Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn
Segui la storia  |       
Autore: Mellorine    14/10/2011    1 recensioni
L'ultima battaglia si era appena conclusa, Daemon Spade era andato in pace, o almeno si sperava, ed i Vindice avevano ripreso a parlare dopo aver mostrato ai guardiani di Vongola e Simon la verità dietro l'ultima chiave che aveva definitivamente suggellato la situazione di armonia e pace che si era andata a creare tra le due famiglie.
Solo per lui, Mukuro Rokudo, in tutta probabilità non sarebbe finita così.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Kyoya Hibari, Mukuro Rokudo
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

"oya oya, dov'è finita  tutta la tua sete di vendetta, Kyouya Hibari? Eppure mi pareva che dovessi uscire soltanto per darti la tua seconda opportunità!"

Mukuro si era rimesso in fretta, fin troppo  per gli standard di medici ed infermieri che erano rimasti allibiti ed inquietati nel vederlo alzarsi dal letto al sesto giorno di convalescenza, un tridente spuntato dal nulla alla mano, per scagliarsi contro Hibari che era andato a fargli visita come ogni giorno per controllare le sue condizioni.

Alla buon ora invece per i gusti del della "vittima" di quell'attacco, anche se in quel momento era finito col ritrovarsi piegato in ginocchio davanti a lui, ma che sorrideva lo stesso evidentemente compiaciuto dello scontro in atto, convinto come sempre di avere ancora la vittoria in pugno.

"kufufu~ questa situazione mi ricorda qualcosa, sai? Io in piedi, tu in ginocchio, la terra desolata intorno… un vero e proprio  déjà-vu."

In effetti era proprio così, quello in cui si trovava Mukuro non era l'ospedale di Namimori e, per quanto in quell'unica settimana entrambi avessero imposto una certa autorità -l'uno come paziente l'altro come visitatore- all'interno dell'edificio semplicemente intimando terrore in chiunque incrociasse il loro sguardo, Hibari non vi aveva la stessa autorità ed il personale del luogo aveva minacciato di chiamare la polizia se avessero continuato quel trambusto.

Non che uno di loro temesse di dover affrontare di dover affrontare le forze dell'ordine, nemmeno Mukuro che era ancora ricercato, nella loro ottica si sarebbe semplicemente trattato di togliere di mezzo dei deboli nemici ma non avevano alcuna voglia di farsi disturbare in quello scontro tanto atteso da entrambi, così si erano spostati finendo a combattere nell'isolata zona boscosa che collegava poi quella città a Namimori.

E quella scena, Hibari doveva ammetterlo, ricordava molto anche a lui il momento in cui era finito in ginocchio con quasi tutte le costole rotte di fronte all'avversario, tra le pareti spoglie di Kokuyo land come scenario.

Nonostante ciò però non sembrava intenzionato a perdersi d'animo, anzi, sollevò fiero il volto verso l'altro che stava chiaramente già decantando vittoria, mostrandogli le labbra piegate in un ghigno.

"hai ragione, ma anche sul fatto che avrò la mia vendetta su di te."

Si limitò a continuare a ghignare al suo indirizzo, senza perdersi in ulteriori parole come sapeva che avrebbe invece fatto come suo solito Mukuro -come in effetti stava già facendo fino a quel momento!- mentre come meglio gli si addiceva passò direttamente ai fatti e tirò con forza un tonfa le cui catene che ne erano fuoriuscite e con cui stava combattendo da un po' si erano posate attorno ai piedi dell'illusionista senza che questi se ne accorgesse, legandogli le caviglie e facendolo precipitare rovinosamente per terra.

"ti sei ripreso quanto basta per gironzolarmi fastidiosamente attorno, ma i tuoi riflessi non sono ancora pronti…"

Si rialzò, ora che la situazione era completamente ribaltata la faceva sembrare come se Mukuro non gli avesse causato alcun problema fino a quel momento, che non stesse ancora sanguinando e le gambe non avessero ceduto sotto i colpi nemici proprio poco prima.

"… ti distrae il dolore. Non sei il Mukuro Rokudo che voglio, per ora resti un erbivoro che deve leccarsi ancora un po' le ferite."

Notò, puntellando con la punta della scarpa una chiazza rossa apparsa sull'addome dell'illusionista che stava ad indicare che una ferita doveva essersi aperta, come confermò la smorfia di dolore che si dipinse in volto  a quest'ultimo, che pure continuava a sorridere con sfrontatezza.

 

~

 

"illuminami, cos'è che dovrebbe impedirmi di andarmene se mi parcheggi qui adesso?"

"verrò a controllarti quando meno te lo aspetti. Se non dovessi trovarti, verrò a morderti in capo al mondo. Ora stai zitto e non ti muovere."

Con un cammino che non aveva straordinariamente accusato nessuno dei due nonostante fossero entrambi sanguinanti e doloranti in maniera più o meno grave, erano arrivati al vecchio covo di Mukuro a Kokuyo ancora utilizzato dai suoi, che non avevano nemmeno potuto gioire del ritorno del loro "Mukuro-sama" -almeno Ken ed M.M avrebbero sicuramente desiderato farlo- che non avevano visto da quando aveva riacquistato la libertà dato che Hibari non si era ovviamente degnato di far sapere loro nulla su dove si trovasse.

Questo perché il ragazzo stesso che lo aveva trascinato fin lì sanguinante per la ferita che lui stesso gli aveva fatto riaprire, aveva insistito per occuparsi personalmente della sua medicazione, non ritenendo nessuno dei presenti all'altezza di farlo senza aggravare le condizioni dell'illusionista, e lui ne aveva già abbastanza di aspettare che si riprendesse del tutto.

"oya oya, perché non ti accampi qui a questo punto?"

Lo stava appunto bendando in quel momento, e non sembrò interpretare o apprezzare la battuta di Mukuro visto il modo con cui gli strinse con più forza le face intorno all'addome bloccandogli il respiro per qualche secondo.

"tch, in questo posto incivile? Piuttosto, tu devi riposare bene per guarire, dove hai intenzione di dormire?"

"su questo divano incivile~"

"ma se non ci sono nemmeno coperte e cuscini… guarda che non aspetterò in eterno che tu ti rimetta in sesto, ancora qualche giorno e ti annienterò senza pietà."
"kufufu~ e quale soluzione proponi, vuoi portarmi a casa tua come un cucciolo ferito?"

"non puoi ancora mettere piede a Namimori."

Il tono  tranquillo con cui Hibari lanciava certe risposte era sempre sconcertante, come se davvero potesse essere solo quello il problema! Davvero se lo avesse ritenuto degno -come aspirava a farlo diventare- di entrare nella sua città lo avrebbe accolto senza problemi in casa sua, a prendere comodamente il thè e condividere la camera come due vecchi amici, magari?

Semplicemente assurdo, tutto di quel ragazzo era assurdo… ma divertiva Mukuro, che si limitò a sorridergli come in promessa che un giorno quella scenetta utopica sarebbe esistita veramente, lasciandogli mettere fine al dibattito per il momento, visto che aveva anche finito il suo lavoro.

Senza aggiungere parole di troppo come nel suo stile, il giapponese lo salutò con un'occhiata minacciosa che probabilmente avrebbe voluto essere una sorta di raccomandazione, per poi dargli le spalle  uscire per conto suo.

Come Ken, Chikusa ed M.M., che erano rimasti appostati nelle vicinanze, videro il ragazzo andar via, si precipitarono da Mukuro intenzionati a dargli il benvenuto, che però non gli diede nemmeno il tempo di farsi dare, avendo già qualcosa in serbo per loro.

"Ken, Chikusa, dovete andare a fare delle spese, bisogna rendere questo posto più accogliente per il nostro ospite d'onore~"

 

~

 

"Francia?"
"Francia."

"cosa ti fa pensare che io ti lasci andare in Francia?"

"oh~ ma io non ti sto affatto chiedendo di lasciarmelo fare, ti sto dicendo cosa farò!"

"…. Lo sapevi già da ieri?"

"certo~ anche da molto prima."

"e perché non me lo hai detto prima?"
"per non sentirti fare storie come in questo momento!"

Al posto di una risposta verbale, ad interrompere quello scambio di botta e risposta, arrivò un tonfa a puntare dritto a Mukuro, metodo di comunicazione molto più gradito ad Hibari.

L'illusionista riuscì a parare con la solita ritrovata maestria, fermando il colpo con le mani guantate prima che potesse arrivargli in pieno volto, nonostante la furia del ragazzo che lo aveva attaccato fosse stavolta così palpabile che ci aveva infuso parecchia più violenza del solito.

Era ancora mattino presto ed il guardiano della nuvola era appena tornato a Kokuyo, appena il giorno successivo, imprevedibilmente proprio come aveva annunciato visto che a quell'orario chiunque avrebbe scommesso la mano sul fuoco che il presidente del comitato disciplinare non si sarebbe mai mosso dalla scuola.

E invece quel mattino Hibari Kyouya era lì, ed aveva appena trovato l'illusionista intento nei preparativi di una vicina, troppo vicina, partenza.

Dopo tutto quello che aveva fatto per assicurarselo guarito ed a portata di mano, inutile dire che la cosa lo aveva mandato su tutte le furie.

"è una cosa tanto importante?"

Sbuffò,  accanendosi contro la valigia poggiata al divano che Mukuro stava riempiendo di qualche vestito, scaraventandola a terra per rendergli più difficili le cose.

Mukuro sembrò non prendersela particolarmente a cuore, limitandosi a chinarsi a riprendere la valigia e qualche vestito uscito fuori, posandola chiusa per terra ad un lato del divano.

"devo recuperare il mio allievo, Fran. Il ranocchio dei Varia che hai visto nel futuro."

"….  Quanto tempo ci vorrà?"

Aveva capito ormai che doveva arrendersi, sapeva che Mukuro avrebbe saputo trovare un modo per sfuggirgli perfino da sotto agli occhi se proprio doveva partire, e farlo non era affatto da lui, era chiaro quanto fosse nervoso dal modo in cui aveva incrociato le braccia al petto, battendo un piede sul pavimento di legno mentre fissava contrariato l'altro.

"spero non molto, ma non lo so."

"come non lo s-"

"Kyouya, non lo so."

"… come mi hai chiam-"

Due volte, il dannato erbivoro l'aveva interrotto due volte. Una verbalmente, l'altra fisicamente.

Mentre era sul punto di rivolgergli la seconda domanda infatti, per chiedergli come diavolo gli fosse venuto in mente di chiamarlo solo per nome, Hibari si ritrovò in un'inaspettata presa di Mukuro che non era riuscito a prevedere né quindi tantomeno evitare.

 Lo teneva per i polsi, che cercavano di fare resistenza creando un gioco di forza, e si era avvicinato a lui tanto da far toccare i loro corpi, e costringerlo ad inclinare il volto verso l'alto per poterlo guardare in faccia, tra l'altro tanto vicina da fargli arrivare il fiato dell'altro sul volto.

"è così che ti chiamano le persone più vicine, no? Le poche che hanno l'onore di addentrarsi in casa tua…. Kyouya, non so quando tornerò, non credi che potrei mancarti?"

La voce di Mukuro si era trasformata in un sussurro che aveva l'aria di essere qualcosa di dannatamente suadente, specialmente nel pronunciare il suo nome e nel porgergli quella domanda, sulla quale però il giapponese non volle concentrarsi, riportando l'attenzione totalmente ad altro.

"come fai a sapere-"

"oh andiamo, ti sei sempre reso conto della mia presenza. Hai sempre saputo che ti osservavo."

"smettila di interrompermi mentre parlo!"

"allora parla. Dimmi, perché non hai mai fatto niente per impedirmelo?"

"volevo che tu guardassi il modo in cui mi rafforzavo giorno per giorno, così da farti temere il giorno in cui ci saremmo scontrati di nuovo."

"o forse semplicemente ti piaceva l'idea che io mi interessassi a te,magari ti sei perfino affezionato alla sensazione di avere i miei occhi puntati addosso!"

no, quell'insinuazione fu davvero troppo, Hibari non poté accettarla. cosa credeva? che fosse un maniaco come lui, che gli piacesse sapere di essere osservato da lui nei momenti più o meno -ma il più delle volte specialmente meno- opportuni, così come a lui piaceva stare a perdere tempo e forze per mettersi a spiarlo?

Lo sapeva benissimo, certo che aveva notato la presenza dell'illusionista più volte in quei lunghi mesi in cui lo sapeva rinchiuso alla Vindice, unico motivo per cui non si scaldava mai troppo quando avvertiva la sua presenza, non tanto perché in caso contrario avrebbe potuto trovarla minacciosa, quanto piuttosto perché sapeva che fin quando non lo avesse avuto avanti in carne ed ossa non sarebbe mai stato pienamente soddisfatto nel morderlo a morte.

Ed ora era lì, esattamente di fronte a lui, a stringergli i polsi, e minacciava di partire quella sera stessa prima ancora di dargli la possibilità di togliersi tutte le soddisfazioni per cui aveva tanto atteso, e per di più insinuando che potesse compiacersi a sapersi osservato da lui.

Inaccettabile, si limitò a pensare, mentre senza fiatare ulteriormente si spinse in avanti con la testa per  colpirlo sul muso, magari in quel modo avrebbe messo a tacere quella maledetta bocca, che non riusciva a sopportare forse perché si ostinava a dire fin troppo, su più di quanto lui stesso si fosse mai soffermato a riflettere.

Mukuro non sembrò intenzionato a vacillare  però più di tanto, lasciandogli soltanto una mano per portarsi la propria al volto, tastandosi un po' il naso colpito e le labbra con due dita, mentre continuava a fissare l'altro di fronte a sé, una punta di risentimento nello sguardo e qualcosa di diverso dal solito, che però si faceva notare molto di più.

Il guardiano della nuvola si scoprì per la prima volta in soggezione sotto uno sguardo dell'illusionista da quando lo aveva conosciuto, avvertendo un improvviso moto di disagio, quasi come se il ragazzo potesse divorargli la carne solo con gli occhi e mettere a nudo il suo animo, tutti i pensieri e le intenzioni, i desideri e le frustrazioni più o meno consapevoli.

Si trovò ad abbassare per la prima volta in vita sua lo sguardo di fronte ad uno che non riusciva a reggere, o meglio non voleva rischiare oltre di sostenere, temendo che potesse rivelare qualcosa di troppo.

"quanto ancora dovrò aspettare?"

"pochissimo."

Quella domanda, posta da Hibari con voce ferma nonostante tutto, benché fosse espressa senza una specificazione in particolare riguardo a cosa si riferisse -forse voleva spacciarsi per una richiesta di informazioni riguardo quando Mukuro sarebbe tornato dalla ricerca in Francia- venne accolta ugualmente da Mukuro in quello che ritenne a modo suo la maniera migliore,  e cioè smettendola di indugiare su quello scambio di parole, portando un braccio a stringere il giapponese a sé mentre la mano ancora gli stava serrata attorno al polso ed imporsi nella sua bocca con un bacio impetuoso, come se stesse aspettando da tempo di venir liberato ed ora che aveva  trovato le sue labbra non riuscisse a risparmiarsi dal divorargliele.

Non lo sorprese la facilità con la quale il ragazzo cedette tra le sue braccia, schiudendo le labbra meccanicamente ed accanendosi anzi allo stesso modo su di lui, come se non aspettasse altro, come se fossero abituati a scambiarsi gesti di quel tipo anche se invece era assolutamente la prima volta.

Ma Mukuro sapeva che, capace di combattere già al meglio o meno, Hibari non voleva che partisse semplicemente per non averlo lontano da sé e basta, sapeva che così come l'interesse che quel giapponese dall'apparenza tanto fragile e dalla forza di un tornado aveva riscontrato in lui fin dalla prima volta in cui si erano scontrati -anzi nel suo caso fin da quando aveva iniziato ad informarsi su di lui prima di affrontarlo- era per l'altro reciproco, sapeva di costituire un oggetto odiato quanto desiderato per lui, creando una vera e propria attrazione fatale per entrambi, che infatti si stavano strappando i vestiti di dosso spingendosi insieme sul divano come se si fossero da sempre incontrati appositamente per quello.

I gesti veloci delle mani con cui incontravano l'uno il corpo dell'altro divennero presto graffi, ed i baci scontri di denti contro labbra, denti contro denti, denti contro carne, insaziabili, entrambi desiderosi di prevalere sull'altro come se stessero lottando come sempre, di marchiarsi come se volessero segnare il loro unico ed inimitabile passaggio.

Agirono come se volessero farsi del male, presi da un impeto del tutto improvviso, che ad occhi comuni sarebbe potuto apparire quasi insensato, ma in fondo entrambi si erano sempre distinti da tutti gli altri per l'irrazionalità che li animava ed il loro rapporto ne era stata la massima espressione più di ogni altra cosa.

Come se non avessero mai parlato di scontri e partenze, finirono presto a consumare tutta la loro passione che desiderava di vedersi sfogata da mesi, prendendosi comodamente l'intera mattinata e l'intero pomeriggio, completamente dimentichi entrambi di qualunque altra cosa avessero dovuto fare nell'arco della giornata, come se il mondo al di là del confine segnato dalle spalle dell'altro non esistesse più fin quanto non lo avrebbero voluto ancora rivedere.

"allora Francia…?"

"Francia~"

Imparare di nuovo a respirare era stato particolarmente difficile per entrambi dopo aver vissuto tanto a lungo l'uno nella bocca dell'altro, rubandosi l'aria a vicenda, per Hibari in particolare era stato ancora più complicato rendersi conto di essere ancora capace di formulare delle parole, e ci era riuscito soltanto dopo un bel po' di tempo che erano rimasti entrambi in silenzio, stesi su quel divano avvolti da un lenzuolo, concentrati su nient'altro che dar tornare regolare il battito del proprio cuore.

 In quel frangente di tempo Mukuro aveva avuto modo di tornare a ricordarsi del mondo esterno, e del suo aereo che sarebbe partito quella sera.

A quanto pare non era stato l'unico a ricordarsene, date le prime parole che era tornato a rivolgergli l'altro dopo intere ore in cui non gli aveva sentito emettere altro che gemiti.

"tch, ho deciso. Non ti lascerò andare da solo, ti seguirò."

"se è ancora della mia salute che ti preoccupi, stai sicuro che non dovrò incorrere in alcuno scontro, mi terrò in piena forma per te~ , ma se invec-"

"taci. Non hai diritto di obiettare, stupida preda. Seguirò il tuo aereo con il mio elicottero, così è deciso."

"kufufu~ e chi ha intenzione di obiettare! Dimmi quando te la senti di camminare, che dobbiamo prepararci."

Ancora, l'illusionista doveva tenerci proprio ad incorrere nella furia di Hibari privo più del solito di alcuna voglia di rispondere verbalmente, figuriamoci  nel momento in cui le sue parole lo avevano fatto arrossire violentemente per l'imbarazzo.

Ma per chi lo aveva preso? Lo avrebbe morso a morte, anche a costo di riaprirgli le ferite, tanto d'ora in poi ne avrebbero avuto di tempo da perdere nell'attesa della sua schiacciante vittoria su di lui.

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Katekyo Hitman Reborn / Vai alla pagina dell'autore: Mellorine