nella Francia del Re Sole la giovane Colette vive solamente per una cosa: la vendetta. Il destino però ha in serbo ben altro.
Genere: Avventura, Romantico, Storico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Epoca moderna (1492/1789)
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Capitolo 1

Atto primo: Uccidere

Francia, Aquitania, Saint Quentin de Baron - 15 Aprile 1671

La spada penetrò a fondo nel ventre dell'uomo, che cadde a terra rantolante.

Nel silenzio cupo della grande aula l'aggressore, chinatosi in ginocchio su di lui, gli prese la destra, se la portò al petto e sussurrò: Vi ricordate di me, ora? -

Il terrore brillò impietoso sul volto contratto del morente, mentre bruscamente ritraeva la mano biascicando: Putt... - ma la gola gli venne squarciata di netto. Il sangue schizzò ovunque, allargandosi poi in una pozza vermiglia sotto il corpo del Marchese. L'altro, in piedi vicino al cadavere, estrasse con uno strattone la spada per rinfoderarla. Ripulì l'arma corta sui calzoni e infine, imperturbabile, mosse verso l'uscita, senza degnare di uno sguardo i due testimoni e il medico sbigottito.

La Marchesa giungeva in quel momento scortata da un amico del marito, il quale si era premurato di avvisarla dell'imminente scontro. Alla vista delle impronte sanguigne lasciate dagli stivali dell'uomo che veniva verso di lei, si precipitò nella stanza con un urlo e svenne dopo pochi passi, ancora in tempo per sentire, soffiato alle sue spalle: Credetemi, Madame, Vi ho solamente fatto un piacere...-

Tutto era compiuto: l'offesa, la sfida, la morte. I presenti, scioccati, non avevano avuto il coraggio di fiatare, ma ad un tratto qualcuno aprì bocca appiccando un fuoco di grida concitate: Ma questo è ...assassinio...

- Le guardie, presto, chiamate le guardie del tribunale!

- Fermate quell'uomo!

Tra gomitate e spintoni la gente ben vestita si riversò fuori dall'aula, disperdendosi per i corridoi alla ricerca affannosa dell'uomo, già scomparso.

Poco dopo, in un impeto di muscoli, un cavallo percorse al galoppo lo spiazzo in terra battuta dietro al tribunale e si tuffò nel bosco di castagni che si apriva a poca distanza dal modesto edificio della Giustizia. Il cavaliere, teso sul collo dell'animale, lo dirigeva deciso tra gli alberi, voltandosi di tanto in tanto e aguzzando lo sguardo ceruleo. Proprio in questo movimento un ciuffo di capelli ricci e scuri s'impigliò fra i rami sovrastanti e venne strappato di colpo, liberando un'imprevedibile chioma color grano - Dannazione! - si lasciò sfuggire la ragazza; non aveva proprio il tempo di fermarsi a raccogliere la parrucca tra le foglie del sottobosco, e proseguì spronando ulteriormente la povera bestia.

Quei riccioli bruni cuciti su tela di sacco finissima erano costati parecchio, ma l'effetto che davano, insieme ai finti baffetti applicati con miele colloso, era di incredibile realismo. La gola della giovane e la sua marsina erano incrostate di sangue, come le mani che stringevano con rabbia le redini: un coltello e una spada vibravano agganciati alla cintura.

Procedette nel bosco fino a notte, senza fermarsi, ma costretta a rallentare sensibilmente l'andatura per via del terreno accidentato e degli alberi. Doveva raggiungere la meta, ormai mancava poco.

Il baluginio del fuoco la fece sobbalzare, arrestò il cavallo e attese; una fiaccola emerse dal buio lanciando al suolo un'ombra deformata.

- Ci sei riuscita? - domandò impaziente una roca voce maschile

- Sì...il Marchese de Flossy è morto. -

Nel pronunciare la frase Colette fu presa da un tremito tale da costringerla a scendere a terra. L'uomo rimase distante a scrutare la nipote che vomitava, vinta dalla stanchezza, dall'angoscia e dall'orrore. Poi fece qualche passo e le si accostò con fare tenero

- Brava, sei stata brava. Ora possiamo proseguire con il nostro piano. Non pensarci più, domani mattina saremo a Bordeaux. Adesso riposati! -

Colette si raddrizzò, pallida in volto, lo guardò fisso negli occhi per un attimo e strappatagli la torcia di mano si diresse verso la piccola baracca da cacciatore, che sapeva trovarsi nei pressi. Camminando, si sbottonava con furia la giacca, si strofinava la gola, le guance: sfregava e piangeva lacrime tinte di sangue, non suo. Infine, accovacciata sul pagliericcio umido del capanno, si addormentò tra i suoi incubi, al buio, mentre lo zio si godeva quel momento di trionfo, sentendosi come non si era mai sentito prima.


Angoletto dell'autrice

Dunque, questo è il secondo capitoletto della mia ff (Questi primi capitoli sono corti per renderli più incisivi in sé, come scene singole). Please, please, please recensite, commentate...anche solo per dire "mi piace" o "mi fa schifo" etc. Mi farebbe piacere avere la vostra opinione :D Spero di sentirvi presto, un bacione,

Marby

Nota storica.

Nel mio racconto il castello che attribuisco come dimora ad André Maurice de Rohan, Marquis de Flossy (che non ha fatto nè una bella figura, nè una bella fine), e sarà dimora del suo erede, è Chateau de Curton, un castello realmente esistente presso il borgo di Tizac-de-Curton, in Aquitania, divenuto dal 1563 sede del Marchese di Chabannes per poi finire in mano al popolo con la Rivoluzione Francese. Il borgo di Tizac fa/faceva parte della circoscrizione maggiore del paese di Saint Quentin de Baron a circa 4 km di distanza sulla strada per Bordeaux. E' qui che il racconto comincia in quanto centro di maggior importanza dove venivano risolte questioni d'onore e di altro genere relative al ceto borghese, più raramente del popolo, da parte dei nobili che controllavano la zona.
Per quanto possibile i particolari e i personaggi storici riportati saranno veritieri e verificati :) Ciao!

 

... Nel prossimo capitolo:

"-Che ha combinato il vecchio?- domandò Robert, che in piedi accanto alla finestra ora aperta, fece un cenno ad Annette perché lo aiutasse a rivestirsi.

-E' morto Monsieur...- Luc si maledì appena ebbe pronunciato quelle parole.

...Il sorriso beffardo sul volto del Conte si polverizzò..."

  
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