25/09/2011
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4. Una seconda possibilità
Se qualcuno si era attribuito la facoltà di rallentare il tempo allo stremo per permettere di patire ogni particolare dell’accaduto, ebbene, aveva avuto un doloroso successo.
Severus Snape percepiva i suoi muscoli bloccati, tanto che anche un semplice battito di palpebre era risultato impossibile. Gli sembrò di aver raggiunto l’apice dell’insensibilità se non fosse stato per un fastidio che proveniva esattamente dall’avambraccio sinistro.
Ma lo stesso padrone del tempo stavolta decise di accelerare il ritmo, al segnale di un suono stridulo che si propagò per tutta la silenziosa Hogwarts: l’urlo di gioia di una DeathEater, che, sporgendosi dal bastione, impresse sullo sfondo di un nuvoloso cielo il Dark Mark. Quella che pareva un strana costellazione, era il disegno di un teschio dalla cui bocca usciva un serpente, illuminando di un macabro bagliore la scuola e la nera corazza della squadra di DeathEaters.
Snape si riabilitò improvvisamente. Spinse bruscamente il ragazzo biondo verso le scale. Quel colpo dietro la schiena di Draco Malfoy racchiudeva allo stesso tempo il rimprovero per aver aspirato, anche lui, ad un tale destino e la pietà nel vederlo coscientemente pentito. Ed anche rabbia. La rabbia di trovarsi davanti a chi aveva cancellato ogni opportunità di evitare di uccidere.
Era a causa sua che Snape era stato coinvolto nella stipulazione dell’Unbreakable Vow. Se non fosse stato imprigionato in quel giuramento, forse avrebbe potuto trovare una via alternativa...
E’ stato egoista. Ha preferito rispettare il voto e uccidere, piuttosto che morire. O forse no. E’ stato semplicemente responsabile nel rispettare una promessa ed anche un briciolo comprensivo nei confronti della disperata Narcissa, madre del giovane Draco. E forse aveva anche sentito il bisogno di appellarsi ad una minaccia di morte, per portare a termine quel compito così scomodo. Non che temesse di morire, ma non poteva ancora permetterselo.
La morte fisica non lo spaventava. Il suo corpo era il contenitore di un’anima corrosa che si nascondeva nella periferia più profonda. Morire sarebbe stato solo un sollievo. Ma la voglia di sdebitarsi e di riscattarsi lo aveva accompagnato durante tutto il periodo nel quale aveva seguito fedelmente le indicazioni di Dumbledore, talvolta senza neanche essere a conoscenza dello scopo.
Gli sembrò di rendersene conto solo adesso di essere stato per anni al muto servizio di Dumbledore, senza troppo diritto di parola o di scelta. Ora era libero.
Certamente non era lieto e appagato dal suo atto, ma sentì di essere libero. Sapeva bene di essere irrimediabilmente marchiato e legato ad un sbaglio, ma da tempo ormai la sua fedeltà al male si era incenerita. Adesso era nuovamente libero di scegliere della sua vita. Agiva secondo la propria coscienza e non perché qualcuno gli dettava regole ed ordini.
Gli si presentò per la seconda volta l'occasione di scegliere tra ciò che è facile e ciò che è giusto. Con la differenza che ora era cresciuto, era cambiato. Anzi, era rimasto sé stesso con una imponente dose di consapevolezza in più.
Chissà che Dumbledore non avesse previsto anche questo…
Non aveva ottenuto una seconda possibilità quando Dumbledore gli ha permesso di schierarsi tra le sue fila.
Questa era la sua seconda possibilità. E Snape non aveva la minima intenzione di sprecarla.
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Bene... Ecco un altro capitoletto quasi interamente introspettivo. Vi chiedo di recensire perchè voglio sapere il vostro parere, ovviamente, e se volete che la storia finisca qui o continui fino allo scontro con lo sfregia....ehm...con Harryuccio.
Sono indecisa e mi appello a voi.
Un saluto,
Eileen