Hai un problema? Fai quello che
puoi,
lì
dove sei, con quello che hai a disposizione
(Theodore
Roosevelt )
<< Make Your Choice - Pioggialandia >>
Lago Merlin – Riva Ovest
-
Ricordavo bene il fatto che ti piacesse finire nei guai ma affrontare un demone
al tuo secondo giorno qui, senza avere idea di come difenderti, non è un po'
esagerato? – rivolse ad Harry uno sguardo indagatore.
Si
vedeva lontano un meglio che non si sentiva bene: era forse giunto il momento in
cui anche il grande Harry Potter avrebbe iniziato a seguire le regole come tutti
i comuni esseri mortali?
Harry
si ritrovò a sospirare stremato, seguì la rossa fino alla riva e si appoggiò
stancamente ad un masso: – Che diamine… Possibile che tutto quello che ho
passato fino ad ora non mi sia servito a nulla? Per fortuna sei arrivata tu o
sarei morto… Di nuovo. –
Sul
volto di Amy si materializzò un sorriso divertito, ripensò a quante volte
avevano scherzato sulla fine della guerra nei mesi trascorsi all'accademia per
auror ma ben presto la sua mente gli ricordò cosa avesse evitato solo cinque
minuti prima: - Harry... Perchè eri da solo in riva al lago? Ci sono delle
regole ferree da rispettare. Qui non c'è nessuno disposto a farti passare
qualche effrazione. Questa non è Hogwarts, spero tu te ne renda conto. –
L’espressione
sul volto della rossa ricordò ad Harry il cipiglio severo che la McGranit
assumeva durante i suoi rimproveri, sul volto di una quindicenne faceva tutto un
altro effetto e il ragazzo non riuscì a reggere il suo sguardo: - Sono stato
stupido… Lo so. –
-
Hai vinto una guerra ma questo non ti rende immortale Harry. Non dovresti
sottovalutare nulla di questo posto… Ci sono ancora tante cose che non conosci.
– si levò le ballerine dai piedi e si immerse fino alle caviglie nel lago, dopo
di che gli sorrise serafica – Non dimentichiamoci un dettaglio importante: hai
sempre vissuto in Inghilterra Potter... Non ci sono demoni a pioggialandia!
-
Ad
Harry tornarono in mente gli sguardi ammirati di alcuni ragazzi
all’associazione. Ricordò lo sguardo duro di Amy quando l'ennesimo ministro si
presentò davanti a lui, facendogli i complimenti per le sue gesta eroiche,
elogiando pubblicamente la sua avventatezza.
Amy
semplicemente se ne infischiò del suo nome e del suo passato: gli disse
chiaramente che se davvero credeva di poter affrontare tutto il resto contando
solamente sul suo cognome non sarebbe sopravvissuto mezzo secondo nel mondo
reale.
Tutti
sapevano quando la Halliwell si divertisse a sminuire il prossimo.
I
"rumors" dicevano che, se solo avesse voluto, gli uomini più potenti del
mondo(quelli che a detta di molti avevano il potere di stringere il mondo nel
palmo della propria mano) si sarebbero inginocchiati per lustrarle le scarpe.
Era una stronza di prima categoria... Ma sapeva fare il suo lavoro e nessuno
poteva negarlo.
s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s
Aula
di Pozioni – 7A
Mentre
l’acqua all’interno del suo calderone raggiungeva l’ebollizione, David si
concentrò sul resto degli ingredienti necessari alla preparazione della miscela:
lavorò con calma, cercando di rispettare il più possibile l indicazioni del
libro, restò concentrato e mantenne costante il contatto visivo con la pozione,
attento ad ogni minima variazione… Come tutti gli altri del resto.
Piket
era stato chiaro: entro la fine della lezione dovevano consegnare un perfetto
distillato della morte vivente, li informò inoltre che quell’esercitazione
valeva più di un terzo del loro voto di fine trimestre.
Il
suo fagiolo sopoforoso non ne voleva sapere di collaborare ed ogni volta che
tentava di affettarlo gli sgusciava via dalle mani. Imprecò tra se e se,
raccattò per l’ennesima volta il fagiolo e tornò a parlare con i suoi compagni
delle novità ottenute il giorno precedente dal gran consiglio: - Non fategliene
una colpa… Ci sarà sicuramente un buon motivo che l’ha spinta a non dirci nulla.
–
-
Non fingere che la cosa ti stia bene. – replicò Erin stizzita, cominciò a
sfogliare con rabbia il libro in cerca del metodo più efficace per affettare il
maledetto fagiolo sopoforoso ignorando l’occhiata confusa di Declan al suo
fianco – Ma perché non c’è scritto come affettare questo maledetto affare!? –
Declan
era molto indietro rispetto ai due compagni, stava ancora triturando la radice
di asfodelo quando decise di prendere parte alla conversazione: -
In un certo senso capisco perché non ci ha detto nulla. Non mi piacerebbe essere
la causa di tutti questi problemi… E forzarla non farà altro che peggiorare la
situazione. –
-
Mayer, Summer, Sherazad! Volete condividere con il resto della classe le vostre
chiacchiere? – Piket scoccò ai tre un’occhiata di rimprovero ma quando sentì per
l’ennesima volta il rumore di un contenitore andato in frantumi riportò il suo
sguardo verso Chuck Russel. Il fautore di tutto quel chiasso era inciampato su
un fagiolo mandando in frantumi il contenitore delle radici di asfodelo. Piket
sistemò il danno, minacciando senza mezzi termini di punire chiunque avesse
alimentato tutta quella confusione all’interno della sua aula, poi riprese il
suo discorso: – Guardi dove mette i piedi signor Russel. E per quanto riguarda
voi tre io sto ancora aspettando la vostra risposta. –
-
Abbiamo qualche problema a dire il vero. – intervenne David, con il suo solito
fare diplomatico, sostenendo con facilità lo sguardo irritato del professore -
Sul libro di testo c’è scritto che per il Distillato della Morte Vivente è
necessario tagliare il fagiolo sopoforoso ma nessuno di noi ci riesce. Non fa
altro che scivolare via… Cosa dobbiamo fare? –
-
Vi sembrerà strano ma la maggior parte di voi è dotata di una mente pensante…
Iniziate a sfruttarla! – si allontanò e si accomodò alla cattedra rivolgendo
occhiate divertite ai suoi studenti.
Dopo
qualche secondo qualcuno bussò alla porta.
La
prima ad entrare fu Amy, sotto lo sguardo sorpreso sia dei Sigma presenti che
del professore, al suo fianco c’era un Harry Potter particolarmente
trafelato.
-
Giorno prof… Che state facendo di bello? – Amy sorrise all’insegnante, salutò
con un cenno alcuni ragazzi della sua torre ed entrò in classe, occupando uno
dei pochi banchi rimasti vuoti dell’aula.
-
Non ha delle lezioni da seguire Halliwell? – lo sguardo che le rivolse fu
abbastanza eloquente ma lei sembrò ignorarlo.
Amy
gli spiegò che la professoressa Hook aveva trattenuto Harry per alcuni
chiarimenti sugli argomenti trattati in erbologia a Hogwarts: - Non è colpa di
Potter. È stato trattenuto… Nora voleva che glielo riferissi.
–
-
Da quando la professoressa Hook è diventata “Nora”? – con quella frase accantonò
per un secondo la presenza della ragazza del quinto anno ancora nella sua
classe, concentrandosi sul “bambino che è sopravvissuto”, ancora in piedi in
fondo all’aula in attesa di una sua parola - Siediti di fianco alla tua amica
Potter ed inizia a preparare il Distillato della Morte Vivente. Dovresti essere
già in grado di… Cosa diavolo si è fatta al braccio Halliwell! –
Ancora
una volta, l’attenzione della classe, si spostò dal compito assegnato per
soffermarsi sulla macchia di sangue che si stava lentamente espandendo sul
tessuto della camicetta.
La
rossa non si era accorta di nulla fino a quel momento e persino Harry si ritrovò
a guardare con sorpresa il braccio sanguinante della rossa: fino a poco prima
non c’era nessuna ferita sul suo braccio… Ne era una prova l’integrità stessa
della manica.
-
Cavolo… Non l’avevo visto. – la sua mente lavorò febbrilmente per trovare una
risposta allo sguardo del professore che sembrava volesse a tutti i costi capire
“come” si fosse procurata quella ferita; ripensò all’incontro che lei ed Harry
avevano avuto poco prima con la professoressa di erbologia e si ricordò di cosa
aveva visto nell’aula di erbologia - Alla serra del settimo stanno usando le
Rose Mordax. Avrò preso una delle foglie senza accorgermene… Sarà meglio che
vada a farmi sistemare. –
-
Non muova un muscolo. Non la farò uscire senza prima essermi accertato delle sue
reali condizioni fisiche, mi ha capito? - il professore alzò gli occhi al cielo
e la guardò con rimprovero prima di allontanarsi in direzione del suo studio. La
porta era situata proprio dietro la lavagna e, mentre borbottava tra se e se un
“ragazzini piantagrane”, Amy non riuscì a trattenere una
risata…
Nell’attesa
Amy fece vagare il suo sguardo per la classe.
Le
parve strano che tutti, a parte Harry, sembrassero in difficoltà con il fagiolo
sopoforoso… Possibile che nessuno avesse ancora cambiato quella parte sui vecchi
libri di testo?
-
Il mio è solo un consiglio ma dovreste provare a spremere quel fagiolo con il
coltello d’argento… Cercare di tagliuzzarlo è del tutto inutile. – spiegò lei,
scrollando appena le spalle, ottenendo in risposta degli sguardi poco
convinti.
Piket
rientrò in aula e le disse senza mezzi termini di chiudere la bocca, confermando
al resto dei presenti che le parole della rossa erano un suggerimento più che
veritiero ed affidabile: - Scusi prof… Mi era soltanto venuto un dubbio. –
L’uomo
alzò per gli occhi al cielo per l’ennesima volta: - Non voglio più sentire la
sua voce per la prossima mezz’ora. - appellò a se uno sgabello e si sedette
accanto alla ragazza - Adesso beva
questo, è un antidolorifico, deve prenderlo se non vuole scoppiare a piangere
davanti a tutti. –
-
Piangere per un paio di punti? Sta scherzando vero? – Amy recuperò il
disinfettante, se lo versò sul braccio e con l’altra mano disinfettò l’ago
sfruttando la fiamma accesa sotto al calderone di Harry – Mi crede così debole?
– avvicinò la punta dell’ago al braccio ma il professore le bloccò il polso
chiedendole cosa avesse in mente di fare.
-
Mi ricucio. Non è abbastanza evidente? – rispose la rossa con tono ovvio,
scatenando gli sguardi allibiti dell’intera classe al settimo anno…
Era così impossibile vederla agire come se fosse una normale tredicenne e non come un alieno proveniente da un altro impassibile pianeta?
Aslan
le scoccò un occhiata di rimprovero e prese l’ago dalle mani della rossa: - Dia
qui e la smetta con questo atteggiamento. Sa bene quanto mi dia sui nervi questo
atteggiamento da impavida rompiscatole. –
Iniziò
a metterle i punti, stando attento a non farle troppo male mentre ormai la
classe era troppa concentrata su quello storico momento di “umanità” mostrato
dall’insegnate per tornare a pensare alla pozione.
Amy
ridacchiò, stando attenta a non muoversi troppo, senza riuscire a trattenersi
oltre: - Sappiamo entrambi che è proprio questo lato del mio carattere a
piacerle… Non provi a negare prof! -
Non
sopportando più quella sceneggiata dalla dubbia moralità Erin decise di tirare
una librata in testa all’amica: - Amelia Fenora Halliwell! Ti sembra questo il
modo di rivolgersi ad un tuo professore!? –
La dolcezza dello sguardo divertito di Amy era stata sostituita da un ondata di cieca furia che aveva scurito le sue iridi in maniera più che evidente: - Sta zitta Majer… Dovresti evita quel nome in pubblico. È deleterio per il mio umore. -