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Autore: Brigitte Burns    13/10/2011    1 recensioni
Rose Laurent è una giovane ragazza di diciassette anni e ha da poco perso sua madre. In punto di morte, Isabelle le ha rivelato di avere una sorella di nome Adèle in un lontano paese innominabile, Aix En Provence. Perché sua madre le aveva nascosto di avere una sorella? Cosa si nasconde nel suo passato? Rose compirà un lungo viaggio, e grazie all'aiuto di un giovane di nome André, raggiungerà la casa di sua zia. Riuscirà Rose a ritrovare la felicità perduta e a scoprire chi era veramente sua madre?
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Incompiuta
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Salve ragazze. Dopo una lunga assenza sono ritornata. Ebbene si!

Premetto che mi dispiace moltissimo di non poter aggiornare la storia come vorrei, ma tra esami e impegni vari non mi è proprio possibile dedicare alla scrittura il tempo che vorrei...

Ma bando alle ciance!

Allora, avevamo lasciato la nostra Rose girovagare tra le strade di Auxperie, alla ricerca di questa zia misteriosa, che fino a qualche mese fa neanche sapeva di avere. Poverina!!! Quante cose non sa, e piano piano usciranno a galla!!!!

Questo capitolo è un salto nel suo passato, per farvi conoscere un po' anche la figura di sua madre, la cui vita precedente rimane ancora velata dal mistero.

Ma lentamente sta germogliando nella mia testa!!!! ihih ;)

Spero di non deludere le vostre aspettative!!!!! :)

Che dire? Vi lascio alla lettura...

Se potete, fatemi sapere cosa ne pensate. Sono noiosa? Scrivo da cani? Ho la fantasia di un elefante? Insomma, giudicate voi!

Un bacione a tutte.


Meilleure Actrice de l'Molière

secondo capitolo

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La mamma rimase immobile, per un po', come una statua. Il suo sguardo era fisso su un bouquet di rose rosse, che spiccava sull'enorme tavolo del camerino. Allontanò dalla bocca il sigaro che stava fumando, con un gesto pacato. Lo posò nel portacenere.

Corinne si avvicinò frettolosamente allo specchio e iniziò a togliersi il trucco con un tessuto di cotone.

Quell'uomo è proprio cotto di te...” proferì rompendo il silenzio che era calato nella stanza.

La mamma abbozzò un mezzo sorriso, ma non disse nulla.

Corinne Menuier si voltò con un'espressione indispettita.

 Ma come? Tutto qui? Un uomo bello, ricco, pazzo di te. Vuoi lasciartelo sfuggire in questo modo? Tu o sei pazza o sei cieca! Vero piccolina?” Corinne mi fece l'occhiolino e tornò alla sua operazione. Le sorrisi.

Smettila!”

La mamma iniziò a ridere, stringendomi forte tra le sue piccole braccia e schioccandomi un forte bacio sulla fronte. Abbassò il viso, piccolo e spigoloso nella mia direzione, gli occhietti blu si illuminarono come due fari.

Tornò a guardare Corinne.

 Tu esageri come sempre...è solo uno stupido mazzo di rose rosse...”

Corinne si arrestò, guardando la mamma attraverso lo specchio, la mano sospesa a mezz'aria.

Dico, ma stai parlando sul serio? Sveglia principessa addormentata! Quel signore lì ti sta facendo la corte da più di tre mesi! E tu non vuoi vederlo...”.

Scostò il peso da una gamba all'altra, le enormi braccia portate sui fianchi, come se stesse aspettando una risposta soddisfacente.

Corinne...”.

La mamma continuò a ridere, poi si bloccò e scrollò la testa. “Che sciocchezze!

E anche se fosse così come dici, non credo di essere pronta per frequentare un uomo..” Si zittì. Dopo un po' mi accorsi che mi stava osservando con un' aria grave.

 Poche storie! saresti solo una sciocca! Te lo sta facendo capire in tutti i modi, e tu continui a ignorarlo ! Un giorno o l'altro si stancherà dei tuoi atteggiamenti e sarà troppo tardi per tornare indietro. Non capita spesso la fortuna di ricevere le attenzioni di un gentiluomo!”

Sentì la mamma stringermi ancora più forte ed emettere un lungo sospiro.

Lei e Corinne erano amiche da una vita. Nove anni prima, era stata proprio Corinne a spingere la mamma ad entrare nella compagnia teatrale. Nonostante il suo carattere un po' invadente, io la trovavo molto simpatica.

Mi feci forza e alzai lo sguardo verso mia madre.

 Corinne vuole che tu e il signor Rousseau vi fidanzate?”. Chiesi in modo innocente.

Entrambe scoppiarono a ridere.

Beh, si, più o meno! Corinne vuole sempre spingermi a fare ciò che piace a lei!”.

 E a te non piace, il signor Rousseau?”. La mamma rimase un po' spiazzata dalla mia domanda diretta. “Io l'ho trovato molto simpatico!”. Pronunciai quella frase con una voce velata.

Gli occhi le si illuminarono.

Santa bambina! Lei si che capisce le cose, meglio della mamma!”. Mi passò di fianco tirandomi un buffetto sulle guance.

 Beh, si è un uomo molto gentile, a modo... ”.

 ...ricco come Creso!” Sopraggiunse Corinne senza sprecare un attimo. Spianò le labbra lentamente, come se un pittore le stesse disegnando in quel momento.

Avevo visto solo un paio di volte il signor Rousseau.Veniva spesso a vedere la mamma recitare a teatro, e ancora più spesso lo sentivo nominare nelle sue lunghe chiacchierate con Corinne.

Era un uomo alto, di bell'aspetto, con lunghi capelli castani, di solito tirati all'indietro. Nelle poche occasioni in cui aveva parlato con la mamma in mia presenza mi era sembrato molto gentile e distinto. Ma non avevo intuito che tra di loro ci potesse essere qualcosa di più della semplice amicizia.

Fino alla sera in cui la mamma ricevette il suo bel mazzo di rose rosse.

....Ha dimostrato il suo interesse già in altre occasioni...hai solo paura di quello che potrebbe succedere, ammettilo!”.

Il tono deciso di Corinne mi fece tornare di colpo alla realtà.

La guardai con attenzione, mentre era tutta indaffarata nella sua operazione.

La mamma aggrottò le sopracciglia.

Corinne..” pronunciò il suo nome come se in bocca avesse della cannella.

Io rimasi in silenzio.

In quello stesso momento entrò nel camerino anche Jonas, un altro attore:

un uomo magro e con lunghi baffi.

Somigliava molto ad un manico di scopa. Ed era così alto che dovette un po' abbassare la testa per entrare nella stanza.

Beh, cosa succede qui?”. Fece un sorriso e mi accarezzò la testa, scombussolandomi i capelli. Gettò un'occhiata incuriosita al mazzo di fiori sul tavolo.

 Sono per me quelle rose?”. La mamma e io sorridemmo.

Corinne non sembrava affatto divertita.

Iniziò a scuotere la testa ed emise un sospiro spazientito.

Per bacco! Non ho detto mica una bestemmia!”. Si abbandonò sulla poltrona di pelle rossa e allungò le gambe, ruotando la testa all'indietro. Aveva un'aria molto stanca. Si stropicciò la faccia, e distese entrambe le braccia sui manici della poltrona.

Sono per te Corinne, ho indovinato?”

Corinne fece una smorfia di disapprovazione.

Magari fossero per me! Sono per Isabelle!”

Accidenti! E chi è questa volta?” Jonas guardò dritto negli occhi mia madre. Dischiuse le labbra per parlare.

 Sempre lui! Il signor Rousseau!” Ribatté Corinne senza lasciarle il tempo di rispondere.

 Allora quell'uomo fa proprio sul serio!” Jonas aveva un'espressione allibita.

 Sembra proprio di si...eppure la signorina non vuole proprio saperne di conoscerlo!”

 Un fervido ammiratore, dunque...” Jonas si fermò a pensare. “ Comunque, se fossi una donna...” aggiunse. “ Penso ci farei un pensierino, Isabelle”.

Corinne cercò di trattenere un risolino.

La mamma gettò subito un'occhiata all'orologio.

 Sono stanca di tutte queste chiacchiere. E si è fatto pure molto tardi. Andiamo tesoro” Mi fece cenno che dovevamo alzarci dalla sedia.

Ricacciò i suoi folti capelli biondi dietro le spalle e mi aiutò ad infilare il cappottino. Afferrò il mazzo di rose.

 Faresti bene a riflettere!” Esclamò Corinne, dall'altro lato della stanza.

 Si, si...” tagliò corto la mamma.

Andai a salutare Corinne e Jonas e raggiunsi la mamma che mi aspettava alla porta. Per tutto la durata della nostra passeggiata non parlò molto.

Era presa da molti pensieri. Immaginai. Dovevano essere pensieri piuttosto belli, perché aveva un'espressione del viso distesa e serena.

Penso che le piacesse l'idea di ricevere tutte quelle attenzioni da parte di un uomo come il signor Rousseau.

Da quando era entrato nella sua vita, non era più la stessa. Metteva più attenzione a cosa indossava, si truccava di più, teneva sempre i capelli sciolti.

Non che la cosa mi dispiacesse. Adoravo vederla sorridere; e stavo male ogni qual volta sentivo piangerla di nascosto.

C'era qualcosa, però, che le impediva di conoscere il signor Rousseau.

E quel qualcosa ero io.

Non mi aveva mai fatto dei discorsi seri sul suo conto, e credo che avrebbe volentieri evitato di parlare del signor Rousseau in mia presenza. Ma con Corinne era tutto molto complicato.

Dopotutto ero solo una bambina.

Forse temeva la mia reazione; pensava che potesse farmi soffrire.

Tuttavia, quando tutto mi fu più chiaro, non riuscì mai a vedere il signor Rousseau come una possibile minaccia per la nostra tranquillità.

Ogni cosa potesse far felice mia madre, credevo che, di conseguenza, dovesse far felice anche me.

A grandi passi, attraversammo un vialetto dove vicino scorreva un piccolo canale.

Le strade della città, di sera, non erano mai molto sicure.

Io e la mamma abitavamo in un modesto quartiere di Parigi.

Svoltammo in una strada buia e silenziosa. Alle spalle sentimmo arrivare una carrozza.

Il vetturino si fermò un po' più avanti di noi. La mamma si voltò di scatto, piena di spavento.

Vedemmo una mano, con un guanto nero, scostare la tendina dello sportello.

Un ombra mi fece sussultare. All'improvviso riconoscemmo nel buio i tratti del signor Rousseau. La mamma tirò un sospiro di sollievo. Lui rivolse la sua attenzione verso il mazzo di rose che le aveva regalato.

Siete voi...”

L'uomo sorrise.

 Mi dispiace. Non volevo spaventarvi. E' molto tardi. Volete che vi accompagni a casa?”. La mamma si affrettò a rispondere che non ne avevamo bisogno. Che eravamo quasi arrivate.

Vi ringrazio delle vostre rose, e del biglietto. Mi ha fatto molto piacere...”

Lui abbassò il capo e stette in silenzio per un po'.

Non ho avuto modo di venirvi a parlare, dopo lo spettacolo. Però, pensavo che una sera di queste, potreste venire tutte e due a cena, a casa mia. Che cosa ne dici, piccola Rose? ”

Risposi di si. Sentì la mamma stringermi forte la mano.

 Ho saputo che ti piacciono molto gli animali, è così?”.

 Tantissimo!” Esclamai entusiasta.

 Beh, voglio proprio farti vedere un puledro che è nato qualche giorno fa, se tua madre accetta il mio invito!”.

Certo! Ti prego mamma!”. Scrollai la sua mano più volte.

Lei sembrava leggermente a disagio.

 Non vogliamo esservi di disturbo”.

 Insisto...dopodomani?”.

Si rivolse verso di me.

Annuì più volte con il capo.

La mamma continuò a rimanere in silenzio, ancora molto imbarazzata dalla proposta.

Allora, questo silenzio lo posso considerare come un si?”

Come promesso, due sere dopo andammo a cena dal signor Rousseau. La sua dimora era maestosa se confrontata con il nostro minuscolo appartamento.

Venne a prenderci con la sua carrozza e ci condusse nella zona periferica di Parigi.

Le strade avevano un altro aspetto rispetto al quartiere dove abitavamo noi.

Quella sera la mamma aveva indossato il suo vestito migliore. Era blu notte, un velo nero le faceva da stola. Io avevo un abitino di velluto, rosso fuoco, con un nastro dello stesso colore che tratteneva alcuni ciuffi di capelli.

Eravamo molto eleganti per l'occasione.

La mamma non voleva fare una brutta figura.

Il signor Rousseau rimase molto colpito, quando vide scendere la mamma dalle scale. Sembrava che il respiro gli si fosse fermato in gola.

Giunti a destinazione, scendemmo dalla carrozza d notai una signora distinta che stava attraversando da solo il viale, con un lungo abito color amaranto, e reggeva nelle mani una minuscola borsetta nera.

Mi lanciò uno occhiata incuriosita e poi salutò il signor Rousseau con un cenno del capo.

Buona sera signora Muller” Disse lui ricambiando il gesto.

La donna entrò nell'abitazione di fronte.

Prima di superare la soglia del cancello, mi sembrò di vederla dietro una finestra, con il volto rivolto nella nostra direzione.

Il signor Rousseau ci vece visitare tutta la sua casa: il salone, le cucine, le camere da letto. Era tutto meraviglioso. La più bella che avessi mai visto nella mia vita. Poi ci portò anche a vedere il giardino e la stalla.

Così potei ammirare il puledro nato da qualche giorno.

Mi disse che avrebbe iniziato a camminare dopo un paio di mesi. Lo accarezzai delicatamente. Era così piccolo che pensavo di potergli fare del male.

 Se vuoi un giorno ti posso portare a fare un giretto sul mio cavallo nel boschetto qui vicino, ti va?”. Mi chiese lui , mentre era inginocchiato al mio fianco e accarezzava il piccolo pony.

Si! Non vedo l'ora!”. La mamma sembrava molto felice nel vedere che io e lui andavamo così d'accordo.

La tavola dove si tenne la cena era stata imbandita con piatti e posate d'argento.

Il signor Rousseau fece sedere me e la mamma, con i modi tipici di un perfetto gentiluomo.

Al centro del tavolo c'era un' enorme cesta piena di frutta.

Toccai un ananas. Non ne avevo mai mangiato una. La buccia era ruvida e appuntita.

Cosa combini?”. Domandò la mamma guardandomi di sottecchi.

Ritrassi la mano.

Il signor Rousseau fece un sorriso.

Allora, sei contenta di aver visto il mio pony?”

Oh, sicuro! Posso venire a trovarlo qualche volta?”.

Colsi un'espressione di rimprovero sul viso di mia madre.

Tutte le volte che desideri! Mi farebbe molto piacere...”

 E quando sarà grande posso cavalcarlo?”.

 Rose, non essere maleducata...”

La mamma mi fece un cipiglio.

Non preoccupatevi. E' solo una bambina. Strizzò un occhio e rivolse il suo sguardo a mia madre.

C'era un'atmosfera molto serena in quella stanza.

Il camino acceso diffondeva luce e calore. Mi sentivo di essere nel posto più sicuro del mondo.

Provai un po' di meraviglia nel notare che delle persone ci servissero da mangiare. A casa nostra era la mamma che cucinava e apparecchiava la tavola.

Il signor Rousseau doveva essere davvero molto ricco; proprio come ripeteva Corinne tutte le volte.

Mangiammo principalmente a base di pesce. Era tutto molto delizioso:

Durante la cena, la mamma gli raccontò di come avesse conosciuto Corinne, che era la sorella della nostra padrone di casa, e di come grazie a lei avesse iniziato a lavorare in teatro, innamorandosi della recitazione.

Mentre parlava, i suoi occhi emanavano luce.

Il signor Rousseau l'ascoltava con il mento poggiato su una mano; completamente catturato dalle sue parole.

A distanza di molti anni, mi rendo conto di quanto lui fosse innamorato di mia madre. Avrebbe potuto avere affianco a sé la donna più ricca del mondo, ma aveva scelto di corteggiare lei, che era bella come il sole.

Lei che quando iniziava a parlare del suo lavoro non era facile farla smettere.

Ma lui sembrava abbastanza affascinato da questo lato del suo carattere, perché continuava a tenere gli occhi fissi su di lei con un leggero sorriso dipinto sul volto.

 La vostra famiglia è di Parigi?”. Domandò ad un tratto interrompendo il suo discorso.

La mamma si bloccò, mentre tagliava un pezzo di aragosta. Posò la forchetta e il coltello. Il signor Rousseau stava facendo esattamente la stessa cosa. Sollevò lo sguardo su di lei.

 No, no”. Lei rimase con il volto inchiodato sul piatto.

Sembrava pietrificata.

 La mia famiglia... abitava in un piccolo paesino della Francia Meridionale”. Continuò, sempre a testa bassa. “E' venuta a mancare quando ero ero ancora molto giovane. E così mi sono trasferita qui, a Parigi...”

Ci fu un lungo silenzio.

Si capiva che non aveva voglia di affrontare quell'argomento.

Il signor Rousseau annuì.

 Mi dispiace, non volevo essere invadente”. Abbozzò un sorriso.

 No, perdonate me. E' solo che...”.

Lui la interruppe nuovamente.

 Non dovete giustificarvi...ci sono sempre degli argomenti che non sono facili da affrontare. Dopotutto, sono ancora un estraneo per voi...”. Pronunciò quelle parole con un velo di amarezza.

La mamma si ammutolì, ma la vidi rasserenarsi a poco a poco quando fu lui che prese a parlare della sua vita.

Con mio grande stupore, il signor Rousseau ci disse che era già stato sposato una volta, e che sua moglie era morta quando era ancora molto giovane, a seguito di una caduta da cavallo.

Rabbrividì.

La mamma mi strinse forte a sé. Quel suo racconto mi aveva molto turbato.

 Quanti anni aveva, quando vi ha lasciato?” Domandò lei, molto rattristata dalla notizia.

 Aveva diciannove anni... eravamo sposati da tre”.

Il suo tono lasciava ancora trapelare il profondo dolore per quella perdita.

La mano della mamma si posò spontaneamente sulla sua.

Gli occhi di lui erano lucidi. Si incrociarono con quelli di lei e all'improvviso ebbi una sensazione molto strana.

Era come se quel momento avesse creato uno stretto legame tra di noi.

Come se quell'istante esatto avesse cambiato le vite di tutti e tre, per sempre.

 Sapete...” Continuò il signor Rousseau. “ Voi le somigliare molto. Lei adorava molto suonare il pianoforte. E quando parlava della musica, le brillavano gli occhi esattamente allo stesso modo...”

La mamma allontanò la mano. Lui continuò a guardarla.

Percepì un brivido in tutto il corpo. L'arrivo di altre portate rianimò un po' la conversazione, ma la cena continuò in modo più silenzioso.

Dopo la frutta, ci sedemmo tutti e tre davanti al camino.

Vicino a un divanetto c'era il quadro di una donna dai capelli rosso fiamma. L'abito bianco si sposava bene con la sua pelle bianca come l'avorio. Due occhi color nocciola sembravano ancora vivi e fissavano noi tre regalando al volto un'espressione che mi fecero pensare alle fate che abitano nei boschi.

Quella donna è vostra moglie, vero?”

Il signor Rousseau stava sistemando la legna nel fuoco con un bastone. Alzò il capo e annuì.

Era molto bella...”.

 Già. E aveva anche un bel caratterino!”.

 Come si chiamava?”. Domandai avvicinandomi al quadro a piccoli passi.

 Anne. Lei apparteneva ad una famiglia molto ricca di Parigi. Ero molto giovane, quando ci siamo conosciuti. Prima di incontrarla ero un mezzo scapestrato!”.

 Che intendete dire?”. Chiese la mamma incuriosita da quell'affermazione

 Diciamo che davo grattacapi alla mia famiglia! Poi quando ci siamo fidanzati sono cambiate molte cose...”.

Il signor Rousseau si sedette vicino al fuoco, stendendo le mani per riscaldarle.

 Rose, ti piacciono i romanzi?”.

 Certo che si! Mi piace molto Orgoglio e pregiudizio!”.

 Che fatalità. E' proprio il mio libro preferito!”.

La mamma scoppiò a ridere.

 Non ci posso credere...un uomo a cui piace Orgoglio e pregiudizio! Non pensavo che potesse esistere...”

Il signor Rousseau assunse un'espressione indispettita.

 Lo leggo quasi tutte le sere”.

Lei continuò a ridere.

Si avvicinò ad uno scaffale pieno di libri. Prese quel libro e iniziò a leggerlo, tenendomi seduta sulle sue ginocchia.

La mamma era stesa su una poltrona, con la guancia posata sulla mano.

Non so se stesse contemplando la lettura o l'immagine di me vicino al signor Rousseau.

Non vidi più quella felicità sul suo volto.

Il signor Rousseau aveva una voce profonda e rassicurante, e leggeva con straordinaria espressività. Sembrava addirittura la reincarnazione del signor Darcy!

Alle dodici il pendolo rintoccò in modo molto rumoroso. Lui richiuse il libro e mi chiese se mi fosse piaciuto.

 Si! Perché non continuate? ”.

 Perché è tardi, signorinella!”. Mi diede un buffetto sul naso.

Vi prego “disse la mamma a bassa voce. “Ancora un altro po'”.

Emise un sospiro e continuò a leggere per un altro quarto d'ora.

Quando iniziai a sbadigliare con frequenza, smise di leggere promettendomi che avrebbe continuato un'altra volta.

Quella sera, ci riaccompagnò a casa con la sua carrozza.

Durante il tragitto, mi addormentai sulle ginocchia della mamma.

Tra la veglia e il sonno sentì che il signor Rousseau diceva qualcosa,mentre lei richiudeva la porta della mia stanza.

 Non posso stare senza di voi...”. Mi parve di ascoltare dalla sua bocca.

 Che garanzie posso avere che mi amerete davvero? Chi mi dirà che non soffrirò ancora? ”. La voce della mamma era tremante.

Poi mi addormentai completamente.



Allora ragazze, spero che questo capitolo vi sia piaciuto e che non vi abbia annoiato. Scusatemi se ci sono ripetizioni, imperfezioni...ecc ecc...

Insomma, la storia inizia piano piano a delinearsi!

Fatemi sapere i vostri pareri...


Al prossimo capitolo! L'incontro con la zia.... ;)


ps. ..scusate se le foto sono messe in un modo obbrobrioso...ancora devo assimilare bene il meccanismo..ihih

 

   
 
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