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Autore: Londoncalling    05/10/2011    11 recensioni
Cosa sarebbe successo se Nina Dobrev non avesse ottenuto il ruolo principale, ma soltanto una posizione marginale all'interno della crew di vampire diaries?
Se le cose fossero andate diversamente avrebbe comunque ottenuto il lavoro e il ragazzo dei suoi sogni?
Per la maggior parte delle persone qui sono soltanto la ragazza che porta i caffè, non mi considerano nemmeno un essere umano, penso che se dovessero incontrarmi al di fuori di qui non mi riconoscerebbero nemmeno. Molti di loro non mi guardano nemmeno in faccia, ma non Ian lui è sempre cordiale e quando gli porto il suo caffè, mi porge un sorriso. Soltanto un piccolo sorriso e un cenno. Dev’essere dovuto al fatto che non conosce nemmeno il mio nome e comprendo che sia solo un piccolo gesto dettato dalla cortesia, ma non mi importa il momento in cui gli porgo la sua tazza di caffè rimane nonostante tutto il mio momento preferito della giornata perché posso ammirare il suo splendido sorriso ed ho la consapevolezza che sia tutto per me.
Probabilmente per lui non sarò mai niente di più che la ragazza del caffè, ma per me può bastare.
Genere: Romantico, Sentimentale, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Ian Somerhalder, Nina Dobrev
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Mi sono finalmente decisa a pubblicare the coffee girl, un lavoro di cui avevo molto parlato.
Non voglio anticiparvi troppo la storia perciò vi dico solamente che è una nian, ma che è parzialmente una AU per ragioni che scoprirete a breve.
Dunque questa storia si prefigge di essere una long, ma ora come ora ho preparato solamente il prologo aspetto di ricevere i vostri commenti (negativi o positivi) per decidere se vale la pena di continuarla perciò fatemi sapere qualcosa se siete interessati o anche qualche critica costruttiva.
Se siete interessati a leggere altri miei lavori vi propongo Son of the Comet (una long incentrata sul triangolo amoroso damon-elena-stefan) e Disaster Diaries(una raccolta di os demenziali su vampire diaries).

 

The coffee girl
Can a cup of coffee change a life?



‘Cause love really sucks
a christmas klaus.The

The coffee girl.
Lui se ne sta lì davanti a me, al centro della scena con i suoi magnifici occhi azzurri che ricordano il ghiaccio, ma non sono freddi come il ghiaccio, al contrario hanno il potere di scaldare il cuore di chi li incrocia anche per un secondo soltanto.
Lui ha gli occhi grandi e profondi e più li vedo, più desidero perdermi nell’immensità del suo sguardo, nell’abisso dei suoi pensieri, nel tumulto del suo animo.
Lui è sempre allegro, scherzoso e ha una parola gentile per tutti, ma c’è più in lui del ragazzo divertente che tutti conoscono. Lo rivelano i suoi occhi sempre vispi e felici, ma al contempo malinconici. Ci sono volte in cui guarda le persone o le cose, ma sembra che non le veda realmente. Come se la sua vista fosse completamente scollegata dal suo cervello impedendogli di avere una rappresentazione mentale di ciò che sta realmente vedendo in quel momento. Mi chiedo spesso cosa gli passi per la mente in quei momenti, ma non credo avrò mai una risposta.
Altre volte, invece, quando mi guarda ho l’impressione che riesca a leggermi dentro come se avesse il potere di mettermi a nudo e vedere dentro di me, ma probabilmente è soltanto una delle mie sciocche fantasie.
-Non posso permetterti di fare questo, Elena!- grida come se fosse arrabbiato, ma in realtà è solo spaventato. Spaventato all’idea di perdere la donna che ama; anche se so che è solo finzione vorrei essere io la donna che ama.
- Non posso lasciare che tu metta di nuovo in pericolo la tua vita perché… perchè ti amo Elena! So che tu ami mio fratello ed è così che deve essere, ma se per evitare che tu commetta uno sbaglio che potrebbe mettere a repentaglio la tua vita dovevo dirti la verità… io l’ho fatto, l’ho dovuto fare perché tu vieni prima di tutto-
È così vero. Sta solamente recitando, ma non posso fare a meno di pensare che anche mentre sta fingendo è così reale.
Credo sia una delle cose che mi piacciono di più di lui non smette mai di essere autentico, anche mentre interpreta un personaggio non smette mai di essere se stesso.
-Damon, io…- tenta di replicare lei commossa e senza parole.
-Non dire niente, Elena- risponde con un sussurro lui per poi chinarsi verso di lei e baciarla dolcemente.
-E stooop!- esclama il regista entusiasta delle riprese appena effettuate.
-Siete stati grandi davvero complimenti, ragazzi siete perfetti!- continua elogiandoli.
-Grande intensità Ian, e anche tu Claire bravissima!- altre voci si congratulano con i due protagonisti per la scena che hanno eseguito.
Non c’è dubbio che sia stata una scena di grande coinvolgimento emotivo, ma per qualche modo attribuivo il merito di quel risultato più ad Ian che a lei. Lei è Claire Hobbs, la protagonista e regina indiscussa dello show. Claire è un metro e settanta di altezza, coniugato con lunghi capelli liscissimi e lucenti di un biondo chiaro e occhi talmente verdi che farebbero sembrare uno smeraldo poco brillante.
Non era difficile capire perché avessero scelto lei per quella parte era un Elena perfetta, così incantevole che la scrittrice stessa del romanzo aveva fatto i complimenti ai produttori per aver trovato una ragazza che fosse addirittura più bella di quella che aveva immaginato lei.
Lei, tuttavia, non era solamente bellissima, ma anche molto intelligente. Da quanto avevo sentito dire in giro era la ragazza con la media più alta del suo liceo, oltre che la più popolare e la più atletica e si era appena diplomata al college con voti altissimi, nonostante fosse sempre impegnata con le riprese, i servizi fotografici e il resto.
Era una di quelle ragazze con il sorriso bianco smagliante che faceva innamorare chiunque la vedesse. La classica ragazza della porta accanto, solamente migliore.
Guardandola in tutto il suo splendore, realizzo quale errore abbia commesso quando avevo deciso di lasciare il Canada, la mia terra natia, per realizzare il mio sogno di diventare un’attrice.
Avevo mollato tutto: la mia famiglia, i miei amici, il mio ragazzo e mi ero trasferita a Los Angeles nella speranza di iniziare una sfavillante carriera come attrice.
In Canada avevo avuto qualche parte in alcune produzioni locali quando ero al liceo e perciò mi ero illusa di poterci riuscire, di essere in grado di realizzare il mio sogno. Così avevo ottusamente lasciato la scuola e tutto ciò che avevo alle spalle.
“E' nel momento delle decisioni che si plasma il tuo destino” – Anthony Robbins
Mi ripetevo scioccamente come un mantra.
Se bastasse una decisione per ottenere ciò che si vuole, ora sarei la protagonista del programma e Claire non sarebbe nemmeno un ricordo.
Stupida! Ero stata una stupida a credere a frasi del genere, ma tutta via non potevo nemmeno biasimare gli autori di tutti quegli aforismi sul successo, dopotutto chi scriverebbe frasi sul fallimento.
Beh, io potrei farlo conosco troppo bene il fallimento. I miei aforismi sul fallimento, a differenza di quelli sul successo, sarebbero reale, non illusori, non farebbero credere alla gente di poter realizzare cose impossibili.
Ogni bambino desidera diventare presidente o astronauta o un famoso giocatore di football, ma quanti riusciranno a realizzare i loro sogni?
Io dico uno su un milione.
E probabilmente quell’uno su un milione ha occhi azzurri e capelli perfetti come se fosse appena uscito da una pubblicità o da un catalogo di abercrombie.
Invece di illudere questi poveri bambini normali, qualcuno dovrebbe spiegargli che quasi sicuramente finiranno per rimanere disoccupati o se tutto va bene a portare caffè.
-Nina, puoi venire un attimo qui-
La mia attenzione viene attirata dal regista, mi precipito subito a vedere di cosa ha bisogno.
-Senti dovresti portare questi, che sono i nuovi copioni freschi di stampa, ai membri del cast e ricordati di fare quelle telefonate che ti avevo lasciato in carico-
-Ma certo signore, sarà fatto- mi appresto a rispondere.
Mi congeda, senza neanche guardarmi in volto, con un cenno e capisco che devo iniziare a svolgere il mio compito.
Quello di segretaria.
Anche se per la maggior parte delle persone qui sono soltanto la ragazza che porta i caffè, non mi considerano nemmeno un essere umano, penso che se dovessero incontrarmi al di fuori di qui non mi riconoscerebbero nemmeno. Molti di loro non mi guardano nemmeno in faccia, ma non Ian lui è sempre cordiale e quando gli porto il suo caffè, mi porge un sorriso. Soltanto un piccolo sorriso e un cenno. Dev’essere dovuto al fatto che non conosce nemmeno il mio nome e comprendo che sia solo un piccolo gesto dettato dalla cortesia, ma non mi importa il momento in cui gli porgo la sua tazza di caffè rimane nonostante tutto il mio momento preferito della giornata perché posso ammirare il suo splendido sorriso ed ho la consapevolezza che sia tutto per me.
Probabilmente per lui non sarò mai niente di più che la ragazza del caffè, ma per me può bastare.
 
 
 

 

  
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