Per mantenere il proprio
equilibrio è
bene che molti non si guardino dentro.
(Giovanni Soriano)
<< Make Your Choice - Rancore & Verità >>
Aula di Pozioni – 7°A
La
tensione tra le due era palpabile: i loro sguardi non avevano nulla di
rassicurante. Il silenzio era calato nell’aula.
Fu
Piket ad intervenire per sedare l’animo delle due.
Sul
momento quella più “sul piede di guerra” sembrava Erin quindi la riprese:
-
Ha già terminato la sua pozione Majer? – le scoccò uno sguardo di rimprovero e
tornò ad occuparsi del braccio ferito della rossa – Se ritiene di aver concluso
il suo lavoro in maniera dignitosa può anche uscire dalla mia aula. -
La
bionda distolse lo sguardo dalla compagna di squadra e si concentrò sul
professore; non si sarebbe mai immaginata una simile risposta da parte di Piket
e non avrebbe mai accettato di essere buttata fuori per colpa di una scaramuccia
con Amy: - Scusi professore. Non volevo interrompere la lezione. – poi il suo
sguardo ritornò prepotentemente sul volto della rossa - A differenza di qualcuno
io non irrompo nelle aule altrui senza motivo. –
Sul
volto di Amy comparve un sorrisetto infastidito ma distolse lo sguardo per
evitare altri casini: l’ultima cosa che voleva ottenere quel giorno era una
punizione dall’unico prof che la trattava come se fosse una normalissima
studentessa, non aspettandosi chissà quale prodigio da
lei.
-
Se permette credo spetti a me decidere cosa è, o meno, opportuno fare nella mia
classe. – il tono di voce dell’insegnante non ammetteva repliche di nessun tipo
e ad Erin non restò altro da fare che risedersi e completare il suo
lavoro.
Il
professore portò la rossa alla cattedra e la fece sedere il più lontano
possibile dalla compagna.
Non
voleva altre interruzioni per quel giorno.
-
Me ne vado appena ha finito di ricucirmi. – la voce della rossa aveva assunto un
tono abbattuto che, solo per un attimo, aveva lasciato perplesso il professore…
Ma Piket non era noto in tutta la scuola solo per il suo carattere odioso: era
anche uno dei più famosi doppiogiochisti della HG e se voleva fregarti, ci
riusciva.
-
Non creda di potermi ingannare in questo modo Halliwell. – un ghigno era
comparso sulle labbra dell’uomo mentre la ragazza gli riservava un’occhiata
vagamente confusa - Ha saltato abbastanza ore per oggi. Tanto vale che si renda
utile e mi aiuti a correggere i compiti degli studenti del biennio.
–
Amy
cercò di rifiutare dicendo che nessuno meglio di lui poteva assegnare tutte
quelle S senza sentirsi vagamente in colpa ma l’uomo non desistette: - Imparerà
in fretta… Ma se preferisce posso semplicemente scortarla dalla preside. – Aslan
ammise con se stesso che non si sarebbe mai stufato di vedere l’espressione
sorpresa e confusa della Halliwell, era quasi soddisfacente vedere quel piccolo
genietto in difficoltà, se poi era lui a farlo la cosa gli sembrava anche
divertente - Non mi guardi in quel modo. Ha saltato volontariamente una giornata
scolastica senza alcun motivo e dovrebbe essere punita per…
-
Amy
aveva capito perfettamente dove sarebbe andato a parare e quindi lo interruppe:
- Va bene! Lo farò… È un fottuto manipolatore! –
Mezz’ora
più tardi, la campanella suonò.
I
ragazzi del settimo si precipitarono alla cattedra con le loro pozioni
etichettate all’interno delle provette, pronti a correre schivando gli altri
studenti nei corridoi, diretti alla lezione successiva.
Mentre
Piket sistemava il caos lasciato dai ragazzi del settimo, Amy aveva abbandonato
la correzione dei compiti per sbattere la fronte contro la cattedra, in una
maniera tutt’altro che elegante, attirando su di se lo sguardo perplesso
dell’insegnante.
Come
se non bastasse quel compito si rivelò essere una vera noia ed Amy rivelò al
professore i suoi pensieri: - Non ha niente di meglio da farmi fare? Preferirei
sistemare gli archivi anziché azzerarmi i neuroni leggendo le cavolate prodotte dai suoi studenti! –
Un
risolino sfuggì dalle labbra del professore: - Ora sa cosa si prova ad insegnare
la mia materia ad un branco di decerebrati. –
Amy
osservò la pila di fogli che le stava di fronte con sguardo critico prima di
lanciare un occhiata abbastanza eloquente al professore: - Mi sembra strano che
dopo tutto questo schifo lei sia ancora in grado di fare dell’ironia… Ne ho
corretti soltanto una settantina e devo dire che mi è completamente passata la
voglia di ridere. –
Prima
di uscire dalla classe, diretta alla mensa, Amy si ritrovò un bigliettino in
tasca… Erin?
s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s
Holy Grail School – Club dei Duellanti
Amy
entrò apparentemente tranquilla, nascondendo alla perfezione il nervosismo che
le aveva completamente chiuso lo stomaco una volta letto il bigliettino della
bionda.
Se
aveva usato quel nome, in pubblico per di più, era ormai chiaro il fatto che
fossero stati messi al corrente della leggenda.
-
Non fingere di non saperlo. – il tono della bionda era freddo e distante,
nessuno dei Sigma si sarebbe aspettato di sentirla parlare in quel modo con Amy
– Andiamo al dunque: Il nome “Avres” ti dice niente? -
La
rossa sospirò: sapeva che quel momento sarebbe arrivato ma, in cuor suo, aveva
sperato che accadesse il più tardi possibile: - Ve ne hanno parlato… Era anche
ora direi. Vi hanno raccontato la leggenda di Avres? Mostrato il libro di
Alekos? Raccontato i piani di Gareth l’Oscuro? –
Stavolta
fu Liam ad intervenire: - A sentire loro sarebbe stato compito tuo metterci al corrente della situazione... Anni fa. -
Alla
rossa sfuggì soltanto una risata amara. Si allontanò da loro, gli voltò le
spalle e la sua voce assunse un tono tetro: - Ma certo… Avrei dovuto dirvi prima
che i vostri genitori sono stati uccisi per causa mia, che hanno sacrificato la loro esistenza per proteggere me, un’insulsa mocciosa piagnucolante di un anno che nascondeva dietro due guanciotte rosse un'arma per lo sterminio di massa. Pensavo
vi avessero detto tutto ma è evidente che non è così… I soliti stronzi che
lasciano le cose a metà. Oh beh, in poche parole Gareth ha questo piano malefico
che, grazie a qualche strana reliquia, gli permette di manipolare quella parte
del mio cervello che contiene Avres. Ma non preoccupatevi: l’unico modo che ha
per liberarla consiste nel ficcarmi un pugnale maledetto nel cuore… Che guarda
caso possiedono gli Shadow da tre quarti di millennio. – si accomodò sul bordo
del tavolo adibito ai duelli e notò con una certa soddisfazione le espressioni
stupefatte dei suoi compagni di squadra – Proprio così gente, potrete liberarvi
di me tra pochissimo e da quel momento in poi non ci sarà più nessun
cazzutissimo demone rompipalle a… -
Uno
schiaffo le colpì violentemente il volto.
-
Stupida… Sei proprio una stupida Amy! - la voce di Erin risuonò nella stanza e
la sorpresa sul volto dei presenti fu palese tanto quanto la rabbia sul volto
della rossa – Non puoi averlo pensato. I nostri genitori si sono sacrificati per te... Che senso avrebbe lasciarti andare con tanta facilità? -
-
Tu hai il terrore del mio potere. La sento sapete? La paura che emanate è così... confortante. Voi tutti avete il terrore che io possa perdere il controllo su Avres. Avete il terrore che possa ferirvi, che possa abusare di ciò che posso
ottenere con i suoi poteri, infondo è già successo... Vi vedo tremare ancora al ricordo di quella notte. Fate bene, io stessa ho il terrore che tutto questo possa ripetersi. –
Amy li guardò, uno per uno, gli trasmise la tristezza che quelle parole le
stavano provocando ma non riuscì a trattenersi oltre, quella storia era durata
anche troppo a lungo - La
speranza che io non vi ferisca si è dissolta nel momento stesso in cui vi hanno
raccontato la leggenda. Vi conosco… Non potreste mai lavorare con qualcuno di
cui non vi fidate. Ci abbiamo già provato e non è andata bene.
–
-
Sarà diverso… Con te sarà diverso. – borbottò Daniel, avvicinandosi a lei per
stringerla in un abbraccio che però fu prontamente deviato dalla rossa che si
allontanò in direzione della finestra.
Amy
si accomodò sul bordo della finestra, le gambe oltre il bordo e lo sguardo perso
all’orizzonte: - E perché mai dovrebbe esserlo? Nelle vostre menti, nei vostri
sguardi, leggo in continuazione la parola mostro e tutto per il semplice fatto
che non avete idea di come neutralizzare il mio potere… Siete come gli altri.
Temete ciò che non potete comprendere, è giusto, è normale. Non posso che darvi
ragione. – si buttò nel vuoto sotto di lei trasformandosi in un drago ed abbandonò le mura della Holy Grail
School sotto lo sguardo ammutolito di quelli che, fino a quel momento, aveva considerato i suoi migliori amici.
s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s-s
Flash
Back – Consiglio dei Maghi
Damastair
aveva parlato: - Siete davvero pronti a sopportare sulle vostre spalle il peso
di una responsabilità simile? –
I
sigma si guardarono: la preoccupazione li stava lentamente inondando ma come se
le loro menti fossero inesorabilmente collegate risposero con un deciso “SI” che
sorprese il consiglio.
Damastair
iniziò a pronunciare un incantesimo di evocazione ma Karen si infervorò
immediatamente, opponendosi con una certa enfasi alla sua decisione di portare
il libro lontano dal luogo in cui era custodito: - Non ti azzardare a portarlo
qui. Conosci le regole elfo: il libro non uscirà dalla camera per nessun motivo.
–
-
Vorrei ricordarti che io stesso ho scritto quelle regole quando la semplice idea
della tua esistenza non sfiorava nemmeno le previsioni dei tuoi avi Karen. –
Damastair non sembrava decisamente il tipo di persona, o elfo che dir si voglia,
che perdeva le staffe con facilità ma in quel momento un brivido corse lungo le
schiene dei presenti rimasti intimoriti soltanto per un attimo - Cosa ti ha
fatto credere che prenderò in considerazione gli ordini impartiti da un essere
così immaturo? –
Gli
altri consiglieri restarono in silenzio.
Damastair,
senza perdersi il ulteriori chiacchiere, terminò la sua evocazione e con il
libro stretto tra le mani si avvicinò ai ragazzi domandando: - Quanti di voi
conoscono gli Shadow e dei Light? –
Dei
robusti rami si scavarono un varco attraverso il pavimento, intrecciandosi tra
loro per poi formare un elegante leggio in grado di sostenere il pesante tomo
rilegato con cura nella pelle di un drago Neozelandese.
Daniel
sgranò gli occhi, la sua mente gli aveva appena fornito una descrizione degna di
un’enciclopedia a riguardo ed iniziò immediatamente ad esporre le sue conoscenze
al resto del gruppo: - Quello è il libro del leggendario Alekos. Al suo interno
sono elencate le ubicazioni di alcune tra le più antiche e potenti reliquie del
mondo magico tra cui il calice della vita e dello scudo dell’invincibilità.
Inoltre è raccontata la leggenda di Avres l’oscura con dovizia di dettagli
riguardo le guerre di quel tempo. –
Clarissa
sbuffò, per il momento i loro dubbi non erano stati colmati e nessuno sembrava
voler porre la fatidica domanda quindi fu lei la prima a parlare: - Tutto questo
è davvero molto interessante ma cos’ha a che fare con Amy tutto questo? –
Damastair
la scrutò con attenzione: le domandò se davvero fosse così curiosa di scoprire
cosa legasse Amy a quel libro prima di comprendere il ciò che univa tutti loro
nella storia del mondo magico.
Clarissa
si chiuse in un ostinato mutismo. In quel momento, l’ultimo dei suoi problemi,
era dato dal legame che poteva avere con il resto del mondo: - Chiedo scusa ma
al resto del mondo non è mai importato un gran che della nostra esistenza.
Agiamo nell’ombra, accettiamo cose che il resto del mondo consapevolmente
ignora, affrontiamo gli incubi di qualcun altro… con tutto il rispetto ma ora
come ora mi importa solo di capire cosa c’entra Amy in tutto questo.
–
Damastair
accolse le parole della ragazza con sorpresa: mille anni prima aveva ricevuto
una risposta simile da un’altra prescelta. La storia stava per ripetersi e
ancora una volta il peso di quelle parole si sarebbe riversato sulle spalle di
sei ragazzi dai poteri straordinari…
- E va bene Clarissa… Arriviamo al punto. - prese un lungo respiro nel notare l’elegante scrittura di Mirime ed iniziò a raccontare la storia più antica del mondo - Conoscete tutti la storia dei tre reggenti. Sapete come si concluse la quarta era della magia, vi è stata insegnata e conoscete a memoria ogni sua interpretazione ma il resto della storia è stato nascosto per secoli, a livelli che non potete neanche immaginare… Ciò che conoscete non è altro che un frammento della verità. –