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Autore: morphea    12/10/2011    0 recensioni
e non dire che nn mi sogni perchè sai di star mentendo solo a te stesso.
Genere: Sentimentale, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 1
 
Non sono mai stata una brava paladina dell’allegria. Sono poche le volte in cui credo di essere riuscita a trasmettere un po’ di felicità. Ma di quella vera, non quella che le pubblicità cercano di inficcarti solo perché tu possa associare un prodotto ad una bella sensazione. E non parlo neanche di quella sensazione di allegria che possono dare i programmi comici. Ma sì, quella è tutta finzione, tutta preparazione e tutta con uno scopo che di certo non è quello di rendere felici.
Insomma credo di aver donato un po’ di felicità poche volte.
Sarà per questo che mi ritrovo a comprare regali ed architettare sorprese già molte settimane prima di Natale.
Ogni singola persona a cui tengo ,o alla quale ci si aspetta che io tenga , è già scritta sulla mia agenda-ammasso-di-fogli con sotto tutta una pagina dedicata alle idee che spero mi vengano presto!
Mentre cammino per le vie della città noto di non essere l’unica in anticipo.
Manca più di un mese alla festa più calda che conosca e c’è già chi, come ogni anno, tenta di approfittarsene per guadagnare di più.
“c’è la crisi!” lo dicono in molti ma lo dicono ormai da così tanto tempo che è diventata un’affermazione gergale senza un vero significato se non quello di esprimere la mancanza di soldi se non solo della volontà di spenderli.
Eppure fino alla fine se vuoi guadagnare qualcosa qualcosa la trovi: semplicemente non devi partire aspettandoti di fare un lavoro super pagato ecc.!
Bhè…è anche vero che è solo fortuna se sono in una famiglia con una certa “solidità economica” e quindi mi posso permettere di fare una gavetta tranquilla.
Lavoro in una cioccolateria.
Non mi pagano molto, ma per essere un lavoro part-time non mi posso lamentare.
Dopotutto guadagno abbastanza da permettermi di pagarmi le spese extra e magari mettere da parte qualcosa ogni tanto!
Anche se fino alla fine so che spenderò la maggior parte dei miei risparmi per i regali di Natale…!
In fondo ci tengo troppo a questa festa.
Ah! Forse potrei regalare un salvadanaio a Rosmary! Dovrebbero vendere del das proprio alla cartoleria qui vicino…
Rosmary è il mio opposto: lei è attiva, dinamica e sprizza allegria da tutti i pori sempre e comunque! Non importa che sia l’ultimo giorno di vacanza. Non importa che abbia piovuto tutta la giornata e che noi avevamo organizzato un pic-nic proprio quel giorno! Lei sarà sempre e comunque felice; trova sempre il lato positivo delle cose. Davvero vorrei sapere come fa. Anche se bisogna dire che a volte non è normale.
Come l’altro giorno: stavamo parlando quando..
Ops! Mi è caduto il das dalle mani.
Dicevo: praticamen
Auch! Che colpo! Nel piegarmi a prendere la confezione ho urtato contro la mensola!
Sì. Ridi ridi, commesso dei miei stivali! Voglio vedere come te la saresti cavata tu se fossi stato un’imbranato ambulante!
‘ allora! Quanto costa?’
‘2,50 € signorina.’
Prendo il portafogli. L’ultima volta l’ho pagato di meno..
‘aggiungo anche un cerotto?’
Alzo lo sguardo sbigottita. Era stato un sussurro, un mormorio indistinto… ma a quanto pare non troppo.
‘come scusa?’
Ah, ecco. Credeva che non l’avessi sentito.
Ora il commesso non ride più.
‘ niente! Ho solo chiesto se voleva un sacchetto!’
‘no grazie.’ Ho già la busta reciclabile in mano e la dondolo un po’ in aria per fargliela vedere meglio. Il mio sguardo intanto credo gli faccia capire che non mi sono bevuta la storia del sacchetto e che le possibilità di guadagnarsi un nuovo cliente fisso gli sono scivolate dalle mani come acqua su un vetro.
‘salviamo il mondo…!no?’
‘già. Ecco i soldi. Buona serata.’
Esco dalla cartoleria senza aspettare né lo scontrino, né altro. Quel commesso mi ha solo irritato.
Faccio tre passi e mi sento una mano che mi afferra la spalla.
Per circa quattro istanti il mio cervello elabora una strana definizione: calore.
Ma non basta per bloccare il mio istinto che afferra il polso sconosciuto per contorcerlo in una mossa da vera professionista di autodifesa. Mi è sempre piaciuto quel corso.
Un secondo e mezzo dopo mi accorgo di star per spezzare un braccio al commesso della cartoleria che con l’altra mano tiene in alto qualcosa.
Potete anche non credermi: è un cerotto.
‘mi stai prendendo in gioro?’
‘ma no-no! È solo che stai sanguinando!’
il mio pensiero corre veloce alla gamba, ma nessuna non c’è nessuna macchina sui jeans.
Allento la presa e mi tocco la fronte, lì dove poco prima avevo urtato.
Sanguino. Bene.
  
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