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Autore: pallina90    27/09/2011    10 recensioni
Era arrivato il giorno che più avevo atteso da quando avevo saputo di dover interpretare Odette:il giorno della prima de ‘Il lago dei cigni’.
Quella sera però,quando si aprì il sipario,una lacrima solitaria lambì il mio viso,ma poi mi voltai a guardare il motivo per cui non ero sul palco,ma seduta in platea,e un sorriso spontaneo nacque sul mio viso
se vi ho incuriosito passate a leggere ;)
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Altro personaggio, Rosalie Hale | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
Capitoli:
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Buonasera a tutti! Scusate per la settimana di ritardo con cui posto,ma il mio pc come sapete mi ha dato dei problemi,ma fortunatamente ieri sono andata dal tecnico a riprendermi il materiale che mi serviva,così posso postare :) il computer,invece,è ancora malaticcio,ahimè….
Dunque non blatero più e vi lascio al tanto atteso capitolo,in cui avremo un confronto tra Bella e i ‘suoceri’,ci  vediamo sotto!

Scusate per la grafica,che non è uguale agli altri capitoli,ma sto usando l'editor di EFP ^^


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RICHIESTE

Life is the most spectacular show on earth **

Un mese dopo
 
Era arrivato il giorno che più avevo atteso da quando avevo saputo di dover interpretare Odette: il giorno della prima de ‘Il lago dei cigni’.
La prima di uno spettacolo è la cosa più attesa e nello stesso tempo più temuta per un ballerino; nessuno immagina la frenesia e quello che succede dietro le quinte. I controlli per vedere che tutto sia apposto,gente che corre e fa strani esercizi per riscaldarsi,chi si aggiusta i capelli e il trucco,chi cuce le bretelle del proprio costume perché ha dimenticato di farlo,chi smolla le punte.
 Io in quei momenti ero totalmente nel panico: sembrava avessi la mente annebbiata,non riuscivo a ricordarmi i passi in sequenza,mi tremavano le gambe,e tanta era l’adrenalina in circolo che non facevo altro che sorridere come un’idiota! Ma poi,puntualmente e fortunatamente,quando mi mettevo in posizione,quando si accendevano le luci,il sipario si apriva e la musica cominciava a diffondersi per la sala,la nebbia si dissolveva e tutto tornava al suo posto,ed io mi lasciavo trascinare dalla musica,che sentivo scorrere nelle mie vene e che mi rapiva in un mondo tutto mio.
Quella sera però,quando si aprì il sipario,una lacrima solitaria lambì il mio viso,ma poi mi voltai a guardare il motivo per cui non ero sul palco,ma seduta in platea,e un sorriso spontaneo nacque sul mio viso: Matthew dormiva beato nel suo baby-pullman e non seppi trattenermi dal fargli una carezza nella mano,sperando che non si svegliasse.
 
Dopo lo spettacolo,che era andato meravigliosamente bene,Edward aveva insistito per riaccompagnarci a casa,nonostante potessero benissimo farlo Jasper ed Alice. Le cose con lui andavano un po’ meglio,ma i nostri rapporti non erano migliorati di molto: ogni passo avanti che faceva,veniva poi cancellato da qualche sua richiesta assurda o dal modo di pormi determinate questioni sull’educazione del piccolo.
In macchina regnava un silenzio innaturale; lui sembrava nervoso,continuava a stringere il volante della macchina così forte da avere le nocche delle dita bianche. Mi voltai per controllare che Matthew dormisse ancora e decisi di spezzare quel silenzio,che cominciava a diventare pesante “Edward cos’hai? Sembri… nervoso?”
“No,sto bene” sussurrò,quasi più per convincere se stesso che per rispondere a me. Decisi di non insistere oltre e appoggiai la testa al finestrino,guardando le luci della città che sfrecciavano nel buio della notte: quando avrebbe voluto dirmi il motivo del suo mutismo lo avrei ascoltato,ma di certo non sarei stata lì a pregarlo;ad un tratto Edward sospirò profondamente e ammise “In effetti non va tutto bene.”
 Attesi che continuasse,ma quando vidi che sembrava in difficoltà,decisi di andargli incontro “Edward cosa c’è che ti turba? Se vuoi parlarmene,io ti ascolto” e sfiorai la sua mano con la mia.
“Grazie Bella. Ecco,vedi,stasera c’erano anche i miei genitori allo spettacolo,oltre Tanya. Come al solito lei non sa tenere la bocca chiusa,e ha detto che eravate presenti anche tu e il bambino. Esme e Carlisle naturalmente sanno tutto di voi,e del bene che voglio a Matthew,ed essendo loro i nonni desidererebbero conoscerlo”
“Anche Carlisle?” chiesi dubbiosa.
“Sì perché?” in questi momenti non riuscivo a comprendere se facesse lo scemo o lo fosse.
“Sbaglio o è stato proprio tuo padre a procurarmi l’appuntamento in clinica per abortire? Cos’è ad un tratto vi siete pentiti tutti?” ribattei acida.
“Smettila di comportarti così. Carlisle lo ha fatto solo perché gliel’avevo chiesto io,lui è pure un obiettore di coscienza”
“Non mi importa chi lui sia. Se sono così tanto interessati a Matthew potevano anche fare una cazzo di telefonata durante i nove mesi della gravidanza,ma invece niente;pure quando è nato non ho mai ricevuto nulla da loro,neppure un biglietto d’auguri. Si vede che la tua voglia di fuggire dai problemi è un fattore genetico” la rabbia si era impossessata di me,ma in quel momento non mi importava di apparire maleducata,avevo bisogno di sfogarmi.
“Perché devi essere sempre così esagerata Bella?”
“Esagerata?!” mi portai le mani ai capelli per evitare di picchiarlo “Ti rendi conto che per nove mesi tutti mi avete ignorata e adesso fate a gara per vedere il bambino?! Se pensi che io lo lasci in mano della tua famiglia per farne l’erede perfetto ti sbagli di grosso: lui è mio figlio” lottavo con tutta me stessa per impedire alle lacrime di non fuoriuscire dai miei occhi: odiavo il mio carattere che mi portava a piangere quando ero troppo nervosa.
“E Tanya perché l’hai accettata?”
“Quella povera ragazza si è presentata a casa mia nel momento in cui stavo per partorire per sapere chi fossi,ma pur non avendo avuto il tempo di parlare mi è rimasta accanto tutto il tempo. E’ una persona squisita,non sapeva nulla di me e Matthew,e per questo l’ho subito accettata: ha fatto molto per noi. L’unico rammarico è che sia tua sorella,ma non si può scegliere la famiglia in cui nascere”
“Allora se è per questo neppure mia madre Esme sapeva nulla. Io e Carlisle siamo stati gli unici a sapere tutto fin dall’inizio”
“Perfetto! Allora dì pure ad Esme e Tanya di venire quando vogliono,anche domani. Ma io non ho intenzione di mettere piede a casa tua. Adesso per favore voglio tornare nella mia di casa,sono stanca” mi girai verso il finestrino e dichiarai terminata la discussione. Arrivati a casa scesi velocemente dall’auto,attesi che salutasse il piccolo,e ci mise più del previsto per farmi incavolare ancora di più,e poi me ne andai dritta in casa senza dirgli una sola parola.
 
POV EDWARD
Tornai a casa imbufalito nero: nessuno mi aveva mai osato insultare la mia famiglia in quel modo.
“Edward fratellone,complimenti ancora per lo spettacolo. Hai parlato con Isabella della mia idea?” chiese ansiosa mia sorella.
“Ha apprezzato tanto la tua idea,così tanto che neppure vuole venire. Ha detto che se volete potete andare tu e la mamma a trovarla,ma ci possiamo scordare che lei al momento metta piede in questa casa”
“Edward quella ragazza ha sofferto tanto; cosa ti aspettavi,che ci accogliesse a braccia aperte nella sua vita?” mia madre come al solito fu molto diplomatica,e le dava ragione.
“Sentite non ho voglia di litigare pure con voi,me ne vado a letto” e salii in camera mia,dove dormire risultò essere la cosa più complicata al mondo,nonostante tutta la stanchezza accumulata.
 
Il pomeriggio seguente andammo tutti a casa di Bella; durante il tragitto in macchina non volò una mosca e quando arrivammo la prima a scendere fu Tanya che andò alla porta per avvisare Bella del nostro arrivo: la vidi parlare con lei,ma quando entrammo non c’era traccia di Isabella. Presi Matthew dal passeggino dove lo aveva lasciato sua madre e lo presentai ai miei. Mia madre ne fu subito conquistata e se lo spupazzò per un bel po’,poi mi chiese dove fosse la camera di Bella “E’ di sopra,la prima porta a sinistra,ma non credo sia il caso che tu vada”
“Questo lascialo decidere a me” mi rispose serafica e salì sopra.
 
POV BELLA
Stavo cercando di leggere un libro per non pensare che sotto ci fosse tutta la famiglia di Edward al completo,perché era venuto pure Carlisle. Quando Tanya aveva suonato, l’avevo ringraziata per essere venuta lei e le avevo detto che per qualsiasi bisogno mi avrebbe potuto portare Matthew in camera. Quando mi resi conto che stavo rileggendo lo stesso rigo per la decima volta senza capire nulla,chiusi il libro di scatto e tentai di mettere un po’ di ordine nella camera,ma venni interrotta da qualcuno che bussò alla porta “Isabella sono Esme,la madre di Edward”
Rimasi pietrificata,non volevo parlare con lei “Ti prego Isabella,giuro che non ti ruberò molto tempo,solo cinque minuti e poi leveremo il disturbo” presi un profondo respiro e aprii la porta “Grazie” sussurrò commossa la donna per poi accomodarsi. Ci sedemmo entrambe sul letto e io iniziai a torturarmi le mani,tenendo lo sguardo incollato al pavimento,aspettando che lei parlasse.
“Isabella io sono venuta qui per porti le mie scuse. La mia famiglia si è comportata in maniera ignobile con te; posso solo immaginare come ti sia sentita “
La interruppi subito “No signora,si sbaglia. Nessuno può immaginare come mi sia sentita. Suo figlio mi ha trattata come la peggior puttana esistente sulla faccia della terra,anzi neppure quello perché non mi ha dato un solo centesimo,ma badi bene io i vostri soldi non li voglio.  Lei non può immaginare cosa vuol dire vedere la delusione negli occhi dei propri genitori dopo avergli detto di essere rimasta incinta e che non ci sarebbe stato nessun uomo con me a crescere il bambino: mio padre non mi ha parlato per un mese,l’avevo deluso profondamente.
Lei non ha provato tutto questo quindi per favore eviti di dire che sa cosa ho passato io” conclusi dura.
“Scusami,hai perfettamente ragione,nessuno di noi può immaginarlo. Posso solo dirti che mi dispiace da morire;io ho saputo della tua esistenza e di quella di Matthew solamente il giorno dopo il parto,quando Tanya è stata riaccompagnata a casa dai tuoi amici: povera,appena aprì la porta di casa le mollai un ceffone; non avevo idea di dove fosse stata tutto il giorno e aveva passato la notte fuori senza avvisarmi” un piccolo sorriso mi nacque spontaneo pensando a quella poveretta di Tanya che dopo tutto ciò che aveva passato in ospedale con me si era presa pure la rimproverata dei genitori “Quando lei ci raccontò tutto di te,o comunque quel poco che aveva capito,Carlisle si fece scappare che lui ti conosceva. Immediatamente gli chiesi spiegazioni e dopo il suo racconto mollai a lui un altro ceffone; quel giorno litigammo come mai era accaduto in tanti anni di matrimonio e io non gli parlai per due settimane.”
Rimasi scioccata dal suo racconto: anche lei,come Tanya,era stata tenuta all’oscuro di tutta la mia vicenda. “Io non so veramente cosa dirle. Sicuramente il mio comportamento le sarà sembrato da pazzi,ma io in questo momento non me la sento di perdonare suo figlio,ci vorrà del tempo e non sono certa che riuscirò comunque a farlo. Ma può stare tranquilla,non vi impedirò,né a lui né a voi, di vedere Matthew”
“Io non sono venuta qui a chiederti il perdono per mio figlio. Quella questione riguarda solo voi. Sono qui per chiederti il mio di perdono,perché sono stata una codarda a non farti neppure una telefonata dopo aver saputo tutto o a non venirti a trovare in ospedale,ma avevo paura,semplicemente tanta paura di te e che mi impedissi di vedere il mio nipotino” era veramente commossa e pentita per il suo comportamento e solo una stupida non l’avrebbe capito “La perdono Esme,in fondo tutta questa storia le è piombata addosso da un momento all’altro,e non posso biasimarla più di tanto”  inaspettatamente mi strinse tra le sue braccia: all’inizio rimasi rigida,ma poi ricambiai l’abbraccio,in fondo mi mancava tanto mia madre e Esme sembrava incarnare perfettamente questa figura. Quando ci staccammo mi prese per mano e mi indicò la porta con la testa,in una tacita richiesta di accompagnarla sotto: presi un profondo respiro e annuii. Scendemmo mano nella mano,e quando fummo all’ingresso del salone Edward si aprì in un bellissimo sorriso,vedendoci arrivare insieme. Il primo a venirmi incontro fu Carlisle “Isabella è un piacere fare la tua conoscenza. Prima di qualsiasi altra cosa ti chiedo di perdonarci tutti,ma soprattutto me,per il modo meschino con cui ti abbiamo trattato; nonostante la mia età,non più così giovane,mi sono comportato peggio di un bambino e ho capito la gravità delle mie azioni quando mia moglie ha deciso di non rivolgermi più la parola: non lo aveva mai fatto in tutta la nostra vita insieme. Mi sono lasciato trascinare dal timore di quello accaduto tanti anni fa,non capendo che tu sei una persona splendida,si vede subito dal coraggio con cui hai affrontato tutto,e da come è bello Matthew. Dopo l’operazione che ha subito pensavo di trovarlo sciupato,e invece le sue guanciotte rosse sono sintomo della sua buona salute. Complimenti Bella,sei una mamma perfetta”
Quel commento finale mi fece commuovere,sicuramente a causa dei miei ormoni ancora impazziti,ed Esme mi passò un braccio intorno alle spalle stringendomi al suo fianco “Grazie dottor Cullen – dissi con la voce rotta – non avrei mai potuto ricevere complimento migliore. Ma sappia che non mi abbindolerà con i suoi complimenti” precisai.
“Cosa ti avevo detto,papà? Non è facile parlare con lei” disse Edward tra il serio e il giocoso.
“Edward per favore… Isabella noi…io non ho nessuna intenzione di abbindolarti. Vogliamo solo che tu e Matthew stiate bene,e che quello che è accaduto in passato,visto che non si può cancellare,venga messo da parte,per costruire insieme il futuro di questo bambino”
Erano giuste le sue parole,ma al momento io non me la sentivo di perdonarlo,non ero pronta,in fondo io non sapevo nulla di loro “Per quanto riguarda il perdono sappia che Esme e Tanya sono  già abbondantemente perdonate,se mai avessero qualcosa da farsi perdonare; invece per lei e suo figlio,forse mi ci vorrà un po’ di tempo,ma sappiate che non vi  porterò mai rancore e siete i benvenuti ogni qual volta vogliate vedere il piccolo” e gli sorrisi.
“Grazie Bella,aspetteremo tutto il tempo che vorrai. E chiamami Carlisle” mi ammonì dolcemente
“Ok Carlisle” e passammo il resto del pomeriggio in salotto,a vezzeggiare il piccolo come fossimo una vera famiglia.
 

** tagline del film “Water for elephants”
 
Vi è piaciuto il POV alternato? Come vedete le cose cominciano a sistemarsi molto lentamente…e vi anticipo che nel prossimo capitolo vedremo un momento tenero dell’allegra famigliola,qualcosa su cui fondare le basi per un futuro… MA non vi dico altro!!!
Grazie mille per il sostegno che avete continuato a dimostrare a questa storia e spero di ritrovarvi più numerosi di prima :D dovevo dirvi qualcos’altro ma mi sfugge,quindi ci leggiamo la prossima settimana. Un bacio grande,Paola

 
   
 
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