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Autore: Burnt Orchid    04/10/2011    4 recensioni
[Scritta per il Drabble days]

"Ecco, amore. Bevi un po' di tè. La mamma me lo faceva bere sempre dopo che vomitavo. 'Un cucchiaino ogni quarto d'ora', diceva sempre", mi dice James con voce nervosa e lo sguardo colpevole.
Io alzo gli occhi, ma non la testa e lo vedo per quello che è: giovane, ingenuo e buono. Lui è così buono con me.

Per ora è completa, ma potrei farla diventare una raccolta di Missing Moments.
Genere: Generale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Coppie: James/Lily
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica
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Con le lacrime agli occhi Per Drabble Week, iniziativa di Chiara Nefene e zia chu (http://24hours-of-fun.livejournal.com/10484.html?view=181492), una raccolta di missing moments sulla coppia James/Lily. Le shots non sono in ordine sempre cronologico: quando mi viene in mente una scena la scrivo e la pubblico, così, senza che sia collegata per forza alle altre.
Con le lacrime agli occhi




James è in camera da solo, ormai da un pezzo. E' strano da quando abbiamo saputo della morte dei fratelli Prewett. So che erano amici, in un certo senso, ma ormai sono passati due giorni e James non è se stesso.

Ho chiesto a Sirius, ma anche lui non capisce perché ne sia così tanto turbato. Ha detto che ha provato a parlarci, ma James ha finto di non aver sentito e se n'è andato a chiacchierare con Codaliscia.

Siamo appena stati al funerale e lui non ha spiccicato una parola per tutto il tempo, né con me, né con Sirius. Non mi va che James sia così triste, voglio rivedere il suo sorriso malandrino, e voglio stamparci un bacio sopra.


***

Busso alla porta, ma nessuno risponde.

Allora, entro lo stesso. Quello che vedo mi fa male al cuore, e sento il bambino scalciare.

James è ancora completamente vestito, con il cappello in testa, seduto sul bordo del letto e con le mani congiunte sulle cosce. Mi avvicino al letto e mi siedo accanto a lui.

Gli tolgo il cappello e passo una mano tra i suoi capelli, che sembrano molto più appiattiti del solito, come se anche loro fossero giù di corda. James non gira il capo. Rimane con il capo abbassato e gli occhi fissi su qualcosa che io non posso vedere.

"James?", sussurrò.

Lui non dà segno di avermi sentito. Allora gli bacio delicatamente il collo, e poi il mento. E poi la bocca. La sua bocca che sà di sale. Sà di lacrime. Allora mi accovaccio davanti a lui e lo bacio ancora, per poter scacciare via tutti i suoi tormenti. Lui cede al bacio, presto e mi abbraccia e mi trascina con sé mentre si stende sul letto. Capisco che non ha voglia di farlo, che vuole solo stare sdraiato lì con me, come nessuno l'ha mai desiderato.

"Che cosa c'è, Amore?", gli chiedo, guardandolo negli occhi. E vedo quello che non avevo mai, mai visto prima. I suoi occhi, così caldi, così vivi, si riempiono di lacrime.

"Non avremmo dovuto farlo", mi dice con voce rotta.
"Fare cosa?", gli chiedo, sicura che si riferisca alla nostra decisione di entrare nell'Ordine della Fenice.

"Questo...", sussurra, disperato, mentre mi porta una mano allo stomaco. Ha lo sguardo spaventato, terrorizzato. E le lacrime gli solcano le guance, lasciando strisce più scure sulla sua pelle.

"James..."

"Ci uccideranno, Lily... proprio come stanno assassinando tutti gli altri. E non potremo fare nulla quando si presenteranno alla nostra porta in dieci... E questo bambino, se sarà nato, uccideranno anche..."

Gli porto un dito alla bocca e lui smette di parlare, ma non di piangere. 

"Andrà tutto bene, James. Nessuno di loro sa dove abitiamo, e il bambino starà bene... L'Ordine lo proteggerà, noi lo proteggeremo."

Non mi crede, lo so, e neanche io, sinceramente, ne sono così certa. Ma sento che questo bambino crescerà, vivrà. Lo sento. Deve pur significare qualcosa, giusto?

Lui scuote la testa e, pur avendo smesso di piangere, la sua voce è ancora rotta: "E' stato stupido, sposarci e metter sù famiglia proprio adesso, con la guerra là fuori. Avremmo dovuto aspettare."
Gli sorrido, e gli ripeto le parole che lui stesso ha detto a me la sera in cui mi ha chiesto di sposarlo: "Invece, forse è proprio perché c'è la guerra là fuori, che bisogna farlo."

E con un bacio, pongo fine alle sue proteste, e decido che forse c'è una cosa che lo tirerà sù.

Finora ha sempre funzionato, perché non dovrebbe?!





***



Ohhhhhhhhhhhhhhhhh, sììììììììììììììì!

   
 
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