… Quello che sei… Scusami… Nient’altro…
Luca
sta dormendo, ieri ha fatto le ore piccole con il gruppo di amici che dice
essere suo. Ultimamente è così. Da quando Marta l’ha lasciato perchè “non si sentiva degna di arrivare all’altare con un uomo
così al suo fianco”; passa le serate tra amici e ragazze. Mi spiace vederlo
così: sembra abbia perso tutto.
Il
mese scorso gli ho regalato un viaggio; in modo che capisse quante persone
esistono e quante ragazze farebbero follie per un ragazzo come lui, o un uomo così per dirla alla Marta. Luca
non mi ha mai detto nulla. Non mi ha mai ringraziato, ma anche questo fa parte
del tacito accordo tra fratelli. Specialmente se si è due gemelli dello Scorpio.
Da
quando sono tornata a Milano ha sempre trovato il modo per farmi sorridere. Da
quando Rob è partito, si è sempre fatto in quattro.
Da quando questa casa è tornata ad essere mia non mi ha fatto mai sentire sola.
Lui non lo ha mai sentito dalla mia voce, ma lo sa. Anche questo è tra le
regole del rapporto fraterno.
Sta
dormendo come un bambino. Il suo pigiama preferito e il respiro regolare che mi
ha sempre tranquillizzato.
E’
convinto di essere migliore di quel pezzo di marmo che con il David ha poco, se
non niente in comune. Ha ragione!
Luca
dorme, io lo lascio dormire. La spesa del venerdì mi attende.
Borsa a tracolla, I Pod,
cuffie, chiavi; cellulare; ed esco.
“Ciao!”
un saluto appena sussurrato che mi fa voltare. L’I-pod
nelle orecchie attutisce ogni rumore ma sento la sua voce. Come se le mie orecchie
fossero in attesa solo di quelle parole. Come se fossero sintonizzate sulle
onde della sua voce. Mi volto automaticamente, alza una mano come per
confermare che il saluto non era stata solo un’impressione. Ricambio. E ognuno
per la sua strada, come da tempo immemore ormai.
Porto
la mano sinistra sulle labbra e le sento distendersi in un sorriso. Le mie
gambe continuano a camminare come se niente fosse successo. Elinor
mi fa rivisitare quello che è. No, non quello che è stato.
Quello
che è.
Went!
LUCA POV
Esistono
tanti Wentworth quanto donne in questo mondo. A New York, London, Paris… Ovunque.
E’
assurdo pensare di appartenere alla stessa squadra di questi esemplari.
A
New York ho cantato due ore senza staccare un attimo. Ho nuotato senza pause e sono
rimasto a galla. La canzone migliore degli ultimi mesi.
Ho
visitato London City con la migliore guida che abbia mai incontrato. Finalmente
ho visto la villa di cui sono proprietario. Il ballo migliore degli ultimi
mesi.
E’
mezzogiorno. Sono ancora a letto. Ieri sono rientrato a casa intorno alle due.
Ho fatto le ore piccole. Dopo secoli.
Amy
era ancora sveglia. Rapita dal libro che stava leggendo.
“Si
svolge in ventiquattro ore Lu! Voglio provare a leggerlo in ventiquattro
ore” la giustificazione pronta e
servita. “Se vuoi quando lo finisco te lo passo.” Lei e le sue intenzioni di
farmi amare la lettura.
“Non
è meglio dormire, alle due di notte?”
“Luca.
Dovresti conoscermi dopo ventidue anni e un racconto lungo trentadue capitoli.
Se sfoglio un libro per me non esiste orario”
“Notte
sorellina!”
“Notte
notte!”
Tempo
di mettermi sotto le coperte e la luce di Amy si spegne.
Lei,
però, è sveglia.
E’
mezzogiorno.
Apro
il frigo e prendo il primo yogurt che mi passa davanti agli occhi: pere e cioccolato.
Deve essere ottimo.
Esistono
tanti Wentworth quante donne in questo mondo. A New York, London, Paris… Ovunque.
Nessuno
ha mai pensato che potessero esserci anche tante Anne poco, se non per nulla
persuasibili quanti Fitzwilliam.
Werewolf tutta la vita. Così aveva promesso. Così aveva
detto la ragazza che avrei voluto al mio fianco.
Non sono degna
di arrivare all’altare con un ragazzo come te. Scusami. Una frase detta
senza sentimento.
Ci
avevo creduto.
Come
uno stupido.
Avevo
creduto a qualcosa d’impossibile.
Il
vero amore non esiste.
“Luca,
sei sveglio?” il rumore della porta che si chiude. Amy è tornata.
“Sono
qui! Segui la voce!” ed ecco la mia sorellina che si siede sul divano a pochi centrimentri di distanza da me e il mio personal computer.
Non siamo in Francia. Non devo chiamarlo Ordinatore dei miei stivali.
“Non
ci crederai mai. Indovina chi ho incontrato sotto casa?” domanda mezza
esaltata.
“Mh!” fingo aria perplessa. “Went?”
“Sei
sempre il solito!” sono sempre lo stesso. “Indovinato! E’ tornato! Went è tornato!”
“Le
tue gambe hanno ancora ceduto?”
“NO!
Ed è questa la novità! Mi fa sorridere. I rimpianti sono passati!”
“Il
tempo aiuta sempre!”
“Sì!
E se c’è Mc a casa ancora di più! Ti ho preso il menù che preferisci! Ingozzati
di schifezze, è passato troppo tempo dall’ultima volta!”
“Sei
incredibile e unica, sorellina!”
“Sei
il primo che lo dice sinceramente! Grazie!”
Sorride.
Ma
ho paura di quel sorriso.
AMY POV
Dopo
pranzo Luca è il primo ad alzarsi per resettare la cucina. E’ cambiato da
stamattina. E’ un periodo così. Edward lo ha abbandonato. Quando incrocio i
suoi occhi mi viene da sorridere. Un sorriso che cerco in tutti i modi di
nascondere.
Il
sorriso che conferma le mie paure.
Non
sopporto il mio intuito.
Luca
lo sa.
Tanto
da abbassare lo sguardo quando mi fissa.
“
Ehi! Hai passato bene Agosto? Che mi racconti? Siamo stati lontani un mese e
non mi hai ancora detto nulla…” il silenzio con lui
mi fa paura.
“
Fantastico. New York è meravigliosa. Ho conosciuto sette ragazze. Cioè in
realtà tre, una che strilla come non so chi.” Troppo vago per essere davvero
“non so chi” vai avanti fratellino.
“
L’altra con degli smeraldi ormai liquidi e indovina un po’? La terza tradirebbe
Tasso con me.” Solito esagerato fratellino. “Ho declinato l’invito, il mio
cuore è già occupato.” Continua, fissando il vuoto che tanto vuoto non è. Un
tavolo pieno di buste. “Pensa, abitano in una casa che dire povera di ricordi, è
poco!” prosegue, mentre raccoglie il vuoto dal tavolo. “Londra poi… A Londra troppe fotografie. Quella ragazza non doveva
diventare fotografa. Potrebbe scrivere una tesi sulla Austen,
due su Fitz e Lizzy, tre su
Pemberley e le diecimila sterline di rendita. Mi
chiedo perché non sia diventata scrittrice…”
“Perché
non glielo hai chiesto tu?” sapevo che avrebbe parlato senza pregiudizi.
“Ti
pare che chiedo ad una ragazza. Senti perché non sei diventata scrittrice? E’
stupido”
“Tanto
quanto te, quindi perché non aprire bocca per confermarlo?” razza di
orgoglioso.
“Grazie!”
“Prego!”
Prende
la Coca Cola e parte verso lo studio.
“Luca!”
chiamo.
“Amy?”
“Ti
sei divertito almeno un po’?”
“Più
di un po’!” sorride.
Sorrido.
Ma
il presentimento non mi abbandona.
“Esco!”
Esce.
“
Ti aspetto!”
“Grazie!”
Grazie.
Troppe
spine, in questa piccola rosa..
Una
frase detta dal mio fratellone.
Una
frase in cui si rispecchia il mio fratellino.
Nient’altro!
Lei,
ascolta i Gemelli Diversi. Lui, non sopporta i Gemelli Diversi.
Lei,
crede nel vero amore. Lui, vive d’avventure.
Lei,
è single; Lui, è stato lasciato, abbandonato..
Lei,
io; Lui, lui.
Lei
è a Milano; Lui è a Milano..
Lei,
Amy! Lui, Luca!
Ecco,
loro!