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Autore: pallina90    05/10/2011    13 recensioni
Era arrivato il giorno che più avevo atteso da quando avevo saputo di dover interpretare Odette:il giorno della prima de ‘Il lago dei cigni’.
Quella sera però,quando si aprì il sipario,una lacrima solitaria lambì il mio viso,ma poi mi voltai a guardare il motivo per cui non ero sul palco,ma seduta in platea,e un sorriso spontaneo nacque sul mio viso
se vi ho incuriosito passate a leggere ;)
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alice Cullen, Altro personaggio, Rosalie Hale | Coppie: Bella/Edward
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun libro/film
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Buonasera gente! Sono un po’ di fretta perché devo finire di ripassare per un esame,quindi vi ringrazio come sempre per l’affetto che continuate a dimostrare a questa storia,e vi lascio alla lettura. Probabilmente la fine vi scioccherà un po’,ma in fondo mi spiegherò u.u
PS: nik81 la foto di Matthew è tutta tua!!! E nel prossimo capitolo ce ne saranno di più ;)


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I DON’T WANNA MISS A THING

Let me go home
I’m just too far from where you are
I wanna come home **

 
Erano le tre di notte e Matthew piangeva come un disperato; era un’ora che andavamo avanti così e io non riuscivo a capire cosa avesse: ero completamente nel panico. Gli avevo cambiato il pannolino,avevo provato ad attaccarlo al seno ma non ne voleva sapere di smettere.
“Basta Matthew,ti prego calmati” lo imploravo,come se un bambino di tre mesi potesse capirmi. Stavo anche iniziando a spaventarmi seriamente visto che era tutto rosso e sembrava soffocarsi con il suo stesso pianto. Non sapevo se fosse il caso o meno di portarlo in ospedale,magari non era nulla e mi avrebbero preso per una mamma incapace di accudire il proprio bambino. Ma ero arrivata al limite,non sapevo che fare e soprattutto sentirlo piangere in questo modo era straziante;non smettendo un attimo di cullarlo,presi il cellulare e mi decisi a chiamare Edward: mi aveva detto che in caso di bisogno avrei dovuto chiamarlo a qualsiasi ora,e adesso era il momento buono.
“Rispondi,ti prego” dissi,quando il telefono iniziò a squillare,mentre passeggiavo per la camera da letto tenendo Matthew semi disteso tra le mie braccia. Finalmente il segnale che la chiamata era stata presa mi fece tirare un sospiro di sollievo.
“Bella è successo qualcosa? Cielo cosa ha Matthew?” anche attraverso il telefono il pianto di mio figlio era udibile e lui si era subito preoccupato.
“Edward non ne ho idea,è da un’ora abbondante che va avanti così. Si era addormentato tranquillo e poi improvvisamente si è svegliato urlando. Non so più cosa fare” e un singhiozzo mi scappò: volevo urlare in quel momento,il suo pianto era stridulo,come se stesse soffrendo le pene dell’inferno e io ero incapace di capire cosa avesse.
“Bella dammi un quarto d’ora e sono da te. Se non dovesse calmarsi lo portiamo in ospedale da Carlisle,ha il turno di notte”
“Ti aspetto” e riagganciai. Scesi al piano di sotto per aspettare Edward e nel frattempo misi un po’ di musica classica,che solitamente Matthew sembrava apprezzare,ma quella notte non ebbe alcun effetto.
Quando il campanello di casa suonò ringrazia tutti i santi del paradiso per aver permesso ad Edward di arrivare così presto.
“Ho fatto prima che ho potuto” mi disse entrando in casa; gli passai subito il piccolo,sperando che le braccia del padre riuscissero a calmarlo,come spesso era accaduto,ma le mie speranze furono vane. Mi accasciai sconfitta sul divano,portandomi le mani tra i capelli,e lui si sedette accanto a me,accarezzandomi con una mano la schiena. “Bella calmati,vedrai che riusciremo a capire cosa succede a nostro figlio. Adesso vai di sopra,cambiati e lo portiamo in ospedale: Carlilse sarà felice di darci una mano”
Annuii semplicemente perché in quel momento se avessi aperto la bocca sarei scoppiata a piangere. Andai in bagno per sciacquarmi un po’ il viso,e poi mi vestii con le prime cose che trovai. Quando tornai di sotto trovai Edward che parlava concitatamente al cellulare. “Sì papà arriviamo subito,il tempo della strada e siamo da te” quando chiuse si voltò e vedendo il mio aspetto terrorizzato si affrettò a rassicurarmi. “Bella ho avvisato Carlisle del nostro arrivo in modo da avere subito assistenza. Ma dobbiamo sbrigarci,mio padre ha detto che potrebbe diventare cianotico da un momento all’altro visto come piange”
Come se quelle parole mi avessero sbloccato dallo stato di trance in cui ero caduta velocemente afferrai la mia borsa e aprii la porta “Muoviamoci” dissi e in un attimo fummo in macchina. Neanche il movimento della macchina riuscì a tranquillizzare Matthew che era sempre più rosso e adesso stava scalciando come un matto,muovendo le sue gambine più forte che poteva,e accarezzandole notai come fossero innaturalmente  rigide. “Edward guarda come scalcia,credo che abbia fastidio da qualche parte”
Edward gettò una rapida occhiata al piccolo,poi tornando a guardare la strada,mi accarezzò una mano “Tranquilla Bella,siamo arrivati ormai.” Ed effettivamente dieci minuti dopo eravamo nello studio di Carlisle. “Dallo a me Bella” mi disse il dottore,predisponendo le sue braccia a mo’ di culla per accogliere il nipotino; feci come mi disse e lui si allontanò adagiando il piccolo sul lettino e iniziando a tastargli l’addome. Io e Edward,in religioso silenzio,ci avvicinammo a loro due per osservare meglio quello che stava facendo Carlisle. In breve i singhiozzi di Matthew iniziarono a scemare e lui parve rilassarsi,riprendendo a respirare in modo più sano,tanto che anche il rossore del viso andò scemando.
“Bravo piccolo,così”gli sussurrava Carlisle,continuando a massaggiargli il pancino e accarezzandogli di tanto in tanti le gambine,che finalmente si muovevano in maniera più rilassata; io e Edward ci guardammo sconvolti quando Matthew sbadigliò e vedemmo le sue palpebre tremolare per poi chiudersi definitivamente abbandonandosi al sonno. Chi lo avesse visto il quel momento avrebbe creduto che quel bambino stesse dormendo beato da tutta la notte e non che avesse appena smesso si piangere come un forsennato. Dopo avergli sistemato intorno dei peluches, che Carlisle teneva nello studio per distrarre i bambini più grandicelli durante le visite,per evitare che cadesse, il padre di Edward si girò verso di noi e ci fece cenno di accomodarci nelle poltroncine davanti la sua scrivania;quando feci per muovermi notai che la mia mano era stretta a quella di Edward. Avvampai per quel gesto intimo che non mi ero neppure accorta di aver compiuto,ma lui mi sorrise e con naturalezza sciolse la presa.
“Tranquilli ragazzi” iniziò Carlisle con un tono di voce basso per non disturbare il sonno del piccolo “Matthew non ha nulla di grave; ha avuto solo un attacco di colichette particolarmente intenso per questo ha pianto così a lungo”
Tirai un sospiro di sollievo e solo in quel momento sentii tutta la tensione sciogliersi e le lacrime fare capolino dai miei occhi. “Bella calma,hai sentito Carlisle,va tutto bene” mi rassicurò ulteriormente Edward. Provando a sorridere,mi asciugai le lacrime con il dorso della mano e mi raschiai la gola prima di parlare: ero certa che la mia voce uscisse particolarmente gracchiante “Scusate. È solo che è stata una notte difficile,mi sono trovata spiazzata di fronte la sua crisi,non sapevo cosa avesse né tanto meno come avrei dovuto calmarlo. Sono una pessima madre” conclusi abbassando il viso e portandomi le mani tra i capelli.
Sentii il rumore di una sedia che si muoveva e poi trovai il viso di Carlisle a pochi centimetri dal mio,si era accovacciato sulle ginocchia per potermi guardare negli occhi. “Bella tu sei tutto fuorché una pessima madre. Stai crescendo questo bambino da sola,cercando di chiedere aiuto il meno possibile pur sapendo che tutti noi saremmo più che felici di prenderci cura di quel bellissimo bambino. Guardalo Bella: è sereno,
dorme tranquillo adesso e credimi se ti dico che tu hai fatto tutto quello che era possibile.”
Alzai un po’ lo sguardo fino a puntarlo nel suo e lo vidi sorridermi dolcemente,poi guardai verso Edward e anche  lui mi guardava sereno. “Va bene,ok mi avete convinta. Ma se si dovesse ripresentare il problema cosa dovrei fare? Perché il solo pensiero di sentirlo nuovamente urlare come ha fatto stanotte mi provoca un dolore tremendo”
Carlisle si alzò e tornò a sedersi alla sua scrivania “Ti prescriverò una soluzione contenente un’essenza di finocchio; se il problema dovesse ripresentarsi intenso come stanotte dovrai somministrargli dieci gocce. Con la stessa pipetta che c’è nel flacone,gliele puoi mettere direttamente sulla lingua: sono fatte proprio per i bambini  e per questo tipo di disturbi. Poi è importante pure che tu gli faccia dei massaggi circolari sull’addome,così da favorire l’espulsione dell’aria. Tutto chiaro?” annuii e quando feci per prendere la ricetta che Carlisle mi stava dando,fui preceduta da Edward “Le compro domattina e poi te le porto” mi sorrise gentile.
“Bene,se non c’è altro io andrei,devo fare il mio giro di visite. Voi potete rimanere qui tranquillamente”
“Grazie Carlisle” dissi veramente riconoscente.
“Dovere Bella,e poi voglio che il mio nipotino stia bene” e mi schiacciò l’occhio prima di uscire dalla stanza. Mi alzai,e seguita da Edward,ci avvicinammo al lettino dove Matthew dormiva beato.Image and video hosting by TinyPic Delicatamente gli accarezzai la testolina,stando attenta a non svegliarlo. “E’ bellissimo quando dorme” mi sussurrò Edward all’orecchio. Sorrisi “Già è davvero bellissimo,anche se in questi giorni mi sta facendo disperare” ammisi.
“Perché?”
“Da una settimana sto provando a dargli quelle specie di cose collose che chiamano farine,ma l’impresa è più difficile del previsto”
“Non gli piacciono?” mi chiese interessato Edward
“Decisamente no,e in effetti non posso biasimarlo,sembrano cemento fresco pronto per essere usato,e l’odore non è dei migliori. Ma un neonato di tre mesi non dovrebbe comprendere queste cose,ma a quanto pare nostro figlio lo fa,perché più di una volta me le ha sputate in faccia” conclusi borbottando,certa che ora mi avrebbe preso in giro,ma non lo fece,al contrario aveva un’espressione,beata,felice.
“Che c’è?” gli chiesi curiosa.
“Mi piace quando ti riferisci a Matthew come nostro figlio,suona bene” ammise estasiato.
“E’ la verità”
“Sì,ma sapere che stavo per perdere tutto questo per il mio stupido orgoglio e per paura di soffrire ancora,mi fa fremere di rabbia” e nel dire ciò strinse i pugni,evidentemente scosso,e chiuse gli occhi prendendo a respirare molto lentamente.
Agii d’istinto,prendendogli il viso tra le mani “Edward guardami,apri gli occhi e guardami” non continuai a parlare fino a quando lui non fece come gli avevo detto “Quello è il passato,adesso dobbiamo andare avanti tutti e due. Matthew è dietro di te,che dorme tranquillo,certo che il suo papà gli vuole bene e che in futuro potrà contare su di lui ogni volta che ne avrà bisogno. Hai sbagliato e anche tanto in passato,ma questo non deve impedirti di vivere appieno il tuo presente con lui,chiaro?”
“E’ giusto il tuo discorso ma sapere che se non mi fossi comportato da stupido magari adesso vivremmo insieme come una famiglia felice,e io stanotte sarei stato lì con te a cercare di capire cosa avesse nostro figlio,oppure mi sarei preso anche io qualche sputo in faccia mentre gli davo da mangiare. Per il mio comportamento da coglione sto perdendo tutto questo,momenti che non torneranno mai più e che nessuno mi potrà mai restituire,e sapere di non potergli più vivere mi provoca un dolore immenso qui” e si portò una mano al cuore. Quando alzai il viso per tornarlo a guardare negli occhi e rispondergli le parole mi morirono in gola quando vide che il suo volto era rigato dalle lacrime: stava piangendo. Era la prima volta in vita mia che vedevo un uomo piangere,e non un uomo qualsiasi. Edward Cullen,lo stesso che aveva rifiutato me e suo figlio,finalmente aveva capito di aver sbagliato e vederlo lì così indifeso,mi spezzò il cuore. Lo abbracciai,e lui si aggrappò forte a me,singhiozzando: e in quel momento capii che c’era una sola cosa possibile da fare affinché stessimo meglio entrambi,perché non aveva senso crescere un bambino nel rancore,e non avremmo mai potuto insegnargli niente di buono se prima non avessimo superato quella situazione.
“Ti perdono Edward. Ti perdono”
 
** Home,Michael Buble

 
Allora,Bella ha perdonato Edward. Vi avviso che ciò non vuol dire che dal prossimo capitolo ci saranno sbaciucchiamenti o momenti teneri tra loro due: per quello,se mai accadrà,c’è tempo. Il perdono di Bella è dovuto ad una riflessione molto chiara: non si può vivere nel rancore. Ecco perché ha accettato di perdonarlo,ma lui deve riconquistare ancora del tutto la sua fiducia.
Fatemi sapere cosa ne pensate,cono pronta a ricevere anche delle critiche purché siano costruttive :) un bacio e alla prossima settimana. Paola

 
   
 
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